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sabato 23 ottobre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 23.10.10

ITER AUTORIZZATIVO TURBOGAS DI COLLEFERRO E BONIFICA VALLE DEL SACCO: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE A RISPOSTA SCRITTA 4-09089 DEL 19 OTTOBRE 2010 PRESENTATA DALL'ON. ELISABETTA ZAMPARUTTI. CENTRALE IL RUOLO DI RETUVASA NELLA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA
LINK PAGINA SUL SITO CAMERA DEI DEPUTATI


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09089 presentata da

ELISABETTA ZAMPARUTTI
martedì 19 ottobre 2010, seduta n.385
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, 
FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO 

Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute

Per sapere,
- premesso che:

secondo quanto riporta Terra di venerdì 15 ottobre 2010, a Colleferro si sta realizzando una centrale turbogas, un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato a metano che rilascia in atmosfera ossidi di azoto, monossidi di carbonio e particolato. Una tecnologia da più parti criticata per i rischi derivati dalle emissioni di polveri fini e ultrafini;


l'impianto sorgerà in località Valle Secola, in direzione di Artena, a ridosso dell'abitato, a due chilometri dall'inceneritore, dai camini del cementificio e dal resto degli stabilimenti di un polo industriale che ha avvelenato la Valle del Sacco;


senza che i cittadini se ne accorgessero, l'iter di approvazione della centrale è giunto a conclusione. «Non sapevamo nulla di quanto stesse avvenendo - dice Alberto Valleriani, portavoce della Retuvasa, Rete per la Tutela della Valle del Sacco - e ci siamo trovati a confronto con questa minaccia quando la partita era ormai stata giocata». I cittadini denunciano il «silenzio delle istituzioni» a tutti i livelli: «Come possiamo intervenire sulle scelte che riguardano il futuro della nostra città se nessuno provvede a informarci?» si chiede Valleriani. Stando a quanto racconta la Rete, il comune di Colleferro non avrebbe provveduto a pubblicare sul proprio sito l'avviso relativo al progetto in corso di approvazione e il comitato sarebbe venuto a conoscenza della questione quando il termine per intervenire era ormai scaduto. «La Secosvim spa, società proponente che già gestisce la fornitura di energia del comprensorio industriale ex Bpd - racconta Valleriani - avrebbe depositato gli elaborati di progetto presso il Comune il 20 febbraio del 2009. In piena emergenza ambientale. Solo un mese prima, il sindaco di Colleferro, Mario Cacciotti aveva rassicurato i cittadini ribadendo che "non avrebbe mai dato il suo assenso" alla realizzazione della centrale turbogas»;


la partita della turbogas si gioca quasi tutta nei mesi successivi all'ennesimo allarme ambientale e sanitario che ha scosso i residenti della Valle del Sacco. Sempre tra gennaio e febbraio del 2009, i risultati di uno studio sullo stato di salute delle popolazioni residenti, condotto dal dipartimento di epidemiologia della Asl Roma E, confermavano quelli che a lungo erano rimasti soltanto dei sospetti: il territorio presentava nel suo complesso un quadro di mortalità e morbosità peggiore del resto del Lazio, dovuto principalmente alla lunga attività del complesso industriale;


inoltre, nel marzo 2009 la città scopre che l'impianto di incenerimento rifiuti viene gestito in maniera non legale: nei forni si brucia di tutto con gravi danni per l'ambiente e pesanti ripercussioni per la salute dei cittadini. Dopo appena due mesi parte l'iter autorizzativo per la realizzazione della centrale turbogas. Gli enti chiamati ad esprimere il proprio parere sull'opera votano tutti per il sì e la pratica passa velocemente da un ufficio all'altro;


l'impianto sostituirà quello attualmente in funzione nel comprensorio dell'Avio e fornirà energia anche per altri insediamenti industriali. A decretarne la definitiva approvazione è la conferenza di servizi dell'11 dicembre 2009. All'appello però, almeno dall'analisi del resoconto stenografico dell'incontro, mancano due importanti attori: la Asl locale e Arpa Lazio. «Come si può rilasciare un'autorizzazione senza il parere di uno dei principali enti di controllo come l'Arpa», si chiede la Rete di tutela della Valle del Sacco. Aggiunge Valleriani: «Perché l'amministrazione comunale di Colleferro non ha richiesto alla Asl di competenza (RmG) di riferire sull'impatto per salute dei cittadini?». Di fronte alle polemiche, la scorsa settimana il sindaco ha riunito titolari del progetto e associazioni (con l'esclusione però del comune di Artena, coinvolto a suo malgrado in questa vicenda per motivi di vicinanza geografica), decidendo la sospensione dei lavori per 7 giorni -:


quali azioni siano state adottate al fine di risalire all'origine dell'emergenza ambientale che incombe sulla Valle del Sacco da oltre un anno e se i Ministri interrogati non ritengano opportuno, per quanto di competenza, avviare un'ampia indagine al fine di accertare lo stato attuale di inquinamento dell'area e condurre uno studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione locale

 
FINALMENTE QUALCHE BUONA NUOVA PER I PENDOLARI. I NUOVI ORARI E I NUOVI TRENI DELLA ROMA-CASSINO. L'IMPEGNO DEL CONSIGLIERE REGIONALE ANNALISA D'AGUANNO E DELL'ASSESSORE PROVINCIALE AI TRASPORTI GABRIELE PICANO (Il giornale nuovo)
Sintesi
Quali sono le novità in positivo? Al mattino in direzione Roma si sopperisce al treno soppresso con l'attuale 7490 Cassino - Roma Tiburtina che diventa Cassino - Roma Termini: parte alle 8.32, arriva alle 10.04 e aggiunge la fermata di Roccasecca (dove oggi non ferma). Il pomeriggio in direzione Cassino si cerca di sopperire all'eliminazione del treno delle 17.15 mettendo 7 carrozze Vivalto a doppio piano sul treno delle 17.40 (oggi 17.47) invece che come oggi con 9 carrozze ad un piano, offrendo circa 100 posti in più. Come Regione Lazio si limitano a Cassino i due treni 3355 Roma - Caserta delle 7.25 e 3366 Caserta - Roma delle 13.13.

Ed inoltre:

1) Nuovo treno diretto Roma - Cassino alle 15.40

2) Nuovo treno tutte le fermate Roma – Colleferro alle 19.48

3) Nuovo treno tutte le fermate Colleferro – Roma alle 16.19

4) Nuovo treno tutte le fermate Frosinone – Roma alle 19.18

5) L'ultimo treno da Roma per Cassino non parte più alle 22.20, ma alle 23.

Da tenere ben presente inoltre che cambiano leggermente i minuti di partenza da Roma il pomeriggio:

- I treni per Cassino/Campobasso/Caserta che oggi partono a '15 partiranno a '08

- I treni per Frosinone che fanno tutte le fermate che oggi partono a '20 partiranno a '17

- I treni per Cassino che oggi partono a '47 partiranno a '40

- I treni per Colleferro che fanno tutte le fermate che oggi partono a '58 partiranno a 48 

I dirigenti di Trenitalia della società ferroviaria hanno anche osservato che l'azienda non dispone di materiale rotabile a disposizione per fare incrementi significativi dell'offerta, perché in passato non s'è investito a sufficienza. Inoltre lo sviluppo dei collegamenti Roma-Frosinone-Cassino dipende della congestione della tratta Roma - Ciampino dove affluiscono anche le linee dei Castelli.

ANAGNI. BANDO CONSORZIO PER LO SVILUPPO INDUSTRIALE DI FROSINONE PER LA REALIZZAZIONE DI TRE POZZI ARTESIANI NELL'AREA INDUSTRIALE (Il Messaggero FR p.41)
LINK AL BANDO INTEGRALE

RISCHIO IDROGEOLOGICO: FROSINONE SE LA CAVA ABBASTANZA BENE SECONDO IL RAPPORTO "ECOSISTEMA RISCHIO 2010"
Ampia sintesi
L'88% dei Comuni del Lazio vive situazioni di rischio per quanto concerne frane ed alluvioni. Il dato emerge dal rapporto "Ecosistema rischio 2010" redatto a seguito delle indagini svolte da Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile.
Ma c'è anche un dato positivo: oltre la metà dei Comuni (54%) fa interventi di manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua, il 55% ha un piano in caso di frana o alluvione, ma solo il 12% svolge un lavoro positivo di mitigazione del rischio idrogeologico. Frosinone che in classifica si piazza in un ottimo secondo posto.
Il 51% dei Comuni risulta non abbia ancora recepito nel piano urbanistico il Piano per l'assetto idrogeologico (Pai) redatto dalle Autorità di Bacino. La percentuale generale dei Comuni che ha svolto un lavoro positivo di mitigazione del rischio idrogeologico è appena del 12%. Soltanto il 55% dei Comuni intervistati è, infatti, provvisto di un piano in caso di frana o alluvione, e nel 37% dei casi i piani d'emergenza risultano essere stati aggiornati negli ultimi due anni. In un Comune su cinque (22%) sono presenti e attivi sistemi di monitoraggio per l'allerta tempestiva in caso di pericolo di alluvione o frana, ma solo il 18% delle amministrazioni ha realizzato, nel corso del 2009, attività di informazione rivolte ai cittadini e appena il 17% ha svolto esercitazioni.
Tra i capoluoghi di provincia solo Roma e Frosinone hanno inviato i dati, con la Capitale che compie un lavoro sufficiente su questo fronte premiata dalle attività di protezione civile e frenata dal mancato recepimento nelle norme urbanistiche del Piano di assetto idrogeologico, e il capoluogo ciociaro con un buon giudizio legato oltre alle attività anche alla mancanza di abitazioni in aree a rischio.
Frosinone si piazza al secondo posto (dopo il già lodato comune di Capodimonte) della classifica stilata da Legambiente e Protezione civile. Il voto portato a casa è di 7/10 (il primo della classe ha 7,5) che il rapporto sintetizza con "buono". Il capoluogo è attenzionato per la presenza di industrie in area a rischio idrogeologico ma recupera punti per aver svolto manutenzione degli alvei, opere di difesa idraulica e interventi di messa in sicurezza; inoltre il capoluogo ha attivato sistemi di monitoraggio per l'allerta della popolazione in caso di pericolo e messo a punto un piano di emergenza comunale aggiornato. Ancora il Comune di Frosinone ha svolto esercitazioni e simulazioni di emergenza ed ha recepito nel piano urbanistico il piano per l'assetto idrogeologico (Pai) redatto dalle Autorità di bacino.
Gli altri Comuni in classifica si collocano così:
punti 6 - sufficiente (Acuto, Arpino, Collepardo); punti da 5,5 a 4 - scarso (Arce, Belmonte, Filettino, Broccostella, Castelliri, Colfelice, Fumone, Atina, Ceccano, S. Biagio S.,); punti da 3,5 a 0 - insufficiente (Cassino, Pescosolido, Piglio, Castro dei Volsci, M.S.G. Campano, Morolo, Pontecorvo, Casalvieri, Cervaro, Fontana Liri, Patrica, Casalattico, Guarcino, Picinisco, Sant'Apollinare, Isola del Liri, Rocca d'Arce, Coreno Ausonio, Esperia).


DOMENICA ECOLOGICA A FROSINONE. MA LE PM10 VANNO COMUNQUE PIUTTOSTO BENE.
Il Messaggero Fr p.41
Ampia sintesi
Una domenica da trascorrere in bici o a piedi lungo le strade semideserte del capoluogo. Torna il blocco del traffico come previsto lo scorso inverno e dopo il rinvio di due settimane fa per la concomitante gara interna del Frosinone calcio con la Reggina. Dalle 9 alle 12,30 e dalle 15 alle 19 all’interno dell’anello viario costituito dalla Monti Lepini, da via Maria, via San Liberatore, via Coroni, variante Casilina sud, via Gaeta e via Pier Luigi Da Palestrina sarà vietato circolare per tutte le auto, anche quelle più ecologiche di ultima generazione eco 4 ed eco 5 e le auto a gas. Insomma un divieto assoluto di circolazione voluto più per “educare” ad una mobilità alternativa (da questa occasione e, per la prima volta, i cittadini potranno muoversi dalla parte alta a quella bassa anche attraverso l’ascensore inclinato) che ad una vera e propria emergenza smog.
I livelli di polveri sottili, infatti, al momento sono al di sotto del limite stabilito in 50 microgrammi al metro cubo. Sia la centralina di via Puccini allo Scalo, sia la nuova di viale Mazzini non segnalano in questi giorni valori preoccupanti. Anzi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno i livelli di polveri inquinanti si sono ridotti (lo scorso anno ad ottobre vi furono già tre superamenti a fronte di zero di quest’anno) ma soprattutto di medie inferiori di circa 10 mg/mc. Alcuni osservatori del fenomeno già offrono la prima spiegazione a questo sensibile miglioramento: a determinare l’abbassamento delle Pm 10 sarebbe la diminuzione del traffico sulla Monti Lepini a fronte dell’apertura della superstrada Sora-Ferentino che avrebbe dirottato i principali flussi di traffico di attraversamento del capoluogo verso l’esterno, producendo così un minor quantitativo di Pm 10. Se effettivamente sarà così occorrerà attendere qualche altra settimana quando, statisticamente, i livelli di polveri sottili aumentano. Già il mese di novembre potrebbe costituire un test importante in tale direzione. Intanto però Frosinone si appresta a vivere la prima giornata di blocco del traffico. Per l’occasione l’assessorato allo sport ha organizzato la mezza maratona cittadina che si snoderà per le vie del capoluogo nel corso delle ore centrali della mattinata. Sempre in mattinata a partire dalle 9,30 alcune associazioni sportive insieme a Legambiente hanno organizzato una passeggiata ecologica nella parte bassa della città con partenza dalla villa comunale. Insomma per chi vuole sgranchirsi le gambe o fare un giro in bicicletta non mancano le iniziative.

PIANO SANITARIO REGIONALE. LA MOBILITAZIONE DI PONTECORVO SEMBRA PRODURRE RISULTATI IMPORTANTI.
(INTANTO AD ANAGNI, TOLTI I SOLITI ATTIVISTI, LA GENTE DORME. MA DIFFICILMENTE DIMENTICHEREBBE AL MOMENTO DEL VOTO; ndr) 
Il Messaggero Fr p.43
Sintesi
Il fermo immagine di un bambino che sventolava una bandiera gialla ha consegnato ieri alla città di Pontecorvo la dimensione forse più reale di una protesta che va avanti da più di un mese.
[...] il sindaco ha comunicato l’esito dell’incontro. «Abbiamo prospettato al commissario Polverini il nostro piano alternativo e - ha circostanziato il primo cittadino – l’esito è stato positivo». Piano messo a punto da esperti del Servizio Sanitario Nazionale che prevederebbe la creazione di un unico Polo Ospedaliero Cassino-Pontecorvo in grado, se realizzato, di scongiurare la chiusura del nosocomio della città fluviale. Renata Polverini ha indicato, di fronte alla proposta messa in campo, la necessità di prendere visione, attraverso un monitoraggio effettuato all’interno del nosocomio pontecorvese da parte dei tecnici della Regione Lazio, della reale capacità di risposta sanitaria che il Del Prete sarebbe a tutt’oggi in grado di offrire ad un bacino d’utenza superiore alle 60.000 unità.