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sabato 5 febbraio 2011

Rassegna stampa Valle del Sacco 05.02.11

ANAGNI, DISCARICA DI RADICINA. I CARABINIERI DEL NOE IN AZIONE.
La Provincia FR, 05.02.11, p. 21
Ieri mattina i Carabinieri del Noe, assieme al sottufficiale del Comando anagnino, si sono recati in Comune, dove hanno incontrato l'assessore all'Ambiente Guglielmo Retarvi. I militari avevano effettuato due sopralluoghi, a distanza di poche ore, alla ex discarica Radicina, la collina del mistero di cui ci siamo ampiamente occupati nelle pagine di giovedì scorso.
I Carabinieri del capitano Airoldi erano piuttosto bene informati sulle problematiche del sito ai margini della Macchia comunale, e l'assessore Retarvi ha di buon grado illustrato gli elementi in possesso del Comune. Soprattutto la documentazione che attesta come, contrariamente alla logica ed alla norma, gli enti provinciali dichiaravamo esplicitamente la non conoscenza della esistenza stessa di Radicina. Anche se, e Retarvi consegnava copia del documento, fu il presidente della regione Lazio Piero Badaloni, nella qualità di commissario, ad imporre agli anagnini la "consegna" dei cosiddetti "sovvalli" provenienti dai rifiuti prodotti dai 91 comuni ciociari.
Alla base della collina di rifiuti, fuoriuscendo non già dalla vasca di accumulo ma da ogni dove, scorre un torrente nero e denso, e pare che le analisi effettuate da un laboratorio specializzato, non abbiano convinto gli uomini dell'Arma, i quali verosimilmente stanno provvedendo ad analizzare il liquame per proprio conto. La buona notizia: grazie all'intervento dei militi, sarà possibile sollecitare la regione a predisporre adeguato programma di bonifica, inserendolo nell'apposito piano.
Nel 2004 il Comune chiese ed ottenne fondi per mettere in sicurezza l'adiacente sito delle Casermette; la gestione di Radicina spettava alla provincia ed ai suoi organi specifici (Reclas e successivi), ma pare che nulla risulti agli atti. 
SIGLATO IL PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ATTUAZIONE DEL “CONTRATTO DI FIUME” DEL FIUME COSA
La Provincia FR, 05.02.11, p.6
E' stato siglato questo pomeriggio presso la Sala Consiglio della Provincia di Frosinone il Protocollo d'intesa per l'attuazione del "Contratto di fiume" del fiume Cosa. Il protocollo ha lo scopo di concretizzare la riqualificazione di questo importante affluente del Sacco che attraversa molti comuni della provincia e, in particolare, il Capoluogo per oltre 13 chilometri. A siglarlo il Presidente della Provincia, Antonello Iannarilli; la XII Comunità Montana "Monti Ernici", i Sindaci di: Frosinone, Guarcino, Vico nel Lazio, Collepardo, Alatri, Veroli e Ceccano; l'Università degli Studi di Cassino, la Rete scolastica territoriale "Il fiume Cosa da problema a risorsa"; il Coordinamento delle associazioni per il parco urbano del fiume Cosa. Presenti al momento della firma, oltre al Presidente Iannarilli, il Sindaco di Frosinone, Michele Marini e tutti i sindaci e rappresentanti chiamati alla firma, anche l'Assessore provinciale Gianluca Quadrini, il Consigliere provinciale Giuseppe Patrizi e l'Assessore comunale di Frosinone, Francesco Raffa. «Si tratta di un'intesa molto importante - ha detto Iannarilli - perché prelude alla sottoscrizione del contratto di fiume per questa importante arteria idrica della nostra provincia che va salvaguardata e valorizzata con la consapevolezza che ognuno di noi ha maturato anche e soprattutto in seguito ai disastri che sappiamo dovuti all'inquinamento del fiume Sacco».

IBIDEM
Il Messaggero FR 05.02.11 p.33 - di Gianpaolo Russo
«Stiamo lavorando per realizzare il primo lotto del parco del fiume Cosa». Così l’assessore all’ambiente del comune di Frosinone, Francesco Raffa, nel giorno della firma sul Protocollo sul fiume Cosa siglato con i sette comuni che si affacciano sulle sue sponde, l’amministrazione provinciale, l’università di Cassino, la XII comunità Montana e varie associazioni, annuncia che il capoluogo ha avviato l’iter per realizzare il parco. Più tardi lo stesso primo cittadino, Michele Marini, ha spiegato come Frosinone sia alla guida di un progetto che comprende altre 10 città di altrettante nazioni d’Europa per presentare un piano ambientale in grado di essere finanziato dall’Unione Europea. «Puntiamo ad ottenere i primi 3 milioni di euro - ha dichiarato Marini - per iniziare a lavorare sul primo lotto da noi individuato tra De Matthaeis e viale Mazzini comprendente quindi l’area intorno all’ascensore inclinato. Qui vogliamo realizzare percorsi pedonali, piste ciclabili, aree fitness e dotare la città di spazi attrezzati. Tra un mese il piano sarà presentato quindi dovremmo attendere le decisioni dell’Unione Europea». Intanto anche in Ciociaria si lavora per un progetto più ampio che riguarda la salute del fiume dalle sorgenti alla foce. Il protocollo siglato ieri ha lo scopo di concretizzare la riqualificazione di questo importante affluente del Sacco che attraversa molti comuni della provincia e, in particolare, il Capoluogo per oltre 13 chilometri su complessivi 35 km. «Si tratta di un’intesa molto importante - ha detto il presidente della provincia Antonello Iannarilli - perché è fondamentale per promuovere lo sviluppo socio-economico di questa vasta e importante area della nostra provincia in senso turistico e culturale, e comunque compatibilmente con la salvaguardia dei luoghi ed il rispetto del loro ambiente».

COLLE LEPRE, BOMBA ECOLOGICA O BUFALA?
La Provincia FR, 05.02.11, p. 23
Colleferro, veleni da accertare e insidia dichiarata. Giovedì pomeriggio, nell'aula consiliare del comune di Colleferro, la seduta in sessione straordinaria dedicata alla "bomba ecologica" di Colle Lepre, un mortaretto forse fasullo ma dagli effetti dirompenti, ha rivelato la trama e la regia di un evento che un pizzico di prudenza avrebbe evitato. Il sindaco Mario Cacciotti ed i tecnici di indubbia capacità e competenza, peraltro estranei a qualsiasi diverso interesse, illustravano con dati e risultati alla mano, l'assurdità di una situazione che aveva logiche perverse da ricercarsi altrove, piuttosto che tra le zolle di terreni riscontrati privi di sostanze pericolose.
Le stesse opposizioni, che naturalmente svolgono il loro compito cercando di stuzzicare e sollecitare, apparivano in buona sostanza collaborative, ed era dal folto pubblico che si levavano voci, a dirla tutta una singola, a proferire improperi e minacce. Il personaggio, protagonista di video ed interviste che gli hanno dato una certa pratica nell'apparire, tanto da consigliare a chi scrive profilo e luce per l'obiettivo fotografico, è lo stesso che dichiara ed illustra fatti e circostanze che lo riguardano, fin dai primi episodi del 2005, dopo la morte delle povere mucche nell'anagnino Rio Mola Santa Maria.
Per stessa ammissione dell'uomo, la Rai avrebbe avuto in lui, paladino alla stregua del pastore seppellitore di ovini, fidato suggeritore per il servizio che ha riacceso i riflettori su un territorio che sta lavorando per risolvere problemi antichi. Il Commissario Di Palma faceva proiettare il video che illustra lo stato dei lavori di bonifica dell'enorme discarica sotterranea scoperta a Colleferro, e il tiepido procedere della sistemazione del depuratore consortile di Anagni, tessera essenziale per il regolare smaltimento di reflui civili ed industriali, essenziale alla programmazione di un futuro meno incerto.

IL SINDACO DI COLLEFERRO: “GLI ESAMI SUL LATTE E SULLE CARCASSE SONO RASSICURANTI”
La Provincia FR, 05.02.11, p. 23
"Quello che ci tranquillizza, che è stato messo anche per iscritto dalla Asl, è che gli esami fatti sul latte e sulle carcasse degli animali non hanno dato esiti allarmanti, non sono mai stati riscontrati agenti inquinanti chimici".
Il sindaco Mario Cacciotti, nel Consiglio comunale che aveva fatto convocare ieri sera, in seduta straordinaria, voluto per dare la massima informazione e trasparenza sulla notizia mandata in onda nei tg nazionali nei giorni scorsi sulla presunta moria di pecore di un allevatore locale, ha rassicurato sulla inconsistenza dell'allarme lanciato.
"Si tratta di un attacco mediatico - dice in proposito - fatto ai danni della città. Ma ora basta, reagiremo. Certi giornalisti, prima di sparare a zero, dovrebbero informarsi correttamente, verificando le notizie e raccogliendo anche i dati degli enti coinvolti nel caso".
Dello stesso avviso era stato il Commissario dell'Ufficio commissariale per l'emergenza della Valle del Sacco, Pierluigi Di Palma, intervenuto ieri sera, che aveva parlato di "mistificazione mediatica", in quanto l'azienda in questione "non c'entra niente con l'inquinamento della Valle del Sacco, quei terreni sono al di fuori dell'area perimetrata". Inoltre, "nel latte del suo bestiame non è mai stata trovata traccia di lindano".
Ha spiegato come la bonifica dell'area stia procedendo correttamente, che l'inquinamento è stato da tempo bloccato e che tra due anni verrà restituita alla collettività, completamente bonificata, tutta l'area industriale oggetto dei lavori. E nonostante ciò, il sindaco Cacciotti, per dare maggiori garanzie alla popolazione e tutelarla ulteriormente, ha chiesto al Commissario Di Palma di allargare la caratterizzazione sui terreni utilizzati dall'allevatore, i cui risultati sono previsti per giovedì prossimo.
"Terreni - spiega il Sindaco - che sono distanti 6 km dal fiume e nulla hanno a che vedere con l'area contaminata. Un inquinamento che, ci tengo a ricordare, risale agli anni '60 e non è stato provocato da questa Amministrazione, la quale, invece, ha portato ad avviare la bonifica, cosa che in 50 anni nessuno aveva fatto". Presenti alla seduta consiliare anche i responsabili della Asl, dei Dipartimenti di Veterinaria e di Igiene pubblica, dott.ri Micarelli e Blasetti, che hanno assicurato come i controlli sull'azienda in questione siano stati fatti regolarmente senza aver mai riscontrato nulla di insolito e che sugli animali morti negli ultimi cinque anni, oggi denunciati dall'allevatore, non sia mai stata rilevata traccia di pesticidi, metalli pesanti etc. e quindi non c'è mai stato motivo di allarme. Il dott. Blasetti, inoltre, essendo stato sollevato l'argomento, ha voluto anche sottolineare che per quanto riguarda le acque potabili i controlli sono costanti e sistematici e non sono mai stati ravvisati problemi legati all'inquinamento del Sacco. Non solo i pozzi comunali sono costantemente sottoposti a controllo, ma per maggiore sicurezza della popolazione del territorio è stato fatto un censimento di tutti i pozzi e le sorgenti presenti nei comuni di Colleferro, Gavignano, Segni e dei paesi a sud della provincia di Frosinone. Il controllo delle acque, dunque, è sistematico e non desta alcuna preoccupazione. Al termine del Consiglio, infine, è stato approvato un ordine del giorno nel quale, tra le altre cose, si chiede "l'istituzione di un Tavolo a cadenza mensile con l'Autorità commissariale, la Asl, l'Ufficio Veterinario, atto a verificare l'azione di bonifica attualmente in essere sul nostro territorio attraverso la Commissione consiliare competente".

Ecco la notizia quotidiana, 05.02.11
“Durante l’intervista del TG1 è stato chiaramente evidenziato che fatti riferiti erano accaduti anni fa e che nulla avevano a che fare con l’episodio delle pecore morte del quale ad oggi, tra l’altro, non conosciamo i particolari se non quelli riportati dalla stampa e tv.
I tempi televisivi ed il montaggio, cosa non dipesa di certo dalla nostra volontà, hanno fatto sì che venissero assimilati due episodi, legati sì al territorio di Colleferro, ma nettamente distanti per motivi spazio temporali andando così a creare , probabilmente, dubbi e perplessità che non sono alla base del nostro modo di lavorare. I fatti descritti, e da noi a suo tempo denunciati, riguardavano l’inquinamento del Fiume Sacco, e sono da riferirsi , ripetiamo, ad episodi avvenuti anni fa per l’accertamento dei quali è in corso una indagine della Magistratura – spiega Lupicuti.
Scopo di tutto ciò non era certo quello di voler aumentare l’allarmismo, soprattutto alla luce dei lavori della bonifica in atto di Fosso Cupo, ma di continuare a pretendere informazioni dettagliate e corrette su ciò che è realmente avvenuto in passato e ciò che costantemente avviene sul nostro territorio. A nostro parere notizie come quelle degli ovini morti, dei quali (ripetiamo) siamo a conoscenza solo per ciò che riportato dai mass media, non avrebbero questa vasta eco se si fosse da anni adoprata una politica di massima trasparenza che non è di certo quella della pacca sulle spalle tipo “va tutto bene”, ma non è neanche quella dell’allarmismo sfrenato e incontrollato, portando a conoscenza dei fatti nella loro realtà anche l’ultimo dei cittadini e non solo una ristretta cerchia di addetti ai lavori. La chiarezza è essenziale anche perché ci troviamo in un territorio dove piccole e medie aziende, già massacrate dai fatti avvenuti in passato, tentano con grande fatica una difficile ripresa che episodi come quelli avvenuti nella proprietà del pastore colleferrino, non aiutano di certo.
Siamo certi di aver chiarito la nostra posizione netta e precisa: accertamento dei fatti passati, comunicazione tempestiva e capillare degli sviluppi. A tal proposito, ricordiamo l’istituzione da parte della Amministrazione di Colleferro di un importantissimo organo di trasparenza e controllo quale l’Osservatorio Ambientale di cui la nostra Associazione era parte integrante, giusta via comunicativa tra politica e cittadini. Non riusciamo a comprendere come mai di esso non vi sia più traccia”.