Ufficialmente avrebbero dovuto essere dei terreni da destinare a colture di frutta ed ortaggi. Al posto di pesche, viti ed insalata, invece, sono stati impiantati dei veri e propri centri di stoccaggio e smaltimento di rifiuti. Negli ultimi mesi del 2009, nell’ambito della propria attività investigativa svolta con il continuo monitoraggio del territorio, i finanzieri di Colleferro individuarono alcuni siti utilizzati per la raccolta di materiali di scarto, identificabili come rifiuti pericolosi.E’ iniziata da qui l’operazione “Green Earth”, condotta in collaborazione con la Guardia di finanza di Frascati, che nel giro di alcuni mesi ha permesso il sequestro di cinque discariche abusive per oltre 18.000 metri quadrati, la denuncia all’Autorità giudiziaria di 4 soggetti e la segnalazione alle autorità amministrative di altri 6 soggetti, per l’emissione delle ordinanze comunali di bonifica. L’operazione ha visto impiegati numerosi uomini e mezzi, oltre alle unità aeree del Corpo, che sorvolando il territorio hanno individuato e fotografato alcune delle zone occultate dalla fitta vegetazione e difficilmente individuabili. In alcuni casi la situazione si è rivelata immediatamente gravissima. Alcuni impianti, infatti, in apparenza legali, svolgevano una vera e propria attività di raccolta e gestione di rottami di vario genere e rifiuti speciali pericolosi, senza essere titolari delle specifiche autorizzazioni. Permessi che non avrebbero mai ottenuto, visto lo stato di degrado ambientale in cui svolgevano l’attività: - assenza totale di pavimentazioni ed impermeabilizzazioni del terreno; migliaia di pneumatici abbandonati e riversati sugli argini fluviali e canali di scorrimento delle acque; centinaia di carcasse di autoveicoli; motori pieni di olio lubrificante, acque di lavaggio di olii esausti e liquidi refrigeranti, altamente inquinanti, che venivano immessi in vecchi recipienti mal conservati penetrando nel sottosuolo; accumulatori e materiali elettrici; vecchie bombole di GPL; metalli vari, plastica, vetro, carta. Per verificare il grado di pericolosità dei materiali rinvenuti è stato necessario l’intervento dei tecnici dell’Asl di Colleferro. L’intervento dei militari della G. di F. ha consentito di accertare le modalità con cui i rifiuti venivano raccolti, abilmente separati e differenziati ed, infine, ceduti per trarne profitto.