FROSINONE. ENERGIA, AMBIENTE E IL PATTO DEI SINDACI
La Provincia FR, 27.02.11, p. 16
Venerdì prossimo 4 marzo, presso il salone di rappresentanza dell'amministrazione provinciale di Frosinone, si terrà il Convegno "Il patto dei sindaci per lo sviluppo sostenibile della Provincia di Frosinone. Un impegno in Europa". A seguito della Conferenza internazionale sul Clima svoltasi a Cancun (Messico) nel dicembre 2010, i Governi locali hanno assunto la consapevolezza di rivestire un ruolo sempre più determinante nella lotta ai cambiamenti climatici assieme ai governi nazionali. Oltre 2000 città in Europa (circa 700 in Italia) hanno aderito al Patto dei Sindaci, confermando il proprio impegno nel perseguire gli ambiziosi obiettivi fissati dall'Unione Europea. La sfida è senz'altro quella di innescare un processo virtuoso e sinergico che veda convergere tra loro gli obiettivi vincolanti assunti dai paesi membri dell'UE con quelli volontari assunti dai Governi locali. Sono ancora molti i Comuni e le Città italiane da coinvolgere nel Patto dei Sindaci, soprattutto nel Centro-Sud del nostro Paese. Proprio per promuovere tale iniziativa, lanciata nel 2008 dalla Commissione Europea, è stata organizzata una serie di convegni specifici in tutta Italia ove esperti e funzionari provenienti dal settore pubblico e privato saranno a disposizione al fine di indirizzare gli amministratori locali che intendono aderirvi. In quest'ottica rientra il convegno, organizzato dall'Assessorato all'Ambiente della Provincia di Frosinone, con il coordinamento scientifico di SIPE (Studio d'Ingegneria per l'Efficienza Energetica in Edilizia) con il coordinamento Scientifico degli ingegneri Emiliano Gabriele e Angela Viscogliosi.
La Provincia FR, 27.02.11, p. 16
Venerdì prossimo 4 marzo, presso il salone di rappresentanza dell'amministrazione provinciale di Frosinone, si terrà il Convegno "Il patto dei sindaci per lo sviluppo sostenibile della Provincia di Frosinone. Un impegno in Europa". A seguito della Conferenza internazionale sul Clima svoltasi a Cancun (Messico) nel dicembre 2010, i Governi locali hanno assunto la consapevolezza di rivestire un ruolo sempre più determinante nella lotta ai cambiamenti climatici assieme ai governi nazionali. Oltre 2000 città in Europa (circa 700 in Italia) hanno aderito al Patto dei Sindaci, confermando il proprio impegno nel perseguire gli ambiziosi obiettivi fissati dall'Unione Europea. La sfida è senz'altro quella di innescare un processo virtuoso e sinergico che veda convergere tra loro gli obiettivi vincolanti assunti dai paesi membri dell'UE con quelli volontari assunti dai Governi locali. Sono ancora molti i Comuni e le Città italiane da coinvolgere nel Patto dei Sindaci, soprattutto nel Centro-Sud del nostro Paese. Proprio per promuovere tale iniziativa, lanciata nel 2008 dalla Commissione Europea, è stata organizzata una serie di convegni specifici in tutta Italia ove esperti e funzionari provenienti dal settore pubblico e privato saranno a disposizione al fine di indirizzare gli amministratori locali che intendono aderirvi. In quest'ottica rientra il convegno, organizzato dall'Assessorato all'Ambiente della Provincia di Frosinone, con il coordinamento scientifico di SIPE (Studio d'Ingegneria per l'Efficienza Energetica in Edilizia) con il coordinamento Scientifico degli ingegneri Emiliano Gabriele e Angela Viscogliosi.
Dall'Assessorato provinciale all'Ambiente, particolarmente impegnato su questo tema, spiegano: «Lo sforzo organizzativo messo in atto da questa Amministrazione si concretizzerà con l'incontro del 4 marzo 2011 tra tutti i Sindaci della nostra Provincia e i massimi esperti in materia di sviluppo sostenibile, alcuni tra i quali rappresentanti del Ministero dell'Ambiente e del Comitato Economico e Sociale Europeo, già impegnati direttamente nelle attività intraprese da diverse Amministrazioni pubbliche. L'obiettivo primario di tutti i relatori sarà, pertanto, quello di illustrare le azioni da compiere per aderire al "Patto dei Sindaci" e per accedere conseguentemente agli strumenti finanziari europei rivolti direttamente ai Comuni». Sottoscrivendo il Patto dei sindaci i comuni assumono l'impegno "a preparare un inventario delle emissioni (baseline) come punto di partenza per le successive azioni; presentare un Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile (PAES) entro un anno dalla formale ratifica del Patto dei Sindaci; adattare le strutture della città, inclusa l'allocazione di adeguate risorse umane, al fine di perseguire le azioni necessarie; a presentare, su base biennale, un Rapporto sull'attuazione del Piano d'Azione, includendo le attività di monitoraggio e verifica svolte, pena l'esclusione dall'Elenco delle città aderenti al Patto.
Il Messaggero FR 27.02.11 p.32
Il piano Kipar non decolla, ma la Fondazione Kambo non demorde. «Siamo pronti a partire, almeno lì dove non dobbiamo aspettare il via libera di enti o istituzioni», dice Daniela Bianchi, la consigliera delegata che per oltre un anno ha coordinato i lavori del tavolo tecnico che ha dato vita al Masterplan per la riqualificazione della Valle del Sacco. A distanza di quattro mesi dalla presentazione del progetto dell’architetto tedesco Andreas Kipar non è accaduto nulla: il tavolo provinciale che doveva farsi promotore del progetto non è mai stato convocato. A questo punto la Fondazione Kambo parte con un progetto di sostenibilità ambientale che trae origine proprio dall’esperienza del masterplan.
«Il Masterplan è cosa del 2010, ora siamo nel 2011 e dobbiamo pensare a cosa viene dopo - dice la Bianchi - Per questo abbiamo deciso di realizzare sui terreni della Fondazione Kambo un bosco energetico, un laboratorio in cui la fondazione traduce in azione le buone prassi mutuate dall’esperienza del masteplan Kipar».
Il bosco si trova alle porte del capoluogo, su terreni di proprietà della Fondazione al confine con l’area della cittadella sanitaria. «E’ un’area che non viene sistemata da anni e non riesce neppure più ad espletare la funzione essenziale di ecosistema. Intendiamo avviare una sistemazione del verde e soprattutto mettere a lavorazione il bosco, creando da una parte un percorso ludico didattico per i giovani e per la terza età, e dall’altra avviando la produzione di energia pulita. Dalla pulizia del bosco infatti puntiamo alla realizzazione di un mini impianto a biomasse per far vedere dal vivo come si produce energia con gli scarti di un bosco».Ma non è tutto. «Vogliamo che il bosco diventi anche una grande area wi-fi, stiamo pendendo accordi con l’Università di Cassino visto che l’anello della banda larga di unicas passa a poca distanza».
Il terreno su cui sorge il bosco è contiguo con l’area che la fondazione ha concesso in diritto di superficie a Nuovi Orizzonti per la costruzione della ”Cittadella cielo”. «Abbiamo spiegato anche a loro questo progetto di sostenibilità e loro hanno sposato questa sollecitazione», racconta Daniela Bianchi.
Sarà un grande polmone verde a disposizione del capoluogo. Idealmente una prima cellula del progetto Kipar. «Non è inserita nel Masterplan - spiega la Bianchi - ma ci candidiamo ad essere un laboratorio per far vedere come trasformare le belle idee in opere». La Fondazione conta di presentare entro fine marzo il progetto definito per essere poi pronti a partire prima dell’estate.
IL MASTER PLAN INTERESSA LA REGIONE
Il Messaggero FR 27.02.11 p.32
Sul Masteplan Kipar è calato il silenzio. Perché? «Intanto - spiega Daniela Bianchi, consigliere delegato della Fondazione Kambo - abituiamoci all’idea che il processo del Mastrplan è un percorso lungo, da qui a 10 anni. Non do valutazioni su questo silenzio. Dico che non è facile avviare una operazione concertata su un programma di lavoro che mette insieme ambiente, sviluppo, turismo, cultura. L’importante è farlo disegnando il perimetro delle regole: il territorio non può diventare terra di conquista».
Chi assumerà la cabina di regia?
«A volte le idee camminano da sole, il Masterplan Kipar è sul tavolo dell’assessore regionale all’Ambiente ed è guardato con grande interesse perché è uno strumento di pianificazione che può facilmente diventare operativo. Non è importante decidere cosa fare sui 750 ettari lungo il Sacco, ma determinare delle regole per rilanciare il territorio. Per attrarre risorse servono obiettivi definiti, il Masterplan fornisce questo».
Delusi da come il masterplan è stato accolto dal territorio?
«No. Un anno di lavoro è servito ad elaborare proposte, per seminare. Faccio solo una considerazione di ordine pratico, l’operazione si è guadagnata un consenso territoriale molto ampio, mi interrogo sul perché non si sia ancora cavalcato quel forte consenso».
Chi assumerà la cabina di regia?
«A volte le idee camminano da sole, il Masterplan Kipar è sul tavolo dell’assessore regionale all’Ambiente ed è guardato con grande interesse perché è uno strumento di pianificazione che può facilmente diventare operativo. Non è importante decidere cosa fare sui 750 ettari lungo il Sacco, ma determinare delle regole per rilanciare il territorio. Per attrarre risorse servono obiettivi definiti, il Masterplan fornisce questo».
Delusi da come il masterplan è stato accolto dal territorio?
«No. Un anno di lavoro è servito ad elaborare proposte, per seminare. Faccio solo una considerazione di ordine pratico, l’operazione si è guadagnata un consenso territoriale molto ampio, mi interrogo sul perché non si sia ancora cavalcato quel forte consenso».
ANAGNI. TAVOLO TECNICO COMUNE, ASL, ARPA SUL MONITORAGGIO AMBIENTALE
Il Messaggero FR 27.02.11 p.32 - di Paolo Carnevale
Nuove analisi, nuove ricerche e nuovi investimenti, per approfondire lo studio della situazione della Valle del Sacco. Un impegno a 360° da parte di tutti gli enti preposti. Nella speranza che possa venir fuori quanto prima anche una cura per una zona che da anni appare ormai abbandonata a se stessa, sul piano della salvaguardia ambientale.
È il risultato della riunione tenutasi un paio di giorni fa al comune di Anagni tra gli amministratori della città dei Papi, gli esponenti dell’Asl veterinaria, dell’Asl igiene, e dell’Arpa Lazio. Sul terreno, le questioni relative al livello dell’inquinamento della zona. Sia per quanto riguarda lo stato dell’atmosfera cittadina, sia per quanto concerne invece la pulizia di terreni e corsi d’acqua. Alla luce anche degli ultimi recenti casi verificatisi in città; dai frequenti, purtroppo (tre volte nell’ultimo mese), interventi dei carabinieri, finanza e dell’Arpa sui fiumi della zona per analizzare schiume bianche fuoriuscite dall’acqua; ai cadaveri di animali trovati in diverse zone del territorio comunale. Sintomi evidenti di un degrado e di un malessere che parecchi ambientalisti della zona da anni denunciano. Chiedendo appunto che da parte delle istituzioni venga esercitato un controllo molto più stringente. Teso non solo a registrare quanto accade. Ma anche, se possibile, a scoprire chi sono i veri responsabili della situazione.
Il sindaco Carlo Noto alla fine della riunione ha voluto fare il punto sulla situazione: «Abbiamo ribadito l’importanza di un impegno a 360 gradi da parte di enti e istituzioni. Porteremo avanti progetti mirati finalizzati ad un’azione di monitoraggio e prevenzione».
È il risultato della riunione tenutasi un paio di giorni fa al comune di Anagni tra gli amministratori della città dei Papi, gli esponenti dell’Asl veterinaria, dell’Asl igiene, e dell’Arpa Lazio. Sul terreno, le questioni relative al livello dell’inquinamento della zona. Sia per quanto riguarda lo stato dell’atmosfera cittadina, sia per quanto concerne invece la pulizia di terreni e corsi d’acqua. Alla luce anche degli ultimi recenti casi verificatisi in città; dai frequenti, purtroppo (tre volte nell’ultimo mese), interventi dei carabinieri, finanza e dell’Arpa sui fiumi della zona per analizzare schiume bianche fuoriuscite dall’acqua; ai cadaveri di animali trovati in diverse zone del territorio comunale. Sintomi evidenti di un degrado e di un malessere che parecchi ambientalisti della zona da anni denunciano. Chiedendo appunto che da parte delle istituzioni venga esercitato un controllo molto più stringente. Teso non solo a registrare quanto accade. Ma anche, se possibile, a scoprire chi sono i veri responsabili della situazione.
Il sindaco Carlo Noto alla fine della riunione ha voluto fare il punto sulla situazione: «Abbiamo ribadito l’importanza di un impegno a 360 gradi da parte di enti e istituzioni. Porteremo avanti progetti mirati finalizzati ad un’azione di monitoraggio e prevenzione».
FROSINONE. PETIZIONE PER SALVARE GLI ALBERI DI LARGO TURRIZIANI
Il Messaggero FR 27.02.11 p.32
Niente oltre alle promesse. Per questo è partita petizione popolare per salvare gli alberi di Largo Turriziani. «All’iniziativa hanno aderito molti negozianti del centro storico che si sono messi a disposizione per la raccolta delle firme e molti i cittadini che girano per la città con i fogli in tasca pronti a raccogliere le adesione», racconta il consigliere comunale Pdl, Fabio Bracaglia, artefice dell’iniziativa. «In pochi giorni sono già centinaia le firme raccolte per dire al primo cittadino di non tagliare, di non estirpare, di non uccidere quelle piante, fiore che sono il all’occhiello del centro storico cittadino e che per tanto tempo hanno reso meno brutta la nostra città».
«Qualche tempo fa, ho avuto modo e non senza qualche difficoltà - racconta Bracaglia - di visionare il progetto di riqualificazione dei Piloni e i sovrastanti giardini di Largo Turriziani, ed ho appreso con mio grande sgomento, che per la realizzazione di quel project financing, perche si tratta proprio di un’opera realizzata con finanza privata, verranno abbattute le piante di Largo Turriziani. I lavori sono partiti e sicuramente verrà realizzata una bella cosa; sicuramente verrà eliminato il degrado in cui oggi versano i Piloni, ma per fare ciò verranno tagliati gli alberi che oggi campeggiano sovrani in quei giardini e che tutti conosciamo ed amianto. Domanda? Ma per fare tutto ciò è veramente necessario tagliare quegli alberi. Io non sono un tecnico, né architetto, né agronomo, ma una cosa la so, e non parlo da politico, se si vuole, si può evitare quest’inutile massacro».
Bracaglia aveva chiesto al sindaco di provare a fare qualcosa. Michele marini aveva promesso il suo interessamento, ma non è accaduto nulla. «Caro sindaco - insiste Bracaglia - qualche tempo fa hai detto di essere d’accordo con me che quegli alberi vanno lasciati li dove si trovano, ma cosa stai facendo? Quale provvedimento hai adottato per far si che ciò avvenga? Hai parlato di riunioni e summit ma ad oggi nemmeno l’ombra di un invito ad un tavolo tecnico. Ed è proprio per questa tua indecisione, per questo tuo immobilismo, per questo tuo pressappochismo, che insieme a tanti concittadini abbiamo deciso di fare una petizione popolare, per dire a gran voce “salviamo gli alberi di Largo Turriziani”».
«Qualche tempo fa, ho avuto modo e non senza qualche difficoltà - racconta Bracaglia - di visionare il progetto di riqualificazione dei Piloni e i sovrastanti giardini di Largo Turriziani, ed ho appreso con mio grande sgomento, che per la realizzazione di quel project financing, perche si tratta proprio di un’opera realizzata con finanza privata, verranno abbattute le piante di Largo Turriziani. I lavori sono partiti e sicuramente verrà realizzata una bella cosa; sicuramente verrà eliminato il degrado in cui oggi versano i Piloni, ma per fare ciò verranno tagliati gli alberi che oggi campeggiano sovrani in quei giardini e che tutti conosciamo ed amianto. Domanda? Ma per fare tutto ciò è veramente necessario tagliare quegli alberi. Io non sono un tecnico, né architetto, né agronomo, ma una cosa la so, e non parlo da politico, se si vuole, si può evitare quest’inutile massacro».
Bracaglia aveva chiesto al sindaco di provare a fare qualcosa. Michele marini aveva promesso il suo interessamento, ma non è accaduto nulla. «Caro sindaco - insiste Bracaglia - qualche tempo fa hai detto di essere d’accordo con me che quegli alberi vanno lasciati li dove si trovano, ma cosa stai facendo? Quale provvedimento hai adottato per far si che ciò avvenga? Hai parlato di riunioni e summit ma ad oggi nemmeno l’ombra di un invito ad un tavolo tecnico. Ed è proprio per questa tua indecisione, per questo tuo immobilismo, per questo tuo pressappochismo, che insieme a tanti concittadini abbiamo deciso di fare una petizione popolare, per dire a gran voce “salviamo gli alberi di Largo Turriziani”».