Retuvasa - CIA Frosinone - Coldiretti Frosinone
Sul documento presentato dalla Provincia
per il risanamento agro-ambientale della Valle del Sacco
Il presidente della CIA Frosinone Mario Mancini, il direttore provinciale della Coldiretti Frosinone Gianni Lisi e, per la Rete Tutela Valle del Sacco, il coordinatore del tavolo tecnico provinciale per il risanamento agro-ambientale Francesco Bearzi e il presidente Alberto Valleriani, esprimono grande soddisfazione per il documento presentato dalla Provincia, nella persona dell’assessore all’Ambiente e vice presidente Fabio De Angelis, nel corso della conferenza stampa Provincia-Arpa del 7.10.10, dedicata alle emergenze relative al risanamento ambientale del Frusinate.
Tale documento, infatti, accoglie quanto maturato in sei mesi di lavoro del tavolo tecnico provinciale, grazie in primo luogo al contributo del Dipartimento di Produzioni Animali della Facoltà di Agraria dell’Un. della Tuscia, del preside della stessa Facoltà Bruno Ronchi e del dott. Pier Paolo Danieli, dello stesso dipartimento.
Dopo anni in cui le istituzioni di rappresentanza politica hanno sostanzialmente latitato nell’affrontare l’emergenza della Valle del Sacco, la Provincia di Frosinone, grazie soprattutto all’instancabile attività del suo assessore all’Ambiente e vice presidente, comincia a inquadrare correttamente le azioni prioritarie per il risanamento agro-ambientale, con la concreta volontà di porle in essere. Ci auguriamo che tale atteggiamento responsabile e fattivo sia condiviso da tutte le altre istituzioni, che spesso appaiono condizionate da logiche estranee a quelle del risanamento ambientale e della promozione dell’agro-zootecnia, i cui destini sono legati a doppio filo.
Il documento presentato dalla Provincia di Frosinone, pubblicato integralmente su alcuni quotidiani e on-line, elegge come punto di riferimento per il risanamento agro-ambientale il Programma presentato dal Dip. di Produzioni Animali dell’Un. della Tuscia al tavolo tecnico provinciale dello scorso 2 settembre. Tale programma propone tempi ragionevoli per la determinazione scientifica delle migliori strategie da adottare per accelerare la degradazione del beta-HCH presente nella fascia contaminata del fiume Sacco, incentrandosi sulle potenzialità offerte dalle colture microbiche e dalle piante foraggiere, mediante pratiche di phyto-remediation (azione combinata di microbi del suolo e piante), e da alcuni metodi di lavorazione del terreno. Non viene trascurata la valutazione delle pratiche già messe in atto (pioppi e girasoli), ma a differenza del passato si intendono apprezzare tali risultati sulla base delle loro concrete possibilità, non in base a una aprioristica predilezione per lo sviluppo di filiere agro-energetiche presentanti seri rischi per le tradizionali attività agro-zootecniche, al contrario dei processi di digestione anaerobica (biogas dal letame).
Ottime anche le proposte di azione immediata avanzate dall’assessore all’Ambiente provinciale, tra cui sottolineiamo l’estensione dell’area emergenziale fino a Falvaterra; la pressione della Provincia per lo sblocco immediato dei finanziamenti riconosciuti agli allevatori danneggiati e non ancora erogati, e per l’adeguatezza dei futuri finanziamenti; l’impegno per la vigilanza del rispetto della proibizione di attività agro-zootecniche nella fascia interdetta; l’impegno per il corretto riconoscimento del valore di mercato dei prodotti agro-zootecnici locali e per la promozione delle eccellenze produttive; la proposta di un coordinamento con la Provincia di Roma per la promozione degli ecodistretti industriali nell’intera Valle del Sacco.
Anagni/Frosinone, 10.10.10
Francesco Bearzi - Mario Mancini - Gianni Lisi - Alberto Valleriani
CS Retuvasa CIA Coldiretti Frosinone 101010
LIMPIDA E STRUTTURALE CONTROREPLICA ALLA SAF DELL'ASSESSORE PROVINCIALE ALL'AMBIENTE FABIO DE ANGELIS CIRCA L'A.I.A. MANCANTE PER L'IMPIANTO DI COLFELICE (Ciociaria oggi p.4 - mezza pagina taglio alto - stranamente la controreplica non esce sugli altri quotidiani locali)
Sintesi dell'articolo:
Fabio De Angelis: "La Direzione regionale dell'Arpa Lazio ha verificato, su segnalazione del sottoscritto, lo stato delle autorizzzazioni [...] e ha denunciato che 'la SAF spa esercita l'impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti non pericolosi (linea A), adibito alla produzione di cdr, senza essere in possesso dell'autorizzazione integrata ambientale'". Come prescritto dalla legge (seguono i riferimenti normativi).
"In qualità di assessore provinciale all'ambiente, cui la legge affida il controllo di tutte le atività di accertamento delle violazioni delle disposizioni di legge, ho già proceduto alla attenta verifica delle autorizzazioni degli impianti della provincia ed ho rilevato delle incongruenze segnalate al Dipartimento Rifiuti dell'Ispra e alla Direzione regionale dell'Arpa [...]".
La SAF per l'impianto di TMB di Colfelice è autorizzata soltanto per attività di recupero, mentre, dai dati trasmessi dalla stessa SAF e dai rapporti informativi sui flussi di rifiuti, "l'attività di smaltimento in discarica, che non appare nella summenzionata autorizzazione, risulta addirittura in misura prevalente rispetto al recupero. Il rilascio dell'A.I.A. agli impianti esistenti, che ricadono nel campo di applicazione della direttiva Ippc (Integrated Pollution Prevention and Control) non è una questione di pura forma, ma di sostanza, poiché implica una valutazione delle emissioni alla luce delle migliori tecniche disponibili (Mtd) più appropriate, stabilendo le condizioni e i valori limite di emissione basandosi su quelli ottenibili con le Mtd. Ricordiamo che sull'impianto di Colfelice è in corso una indagine per truffa aggravata e per corruzione e la magistratura deve poter lavorare serenamente, ma questo non impedisce, anzi deve incentivare l'attività di controllo e denuncia, anche politica, degli organi competenti. Le amministrazioni devono svolgere pienamente il ruolo che attribuisce loro la legge. Per questo ho convocato a fine mese una assemblea dei sindaci per presentare il bando per la raccolta differenziata e per un confronto serio su una gestione che risulta, stando alla obiettività dei numeri, disastrosa".
Infine viene ricordato che prima che venissero ultimati i lavori del nuovo impianto di Colfelice (2006) la SAF spendeva poco più di 9 milioni di euro, oggi quasi 10 milioni e mezzo.
IL COMUNICATO STAMPA RETUVASA 1.10.10 CIRCA LE OSSERVAZIONI AL PROGETTO DI IMPIANTO TMB A COLLEFERRO E RELATIVO ITER E' ANCHE, INTEGRALMENTE, SU CRONACHE CITTADINE 8.10.10 P.3