DOPO L'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE CHE TRA L'ALTRO CONTEMPLA QUANTO SEGNALATO DA RETUVASA, ECCO LA MOZIONE DEL 22.10.10 PRESENTATA DA SABATINO LEONETTI E FIRMATA DA 6 CONSIGLIERI DELLA PROVINCIA DI ROMA, RICHIEDENTE LA SOSPENSIONE DEI LAVORI DELLA CENTRALE TURBOGAS DI COLLEFERRO PER ALMENO 30 GIORNI, PER ISTITUZIONE DI TAVOLO TECNICO ISTITUZIONALE APERTO AI SOGGETTI INTERESSATI
TURBOGAS COLLEFERRO: LA MOZIONE DEI CONSIGLIERI PROVINCIALI
Presentata una mozione da parte di alcuni consiglieri della Provincia di Roma in cui si chiede al Comune di Colleferro una sospensione dei lavori di 30 giorni per poter permettere l’istituzione di un tavolo tecnico sulla Turbogas. Presentata anche un’interrogazione parlamentare sulla questione. Nella prima, a firma di sei consiglieri provinciali, si premettono, oltre ad una serie di considerazioni, anche alcuni dati che difficilmente escono alla luce, quelli relativi ai risultati dell’indagine della Asl RmE: “L’indagine – scrivono i consiglieri – ha riscontrato nel sangue della popolazione di Colleferro livelli d’inquinamento per diossine e simili tre volte superiori a quelli di Roma e comunque superiori a quelli di ogni altro studio sinora condotto”. I risultati dell’indagine sono sempre rimasti misteriosi. Chi, come noi, ha cercato più volte di averli, si è scontrato contro un muro di silenzio.
I consiglieri ricordano che “i comuni della Valle del Sacco sono già fortemente compromessi a livello sanitario e ambientale; a Colleferro c’è già una discarica, un cementificio, impianti di incenerimento; nel tempo ci sono state discariche abusive con sostanze tossiche ancora non smaltite; i corsi d’acqua, affluenti del Sacco sono recettori di ogni genere di inquinamento industriale, con presenza di piombo, arsenico, mercurio; le polveri sottili a Colleferro superano i limiti massimi previsti dalla legge; molti comitati cittadini hanno chiesto la sospensione dei lavori; dopo la vicenda del ritrovamento di betasaclorocicloesano nel latte prodotto da alcune aziende di Gavignano è stato ordinato il blocco dell’uso dei foraggi dell’area, il divieto di produrre latte e carne, ed il governo ha dichiarato lo stato di emergenza socio-economico-ambientale nella Valle del Sacco per i comuni di Colleferro, Segni e Gavignano in provincia di Roma e per i comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino in provincia di Frosinone”. Alla Provincia di Roma gli assessori chiedono di invitare il sindaco di Colleferro a sospendere l’autorizzazione concessa alla Società Termica Colleferro Spa per almeno 30 giorni al fine di permettere l’istituzione di un tavolo per approfondire sul piano tecnico e con tutti i soggetti interessati gli effetti che potrà produrre la centrale sulla salute dei cittadini. L’assessore all’ambiente della Provincia Michele Civita ha già dato piena disponibilità per approfondire la questione, una questione che finora è stata gestita solo dalla Regione e dal sindaco.
Nel frattempo i deputati Zamparutti, Beltrandi, Bernandini, Farina Coscioni, Mecacci e Maurizio Turco hanno presentato, il 19 ottobre, una interrogazione parlamentare, facendo leva sul “silenzio delle istituzioni” denunciato dalla Rete per la tutela della Valle del Sacco (Retuvasa), ma soprattutto sui risultati dell’indagine condotta dalla Asl RmE che nel febbraio 2009 confermano i sospetti: “Il territorio presentava nel suo complesso un quadro di mortalità e morbosità peggiore del resto del Lazio, dovuto prinvipalmente alla lunga attività del complesso industriale“. Il marzo 2009 è il mese in cui si scopre, grazie alla magistratura, che l’impianto di incenerimento bruciava anche rifiuti “particolari”. L’iter d’approvazione della turbogas va in porto l’11 dicembre del 2009, alla conferenza dei servizi alla quale, però, mancano la Asl locale e Arpa Lazio. Alberto Valleriani, presidente di Retuvasa: “Perché l’amministrazione comunale non ha chiesto alla Asl di competenza (RmG) di riferire sull’impatto per la salute dei cittadini?”. I parlamentari chiedono “quali azioni siano state adottate al fine di risalire all’origine dell’emergenza ambientale che incombe sulla Valle del Sacco da oltre un anno e se i Ministri interrogati non ritengano opportuno, per quanto di competenza, avviare un’ampia indagine al fine di accertare lo stato attuale di inquinamento dell’area e condurre uno studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione locale”.
CONTINUA A SEGUIRE GLI AGGIORNAMENTI SULL'ACQUA INTERDETTA A COLLEFERRO SU RIPULIAMO COLLEFERRO
E magari, se hai anche una piccola disponibilità di tempo, dacci una mano, stiamo lavorando anche per te. Quello di Colleferro è ormai diventato un fronte di guerra ambientale. Tamponare le continue emergenze è ormai una routine. Gli attivisti della Rete faticano sempre più a conciliare la loro attività professionale con il carico crescente di impegni di volontariato.
Contattaci via mail a retuvasa@gmail.com o telefonicamente al 3356545313
L'OSSERVATORIO PM10 RETUVASA (SEMPRE CONSULTABILE NELLA FASCIA SINISTRA DELLA RASSEGNA STAMPA) INFORMA CHE A FROSINONE, DOPO MESI DI TREGUA, LE PM10 SUPERANO IL LIMITE DI LEGGE NELLA GIORNATA DI SABATO
Il riconoscimento di Eco della rete agli ideatori e operatori dell'osservatorio
Il Messaggero FR p.45 sul tema e sulla domenica ecologica
Nel giorno del blocco del traffico non rispettato, le polveri sottili si prendono la loro rivincita. La centralina di via Puccini dopo mesi di valori sotto il limite, ha rilevato il primo sforamento della stagione. La centralina ha misurato nella giornata di sabato 61 microgrammi al metro cubo di Pm 10, 11 punti in più rispetto al limite stabilito in 50 mg/mc. Da rilevare, invece, che la nuova centralina di viale Mazzini ha riscontrato appena 37 mg/mc. Un dato che fa riflettere e che potrebbe in qualche modo in futuro relegare provvedimenti restrittivi solo per la parte bassa della città, quella che risulta più inquinata. Per quanto riguarda il blocco del traffico è stato l’ennesimo flop. In mattinata le cose sono andate meglio, ma i controlli pressoché inesistenti hanno consentito a molti cittadini di non rispettare l’ordinanza senza conseguenze.
Nel pomeriggio gli automobilisti che non hanno rispettato l’ordinanza sono aumentati e i controlli sono diminuiti. In totale hanno operato tre pattuglie di vigili, due la mattina, una il pomeriggio. Come dire zero controlli vista la vastità del territorio e i numerosi varchi di ingresso in città.
Molti gli scontenti tra i cittadini, che hanno tempestato di telefonate di protesta la polizia locale ma anche la nostra redazione con un unico leit motiv: «Un’ordinanza che non rispetta nessuno che ordinanza è?».
Il Comune alza bandiera bianca: impossibile fare di più con gli uomini a disposizione. «E’ desolante», ha commentato l’assessore all’Ambiente, Francesco Raffa. «Con queste poche unità a disposizione - ha dichiarato l’assessore alla Polizia Locale, Maurizio Ciotoli - non si può fare molto. Occorre oltre ad un comandante, tre ufficiali e 7 vigili destinati alla viabilità. Sulle forze dell’ordine ho provato a coinvolgerle ma mi hanno risposto che sono impegnate in altri servizi. In queste condizioni non si può andare avanti». Alla fine sono state comminate 35 contravvenzioni. Poche rispetto alla mole di trasgressori. Domenica 14 novembre si replica: altra giornata di blocco. Però farlo così non serve a nulla.
Il Comune alza bandiera bianca: impossibile fare di più con gli uomini a disposizione. «E’ desolante», ha commentato l’assessore all’Ambiente, Francesco Raffa. «Con queste poche unità a disposizione - ha dichiarato l’assessore alla Polizia Locale, Maurizio Ciotoli - non si può fare molto. Occorre oltre ad un comandante, tre ufficiali e 7 vigili destinati alla viabilità. Sulle forze dell’ordine ho provato a coinvolgerle ma mi hanno risposto che sono impegnate in altri servizi. In queste condizioni non si può andare avanti». Alla fine sono state comminate 35 contravvenzioni. Poche rispetto alla mole di trasgressori. Domenica 14 novembre si replica: altra giornata di blocco. Però farlo così non serve a nulla.
COLLEFERRO, LA FESTA-PROTESTA DEGLI ABITANTI DEL IV CHILOMETRO CONTRO LA TURBOGAS
Monta la protesta degli abitanti del IV chilometro di Colleferro,
contro la Centrale del turbogas, che vuole installare la Secosvim, al
posto della vecchia ed obsoleta, che serve le industrie della zona, per
la quale sono state rilasciate tutte le autorizzazioni da Provincia e
Regione e dal Comune, che ha chiesto un’ulteriore verifica al CNR.
Infatti,
con la scusa di essere chiamata “Festa Popolare” del IV chilometro,
dove sono stati offerti prodotti locali e della Valle del sacco, non si
poteva far altro che parlare della centrale. Il Comitato di quartiere
ha introdotto l’argomento, di fronte alle persone, che per l’occasione
erano ben guardate dai Vigili Urbani, Carabinieri e Polizia di Stato
intervenuti in massa l’intervento più sensato è stato quello di Andreino
Ercoli, già vecchio amministratore della Città di Colleferro, che ha
chiesto la perimetrazione della zona del quarto chilometro, poiché la
zona è nata in modo spontaneo. Ed ha lanciato l’idea di far effettuare
un referendum a tutta la città di Colleferro per vedere se veramente
vuole far installare questa nuova centrale, che alcuni vogliono che
magari sia installata in un posto diverso e più lontano da dove è stata
ubicata. Il giovane Pierluigi Sanna, ha rilevato che l’Amministrazione
Comunale se la prende sempre con i più deboli ed ha cominciato nel '99
con la stazione, dove sono stati impiantati gli inceneritori, oggi si
vogliono, anzi si sta installando una centrale a Turbogas che secondo
loro è sempre più inquinante di quella vecchia. E’ intervenuto nel
dibattito ad alta voce anche il consigliere d’opposizione dell’IDV
Emanuele Girolami. Infine, la festa si è trasformata nel solito motto:
tutti i santi finiscono in gloria. Dal canto suo l’azienda costruttrice
dell’impianto afferma, che questa nuova centrale inquina almeno un terzo
di meno di quella installata e che neanche si vede perché è interrata
per lo più. Intanto sono è presentata un’interrogazione in Parlamento al
Ministro dell’ambiente ed una mozione al Consiglio Provinciale per
capire del dettaglio come siano state rilasciate queste autorizzazioni.
Ampia sintesi
Basta affacciarsi dal parapetto del ponte sul fiume Sacco (zona del Colle della Mola) ed aggirarsi nelle zone circostanti per rendersi conto di quanto sia grave la situazione del Sacco anche a Castro dei Volsci. I cittadini che abitano a ridosso del fiume dichiarano che qui la situazione è così da anni e che a torto l’inquinamento del Sacco viene identificato solo con il comprensorio di Ceccano.
Tornando alla zona del Colle della Mola, oltre la puzza con cui da anni convivono tutti, da qualche tempo è ricomparsa la schiuma, che resta attaccata alle piante sugli argini creando dei filamenti strani ed iridescenti, vedere per credere, per non parlare degli argini stessi che sono pieni di rifiuti e di sporcizia. Una schiuma puzzolente, compatta.
«Vogliamo analisi più frequenti sia sulle acque che sulle terre intorno al fiume – chiedono i cittadini - i cui risultati vengano affissi nelle bacheche pubbliche. Quello che doveva essere una risorsa ed una fonte di ricchezza ora è una fogna a cielo aperto».
LA SITUAZIONE DEL SACCO A CASTRO DEI VOLSCI
Il Messaggero Fr p.45Ampia sintesi
Basta affacciarsi dal parapetto del ponte sul fiume Sacco (zona del Colle della Mola) ed aggirarsi nelle zone circostanti per rendersi conto di quanto sia grave la situazione del Sacco anche a Castro dei Volsci. I cittadini che abitano a ridosso del fiume dichiarano che qui la situazione è così da anni e che a torto l’inquinamento del Sacco viene identificato solo con il comprensorio di Ceccano.
Tornando alla zona del Colle della Mola, oltre la puzza con cui da anni convivono tutti, da qualche tempo è ricomparsa la schiuma, che resta attaccata alle piante sugli argini creando dei filamenti strani ed iridescenti, vedere per credere, per non parlare degli argini stessi che sono pieni di rifiuti e di sporcizia. Una schiuma puzzolente, compatta.
«Vogliamo analisi più frequenti sia sulle acque che sulle terre intorno al fiume – chiedono i cittadini - i cui risultati vengano affissi nelle bacheche pubbliche. Quello che doveva essere una risorsa ed una fonte di ricchezza ora è una fogna a cielo aperto».
CECCANO. NOTA DEL PRESIDENTE DEL CENTRO STUDI TOLERUS, PASQUALE PESCE, SU BOSCO FAITO E I GIOVANI
"Le discussioni politiche mi appaiono come labirinti senza uscite o, ancor peggio, fastidiosi gineprai. Quando, però, queste discussioni toccano argomenti sensibili ed essenziali per la nostra città non posso sottrarmi e allora devo dire anche la mia; a spingermi è quel senso di responsabilità che sta alla base dell'aver a cuore quel bene comune di cui si sono perse quasi del tutto le tracce a causa di una politica, a mio avviso, poco attenta". Così il Presidente del Centro Studi Tolerus Ceccano, Pasquale Pesce, il quale prosegue: "Premetto che queste mie poche righe vogliono essere soltanto un momento di riflessione comune, oserei dire, un modo per educarci insieme. Educarci insieme, in che modo? Punto primo: quando leggo che Bosco Faito, ora Monumento Naturale, …"è ancora lì, e nessuno vi investe", sinceramente mi cadono le braccia. Ma come è possibile che ancora non si ha coscienza che il bosco è di per sé già un investimento, e che investimento! Questo concetto dovrebbe far parte già da tempo del nostro bagaglio culturale. Vedo però che non è ancora così allora è necessario elencare alcune funzioni vitali a cui assolve il bosco e, nel nostro caso, Bosco Faito, prendendole, per così dire, in superficie, senza andare in profondità perchè sarebbe piuttosto complesso, ancorché fuori luogo in questa sede, affrontare un discorso più ampio di ecologia. Bosco Faito contribuisce alla mitigazione del clima, alla regimazione delle acque meteoriche e quindi al ciclo dell'acqua, costituisce una barriera/filtro all'inquinamento acustico e atmosferico, previene i dissesti idrogeologici ed è un grande polmone che produce ossigeno, rappresenta la nostra Amazzonia. Queste poche cose (ne ho taciute molte altre riguardanti sia ulteriori funzioni del bosco sia la preziosità e unicità che esprime il nostro bosco come antico ecosistema e come storia legata al nostro territorio) non sono ancora sufficienti considerato che, ahimè, ci troviamo a vivere in una valle cosiddetta dei veleni? Noi dobbiamo dare ai giovani la possibilità di vivere e non di sopravvivere e la vita la dà solo un ambiente sano. Punto secondo: ho letto anche delle note negative sui giovani. I giovani sono la nostra speranza, senza i giovani non c'è futuro, ad ogni nuova generazione c'è un incremento di valore, è un fatto naturale e i nostri giovani meritano fiducia. Ma questi due personaggi che si sono fatti avanti come il grillo parlante non hanno ancora imparato che ai piedi degli alberi non crescono monete d'oro ma cresce la vita? La Natura nutre il nostro spirito, la nostra mente, il nostro sentire, ancor prima che il nostro corpo. "Lontano dalla natura il nostro cuore si indurisce" e l'etica che ci deve sempre accompagnare in ogni nostra scelta è l'etica della "reverenza per la vita". Il nostro motto è INTERAGIRE anzichè INTERFERIRE".
DOMANI GRANDE MANIFESTAZIONE DELLA COLDIRETTI A ROMA (Romaregione)
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