COLLEFERRO. PARCO FOTOVOLTAICO, IL CASO APPRODA ALLA CAMERA
Cinque giorni, 26.02.11, p. 16
Il deputato Angelo Alessandri ha presentato un’interrogazione parlamentare sul nuovo impianto.
Contestato l’impatto ambientale sull’area. La Regione rianalizzerà l’iter urbanistico. Il comitato dei residenti prepara un esposto alla Procura della Repubblica: «Ci sono diverse anomalie nelle mappe».
La voce del comitato dei residenti di via Palianense ha raggiunto la Camera dei deputati. Mercoledì scorso l'onorevole Angelo Alessandri, presidente della commissione permanente Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, ha presentato un'interrogazione parlamentare sulla realizzazione di un parco fotovoltaico in località Fontana degli Angeli, a confine con il territorio del Comune di Paliano. «Un impianto di potenza nominale 6.014,25 kWp, che si affianca a altri tre impianti di analoga potenza e tipologia cosa peraltro di dubbia conformità all’attuale normativa - si legge nel testo dell'interrogazione. L’area individuata per l’installazione dei quattro impianti fotovoltaici è inserita entro un perimetro la cui superficie è di 71,54 ettari, una superficie superiore a quella della centrale nucleare di Montalto di Castro, che si trova inoltre a soli 2 chilometri di distanza dal centro abitato di Colleferro a nord e ad appena 150 metri dall’Autostrada del Sole, A1». Diverse le obiezioni al progetto a cominciare dalle «reali condizioni del territorio, sul quale insistono abitazioni civili». Il presidente della commissione Ambiente ha ritenuto «auspicabile che si accertasse, per i profili di competenza, se e quali eventuali ulteriori impatti evitabili il predetto parco fotovoltaico potrebbe avere sul contesto agricolo, ambientale e socio-culturale del luogo in cui dovrebbe essere realizzato ». Un eventuale intervento è rimandato per ora alla Regione Lazio che in accordo con Comune e Provincia ha deciso di rianalizzare il caso. Dovrà essere la società proponente, la Sedicesima Sun del Gruppo Solesa Green Power, a presentare un eventuale progetto di delocalizzazione, ma al momento pare non esistano aree adatte ad accogliere un impianto di questa portata. Sconsolati i residenti dell'area che preparano un esposto alla Procura contro l'iter urbanistico, già approvato in sede di conferenza di servizi a maggio dello scorso anno. «Abbiamo riscontrato diverse anomalie nella documentazione della società - spiega Ina Camilli rappresentante del comitato. Le mappe sono prive di date e rappresentano per giunta solo lo stato futuro e non quello attuale dell'area. I legali hanno espresso molti dubbi a tal proposito. Ci batteremo per far valere le nostre ragioni».
Il deputato Angelo Alessandri ha presentato un’interrogazione parlamentare sul nuovo impianto.
Contestato l’impatto ambientale sull’area. La Regione rianalizzerà l’iter urbanistico. Il comitato dei residenti prepara un esposto alla Procura della Repubblica: «Ci sono diverse anomalie nelle mappe».
La voce del comitato dei residenti di via Palianense ha raggiunto la Camera dei deputati. Mercoledì scorso l'onorevole Angelo Alessandri, presidente della commissione permanente Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, ha presentato un'interrogazione parlamentare sulla realizzazione di un parco fotovoltaico in località Fontana degli Angeli, a confine con il territorio del Comune di Paliano. «Un impianto di potenza nominale 6.014,25 kWp, che si affianca a altri tre impianti di analoga potenza e tipologia cosa peraltro di dubbia conformità all’attuale normativa - si legge nel testo dell'interrogazione. L’area individuata per l’installazione dei quattro impianti fotovoltaici è inserita entro un perimetro la cui superficie è di 71,54 ettari, una superficie superiore a quella della centrale nucleare di Montalto di Castro, che si trova inoltre a soli 2 chilometri di distanza dal centro abitato di Colleferro a nord e ad appena 150 metri dall’Autostrada del Sole, A1». Diverse le obiezioni al progetto a cominciare dalle «reali condizioni del territorio, sul quale insistono abitazioni civili». Il presidente della commissione Ambiente ha ritenuto «auspicabile che si accertasse, per i profili di competenza, se e quali eventuali ulteriori impatti evitabili il predetto parco fotovoltaico potrebbe avere sul contesto agricolo, ambientale e socio-culturale del luogo in cui dovrebbe essere realizzato ». Un eventuale intervento è rimandato per ora alla Regione Lazio che in accordo con Comune e Provincia ha deciso di rianalizzare il caso. Dovrà essere la società proponente, la Sedicesima Sun del Gruppo Solesa Green Power, a presentare un eventuale progetto di delocalizzazione, ma al momento pare non esistano aree adatte ad accogliere un impianto di questa portata. Sconsolati i residenti dell'area che preparano un esposto alla Procura contro l'iter urbanistico, già approvato in sede di conferenza di servizi a maggio dello scorso anno. «Abbiamo riscontrato diverse anomalie nella documentazione della società - spiega Ina Camilli rappresentante del comitato. Le mappe sono prive di date e rappresentano per giunta solo lo stato futuro e non quello attuale dell'area. I legali hanno espresso molti dubbi a tal proposito. Ci batteremo per far valere le nostre ragioni».
Extra TV 22.02.11 - da Eco della Rete
ANAGNI. INDAGINI SULL'IMPIANTO DI BETONAGGIO
La Provincia FR 27.02.11 p.23
Inchiesta ambientale su impianto di betonaggio, in Procura le indagini della Forestale e della Polizia Locale. Nei giorni scorsi la pattuglia di PG del Comune di Anagni, assieme al Corpo Forestale dello Stato rappresentato dall'Isp. Castellucci ed i suoi collaboratori, hanno ultimato la pratica relativa ad un impianto di betonaggio, situato ai confini Nord del territorio anagnino.
Potrebbe essere la fase conclusiva di una vicenda che si trascina da anni; il proprietario di immobili e terreni nei pressi dell'impianto, ha lamentato da sempre invivibilità provocata dalla dispersione di polvere di calcare, dal rumore, e da altri elementi.
Quando pareva che l'impianto avesse chiuso i battenti, decretando la fine della diatriba, ecco che appaiono nuovi gestori, intenzionati a rimettere in funzione l'impianto, demolendo le speranze della famiglia di M.N.. Oltre agli aspetti legati all'ambiente, già delicati, l'interesse degli inquirenti dalla cui bocca nulla trapela, potrebbero essersi incentrati su alcuni aspetti urbanistici, degni di nota.
Pare infatti che l'impianto originario, con i lavori per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità, sia stato considerato demolito e risarcito. L'abbattimento dei fabbricati, data la vicinanza col fiume Sacco, avrebbe impedito la loro ricostruzione, di fatto invece avvenuta, nonostante lamentele e denunce dei vicini. Il Magistrato della Procura frusinate, che riceverà a breve il corposo fascicolo, vorrà vederci chiaro, e non è escluso che si registreranno clamorosi sviluppi.
La denuncia arriva da Enzo Pirazzi, co-portavoce Verdi per la Costituente Ecologista Frosinone.
"In questi giorni l'Enel ha iniziato lo sfruttamento del serbatoio di Canterno ed è stato sufficiente abbassare il livello dell'acqua di 60 cm, per ridurre la lunghezza del serbatoio di 200 Mt. Ciò ha impedito che l'acqua raggiungesse la zona umida della riserva dove si sarebbe creato l'habitat naturale per la nidificazione e riproduzione degli uccelli acquatici.
A parere di Pirazzi "tutto ciò rappresenta anche un danno economico per le realtà turistiche ed economiche dei paesi Rivieraschi la cui unica fonte di guadagno è il turismo ecologico .
Noi Verdi chiediamo quando tempo occorre per capire che gli accordi per lo sfruttamento del serbatoio di Canterno devono essere rivisti perchè sono cambiate le condizioni del serbatoio stesso. Infatti svuotando annualmente il serbatoio di Canterno, si è dato modo alle sostanze limose e ai fanghi che provenivano dal fosso del Diluvio potessero raggiungere il centro del lago innalzando il fondo di circa 5 mt, riducendo di fatto la capacità di stoccaggio, tenendo presente che, originalmente la profondità del serbatoio era di 12 mt, quindi oggi si possono utilizzare solo 7 mt. Chiediamo se il valore che si ricava dallo sfruttamento del serbatoio è superiore al valore di una riserva naturale con i suoi 6 km di lunghezza e 500 mt di larghezza media con tutte le specie di uccelli che in essa vivono, con tutte le bellezze ambientali storiche e culturali che la circondano".
In azione carabinieri e tecnici Arpa
BLITZ SUI CAMION SAF: ANALISI SUL CDR INVIATO AL TERMOVALORIZZATORE
Il Messaggero FR, 25.02.11 p.39
Blitz dei carabinieri e dei tecnici dell’Arpa per verificare la qualità del materiale uscito dalla saf e diretto al termovalorizzatore di San Vittore. Mercoledì e giovedì, infatti, in località San Cesareo, a San Vittore del Lazio i militari della Compagnia di cassino dei carabinieri, unitamente al personale dell’Arpa Lazio, hanno proceduto al controllo degli autoarticolati provenienti dall’impianto della Saf (la Società Ambiente di Frosinone che gestisce l’impianto di selezione dei rifiuti a Colfelice). I camion erano carichi di cdr, il combustibile da rifiuto prodotto a Colfelice, e diretti all’impianto di termovalorizzazione della società Eall spa che si trova proprio a San Vittore del Lazio. I controlli non erano casuali, ma tesi a verificare la qualità del combustibile derivato da rifiuti. Per questo i tecnici dell’Arpa Lazio, l’Agenzia regionale per l’ambiente, hanno provveduto a prelevare dei campioni del materiale che è stato poi trasferito ai laboratori Arpa per essere analizzato.
Le operazioni si sono poi spostate presso lo stabilimento Saf, dove il materiale campionato è stato trasferito per la triturazione e per essere a quel punto trasferito presso i laboratori dell’Arpa Lazio.
Controlli non casuali, dicevamo. Da tempo infatti è in corso una inchiesta della Procura della Repubblica tesa ad acclarare se i lavori di miglioramento dell’impianto di Colfelice, costati milioni di euro, siano realmente serviti a migliorare la capacita di differenziare i rifiuti e la qualità della produzione di Cdr e di compost.
FROSINONE. GESTIONE RIFIUTI, PARLANO AMENDOLA E DE FALCO
Il Messaggero FR, 25.02.11 p.39
Potrebbe essere la fase conclusiva di una vicenda che si trascina da anni; il proprietario di immobili e terreni nei pressi dell'impianto, ha lamentato da sempre invivibilità provocata dalla dispersione di polvere di calcare, dal rumore, e da altri elementi.
Quando pareva che l'impianto avesse chiuso i battenti, decretando la fine della diatriba, ecco che appaiono nuovi gestori, intenzionati a rimettere in funzione l'impianto, demolendo le speranze della famiglia di M.N.. Oltre agli aspetti legati all'ambiente, già delicati, l'interesse degli inquirenti dalla cui bocca nulla trapela, potrebbero essersi incentrati su alcuni aspetti urbanistici, degni di nota.
Pare infatti che l'impianto originario, con i lavori per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità, sia stato considerato demolito e risarcito. L'abbattimento dei fabbricati, data la vicinanza col fiume Sacco, avrebbe impedito la loro ricostruzione, di fatto invece avvenuta, nonostante lamentele e denunce dei vicini. Il Magistrato della Procura frusinate, che riceverà a breve il corposo fascicolo, vorrà vederci chiaro, e non è escluso che si registreranno clamorosi sviluppi.
LAGO DI CANTERNO. ALLARME PER L'ABBASSAMENTO DEL LIVELLO
La Provincia FR 27.02.11 p.23
"Sono ormai anni che i Verdi Canterno e l'Associazione ambientalista Amici Lago di Canterno, lanciano il loro grido di allarme per il disastro ambientale ed economico che ogni anno avviene nel serbatoio di Canterno, a causa dell'indifferenza di chi è preposto al controllo di questo territorio". La denuncia arriva da Enzo Pirazzi, co-portavoce Verdi per la Costituente Ecologista Frosinone.
"In questi giorni l'Enel ha iniziato lo sfruttamento del serbatoio di Canterno ed è stato sufficiente abbassare il livello dell'acqua di 60 cm, per ridurre la lunghezza del serbatoio di 200 Mt. Ciò ha impedito che l'acqua raggiungesse la zona umida della riserva dove si sarebbe creato l'habitat naturale per la nidificazione e riproduzione degli uccelli acquatici.
A parere di Pirazzi "tutto ciò rappresenta anche un danno economico per le realtà turistiche ed economiche dei paesi Rivieraschi la cui unica fonte di guadagno è il turismo ecologico .
Noi Verdi chiediamo quando tempo occorre per capire che gli accordi per lo sfruttamento del serbatoio di Canterno devono essere rivisti perchè sono cambiate le condizioni del serbatoio stesso. Infatti svuotando annualmente il serbatoio di Canterno, si è dato modo alle sostanze limose e ai fanghi che provenivano dal fosso del Diluvio potessero raggiungere il centro del lago innalzando il fondo di circa 5 mt, riducendo di fatto la capacità di stoccaggio, tenendo presente che, originalmente la profondità del serbatoio era di 12 mt, quindi oggi si possono utilizzare solo 7 mt. Chiediamo se il valore che si ricava dallo sfruttamento del serbatoio è superiore al valore di una riserva naturale con i suoi 6 km di lunghezza e 500 mt di larghezza media con tutte le specie di uccelli che in essa vivono, con tutte le bellezze ambientali storiche e culturali che la circondano".
In azione carabinieri e tecnici Arpa
BLITZ SUI CAMION SAF: ANALISI SUL CDR INVIATO AL TERMOVALORIZZATORE
Il Messaggero FR, 25.02.11 p.39
Blitz dei carabinieri e dei tecnici dell’Arpa per verificare la qualità del materiale uscito dalla saf e diretto al termovalorizzatore di San Vittore. Mercoledì e giovedì, infatti, in località San Cesareo, a San Vittore del Lazio i militari della Compagnia di cassino dei carabinieri, unitamente al personale dell’Arpa Lazio, hanno proceduto al controllo degli autoarticolati provenienti dall’impianto della Saf (la Società Ambiente di Frosinone che gestisce l’impianto di selezione dei rifiuti a Colfelice). I camion erano carichi di cdr, il combustibile da rifiuto prodotto a Colfelice, e diretti all’impianto di termovalorizzazione della società Eall spa che si trova proprio a San Vittore del Lazio. I controlli non erano casuali, ma tesi a verificare la qualità del combustibile derivato da rifiuti. Per questo i tecnici dell’Arpa Lazio, l’Agenzia regionale per l’ambiente, hanno provveduto a prelevare dei campioni del materiale che è stato poi trasferito ai laboratori Arpa per essere analizzato.
Le operazioni si sono poi spostate presso lo stabilimento Saf, dove il materiale campionato è stato trasferito per la triturazione e per essere a quel punto trasferito presso i laboratori dell’Arpa Lazio.
Controlli non casuali, dicevamo. Da tempo infatti è in corso una inchiesta della Procura della Repubblica tesa ad acclarare se i lavori di miglioramento dell’impianto di Colfelice, costati milioni di euro, siano realmente serviti a migliorare la capacita di differenziare i rifiuti e la qualità della produzione di Cdr e di compost.
FROSINONE. GESTIONE RIFIUTI, PARLANO AMENDOLA E DE FALCO
Il Messaggero FR, 25.02.11 p.39
“La nuova gestione dei rifiuti” è il titolo del convegno che per tutta la giornata di oggi, al Multisala Sisto, aggiornerà gli addetti ai lavori sui mutamenti del Testo Unico in materia. «In quest’ultimo anno abbiamo assistito ad uno stravolgimento del quadro normativo - dice Roberto Mastracci, amministratore unico della Atena Consulting, la società che ha organizzato il convegno con Provincia e consorzio Asi - Questo convegno, quindi, era doveroso». La giornata si apre alle ore 9: da allora sul palco si alterneranno tecnici e magistrati che forniranno indicazioni su come sono cambiate le norme per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e il trattamento di siti da bonificare. Sono previsti gli interventi di Gianfranco Amendola, procuratore della Repubblica esperto in disciplina ambientale; Giuseppe De Falco e Luca Ramacci, magistrati; Mauro Sanna, chimico esperto in materia ambientale; Giuseppe Minnini, ricercatore per il Cnr.