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martedì 26 ottobre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 26.10.10

EXTRA VALLE. ANCORA ILLEGALITA' NEL CICLO DEI RIFIUTI. CASSINO E MINTURNO EPICENTRO DEL SISMA GIUDIZIARIO.
Il Messaggero Fr 26.10.10 pp.29 e 31 - di Giovanni del Giaccio

Scalpore a Cassino per le vicende giudiziarie che hanno coinvolto nuovamente l’imprenditore Vittorio Ciummo che opera nel settore della raccolta dei rifiuti. Questa volta a finire nei guai per l’appalto al comune di Minturno sono state Augusta Ciummo, 26 anni, e Anna Romano, di Cassino, entrambe amministratrici della Ego Eco srl, la società di gestione nata dalla Cic. Fino a pochi mesi fa amministratore della Ego-Eco era Vittorio Ciummo che, a causa delle indagini a suo carico, ha ceduto la carica alla figlia. Nell’inchiesta della Procura di Latina sull’appalto di Minturno Ciummo risulta indagato. Uno degli ordini di custodia cautelare ha raggiunto il consigliere regionale del Pdl Romolo Del Balzo. E’ stato colto da malore quando i finanzieri si sono presentati a casa sua. Chiacchierato, accostato spesso a storie giudiziarie, indagato in altri procedimenti, stavolta è stato arrestato. Romolo Del Balzo, 55 anni, consigliere regionale del Pdl, è alla clinica “Casa del sole” di Formia dove è stato ricoverato dopo la notifica dell’ordinanza che riguarda lui, altre sei persone per le quali è stata disposta la misura cautelare e tre indagati a piede libero. Dieci persone in tutto, coinvolte in una storia per la quale già in passato c’erano stati arresti eccellenti a dicembre 2009. E’ quella relativa alla raccolta dei rifiuti nel Comune di Minturno. Servizi mai resi e comunque pagati alla “Ego Eco” di Cassino. Il sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Miliano ha chiesto e ottenuto gli arresti, ordinati dal giudice per le indagini preliminari Costantino De Robbio. Il quale ha stralciato, però, l’ipotesi di associazione a delinquere e contesta a tutti il concorso in truffa aggravata, frode negli appalti pubblici e gestione illecita dei rifiuti. I provvedimenti riguardano, oltre Del Balzo, Augusta Ciummo, 26 anni, amministratrice della società, Liberato De Simone, 52 anni, coordinatore del servizio per la “Ego Eco” e Michele Camerota, 48 anni, dipendente del Comune. Ai domiciliari Giuseppe Papa, 61 anni, anche lui dipendente comunale, Anna Romano, 54 anni e Gerardo Ruggieri, di 43 anni, alle dipendenze della società. Sono indagati a piede libero, Vittorio Ciummo, 50 anni, padre di Augusta ed ex legale rappresentante, Salvatore Martone, di 51 anni, caposezione dei servizi tecnici del Comune e il collega Anacleto Fini, di 65 anni responsabile del servizio di smaltimento dei rifiuti. Eseguito anche il sequestro di beni e conti correnti per un valore di 15 milioni di euro. Gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno permesso di accertare che la Ego Eco e, in precedenza, un’altra società avevano eseguito le proprie prestazioni in difformità rispetto a quanto sottoscritto nell’appalto. Nello specifico hanno omesso a più riprese di versare i contributi previdenziali ai dipendenti e di promuovere l’inizio della raccolta differenziata, utilizzavano mezzi ed attrezzature obsoleti e non funzionanti e li trasferivano da un appalto all’altro. Il tutto con la compiacenza di funzionari e pubblici amministratori che emettevano regolari liquidazioni e spettanze, per oltre 14 milioni di euro, senza che la Ego Eco ne avesse completamente titolo e diritto. Anzi, gestiva il servizio grazie a uno stratagemma procedurale. E Del Balzo? Secondo l’accusa da presidente del consiglio comunale svolgeva un ruolo di cerniera tra la Ego Eco e il Comune, “autorizzando” gli illeciti incarichi.
Altro servizio a p.31:
Ancora guai giudiziari per il “re” della spazzatura, per sua figlia e per i suoi collaboratori. Vittorio Ciummo, noto imprenditore del settore rifiuti di Cassino era finito ai domiciliari un anno fa peruna inchiesta della Procura di Latina sull’appalto nel Comune di Minturno. Ieri gli uomini della Guardia di Finanza, in esecuzione di sette ordinanze di custodia cautelare, hanno arrestato la figlia ventiseienne di Ciummo, Augusta, anche Anna Antonia Romano, 54 anni, nata a Villa santa Lucia e residente a Cassino, prima collaboratrice della Cic, poi legale rappresentante della Eco Ego srl; ma anche Anacleto Fini, 65 anni, nato a Torrice e residente ad Ariccia; oltre ai collaboratori Liberato de Simone e Gerardo Ruggieri che lavoravano per conto dei Ciummo a Minturno, in provincia di Latina.
Fino a pochi mesi fa l’amministratore della Ego-Eco era Vittorio Ciummo. poi a causa delle indagini a suo carico, aveva ceduto la carica alla figlia. La ditta Cic aveva gestito la raccolta dei rifiuti anche per il Comune di Cassino, dal 1993 al 1997 quando dovette lasciare alla De Vizia. Sempre la Cic in Ciociaria ha gestito il servizio nei comuni di Cervaro, Sant’Apollinare e Sora. Oltre che a Minturno la ditta ha la gestione dei rifiuti in molti centri della Campania. Lo scorso anno era rimasto coinvolto anche in una inchiesta sulle infiltrazioni camorriste nel basso lazio e accusato di aver investito proventi di provenienza illecita in un bar di Cassino, una accusa però dalla quale è stato prosciolto.
Altro servizio a p.31:
Lo chiamavano “Papà”, ma anche “Babbo”, “Baccalà” o più genericamente “Quell’amico”. Quando parlavano di Romolo Del Balzo i responsabili per conto della ditta non lo indicavano mai direttamente. E’ solo uno dei particolari che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare. Interessante un passaggio, ancorché non contestato agli indagati: il giudice parla di «una circostanza che qualora provata pienamente getterebbe sull’intera vicenda in esame una luce di ancor maggiore gravità e allarme sociale rispetto a quanto finora emerso». E si parla delle intercettazioni telefoniche e del «particolare interessamento del politico per le vicende della Ego Eco». Riferendosi sempre ai dialoghi intercettati - che però non sono mai tra Del Balzo e gli altri indagati, stando all’ordinanza - si fa riferimento «a pregresse elargizioni di denaro» e «all’assunzione nella società di ben quindici dipendenti su “raccomandazione” dello stesso».
Altro servizio a p.31:
Delle imprese di Vittorio Ciummo si era occupata anche la Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, nell’audizione del 30 giugno scorso 2010. Quel giorno vennero ascoltati il procuratore aggiunto di Latina, Nunzia D’Elia, e il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare dell’inchiesta. «Nell’ultimo anno - spiegò il pm - abbiamo svolto indagini su due società, la CIC Clin Spa, poi divenuta Ego Eco, la quale risulta avere appalti non solo nei comuni di Minturno e di Ponza che fanno parte della provincia di Latina, ma anche nella provincia della Campania. La peculiarità di questa indagine è stata quella di aver notato che la società in oggetto è entrata nel Comune di Minturno alla fine del 1997, dopo che una società della provincia delle Marche vincitrice dell’appalto, a ritirarsi perché si verificarono degli incendi di automezzi. Tale società è riferita a un imprenditore del Cassinate, di nome Ciummo Vittorio, il quale, prima direttamente, poi attraverso familiari e persone terze, ha continuato a gestire il servizio a Minturno».
«La CIC Clin industrie è fallita per omessa regolarità delle posizioni contributive dei lavoratori - spiegò Miliano - Successivamente, il Comune di Minturno ha affidato alla Ego Eco, ossia l’attuale società, il servizio dei rifiuti, sempre riferibile a questo signore. L’aspetto particolare è che, sin dall’inizio, l’appalto è stato previsto come comprensivo del servizio della raccolta differenziata. Nel corso degli anni, il servizio di raccolta differenziata è stato affidato nuovamente, con un importo di 2,5 milioni di euro. Quindi, la voce “raccolta differenziata”, già prevista nel contratto di base iniziale, è stata inserita in corso d’opera».«Sono scattate le misure cautelari (alla fine del 2009, ndr) nei confronti di tale soggetto e di un amministratore locale, proprio perché nel comune di Minturno la raccolta differenziata non veniva assolutamente effettuata. Quando si sono resi conto che le indagini si stavano stringendo, per sopperire alle carenze organizzative, si sono attrezzati utilizzando degli automezzi presi a nolo dalla provincia di Caserta». A quel punto il pm di latina chiese che l’audizione venisse secretata. Il motivo lo si è capito ieri mattina all’alba.
Il commento di Lorenzo Parlati, presidente regionale di Legambiente (sempre a p.31):
«I nuovi arresti per reati connessi allo smaltimento di rifiuti lasciano interdetti, rimandano a fatti gravi che confermano purtroppo l’infiltrazione delle Ecomafie nella nostra regione - dichiara in una nota Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - I reati di associazione a delinquere e truffa ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture preoccupano molto soprattutto per il contesto che ne emerge, con un vero e proprio sistema che coinvolge amministratori e imprese del malaffare. Nel Lazio la criminalità organizzata fa affari molto spesso nei settori ambientali, tra abusivismo edilizio, discariche abusive, reati legati al traffico di rifiuti, i dati del nostro Rapporto Ecomafia lo evidenziano di anno in anno. Dove si interviene con decisione i risultati però arrivano, come nel caso della lotta agli incendi boschivi col catasto e l’inasprimento delle sanzioni coinvolgendo i Comuni. È questa la strada da percorrere, in particolare su rifiuti e cemento. Serve allora una reazione forte da parte delle Istituzioni, metteremo a disposizione della Regione Lazio i dati in possesso del nostro Osservatorio Ambiente e Legalità sul tema, ma nel nuovo piano rifiuti ci aspettiamo più che altre discariche e inceneritori una nuova stagione di riduzione e raccolta differenziata dell’immondizia, settori a basso livello di illegalità e infiltrazione». 
Vedi anche sul tema La Provincia FR 26.10.10 pp.31 e 34
Il consigliere regionale Anna Maria Tedeschi: le intercettazioni telefoniche sono state determinanti, senza di esse non si possono contrastare i reati ambientali
(Il giornale nuovo 26.10.10)
"Si riconferma ancora una volta il primato della Guardia di Finanza, questa volta i Baschi verdi di Formia, nella lotta al crimine contro i reati ambientali.
Con gli arresti di alcuni esponenti del Gruppo Ciummo di Cassino, nell'indagine che vede implicato anche il consigliere regionale Romolo del Balzo, si apre un altro spiraglio di luce nella poco chiara gestione dei rifiuti nella nostra regione." Lo dichiara in una nota il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Anna Maria Tedeschi.
"E’ purtroppo molto frequente - prosegue Tedeschi - che i reati ambientali passino attraverso l’azione delle amministrazioni locali che invece dovrebbero essere il baluardo della legalità, perché chiamate a gestire tutti gli aspetti operativi del ciclo dei rifiuti. Ancora una volta, poi, si riconferma cruciale l’importanza delle intercettazioni telefoniche per portare il Pm all’emissione dei provvedimenti di custodia cautelare. Qualora dovessero passare norme che limitino l’utilizzo delle intercettazioni gli inquirenti dovrebbero basarsi prevalentemente sui documenti che invece nell’indagine in questione si sono rivelati essere falsi. Il rispetto dell’ambiente e quindi la nostra salute passa attraverso il rispetto della legalità, ma bisogna continuare a dare alle forze dell’ordine la reale possibilità di svolgere le indagini."

COLLEFERRO, TURBOGAS. IL VICE PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI ROMA SABATINO LEONETTI E ALTRI 5 CONSIGLIERI PROVINCIALI CHIEDONO URGENTEMENTE LA SOSPENSIONE DEI LAVORI AL IV KM.
Quotidiano sera 26.10.10 p.1 - di S.D.R.
Insomma, pare proprio che questa centrale turbogas “piaccia” sempre di meno... Ovviamente parliamo soprattutto dei cittadini di Colleferro vittime sacrificali di una politica a dir poco sbagliata, scellerata, frettolosa e senza scrupoli assunta, anacrononisticamente, in un momento assai delicato e triste per questa città. Ora, qualcuno dovrà pagare; è fuori discussione! Pagare in termini “politici” ed “elettorali” o anche, e ciò potrebbe con molta probabilità accadere, “economici”, per aver avallato scelte senza aver preso le dovute preoccupazioni sociali, civili e democrtaiche... Staremo a vedere anche se, ormai, come annunciato nell’edizione di ieri (anche in Tg su CCN News Web Tv) la questione “centrale turbogas” è diventata un caso nazionale “approdando in Parlamento.
Ora anche in consiglio provinciale di Roma iniziano a piovere le interrogazioni; le mozioni provengono da esponenti facenti parte la maggioranza e, tra questi, in prima linea, oltre ad altri firmatari, l’on. Sabatino Leonetti (IdV) sempre sensibile ed attento ai problemi della gente di Colleferro. Ecco il testo della mozione presentata l’altro giorno nella seduta del consiglio a Palazzo Valentini [... vedi link]

COLLEFERRO, PER RETUVASA I PROBLEMI DELL'ACQUA SONO PIU' SERI DI QUELLI DESCRITTI DAL SINDACO
Testo pressoché integrale
Torna alla carica Retuvasa sull’acqua inquinata di Colleferro, ancora inquinata e non buona neanche se bollita. Intanto,  Retuvasa critica l’amministrazione comunale per non aver informato correttamente la cittadinanza. “Oggi - si legge sul sito [in realtà si tratta degli aggiornamenti del blog di Retuvasa, Ripuliamo Colleferro, ndr] - abbiamo parlato con il sindaco Cacciotti chiedendogli chiarimenti sull’emergenza in atto. Le analisi di oggi confermano che le acque sono ancora inquinate e che il divieto resta ancora in vigore. Lunedì il gestore dovrebbe far arrivare da Milano un macchinario per compiere ulteriori analisi. Vi terremo aggiornati su questo fronte. Come ogni anno, di questi tempi, con le prime piogge si verificano questi problemi di cui, per stessa ammissione del sindaco, è pienamente responsabile il gestore che ha in concessione la distribuzione e la sorveglianza e ammodernamento dell’infrastruttura. Il comune è invece a nostro avviso responsabile di una corretta e capillare comunicazione dell’emergenza che in questi giorni assolutamente non c’è stata. L’amministrazione comunale ritiene di aver fatto il massimo. Noi siamo dell’idea che non bastano 200 manifesti fosforescenti e un passaggio sul Tg3 Lazio a garantire una comunicazione capillare e di emergenza. Infatti ad oggi ancora molti cittadini non sanno dell’ordinanza o hanno idee confuse sul da farsi. Abbiamo sollecitato il sindaco su questo tema, lamentando un operato alquanto insufficiente ma abbiamo ricevuto solo vaghe rassicurazioni e la tardiva promessa di inviare Lunedì delle lettere a tutti i cittadini. Misura totalmente tardiva a quasi 10 giorni dall’inizio dell’emergenza!!! Il sindaco ha anche ammesso che forse (sic) sarebbe stato opportuno far passare per le strade della città una macchina con megafono. Evidentemente le centinaia di firme raccolte lo scorso anno proprio contro questa superficiale e dilettantistica gestione delle emergenze non sono state recapitate al sindaco. Vediamo cosa succede nei prossimi giorni e se l’amministrazione comunale possa garantire una migliore copertura. Alcune domande finali:1) Italcogim sarà chiamata a risarcire i danni ai cittadini? 2) E’ davvero convinzione del Sindaco che non far pagare la bolletta di Novembre possa bastare? 3) Italcogim subirà solo un mancato guadagno: è sufficiente come intervento? 4) Chi paga i manifesti che il comune sta affiggendo? 5) Chi paga l’acqua in bottiglia che il comune fornisce in questi giorni alle scuole? 6) Cosa è stato fatto in questi 12 mesi da Italcogim e dal comune di Colleferro per evitare il ripetersi dell’emergenza?” Interessanti domande che attendono una risposta seria, non solo dal comune ma soprattutto dalla Italcogim che gestisce il prezioso liquido, finora inutilizzabile. Lo aspettano i macchinari per sapere, intanto la città che non è informato, o meglio coloro che non possono spendere denaro all’acquisto di acqua cosa devono bere.

ANAGNI. OGGI ALLE 15 SEDUTA DELLA COMMISSIONE AMBIENTE. SOTTO LA LENTE LA CENTRALE A BIOMASSE DELLE DISTILLERIE BONOLLO
La Provincia FR 26.10.10 p.27 
Questione ambientale sempre in primo piano nella Città dei Papi; a partire dalle 15 di oggi pomeriggio si terrà, presso la sede comunale di Palazzo Jacopo da Iseo, un'importante seduta della commissione consiliare per l'Ambiente.
Ancora una volta, sotto la lente, la sempre più grave situazione ambientale sul territorio della Valle del Sacco e l'annunciata messa in funzione di un termovalorizzatore a biomasse in zona Industriale, bei pressi delle Distillerie Bonollo.
"La seduta di domani (oggi, per chi legge - ndr) - spiega Roberto Cicconi, consigliere comunale di SeL - dovrà inserirsi in un ottica più ampia e generale di tutela dell'ambiente che non può e non deve essere limitata ad una sola realtà. Già alla fine dello scorso anno era stata convocata una seduta di commissione proprio per discutere di questo ma si è reso necessario annullarla per via del blocco autostradale messo in atto dai dipendenti dello stabilimento Videocon".
La seduta, convocata dal presidente della Commissione Alessio Fenicchia, è stata espressamente richiesta dai consiglieri di minoranza i quali hanno spiegato di voler analizzare nei dettagli l'iter autorizzativo e le eventuali conseguenza ambientali di una siffata centrale di termovalorizzazione sul nostro territorio.
Difende il progetto, dal canto suo, la responsabile dello stabilimento anagnino Distillerie Bonollo, la signora Carla Bonollo:
"Non ci saranno problemi di impatto ambientale perché saranno bruciati solo residui della lavorazione dell'uva, dunque con praticamente nessun impatto ambientale. Prevediamo, a regime, di bruciare circa 1 milione e mezzo di quintali all'anno di biomasse, che serviranno a produrre grosso modo 12 megawatt/ora all'anno".


CONSORZIO ASI FROSINONE, UTILI IMPORTANTI
La Provincia FR 26.10.10 p.6
di Corrado Trento
Un utile record di 282.000 euro: il bilancio di previsione 2011 del Consorzio Asi ha numeri davvero importanti, che acquistano una valenza economica enorme, considerando anche il periodo di crisi che attraversa il Paese e che si riverbera inevitabilmente negli enti intermedi.
Anche lo scorso anno i conti avevano fatto segnare utili largamente positivi: una conferma quindi di una gestione accorta e lungimirante da parte del presidente Arnaldo Zeppierie e del consiglio di amministrazione. Il Consorzio Asi negli ultimi anni è tornato ad essere operativo e funzionale: la scelta di affidarne il timone ad un imprenditore si è rivelata vincente.
Un altro elemento positivo è sicuramente l'altissima percentuale di partecipazione dei soci all'assemblea: il 75%. C'erano i rappresentanti di tutti gli enti più importanti.
Per la Provincia l'assessore ai trasporti Gabriele Picano, per il Comune di Frosinone il sindaco Michele Marini.
L'assemblea ha approvato altresì le modifiche allo statuto, riguardanti in particolare la parte normativa finalizzata ad evitare vuoti di potere nel caso di dimissioni del presidente o dei consiglieri di amministrazione.
E' stato stabilito, nel dettaglio, che l'intera materia venga regolamentata dalle norme del codice civile.
Ad ogni modo è evidente che l'utile di 282.000 euro nel bilancio di previsione rappresenta un vero e proprio fiore all'occhiello. Il presidente del Consorzio Asi Arnaldo Zeppieri non ha nascosto la soddisfazione e ha altresì tracciato le strategie di rilancio dell'ente, con un occhio attento all'intero territorio. Relativamente alle opere pubbliche ed infrastrutturali, Arnaldo Zeppieri ha notato come vengano realizzate quasi esclusivamente con finanziamenti. Da qui l'invito ai Comuni ad osare di più, a gettare il cuore oltre l'ostacolo, ad essere protagonisti e propositivi, anche e soprattutto nella fase della programmazione.


UNA STORIA DI POVERTA' TRA UN LODO E L'ALTRO (Anagni Caput Mundi)

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lunedì 25 ottobre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 25.10.10

DOPO L'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE CHE TRA L'ALTRO CONTEMPLA QUANTO SEGNALATO DA RETUVASA, ECCO LA MOZIONE DEL 22.10.10 PRESENTATA DA SABATINO LEONETTI E FIRMATA DA 6 CONSIGLIERI DELLA PROVINCIA DI ROMA, RICHIEDENTE LA SOSPENSIONE DEI LAVORI DELLA CENTRALE TURBOGAS DI COLLEFERRO PER ALMENO 30 GIORNI, PER ISTITUZIONE DI TAVOLO TECNICO ISTITUZIONALE APERTO AI SOGGETTI INTERESSATI



 


TURBOGAS COLLEFERRO: LA MOZIONE DEI CONSIGLIERI PROVINCIALI
Il Refuso
Presentata una mozione da parte di alcuni consiglieri della Provincia di Roma in cui si chiede al Comune di Colleferro una sospensione dei lavori di 30 giorni per poter permettere l’istituzione di un tavolo tecnico sulla Turbogas. Presentata anche un’interrogazione parlamentare sulla questione. Nella prima, a firma di sei consiglieri provinciali, si premettono, oltre ad una serie di considerazioni, anche alcuni dati che difficilmente escono alla luce, quelli relativi ai risultati dell’indagine della Asl RmE: “L’indagine – scrivono i consiglieri – ha riscontrato nel sangue della popolazione di Colleferro livelli d’inquinamento per diossine e simili tre volte superiori a quelli di Roma e comunque superiori a quelli di ogni altro studio sinora condotto”. I risultati dell’indagine sono sempre rimasti misteriosi. Chi, come noi, ha cercato più volte di averli, si è scontrato contro un muro di silenzio.
I consiglieri ricordano che “i comuni della Valle del Sacco sono già fortemente compromessi a livello sanitario e ambientale; a Colleferro c’è già una discarica, un cementificio, impianti di incenerimento; nel tempo ci sono state discariche abusive con sostanze tossiche ancora non smaltite; i corsi d’acqua, affluenti del Sacco sono recettori di ogni genere di inquinamento industriale, con presenza di piombo, arsenico, mercurio; le polveri sottili a Colleferro superano i limiti massimi previsti dalla legge; molti comitati cittadini hanno chiesto la sospensione dei lavori; dopo la vicenda del ritrovamento di betasaclorocicloesano nel latte prodotto da alcune aziende di Gavignano è stato ordinato il blocco dell’uso dei foraggi dell’area, il divieto di produrre latte e carne, ed il governo ha dichiarato lo stato di emergenza socio-economico-ambientale nella Valle del Sacco per i comuni di Colleferro, Segni e Gavignano in provincia di Roma e per i comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino in provincia di Frosinone”. Alla Provincia di Roma gli assessori chiedono di invitare il sindaco di Colleferro a sospendere l’autorizzazione concessa alla Società Termica Colleferro Spa per almeno 30 giorni al fine di permettere l’istituzione di un tavolo per approfondire sul piano tecnico e con tutti i soggetti interessati gli effetti che potrà produrre la centrale sulla salute dei cittadini. L’assessore all’ambiente della Provincia Michele Civita ha già dato piena disponibilità per approfondire la questione, una questione che finora è stata gestita solo dalla Regione e dal sindaco.
Nel frattempo i deputati Zamparutti, Beltrandi, Bernandini, Farina Coscioni, Mecacci e Maurizio Turco hanno presentato, il 19 ottobre, una interrogazione parlamentare, facendo leva sul “silenzio delle istituzioni” denunciato dalla Rete per la tutela della Valle del Sacco (Retuvasa), ma soprattutto sui risultati dell’indagine condotta dalla Asl RmE che nel febbraio 2009 confermano i sospetti: “Il territorio presentava nel suo complesso un quadro di mortalità e morbosità peggiore del resto del Lazio, dovuto prinvipalmente alla lunga attività del complesso industriale“. Il marzo 2009 è il mese in cui si scopre, grazie alla magistratura, che l’impianto di incenerimento bruciava anche rifiuti “particolari”. L’iter d’approvazione della turbogas va in porto l’11 dicembre del 2009, alla conferenza dei servizi alla quale, però, mancano la Asl locale e Arpa Lazio. Alberto Valleriani, presidente di Retuvasa: “Perché l’amministrazione comunale non ha chiesto alla Asl di competenza (RmG) di riferire sull’impatto per la salute dei cittadini?”. I parlamentari chiedono “quali azioni siano state adottate al fine di risalire all’origine dell’emergenza ambientale che incombe sulla Valle del Sacco da oltre un anno e se i Ministri interrogati non ritengano opportuno, per quanto di competenza, avviare un’ampia indagine al fine di accertare lo stato attuale di inquinamento dell’area e condurre uno studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione locale”.

CONTINUA A SEGUIRE GLI AGGIORNAMENTI SULL'ACQUA INTERDETTA A COLLEFERRO SU RIPULIAMO COLLEFERRO 
E magari, se hai anche una piccola disponibilità di tempo, dacci una mano, stiamo lavorando anche per te. Quello di Colleferro è ormai diventato un fronte di guerra ambientale. Tamponare le continue emergenze è ormai una routine. Gli attivisti della Rete faticano sempre più a conciliare la loro attività professionale con il carico crescente di impegni di volontariato.
Contattaci via mail a retuvasa@gmail.com o telefonicamente al 3356545313
 

L'OSSERVATORIO PM10 RETUVASA (SEMPRE CONSULTABILE NELLA FASCIA SINISTRA DELLA RASSEGNA STAMPA) INFORMA CHE A FROSINONE, DOPO MESI DI TREGUA, LE PM10 SUPERANO IL LIMITE DI LEGGE NELLA GIORNATA DI SABATO
Il riconoscimento di Eco della rete agli ideatori e operatori dell'osservatorio
Il Messaggero FR p.45 sul tema e sulla domenica ecologica
Nel giorno del blocco del traffico non rispettato, le polveri sottili si prendono la loro rivincita. La centralina di via Puccini dopo mesi di valori sotto il limite, ha rilevato il primo sforamento della stagione. La centralina ha misurato nella giornata di sabato 61 microgrammi al metro cubo di Pm 10, 11 punti in più rispetto al limite stabilito in 50 mg/mc. Da rilevare, invece, che la nuova centralina di viale Mazzini ha riscontrato appena 37 mg/mc. Un dato che fa riflettere e che potrebbe in qualche modo in futuro relegare provvedimenti restrittivi solo per la parte bassa della città, quella che risulta più inquinata. Per quanto riguarda il blocco del traffico è stato l’ennesimo flop. In mattinata le cose sono andate meglio, ma i controlli pressoché inesistenti hanno consentito a molti cittadini di non rispettare l’ordinanza senza conseguenze.
Nel pomeriggio gli automobilisti che non hanno rispettato l’ordinanza sono aumentati e i controlli sono diminuiti. In totale hanno operato tre pattuglie di vigili, due la mattina, una il pomeriggio. Come dire zero controlli vista la vastità del territorio e i numerosi varchi di ingresso in città. 
Molti gli scontenti tra i cittadini, che hanno tempestato di telefonate di protesta la polizia locale ma anche la nostra redazione con un unico leit motiv: «Un’ordinanza che non rispetta nessuno che ordinanza è?».
Il Comune alza bandiera bianca: impossibile fare di più con gli uomini a disposizione. «E’ desolante», ha commentato l’assessore all’Ambiente, Francesco Raffa. «Con queste poche unità a disposizione - ha dichiarato l’assessore alla Polizia Locale, Maurizio Ciotoli - non si può fare molto. Occorre oltre ad un comandante, tre ufficiali e 7 vigili destinati alla viabilità. Sulle forze dell’ordine ho provato a coinvolgerle ma mi hanno risposto che sono impegnate in altri servizi. In queste condizioni non si può andare avanti». Alla fine sono state comminate 35 contravvenzioni. Poche rispetto alla mole di trasgressori. Domenica 14 novembre si replica: altra giornata di blocco. Però farlo così non serve a nulla.

COLLEFERRO, LA FESTA-PROTESTA DEGLI ABITANTI DEL IV CHILOMETRO CONTRO LA TURBOGAS 
Monta la protesta degli abitanti del IV chilometro di Colleferro, contro la Centrale del turbogas, che vuole installare la Secosvim, al posto della vecchia ed obsoleta, che serve le industrie della zona, per la quale sono state rilasciate tutte le autorizzazioni da Provincia e Regione e dal Comune, che ha chiesto un’ulteriore verifica al CNR.
Infatti, con la scusa di essere chiamata “Festa Popolare” del IV chilometro, dove sono stati offerti prodotti locali e della Valle del sacco, non si poteva far altro che parlare della centrale. Il Comitato di quartiere ha introdotto l’argomento, di fronte alle persone, che per l’occasione erano ben guardate dai Vigili Urbani, Carabinieri e Polizia di Stato intervenuti in massa l’intervento più sensato è stato quello di Andreino Ercoli, già vecchio amministratore della Città di Colleferro, che ha chiesto la perimetrazione della zona del quarto chilometro, poiché la zona è nata in modo spontaneo. Ed ha lanciato l’idea di far effettuare un referendum a tutta la città di Colleferro per vedere se veramente vuole far installare questa nuova centrale, che alcuni vogliono che magari sia installata in un posto diverso e più lontano da dove è stata ubicata. Il giovane Pierluigi Sanna, ha rilevato che l’Amministrazione Comunale se la prende sempre con i più deboli ed ha cominciato nel '99 con la stazione, dove sono stati impiantati gli inceneritori, oggi si vogliono, anzi si sta installando una centrale a Turbogas che secondo loro è sempre più inquinante di quella vecchia. E’ intervenuto nel dibattito ad alta voce anche il consigliere d’opposizione dell’IDV Emanuele Girolami. Infine, la festa si è trasformata nel solito motto: tutti i santi finiscono in gloria. Dal canto suo l’azienda costruttrice dell’impianto afferma, che questa nuova centrale inquina almeno un terzo di meno di quella installata e che neanche si vede perché è interrata per lo più. Intanto sono è presentata un’interrogazione in Parlamento al Ministro dell’ambiente ed una mozione al Consiglio Provinciale per capire del dettaglio come siano state rilasciate queste autorizzazioni. 

LA SITUAZIONE DEL SACCO A CASTRO DEI VOLSCI
Il Messaggero Fr p.45
Ampia sintesi
Basta affacciarsi dal parapetto del ponte sul fiume Sacco (zona del Colle della Mola) ed aggirarsi nelle zone circostanti per rendersi conto di quanto sia grave la situazione del Sacco anche a Castro dei Volsci. I cittadini che abitano a ridosso del fiume dichiarano che qui la situazione è così da anni e che a torto l’inquinamento del Sacco viene identificato solo con il comprensorio di Ceccano.
Tornando alla zona del Colle della Mola, oltre la puzza con cui da anni convivono tutti, da qualche tempo è ricomparsa la schiuma, che resta attaccata alle piante sugli argini creando dei filamenti strani ed iridescenti, vedere per credere, per non parlare degli argini stessi che sono pieni di rifiuti e di sporcizia. Una schiuma puzzolente, compatta.
«Vogliamo analisi più frequenti sia sulle acque che sulle terre intorno al fiume – chiedono i cittadini - i cui risultati vengano affissi nelle bacheche pubbliche. Quello che doveva essere una risorsa ed una fonte di ricchezza ora è una fogna a cielo aperto».


CECCANO. NOTA DEL PRESIDENTE DEL CENTRO STUDI TOLERUS, PASQUALE PESCE, SU BOSCO FAITO E I GIOVANI
"Le discussioni politiche mi appaiono come labirinti senza uscite o, ancor peggio, fastidiosi gineprai. Quando, però, queste discussioni toccano argomenti sensibili ed essenziali per la nostra città non posso sottrarmi e allora devo dire anche la mia; a spingermi è quel senso di responsabilità che sta alla base dell'aver a cuore quel bene comune di cui si sono perse quasi del tutto le tracce a causa di una politica, a mio avviso, poco attenta". Così il Presidente del Centro Studi Tolerus Ceccano, Pasquale Pesce, il quale prosegue: "Premetto che queste mie poche righe vogliono essere soltanto un momento di riflessione comune, oserei dire, un modo per educarci insieme. Educarci insieme, in che modo? Punto primo: quando leggo che Bosco Faito, ora Monumento Naturale, …"è ancora lì, e nessuno vi investe", sinceramente mi cadono le braccia. Ma come è possibile che ancora non si ha coscienza che il bosco è di per sé già un investimento, e che investimento! Questo concetto dovrebbe far parte già da tempo del nostro bagaglio culturale. Vedo però che non è ancora così allora è necessario elencare alcune funzioni vitali a cui assolve il bosco e, nel nostro caso, Bosco Faito, prendendole, per così dire, in superficie, senza andare in profondità perchè sarebbe piuttosto complesso, ancorché fuori luogo in questa sede, affrontare un discorso più ampio di ecologia. Bosco Faito contribuisce alla mitigazione del clima, alla regimazione delle acque meteoriche e quindi al ciclo dell'acqua, costituisce una barriera/filtro all'inquinamento acustico e atmosferico, previene i dissesti idrogeologici ed è un grande polmone che produce ossigeno, rappresenta la nostra Amazzonia. Queste poche cose (ne ho taciute molte altre riguardanti sia ulteriori funzioni del bosco sia la preziosità e unicità che esprime il nostro bosco come antico ecosistema e come storia legata al nostro territorio) non sono ancora sufficienti considerato che, ahimè, ci troviamo a vivere in una valle cosiddetta dei veleni? Noi dobbiamo dare ai giovani la possibilità di vivere e non di sopravvivere e la vita la dà solo un ambiente sano. Punto secondo: ho letto anche delle note negative sui giovani. I giovani sono la nostra speranza, senza i giovani non c'è futuro, ad ogni nuova generazione c'è un incremento di valore, è un fatto naturale e i nostri giovani meritano fiducia. Ma questi due personaggi che si sono fatti avanti come il grillo parlante non hanno ancora imparato che ai piedi degli alberi non crescono monete d'oro ma cresce la vita? La Natura nutre il nostro spirito, la nostra mente, il nostro sentire, ancor prima che il nostro corpo. "Lontano dalla natura il nostro cuore si indurisce" e l'etica che ci deve sempre accompagnare in ogni nostra scelta è l'etica della "reverenza per la vita". Il nostro motto è INTERAGIRE anzichè INTERFERIRE". 

DOMANI GRANDE MANIFESTAZIONE DELLA COLDIRETTI A ROMA (Romaregione)

sabato 23 ottobre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 23.10.10

ITER AUTORIZZATIVO TURBOGAS DI COLLEFERRO E BONIFICA VALLE DEL SACCO: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE A RISPOSTA SCRITTA 4-09089 DEL 19 OTTOBRE 2010 PRESENTATA DALL'ON. ELISABETTA ZAMPARUTTI. CENTRALE IL RUOLO DI RETUVASA NELLA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA
LINK PAGINA SUL SITO CAMERA DEI DEPUTATI


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09089 presentata da

ELISABETTA ZAMPARUTTI
martedì 19 ottobre 2010, seduta n.385
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, 
FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO 

Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute

Per sapere,
- premesso che:

secondo quanto riporta Terra di venerdì 15 ottobre 2010, a Colleferro si sta realizzando una centrale turbogas, un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato a metano che rilascia in atmosfera ossidi di azoto, monossidi di carbonio e particolato. Una tecnologia da più parti criticata per i rischi derivati dalle emissioni di polveri fini e ultrafini;


l'impianto sorgerà in località Valle Secola, in direzione di Artena, a ridosso dell'abitato, a due chilometri dall'inceneritore, dai camini del cementificio e dal resto degli stabilimenti di un polo industriale che ha avvelenato la Valle del Sacco;


senza che i cittadini se ne accorgessero, l'iter di approvazione della centrale è giunto a conclusione. «Non sapevamo nulla di quanto stesse avvenendo - dice Alberto Valleriani, portavoce della Retuvasa, Rete per la Tutela della Valle del Sacco - e ci siamo trovati a confronto con questa minaccia quando la partita era ormai stata giocata». I cittadini denunciano il «silenzio delle istituzioni» a tutti i livelli: «Come possiamo intervenire sulle scelte che riguardano il futuro della nostra città se nessuno provvede a informarci?» si chiede Valleriani. Stando a quanto racconta la Rete, il comune di Colleferro non avrebbe provveduto a pubblicare sul proprio sito l'avviso relativo al progetto in corso di approvazione e il comitato sarebbe venuto a conoscenza della questione quando il termine per intervenire era ormai scaduto. «La Secosvim spa, società proponente che già gestisce la fornitura di energia del comprensorio industriale ex Bpd - racconta Valleriani - avrebbe depositato gli elaborati di progetto presso il Comune il 20 febbraio del 2009. In piena emergenza ambientale. Solo un mese prima, il sindaco di Colleferro, Mario Cacciotti aveva rassicurato i cittadini ribadendo che "non avrebbe mai dato il suo assenso" alla realizzazione della centrale turbogas»;


la partita della turbogas si gioca quasi tutta nei mesi successivi all'ennesimo allarme ambientale e sanitario che ha scosso i residenti della Valle del Sacco. Sempre tra gennaio e febbraio del 2009, i risultati di uno studio sullo stato di salute delle popolazioni residenti, condotto dal dipartimento di epidemiologia della Asl Roma E, confermavano quelli che a lungo erano rimasti soltanto dei sospetti: il territorio presentava nel suo complesso un quadro di mortalità e morbosità peggiore del resto del Lazio, dovuto principalmente alla lunga attività del complesso industriale;


inoltre, nel marzo 2009 la città scopre che l'impianto di incenerimento rifiuti viene gestito in maniera non legale: nei forni si brucia di tutto con gravi danni per l'ambiente e pesanti ripercussioni per la salute dei cittadini. Dopo appena due mesi parte l'iter autorizzativo per la realizzazione della centrale turbogas. Gli enti chiamati ad esprimere il proprio parere sull'opera votano tutti per il sì e la pratica passa velocemente da un ufficio all'altro;


l'impianto sostituirà quello attualmente in funzione nel comprensorio dell'Avio e fornirà energia anche per altri insediamenti industriali. A decretarne la definitiva approvazione è la conferenza di servizi dell'11 dicembre 2009. All'appello però, almeno dall'analisi del resoconto stenografico dell'incontro, mancano due importanti attori: la Asl locale e Arpa Lazio. «Come si può rilasciare un'autorizzazione senza il parere di uno dei principali enti di controllo come l'Arpa», si chiede la Rete di tutela della Valle del Sacco. Aggiunge Valleriani: «Perché l'amministrazione comunale di Colleferro non ha richiesto alla Asl di competenza (RmG) di riferire sull'impatto per salute dei cittadini?». Di fronte alle polemiche, la scorsa settimana il sindaco ha riunito titolari del progetto e associazioni (con l'esclusione però del comune di Artena, coinvolto a suo malgrado in questa vicenda per motivi di vicinanza geografica), decidendo la sospensione dei lavori per 7 giorni -:


quali azioni siano state adottate al fine di risalire all'origine dell'emergenza ambientale che incombe sulla Valle del Sacco da oltre un anno e se i Ministri interrogati non ritengano opportuno, per quanto di competenza, avviare un'ampia indagine al fine di accertare lo stato attuale di inquinamento dell'area e condurre uno studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione locale

 
FINALMENTE QUALCHE BUONA NUOVA PER I PENDOLARI. I NUOVI ORARI E I NUOVI TRENI DELLA ROMA-CASSINO. L'IMPEGNO DEL CONSIGLIERE REGIONALE ANNALISA D'AGUANNO E DELL'ASSESSORE PROVINCIALE AI TRASPORTI GABRIELE PICANO (Il giornale nuovo)
Sintesi
Quali sono le novità in positivo? Al mattino in direzione Roma si sopperisce al treno soppresso con l'attuale 7490 Cassino - Roma Tiburtina che diventa Cassino - Roma Termini: parte alle 8.32, arriva alle 10.04 e aggiunge la fermata di Roccasecca (dove oggi non ferma). Il pomeriggio in direzione Cassino si cerca di sopperire all'eliminazione del treno delle 17.15 mettendo 7 carrozze Vivalto a doppio piano sul treno delle 17.40 (oggi 17.47) invece che come oggi con 9 carrozze ad un piano, offrendo circa 100 posti in più. Come Regione Lazio si limitano a Cassino i due treni 3355 Roma - Caserta delle 7.25 e 3366 Caserta - Roma delle 13.13.

Ed inoltre:

1) Nuovo treno diretto Roma - Cassino alle 15.40

2) Nuovo treno tutte le fermate Roma – Colleferro alle 19.48

3) Nuovo treno tutte le fermate Colleferro – Roma alle 16.19

4) Nuovo treno tutte le fermate Frosinone – Roma alle 19.18

5) L'ultimo treno da Roma per Cassino non parte più alle 22.20, ma alle 23.

Da tenere ben presente inoltre che cambiano leggermente i minuti di partenza da Roma il pomeriggio:

- I treni per Cassino/Campobasso/Caserta che oggi partono a '15 partiranno a '08

- I treni per Frosinone che fanno tutte le fermate che oggi partono a '20 partiranno a '17

- I treni per Cassino che oggi partono a '47 partiranno a '40

- I treni per Colleferro che fanno tutte le fermate che oggi partono a '58 partiranno a 48 

I dirigenti di Trenitalia della società ferroviaria hanno anche osservato che l'azienda non dispone di materiale rotabile a disposizione per fare incrementi significativi dell'offerta, perché in passato non s'è investito a sufficienza. Inoltre lo sviluppo dei collegamenti Roma-Frosinone-Cassino dipende della congestione della tratta Roma - Ciampino dove affluiscono anche le linee dei Castelli.

ANAGNI. BANDO CONSORZIO PER LO SVILUPPO INDUSTRIALE DI FROSINONE PER LA REALIZZAZIONE DI TRE POZZI ARTESIANI NELL'AREA INDUSTRIALE (Il Messaggero FR p.41)
LINK AL BANDO INTEGRALE

RISCHIO IDROGEOLOGICO: FROSINONE SE LA CAVA ABBASTANZA BENE SECONDO IL RAPPORTO "ECOSISTEMA RISCHIO 2010"
Ampia sintesi
L'88% dei Comuni del Lazio vive situazioni di rischio per quanto concerne frane ed alluvioni. Il dato emerge dal rapporto "Ecosistema rischio 2010" redatto a seguito delle indagini svolte da Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile.
Ma c'è anche un dato positivo: oltre la metà dei Comuni (54%) fa interventi di manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua, il 55% ha un piano in caso di frana o alluvione, ma solo il 12% svolge un lavoro positivo di mitigazione del rischio idrogeologico. Frosinone che in classifica si piazza in un ottimo secondo posto.
Il 51% dei Comuni risulta non abbia ancora recepito nel piano urbanistico il Piano per l'assetto idrogeologico (Pai) redatto dalle Autorità di Bacino. La percentuale generale dei Comuni che ha svolto un lavoro positivo di mitigazione del rischio idrogeologico è appena del 12%. Soltanto il 55% dei Comuni intervistati è, infatti, provvisto di un piano in caso di frana o alluvione, e nel 37% dei casi i piani d'emergenza risultano essere stati aggiornati negli ultimi due anni. In un Comune su cinque (22%) sono presenti e attivi sistemi di monitoraggio per l'allerta tempestiva in caso di pericolo di alluvione o frana, ma solo il 18% delle amministrazioni ha realizzato, nel corso del 2009, attività di informazione rivolte ai cittadini e appena il 17% ha svolto esercitazioni.
Tra i capoluoghi di provincia solo Roma e Frosinone hanno inviato i dati, con la Capitale che compie un lavoro sufficiente su questo fronte premiata dalle attività di protezione civile e frenata dal mancato recepimento nelle norme urbanistiche del Piano di assetto idrogeologico, e il capoluogo ciociaro con un buon giudizio legato oltre alle attività anche alla mancanza di abitazioni in aree a rischio.
Frosinone si piazza al secondo posto (dopo il già lodato comune di Capodimonte) della classifica stilata da Legambiente e Protezione civile. Il voto portato a casa è di 7/10 (il primo della classe ha 7,5) che il rapporto sintetizza con "buono". Il capoluogo è attenzionato per la presenza di industrie in area a rischio idrogeologico ma recupera punti per aver svolto manutenzione degli alvei, opere di difesa idraulica e interventi di messa in sicurezza; inoltre il capoluogo ha attivato sistemi di monitoraggio per l'allerta della popolazione in caso di pericolo e messo a punto un piano di emergenza comunale aggiornato. Ancora il Comune di Frosinone ha svolto esercitazioni e simulazioni di emergenza ed ha recepito nel piano urbanistico il piano per l'assetto idrogeologico (Pai) redatto dalle Autorità di bacino.
Gli altri Comuni in classifica si collocano così:
punti 6 - sufficiente (Acuto, Arpino, Collepardo); punti da 5,5 a 4 - scarso (Arce, Belmonte, Filettino, Broccostella, Castelliri, Colfelice, Fumone, Atina, Ceccano, S. Biagio S.,); punti da 3,5 a 0 - insufficiente (Cassino, Pescosolido, Piglio, Castro dei Volsci, M.S.G. Campano, Morolo, Pontecorvo, Casalvieri, Cervaro, Fontana Liri, Patrica, Casalattico, Guarcino, Picinisco, Sant'Apollinare, Isola del Liri, Rocca d'Arce, Coreno Ausonio, Esperia).


DOMENICA ECOLOGICA A FROSINONE. MA LE PM10 VANNO COMUNQUE PIUTTOSTO BENE.
Il Messaggero Fr p.41
Ampia sintesi
Una domenica da trascorrere in bici o a piedi lungo le strade semideserte del capoluogo. Torna il blocco del traffico come previsto lo scorso inverno e dopo il rinvio di due settimane fa per la concomitante gara interna del Frosinone calcio con la Reggina. Dalle 9 alle 12,30 e dalle 15 alle 19 all’interno dell’anello viario costituito dalla Monti Lepini, da via Maria, via San Liberatore, via Coroni, variante Casilina sud, via Gaeta e via Pier Luigi Da Palestrina sarà vietato circolare per tutte le auto, anche quelle più ecologiche di ultima generazione eco 4 ed eco 5 e le auto a gas. Insomma un divieto assoluto di circolazione voluto più per “educare” ad una mobilità alternativa (da questa occasione e, per la prima volta, i cittadini potranno muoversi dalla parte alta a quella bassa anche attraverso l’ascensore inclinato) che ad una vera e propria emergenza smog.
I livelli di polveri sottili, infatti, al momento sono al di sotto del limite stabilito in 50 microgrammi al metro cubo. Sia la centralina di via Puccini allo Scalo, sia la nuova di viale Mazzini non segnalano in questi giorni valori preoccupanti. Anzi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno i livelli di polveri inquinanti si sono ridotti (lo scorso anno ad ottobre vi furono già tre superamenti a fronte di zero di quest’anno) ma soprattutto di medie inferiori di circa 10 mg/mc. Alcuni osservatori del fenomeno già offrono la prima spiegazione a questo sensibile miglioramento: a determinare l’abbassamento delle Pm 10 sarebbe la diminuzione del traffico sulla Monti Lepini a fronte dell’apertura della superstrada Sora-Ferentino che avrebbe dirottato i principali flussi di traffico di attraversamento del capoluogo verso l’esterno, producendo così un minor quantitativo di Pm 10. Se effettivamente sarà così occorrerà attendere qualche altra settimana quando, statisticamente, i livelli di polveri sottili aumentano. Già il mese di novembre potrebbe costituire un test importante in tale direzione. Intanto però Frosinone si appresta a vivere la prima giornata di blocco del traffico. Per l’occasione l’assessorato allo sport ha organizzato la mezza maratona cittadina che si snoderà per le vie del capoluogo nel corso delle ore centrali della mattinata. Sempre in mattinata a partire dalle 9,30 alcune associazioni sportive insieme a Legambiente hanno organizzato una passeggiata ecologica nella parte bassa della città con partenza dalla villa comunale. Insomma per chi vuole sgranchirsi le gambe o fare un giro in bicicletta non mancano le iniziative.

PIANO SANITARIO REGIONALE. LA MOBILITAZIONE DI PONTECORVO SEMBRA PRODURRE RISULTATI IMPORTANTI.
(INTANTO AD ANAGNI, TOLTI I SOLITI ATTIVISTI, LA GENTE DORME. MA DIFFICILMENTE DIMENTICHEREBBE AL MOMENTO DEL VOTO; ndr) 
Il Messaggero Fr p.43
Sintesi
Il fermo immagine di un bambino che sventolava una bandiera gialla ha consegnato ieri alla città di Pontecorvo la dimensione forse più reale di una protesta che va avanti da più di un mese.
[...] il sindaco ha comunicato l’esito dell’incontro. «Abbiamo prospettato al commissario Polverini il nostro piano alternativo e - ha circostanziato il primo cittadino – l’esito è stato positivo». Piano messo a punto da esperti del Servizio Sanitario Nazionale che prevederebbe la creazione di un unico Polo Ospedaliero Cassino-Pontecorvo in grado, se realizzato, di scongiurare la chiusura del nosocomio della città fluviale. Renata Polverini ha indicato, di fronte alla proposta messa in campo, la necessità di prendere visione, attraverso un monitoraggio effettuato all’interno del nosocomio pontecorvese da parte dei tecnici della Regione Lazio, della reale capacità di risposta sanitaria che il Del Prete sarebbe a tutt’oggi in grado di offrire ad un bacino d’utenza superiore alle 60.000 unità.

mercoledì 13 ottobre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 13.10.10

ANAGNI. DOPO QUELLA AL TG3 LAZIO DELLE ORE 14, INTERVISTA ESCLUSIVA A RS RETUVASA - ANGELO GALANTI, IL PRESIDENTE DEL COMITATO DI QUARTIERE OSTERIA DELLA FONTANA, IL PIU' IMPORTANTE DI ANAGNI, FORTEMENTE IMPEGNATO IN CAMPO AMBIENTALE, SU QUELLA CHE IL TG3 HA DEFINITO "POLVERE MISTERIOSA", E SUL "NASO ELETTRONICO" IN ARRIVO:
"ALCUNE ISTITUZIONI CI SONO MOLTO VICINE, PREMIATO L'IMPEGNO DEI CITTADINI".
"Il Comitato Osteria della Fontana, grazie all'impegno costante dei suoi soci e dei suoi attivisti, sta incidendo in maniera decisamente significativa sul miglioramento della qualità della vita nel quartiere. Dopo aver contributo in maniera determinante agli sforzi del Coordinamento delle associazioni anagnine nel sollevare un movimento popolare indispensabile, quello che ha supportato (insieme all'impegno tecnico-istituzionale dell'assessore dell'ambiente provinciale Fabio De Angelis e del sindaco di Anagni Carlo Noto) la decisione squisitamente tecnica della bocciatura in conferenza dei servizi regionale dell'inceneritore di car fluff Marangoni,  ecco che arriva uno strumento importante [il "naso elettronico", ndr] per interpretare un fenomeno che da tempo preoccupa la popolazione. Ringrazio a nome del Comitato l'assessore all'ambiente Fabio De Angelis, sempre sensibile alle segnalazioni provenienti dal basso, dal territorio, in ogni parte della Provincia. Colgo l'occasione per ringraziare anche il neo comandante della sezione dei carabinieri di Anagni, Costantino Airoldi, dal momento del suo insediamento molto sensibile e vicino alle reali esigenze della cittadinanza".
Intervista rilasciata alle 14.20 
Poco prima è andata in onda sul TG3 Lazio l'intervista ad Angelo Galanti e all'assessore all'ambiente provinciale Fabio De Angelis, nel contesto di un servizio dedicato alla "polvere misteriosa" che si riscontra nel quartiere di Osteria della Fontana e allarma la cittadinanza. 
ANAGNI. L'ASSESSORE ALL'AMBIENTE E VICE PRESIDENTE PROVINCIALE FABIO DE ANGELIS: DA TEMPO ABBIAMO OPERATO I RILIEVI, E AD OSTERIA DELLA FONTANA ENTRERA' IN FUNZIONE  UN "NASO ELETTRONICO" LUNEDI' PROSSIMO
A seguito della segnalazione a mezzo stampa di ieri, Fabio De Angelis, come riferito a RS Retuvasa ieri pomeriggio e riportato oggi dai quotidiani locali (vedi Ciociaria oggi p.22 e Il Messaggero FR p.37), ricorda che già da mesi, ricevuta precedente segnalazione da parte del presidente del Comitato Osteria della Fontana, Angelo Galanti, ha provveduto a far intervenire i tecnici dell'Un. di Tor Vergata, afferenti al Dipartimento di Scienze e Tecnologie chimiche ove opera il prof. Antonio Palleschi, per un prelievo della polvere che da tempo allarma i residenti. A una prima analisi (i risultati non sono ancora disponibili), pare altamente probabile che il "pulviscolo nero" che ricopre ogni cosa alle spalle della chiesa di San Giuseppe non sia da attribuirsi allo smog, ma ad altro fenomeno. Per chiarirne comunque le cause, l'assessorato all'ambiente ha deciso di installare lunedì prossimo in zona idonea uno dei quattro "nasi elettronici" acquistati dalla Provincia. Si tratta di strumenti in grado di analizzare la composizione chimica dell'aria e gli odori (SUL TEMA VEDI QUESTO LINK)

Tra qualche giorno (lo segnaliamo in anteprima perché da domani siamo in vacanza per una settimana) le notizie relative al Comitato si potranno seguire sul SITO DEL COMITATO DI QUARTIERE OSTERIA DELLA FONTANA (in corso di allestimento) 

RICORDIAMO INFINE:
ASSEMBLEA GENERALE 
COMITATO OSTERIA DELLA FONTANA
15 OTTOBRE 2010
Sala parrocchiale di San Giuseppe
ODG:
- presentazione sito web
- analisi attività svolte
- programmazione nuove attività
- surroga dei membri del consiglio direttivo
Sono invitati alla partecipazione tutti gli iscritti e gli abitanti del quartiere

TG3 LAZIO ORE 14 (seconda notizia in scaletta):
LA PROTESTA-MANIFESTAZIONE BIPARTISAN (ma soprattutto dell'opposizione) DEI SINDACI A ROMA CONTRO IL PIANO SANITARIO REGIONALE; DECINE DI PRIMI CITTADINI (in prima fila per la Ciociaria ovviamente Anagni e Pontecorvo) E CENTINAIA  E CENTINAIA DI MANIFESTANTI
GRAZIE AI CONCITTADINI DEL VERSANTE CIOCIARO DELLA VALLE DEL SACCO CHE CI SONO STATI PER NOI (ndr)
Renata Polverini, in visita al San Filippo Neri: "Nessuna manifestazione ci fermerà. Ma siamo pronti a discutere miglioramenti" (finalmente, ndr)
Ma aggiunge l'ex sindacalista: "Non capisco queste persone che remano contro la Regione e l'economia". Se il piano non è approvato entro il 31 ottobre perderemo i fondi europei e dovremo aumentare le tasse.
Vedi i servizi di Omniroma, Adnkronos e FiuggiWeb tv
Per altre notizie consulta come sempre il sito DAS

COMUNICATO ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE COLLEFERRO
TURBOGAS: TUTTI CONVOCATI


Tutti convocati, ricercatori del cnr, consiglieri dell’opposizione, di maggioranza, tecnici della turbogas, sindacalisti, ambientalisti e assessori provinciali, regionali e comitati di cittadini. Assente non convocato, il Comune di Artena, forse per la posizione assunta nei confronti dell’impianto. La convocazione, frutto della pressione degli ambientalisti che per primi hanno soccorso i cittadini, dimostra che quando voluta, la democrazia partecipata è un percorso sempre attivabile. Solo che cercarla ora, scandita dal conto alla rovescia delle ore concesse e con l’autorizzazione già rilasciata, rappresenta tutto, tranne la restituzione del diritto leso. Metaforicamente si può affermare che il “bagno di sangue” è assicurato ed anche chi lo versa, rimangono da stabilire le modalità. Due gli scenari possibili: o revocare l’autorizzazione pagando un risarcimento super milionario a favore della Termica Colleferro, con soldi pubblici, in altre parole nostri, oppure tenere la borsa chiusa e scaricare il danno su ambiente e salute, sempre dei cittadini. Vedremo cosa sceglieranno. Per evitare che i cittadini rimangano vittime di simili procedure, stiamo valutando con i nostri legali, di sollecitare l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia da parte della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea con riferimento all’avvio delle procedure autorizzative per la turbogas, in palese violazione alla Convenzione di Aarhus, per poi chiedere alla Corte dei Conti che il danno erariale derivato dalla sanzione sia risarcito dai singoli responsabili amministrativi. Pensare che il vicolo cieco nel quale siamo stati messi, si poteva evitare con l’esercizio tempestivo del buon senso, rende ancora più amara questa vicenda. L’istallazione di fonti di energia rinnovabili, ad esempio, avrebbe ridotto il fabbisogno energetico complessivo ed azzerato, per quota parte, sia l’emissioni nocive, sia l’impiego di fonti fossili. La turbogas, presentata come la tecnologia più efficiente per produrre energia, e prevista all’interno del comprensorio industriale Secosvim produrrà elettricità e vapore, quest’ultimo, necessario principalmente all’Avio SpA. La responsabilità per un concreto miglioramento ambientale, sanitario ed energetico, se estesa anche alle imprese, determina interventi sui processi industriali al fine di renderli meno “energivori”e dunque meno impattanti. Provvedimento che, se adottato dall’Avio, avrebbe due effetti: ulteriore riduzione del fabbisogno energetico e garanzia occupazionale. Per quanto non di nostra specifica competenza, l’ultimo aspetto, offre un elemento di riflessione sia ai sindacati sia ai lavoratori. Quando un imprenditore smette di investire nella sua impresa, è sempre un segnale negativo. Il doppio ruolo, infatti, della Avio come principale consumatore di vapore da una parte e socio turbogas (per il 40%) dall’altra, ci induce a ritenere che l’operazione in atto, altro non è che un’esternalizzazione dei costi. Si abbattono i costi del vapore e aggiungono i ricavi, fuori del “core business” aziendale, della vendita dell’energia elettrica. Uno scenario che spianerebbe all’impresa, la strada per una futura delocalizzazione. L’incremento del 1150% di potenza elettrica, in una situazione di consumo che rimane stabile, è un altro elemento che il buon senso avrebbe potuto intercettare sollevando almeno un interrogativo. Una maggiore attenzione, inoltre, nella lettura dello Studio di Impatto Ambientale, redatto dalla società proponente, avrebbe permesso l’individuazione di altri punti meritevoli di approfondimento. Per esempio, tra pag. 58 e 61 si legge “ si quantifica in 18 t/h il fabbisogno di vapore alle utenze del consorzio”, successivamente “ Data la notevole estensione del comprensorio non esiste una rete di raccolta delle condense. Tuttavia la Centrale è predisposta per poter ricevere le condense, fino al 100% del vapore inviato, qualora in futuro fosse realizzata la rete di raccolta. La Centrale inoltre è predisposta per servire una futura rete di teleriscaldamento” ed infine, “ Come detto precedentemente la Centrale è predisposta a riutilizzare, reintroducendola nel ciclo termico, l’acqua di condensa di ritorno dal comprensorio, fino al 100% del vapore inviato, qualora in futuro fosse realizzata la rete di raccolta”. Alla faccia dell’efficienza energetica ! questo appare un inutile e clamoroso spreco di ben 18 tonnellate/ora di vapore. Sempre sullo studio, pag. 81 si evince che la quantità annua emessa di monossido di carbonio aumenterà nonostante la diminuzione della sua concentrazione nei fumi di scarico, sorprende che nessun Ente locale abbia sentito la necessità di approfondire quest’aspetto chiedendo una riduzione percentuale quantitativa almeno pari a quella delle concentrazioni, avallando, di fatto, emissioni nocive a scopo di lucro. Sempre sul monossido di carbonio a pag. 150 dello studio ci si limita a presentare il dato triennale rilevato dalla centralina posta in Via Oberdan, ma non si riportano le previsioni nello scenario di progetto. Lo studio riporta l’oggettivo incremento complessivo dei fumi emessi nello scenario di progetto, ma sorvola sulla quantità di anidride carbonica (CO2) e sul particolato fine e relative conseguenze sanitarie, che invece meritano specifici approfondimenti. Sull’incremento di CO2 occorre ricordare l’esistenza di un protocollo d’intesa sottoscritto da molti Comuni della provincia che si sono impegnati a perseguirne la riduzione. Nel caso di specie, con una mano si sottoscrive un impegno e con l’altra si contraddice. Il confronto vero, però, non è sul piano tecnologico, ma culturale. E’ tra due letture diverse dello stesso problema. L’una enfatizza la necessità di produrre energia, l’altra propone la sostenibilità dei consumi attraverso l’efficienza energetica, il rispetto e difesa di ambiente e salute e ponendo attenzione all’uso razionale delle risorse, che non sono infinite, da lasciare alle future generazioni ed è a quest’ultima che come ambientalisti siamo orientati.. Non trascurabile inoltre, è il probabile costo, a totale carico pubblico, del danno sanitario ed ambientale causato dalle emissioni dell’impianto che stimiamo essere mediamente di circa 350.000,00 euro l’anno. Paradossalmente se la “bolletta” energetica dell’azienda al netto degli interventi sopra citati di riduzione del fabbisogno, fosse inferiore al danno, converrebbe offrire un contributo per risparmiare soldi pubblici e sofferenze ai cittadini, oppure richiederli all’azienda per i futuri impieghi. Per ultimo, ma non per importanza, è il danno patrimoniale che la prossimità dell’impianto al recente insediamento abitativo, recherà ai residenti. I tecnici della turbogas minimizzano, in tal caso non dovrebbe costituire un problema il rilascio di garanzie reali a favore dei residenti, nell’eventualità, si verifichi il danno. Ci appelliamo, dunque, a tutti i cittadini, associazioni e forze politiche che non intendono consolidare una cultura insostenibile a danno dei cittadini violandone i diritti, a sottoscrivere la petizione popolare che in questi giorni ha preso il via nei Comuni di Artena e Colleferro

Le Associazione ambientaliste del territorio


FROSINONE. PROJECT FINANCING DELLO STADIO CASALENO, PUNTO DI SVOLTA? (La Provincia FR p.2)
Sul tema vedi ultimo articolo di questo post

ANAGNI. RIMBORSO ACEA ATO 5 PER MANCATA DEPURAZIONE: PENSARCI BENE A CHIEDERLO SE SI E' PRIVI DI IDONEO IMPIANTO DI SMALTIMENTO (La Provincia FR p.21)

LEGAMBIENTE PREMIA I NOVE COMUNI "RICICLONI" DEL LAZIO (naturalmente nessuno nella Valle del Sacco, ndr)
Ampia sintesi da Cinque giorni p. 4 
Premiati ieri mattina dal consigliere regionale Lidia Nobili e dalla Vice Presidente della Fondazione Regionale Re.Se.T., Grazia Maria Traina, i Comuni “ricicloni” del 2010. Secondo Legambiente, i più virtuosi nella raccolta e nella gestione integrata dei rifiuti. Premiati, presso la V Comunità Montana del Montepiano Reatino, con un diploma e con il Testo Unico delle Autonomie Locali commentato da Riccardo Carpino, Capo di Gabinetto del Ministro per gli Affari Regionali, i Comuni di Lenola (Lt), Acquapendente (Vt), Nepi (Vt), Monte San Biagio (Lt), Trevignano Romano (Rm), Monterosi (Vt), Oriolo Romano (Vt), Roccagorga e Sermoneta (Lt).

martedì 5 ottobre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 5.10.10

AEROPORTO DI FROSINONE, IL PORTAVOCE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, ANTONIO SALVATI: PRONTI A UN PROGETTO SERIO E A COLLABORARE CON FRANCESCO SCALIA E COL CENTROSINISTRA (La Provincia FR p.2)

IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI ROMA, SABATINO LEONETTI: NECESSARIO ACCOGLIERE LE RICHIESTE DEI CITTADINI E SOSPENDERE I LAVORI DELLA TURBOGAS DI COLLEFERRO (Ripuliamo Colleferro)

PRIME IMMAGINI DELLA CENTRALE TURBOGAS DI COLLEFERRO. AGGIORNAMENTI VARI. TERMICA ILLUSTRA IL PROGETTO (eccolanotiziaquotidiana)

STAMATTINA A COLLEFERRO IL SIT-IN DI PROTESTA CONTRO LA TURBOGAS (vedi rassegna stampa di ieri)

COMUNICATO STAMPA 4.10.10
LIBERA ASSOCIAZIONE ONLUS IL GRILLO PARLANTE
SULLA TURBOGAS DI COLLEFERRO 

"La Libera Associazione Onlus IL GRILLO PARLANTE, nel seguire con  attenzione gli sviluppi della situazione legata all'installazione di una centrale a turbogas nel territorio compreso tra le città di Artena e Colleferro e precisamente in Località IV km., intende  esprimere la sua totale e più ferma riprovazione per una simile scelta, effettuata, è vero, per decisione congiunta della Provincia di Roma (Amministrazione di centrosinistra) e della  Regione Lazio (Amministrazione di centrodestra), ma anche con la connivenza e la complicità delle Amministrazioni locali, che ora, di fronte alla sacrosanta e veemente protesta dei residenti mai consultati in proposito, tentano invero un po' goffamente di  attribuire la responsabilità di tale del tutto inopportuna decisione agli Enti sopracitati, come se non avessero alcuna giurisdizione e voce in capitolo sugli interventi che altri soggetti possono effettuare nei territori da loro amministrati.
La certezza che ogni emissione di gas nell'atmosfera (fosse pure  quella di un fuoco a legna) abbia effetti inquinanti, è assodata  da chiunque. In particolare, risulta che le centrali a turbogas 
inquinano meno di quelle a carbone o alimentate da oli combustibili, ma inquinano comunque. Quindi, non si può cavillare in merito. Infatti, la turbogas emana polveri sottili che 
sfuggono al rilevamento, a differenza di impianti a olio combustibile e carbone; provoca la ricaduta di piogge acide con  gravi danni per l'agricoltura e l'allevamento, entrando così  nella catena alimentare umana; consuma 1.750.000 litri d'acqua al   giorno (sic!); rischia di far salire la temperatura circostante di 2-3 gradi centigradi; abbassa il valore degli immobili nella  zona; richiede anni per essere costruita; crea ulteriori problemi  alla circolazione stradale nella fase dell'edificazione (la Via Ariana ne ha fin troppi!), ed appare esteticamente orrenda.
Si ribadisce pertanto che in una zona già tanto martoriata  dall'inquinamento capace di minare la salute dei residenti, non è affatto auspicabile che s'aggiunga ai troppi ecomostri che 
insistono sul territorio un ennesimo impianto industriale, che comporterà inevitabilmente ulteriori danni alla vita dei cittadini, non solo minandone la salute, ma anche danneggiandone  gli interessi a causa della prevedibile svalutazione degli  immobili da essi acquistati con non indifferenti sacrifici. La nostra non è affatto una presa di posizione anacronistica, irriflessiva e pregiudiziale verso qualsivoglia impianto volto  alla produzione industriale, bensì una scelta meditata e  consapevole a favore di energie alternative e rinnovabili del   tutto ecocompatibili, che asseconda una tendenza sempre più consolidata e diffusa nel mondo, parallela a quella volta ad incentivare il recupero, il riuso ed il riciclo.
S'impegna, infine, a sostenere la protesta dei danneggiati, purché essa si svolga in modo civile e nei limiti previsti dalle vigenti leggi emanate dallo Stato."
Colleferro 4 Ottobre 2010
IL GRILLO PARLANTE - Libera Associazione Onlus

LA TENSIONE RESTA ALTISSIMA IN CIOCIARIA SUL PIANO DI RIORDINO OSPEDALIERO. ANCORA DURO BOTTA E RISPOSTA A DISTANZA IANNARILLI-POLVERINI. SI PROFILA ADDIRITTURA UN RICORSO AL TAR. SI MUOVE FIORITO COL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL PDL. I SINDACI SU FRONTE BIPARTISAN.
Sintesi da Il Messaggero FR pp.33-34
“La provincia non ha competenze in materia di sanità” ha ricordato la Polverini;  «Il problema non è sulle competenze amministrative ma sulla tutela del territorio e delle sue concrete esigenze", controbatte Iannarilli. Non lasceremo nulla di intentato, compreso il ricorso al Tar. 
Il botta e risposta è destinato a continuare visto che Iannarilli appare fermo sulla sua posizione critica verso il piano.
Una posizione ribadita anche ieri mattina, insieme ai sindaci di dieci comuni, tra cui Pontecorvo e Ceprano, incontrati in un vertice a palazzo Gramsci. E che verrà sicuramente riproposta anche oggi pomeriggio, alle 16.30 in seno alla conferenza dei sindaci convocata da Michele Marini presso il teatro della Asl proprio per discutere del nuovo piano e per chiedere alla Polverini l’istituzione di un tavolo permanente sulla sanità in provincia dove proporre modifiche al piano, fortemente criticato in modo bipartisan tra le parti politiche, tanto che è dell’altro giorno l’autosospensione, da parte di Luigi Gabriele (su cui vedi, tra l'altro, la rassegna stampa di ieri e Anagni Caput Mundi, ndr), delle cariche ricoperte ne La Destra, partito della coalizione che governa in Regione.
Ma le polemiche politiche comunque continuano. Gian Franco Schietroma, per esempio, leader del Psi, ha voluto controbattere alle dichiarazioni di ieri di Iannarilli definendole “insulti”: «Iannarilli prende in giro i cittadini quando fa finta di fare opposizione alla Polverini».
Ma anche il centrodestra insiste sulle critiche alla Polverini, tanto da convocare per venerdì (alle 19) il coordinamento provinciale del Pdl. «Il coordinamento, presieduto dal capogruppo alla Pisana Franco Fiorito, - si legge in una nota - discuterà attentamente il piano di riordino della rete ospedaliera che ha penalizzato in maniera ingiustificata ed eccessiva il territorio del frusinate. Alcune scelte della Polverini, infatti, alla luce di quanto riportato nel piano sanitario, appaiono eccessivamente penalizzanti per un territorio vasto e popoloso come quello ciociaro». 
In Regione infine il capogruppo dell’Italia dei Valori Vincenzo Maruccio, facendo leva sulla “profonda spaccatura all’interno della maggioranza mostrata dallo scontro con il presidente della provincia di Frosinone” chiede la convocazione di un consiglio regionale straordinario proprio sulla sanità.
AD ANAGNI L'OPPOSIZIONE CRITICA LA MAGGIORANZA, CHE INVOCA, PARE INUTILMENTE, UN FRONTE COMUNE CONTRO LE DISPOSIZIONI DEL PIANO REGIONALE PER ANAGNI
Il presidente del consiglio comunale anagnino Marco Cesaritti è tornato sulle polemiche divampate nell’assise di sabato scorso. Diversi consiglieri d’opposizione, tra cui soprattutto Roberto Romiti del Psi, avevano di fatto gettato la responsabilità della chiusura sulle spalle del centrodestra locale, provinciale e regionale. «Non credo sia il caso di speculare retoricamente facendo demagogia politica», commenta Cesaritti. Cesaritti ha ribadito come tutta la maggioranza è pronta a «scendere in campo contrastando fortemente il Piano Sanitario Regionale», perché «la salute dei cittadini non ha colore politico»
ASSISTENZA SANITARIA CANCELLATA A FERENTINO, CONDANNA UNANIME DEL CONSIGLIO COMUNALE
Il consiglio comunale di Ferentino ha espresso contrarietà in modo unanime alla cessazione del presidio sanitario Giorgio Pompeo del centro ernico, prevista con il piano dei tagli e del ridimensionamento degli ospedali, elaborato dalla Regione Lazio. “La soppressione nella struttura di ogni forma di specialità ed assistenza medica, come di ogni forma di immediato soccorso, trova l’unanime e totale contrarietà dell’intero Consiglio comunale e di tutta la popolazione, pronta alla mobilitazione e ad ogni forma di protesta.
MADDALENA MURCHIO, PRESIDENTE DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO ASL: L'INDAGUATEZZA E L'INEFFICIENZA DELLA STRUTTURA COMPLESSA DI NEUROLOGIA DELL'OSPEDALE DI FROSINONE... E ORA SI CANCELLA IL REPARTO
«Dal 2003 abbiamo nell’ospedale di Frosinone la struttura complessa di Neurologia. Gli operatori sanitari - due medici, il primario, una infermiera con mansioni di tecnica, una tecnica di neurofisiologia e due ausiliarie - svolgono la loro attività in un ambiente a dir poco vergognoso per la molteplicità di pazienti affetti da patologie serie che vi afferiscono». L’accusa arriva da Maddalena Murchio, presidente della Consulta delle Associazioni di volontariato Asl, ed è contenuta in una lettera che la Murchio ha inviato al commissario straordinario Asl, Carlo Mirabella e al presidente della Commissione Sanità in Regione, Alessandra Mandarelli.
«Parliamo di tre stanzette senza servizi igienici, con a disposizione due encefalogrammi uno dei quali serve solo per l’accertamento di morte. Un servizio che funziona per tutta la provincia: lo striminzito organico medico per fortuna altamente qualificato, si reca settimanalmente anche a Cassino e a Sora».
A questo servizio fanno riferimento pazienti colpiti da ictus, da sincopi, da epilessia, da vertigini («che - spiega la Murchio - sono al quarto posto per frequenza di ricovero»), ma anche cefalee, alzahimer, parkinson e sclerosi multipla. «Solo i malati di parkinson seguiti a Pontecorvo sono circa 200, quattrocento a Frosinone; 800 sono gli epilettici, 150 i malati di sclerosi multipla, tutti seguiti sistematicamente, di cui cento in trattamento con interferone ed immunomodulanti. I pazienti che hanno una riacutizzazione non vengono ricoverati ma ambulatorialmente messi sotto flebo nella stanzetta del primario perché altro posto non c’è». Nel 2009 sono state effettuate circa 13 mila prestazioni. «Tutto questo disagio da parte di medici e pazienti è stato tollerato - sottolinea la presidente della Consulta - nell’attesa dell’apertura del nuovo ospedale, nella consapevolezza di vedersi attribuito il reparto di Neurologia, cosa che è stata concordata ufficialmente nell’incontro tra azienda e primari. E invece: il reparto attualmente non c’è più», accusa la Murchio.
Niente. «Sono svanite le possibilità di offrire i servizi che il flusso di utenza testimonia ci debbano essere. Niente centro per il trattamento della sclerosi multipla, niente letti per gli acuti, niente ambulatori per parkinson e alzhaimer. Cosa è previsto? Quattro stanzette, né più, né meno come sempre. Il reparto è sparito, come i lavori per la ristrutturazione della piscina per la fisioterapia. Non accetteremo mai questa determinazione».
Da qui la richiesta a nome della consulta del volontariato Asl di rivedere «l’ultima determinazione che vuole la cancellazione del reparto».