AEROPORTO DI FROSINONE, IL PORTAVOCE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, ANTONIO SALVATI: PRONTI A UN PROGETTO SERIO E A COLLABORARE CON FRANCESCO SCALIA E COL CENTROSINISTRA (La Provincia FR p.2)
IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI ROMA, SABATINO LEONETTI: NECESSARIO ACCOGLIERE LE RICHIESTE DEI CITTADINI E SOSPENDERE I LAVORI DELLA TURBOGAS DI COLLEFERRO (Ripuliamo Colleferro)
PRIME IMMAGINI DELLA CENTRALE TURBOGAS DI COLLEFERRO. AGGIORNAMENTI VARI. TERMICA ILLUSTRA IL PROGETTO (eccolanotiziaquotidiana)
STAMATTINA A COLLEFERRO IL SIT-IN DI PROTESTA CONTRO LA TURBOGAS (vedi rassegna stampa di ieri)
IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI ROMA, SABATINO LEONETTI: NECESSARIO ACCOGLIERE LE RICHIESTE DEI CITTADINI E SOSPENDERE I LAVORI DELLA TURBOGAS DI COLLEFERRO (Ripuliamo Colleferro)
PRIME IMMAGINI DELLA CENTRALE TURBOGAS DI COLLEFERRO. AGGIORNAMENTI VARI. TERMICA ILLUSTRA IL PROGETTO (eccolanotiziaquotidiana)
STAMATTINA A COLLEFERRO IL SIT-IN DI PROTESTA CONTRO LA TURBOGAS (vedi rassegna stampa di ieri)
COMUNICATO STAMPA 4.10.10
LIBERA ASSOCIAZIONE ONLUS IL GRILLO PARLANTE
SULLA TURBOGAS DI COLLEFERRO
"La Libera Associazione
Onlus IL GRILLO PARLANTE, nel seguire con attenzione gli sviluppi della
situazione legata all'installazione di una centrale a turbogas nel territorio
compreso tra le città di Artena e Colleferro e precisamente in
Località IV km., intende esprimere la sua totale e più ferma riprovazione
per una simile scelta, effettuata, è vero, per decisione congiunta della Provincia di Roma (Amministrazione di
centrosinistra) e della Regione Lazio (Amministrazione di centrodestra),
ma anche con la connivenza e la complicità delle Amministrazioni locali, che
ora, di fronte alla sacrosanta e veemente
protesta dei residenti mai consultati in proposito, tentano invero un po'
goffamente di attribuire la
responsabilità di tale del tutto inopportuna decisione agli Enti sopracitati, come se
non avessero alcuna giurisdizione e voce in capitolo sugli interventi che altri
soggetti possono effettuare nei territori da loro amministrati.
La certezza che ogni emissione di gas nell'atmosfera (fosse pure quella di un fuoco a legna) abbia effetti inquinanti, è assodata da chiunque. In particolare, risulta che le centrali a turbogas
inquinano meno di quelle a carbone o alimentate da oli combustibili, ma inquinano comunque. Quindi, non si può cavillare in merito. Infatti, la turbogas emana polveri sottili che sfuggono al rilevamento, a differenza di impianti a olio combustibile e carbone; provoca la ricaduta di piogge acide con gravi danni per l'agricoltura e l'allevamento, entrando così nella catena alimentare umana; consuma 1.750.000 litri d'acqua al giorno (sic!); rischia di far salire la temperatura circostante di 2-3 gradi centigradi; abbassa il valore degli immobili nella zona; richiede anni per essere costruita; crea ulteriori problemi alla circolazione stradale nella fase dell'edificazione (la Via Ariana ne ha fin troppi!), ed appare esteticamente orrenda.
Si ribadisce pertanto che in una zona già tanto martoriata dall'inquinamento capace di minare la salute dei residenti, non è affatto auspicabile che s'aggiunga ai troppi ecomostri che insistono sul territorio un ennesimo impianto industriale, che comporterà inevitabilmente ulteriori danni alla vita dei cittadini, non solo minandone la salute, ma anche danneggiandone gli interessi a causa della prevedibile svalutazione degli immobili da essi acquistati con non indifferenti sacrifici. La nostra non è affatto una presa di posizione anacronistica, irriflessiva e pregiudiziale verso qualsivoglia impianto volto alla produzione industriale, bensì una scelta meditata e consapevole a favore di energie alternative e rinnovabili del tutto ecocompatibili, che asseconda una tendenza sempre più consolidata e diffusa nel mondo, parallela a quella volta ad incentivare il recupero, il riuso ed il riciclo.
La certezza che ogni emissione di gas nell'atmosfera (fosse pure quella di un fuoco a legna) abbia effetti inquinanti, è assodata da chiunque. In particolare, risulta che le centrali a turbogas
inquinano meno di quelle a carbone o alimentate da oli combustibili, ma inquinano comunque. Quindi, non si può cavillare in merito. Infatti, la turbogas emana polveri sottili che sfuggono al rilevamento, a differenza di impianti a olio combustibile e carbone; provoca la ricaduta di piogge acide con gravi danni per l'agricoltura e l'allevamento, entrando così nella catena alimentare umana; consuma 1.750.000 litri d'acqua al giorno (sic!); rischia di far salire la temperatura circostante di 2-3 gradi centigradi; abbassa il valore degli immobili nella zona; richiede anni per essere costruita; crea ulteriori problemi alla circolazione stradale nella fase dell'edificazione (la Via Ariana ne ha fin troppi!), ed appare esteticamente orrenda.
Si ribadisce pertanto che in una zona già tanto martoriata dall'inquinamento capace di minare la salute dei residenti, non è affatto auspicabile che s'aggiunga ai troppi ecomostri che insistono sul territorio un ennesimo impianto industriale, che comporterà inevitabilmente ulteriori danni alla vita dei cittadini, non solo minandone la salute, ma anche danneggiandone gli interessi a causa della prevedibile svalutazione degli immobili da essi acquistati con non indifferenti sacrifici. La nostra non è affatto una presa di posizione anacronistica, irriflessiva e pregiudiziale verso qualsivoglia impianto volto alla produzione industriale, bensì una scelta meditata e consapevole a favore di energie alternative e rinnovabili del tutto ecocompatibili, che asseconda una tendenza sempre più consolidata e diffusa nel mondo, parallela a quella volta ad incentivare il recupero, il riuso ed il riciclo.
S'impegna, infine, a sostenere la
protesta dei danneggiati, purché essa si svolga in modo civile e nei limiti
previsti dalle vigenti leggi emanate dallo Stato."
Colleferro 4 Ottobre 2010
IL GRILLO PARLANTE - Libera Associazione Onlus
LA TENSIONE RESTA ALTISSIMA IN CIOCIARIA SUL PIANO DI RIORDINO OSPEDALIERO. ANCORA DURO BOTTA E RISPOSTA A DISTANZA IANNARILLI-POLVERINI. SI PROFILA ADDIRITTURA UN RICORSO AL TAR. SI MUOVE FIORITO COL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL PDL. I SINDACI SU FRONTE BIPARTISAN.
Sintesi da Il Messaggero FR pp.33-34
“La provincia non ha competenze in materia di sanità” ha ricordato la Polverini; «Il problema non è sulle competenze amministrative ma sulla tutela del territorio e delle sue concrete esigenze", controbatte Iannarilli. Non lasceremo nulla di intentato, compreso il ricorso al Tar.
Il botta e risposta è destinato a continuare visto che Iannarilli appare fermo sulla sua posizione critica verso il piano.
Una posizione ribadita anche ieri mattina, insieme ai sindaci di dieci comuni, tra cui Pontecorvo e Ceprano, incontrati in un vertice a palazzo Gramsci. E che verrà sicuramente riproposta anche oggi pomeriggio, alle 16.30 in seno alla conferenza dei sindaci convocata da Michele Marini presso il teatro della Asl proprio per discutere del nuovo piano e per chiedere alla Polverini l’istituzione di un tavolo permanente sulla sanità in provincia dove proporre modifiche al piano, fortemente criticato in modo bipartisan tra le parti politiche, tanto che è dell’altro giorno l’autosospensione, da parte di Luigi Gabriele (su cui vedi, tra l'altro, la rassegna stampa di ieri e Anagni Caput Mundi, ndr), delle cariche ricoperte ne La Destra, partito della coalizione che governa in Regione.
Ma le polemiche politiche comunque continuano. Gian Franco Schietroma, per esempio, leader del Psi, ha voluto controbattere alle dichiarazioni di ieri di Iannarilli definendole “insulti”: «Iannarilli prende in giro i cittadini quando fa finta di fare opposizione alla Polverini».
Ma anche il centrodestra insiste sulle critiche alla Polverini, tanto da convocare per venerdì (alle 19) il coordinamento provinciale del Pdl. «Il coordinamento, presieduto dal capogruppo alla Pisana Franco Fiorito, - si legge in una nota - discuterà attentamente il piano di riordino della rete ospedaliera che ha penalizzato in maniera ingiustificata ed eccessiva il territorio del frusinate. Alcune scelte della Polverini, infatti, alla luce di quanto riportato nel piano sanitario, appaiono eccessivamente penalizzanti per un territorio vasto e popoloso come quello ciociaro».
In Regione infine il capogruppo dell’Italia dei Valori Vincenzo Maruccio, facendo leva sulla “profonda spaccatura all’interno della maggioranza mostrata dallo scontro con il presidente della provincia di Frosinone” chiede la convocazione di un consiglio regionale straordinario proprio sulla sanità.
AD ANAGNI L'OPPOSIZIONE CRITICA LA MAGGIORANZA, CHE INVOCA, PARE INUTILMENTE, UN FRONTE COMUNE CONTRO LE DISPOSIZIONI DEL PIANO REGIONALE PER ANAGNI
Il presidente del consiglio comunale anagnino Marco Cesaritti è tornato sulle polemiche divampate nell’assise di sabato scorso. Diversi consiglieri d’opposizione, tra cui soprattutto Roberto Romiti del Psi, avevano di fatto gettato la responsabilità della chiusura sulle spalle del centrodestra locale, provinciale e regionale. «Non credo sia il caso di speculare retoricamente facendo demagogia politica», commenta Cesaritti. Cesaritti ha ribadito come tutta la maggioranza è pronta a «scendere in campo contrastando fortemente il Piano Sanitario Regionale», perché «la salute dei cittadini non ha colore politico»
ASSISTENZA SANITARIA CANCELLATA A FERENTINO, CONDANNA UNANIME DEL CONSIGLIO COMUNALE
Il consiglio comunale di Ferentino ha espresso contrarietà in modo unanime alla cessazione del presidio sanitario Giorgio Pompeo del centro ernico, prevista con il piano dei tagli e del ridimensionamento degli ospedali, elaborato dalla Regione Lazio. “La soppressione nella struttura di ogni forma di specialità ed assistenza medica, come di ogni forma di immediato soccorso, trova l’unanime e totale contrarietà dell’intero Consiglio comunale e di tutta la popolazione, pronta alla mobilitazione e ad ogni forma di protesta.
MADDALENA MURCHIO, PRESIDENTE DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO ASL: L'INDAGUATEZZA E L'INEFFICIENZA DELLA STRUTTURA COMPLESSA DI NEUROLOGIA DELL'OSPEDALE DI FROSINONE... E ORA SI CANCELLA IL REPARTO
ASSISTENZA SANITARIA CANCELLATA A FERENTINO, CONDANNA UNANIME DEL CONSIGLIO COMUNALE
Il consiglio comunale di Ferentino ha espresso contrarietà in modo unanime alla cessazione del presidio sanitario Giorgio Pompeo del centro ernico, prevista con il piano dei tagli e del ridimensionamento degli ospedali, elaborato dalla Regione Lazio. “La soppressione nella struttura di ogni forma di specialità ed assistenza medica, come di ogni forma di immediato soccorso, trova l’unanime e totale contrarietà dell’intero Consiglio comunale e di tutta la popolazione, pronta alla mobilitazione e ad ogni forma di protesta.
MADDALENA MURCHIO, PRESIDENTE DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO ASL: L'INDAGUATEZZA E L'INEFFICIENZA DELLA STRUTTURA COMPLESSA DI NEUROLOGIA DELL'OSPEDALE DI FROSINONE... E ORA SI CANCELLA IL REPARTO
«Dal 2003 abbiamo nell’ospedale di Frosinone la struttura complessa di Neurologia. Gli operatori sanitari - due medici, il primario, una infermiera con mansioni di tecnica, una tecnica di neurofisiologia e due ausiliarie - svolgono la loro attività in un ambiente a dir poco vergognoso per la molteplicità di pazienti affetti da patologie serie che vi afferiscono». L’accusa arriva da Maddalena Murchio, presidente della Consulta delle Associazioni di volontariato Asl, ed è contenuta in una lettera che la Murchio ha inviato al commissario straordinario Asl, Carlo Mirabella e al presidente della Commissione Sanità in Regione, Alessandra Mandarelli.
«Parliamo di tre stanzette senza servizi igienici, con a disposizione due encefalogrammi uno dei quali serve solo per l’accertamento di morte. Un servizio che funziona per tutta la provincia: lo striminzito organico medico per fortuna altamente qualificato, si reca settimanalmente anche a Cassino e a Sora».
A questo servizio fanno riferimento pazienti colpiti da ictus, da sincopi, da epilessia, da vertigini («che - spiega la Murchio - sono al quarto posto per frequenza di ricovero»), ma anche cefalee, alzahimer, parkinson e sclerosi multipla. «Solo i malati di parkinson seguiti a Pontecorvo sono circa 200, quattrocento a Frosinone; 800 sono gli epilettici, 150 i malati di sclerosi multipla, tutti seguiti sistematicamente, di cui cento in trattamento con interferone ed immunomodulanti. I pazienti che hanno una riacutizzazione non vengono ricoverati ma ambulatorialmente messi sotto flebo nella stanzetta del primario perché altro posto non c’è». Nel 2009 sono state effettuate circa 13 mila prestazioni. «Tutto questo disagio da parte di medici e pazienti è stato tollerato - sottolinea la presidente della Consulta - nell’attesa dell’apertura del nuovo ospedale, nella consapevolezza di vedersi attribuito il reparto di Neurologia, cosa che è stata concordata ufficialmente nell’incontro tra azienda e primari. E invece: il reparto attualmente non c’è più», accusa la Murchio.
Niente. «Sono svanite le possibilità di offrire i servizi che il flusso di utenza testimonia ci debbano essere. Niente centro per il trattamento della sclerosi multipla, niente letti per gli acuti, niente ambulatori per parkinson e alzhaimer. Cosa è previsto? Quattro stanzette, né più, né meno come sempre. Il reparto è sparito, come i lavori per la ristrutturazione della piscina per la fisioterapia. Non accetteremo mai questa determinazione».
Da qui la richiesta a nome della consulta del volontariato Asl di rivedere «l’ultima determinazione che vuole la cancellazione del reparto».
«Parliamo di tre stanzette senza servizi igienici, con a disposizione due encefalogrammi uno dei quali serve solo per l’accertamento di morte. Un servizio che funziona per tutta la provincia: lo striminzito organico medico per fortuna altamente qualificato, si reca settimanalmente anche a Cassino e a Sora».
A questo servizio fanno riferimento pazienti colpiti da ictus, da sincopi, da epilessia, da vertigini («che - spiega la Murchio - sono al quarto posto per frequenza di ricovero»), ma anche cefalee, alzahimer, parkinson e sclerosi multipla. «Solo i malati di parkinson seguiti a Pontecorvo sono circa 200, quattrocento a Frosinone; 800 sono gli epilettici, 150 i malati di sclerosi multipla, tutti seguiti sistematicamente, di cui cento in trattamento con interferone ed immunomodulanti. I pazienti che hanno una riacutizzazione non vengono ricoverati ma ambulatorialmente messi sotto flebo nella stanzetta del primario perché altro posto non c’è». Nel 2009 sono state effettuate circa 13 mila prestazioni. «Tutto questo disagio da parte di medici e pazienti è stato tollerato - sottolinea la presidente della Consulta - nell’attesa dell’apertura del nuovo ospedale, nella consapevolezza di vedersi attribuito il reparto di Neurologia, cosa che è stata concordata ufficialmente nell’incontro tra azienda e primari. E invece: il reparto attualmente non c’è più», accusa la Murchio.
Niente. «Sono svanite le possibilità di offrire i servizi che il flusso di utenza testimonia ci debbano essere. Niente centro per il trattamento della sclerosi multipla, niente letti per gli acuti, niente ambulatori per parkinson e alzhaimer. Cosa è previsto? Quattro stanzette, né più, né meno come sempre. Il reparto è sparito, come i lavori per la ristrutturazione della piscina per la fisioterapia. Non accetteremo mai questa determinazione».
Da qui la richiesta a nome della consulta del volontariato Asl di rivedere «l’ultima determinazione che vuole la cancellazione del reparto».