RESTA DA VEDERE CHI DOVRA' RIFONDERE I CIRCA 212 MILIONI DI EURO DI MUTUI CONCESSI AL CONSORZIO
MENTRE IL GIP LI SCAGIONA, LA CORTE DEI CONTI FISSA L'UDIENZA


Quotidiano sera 02.12.2010, p. 1 - di Giulio Iannone
COLLEFERRO- In questi giorni a tenere banco è la notizia relativa all’atto di citazione che la Corte dei Conti Regionale del Lazio ha emesso, il 9 Novembre scorso, nei confronti di nove persone tra ex amministratori, membri del collegio sindacale e consulenti del Consorzio Gaia, chiamati a risarcire all'Erario, al Consorzio Gaia e ai Comuni consorziati, la somma complessiva di 212 milioni 683 mila euro. L’udienza presso la Corte dei Conti è fissata per il 22 Febbraio 2011 alle ore 9,30; quel giorno dovranno comparire di fronte alla Corte: Roberto Scaglione, Livio Fantei, Pinuccio Colleo, Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti, Mattia Papaleo.
Meraviglia un po’ il fatto che il “faldone” di 50 pagine dell’atto di citazione, di cui sopra, è stato distribuito a piene mani ai giornalisti di tutte le testate del Lazio (noi compresi), mentre non è stato ti - che va nella direzione di dare risposte concrete ai cittadini nel settore ambientale. La questione della rimozione dell’amianto è una tematica importante che serve a tutelare la salute pubblica, a fare qualcosa di indispensabile per il risanamento e la salvaguardia dell'ambiente”. Criteri e modalità dettagliate di erogazione dei contributi ed i requisiti per poterne beneficiare sono nel Bando pubblicato sul sito del Comune (www. comune. colleferro. rm.it) e reperibile presso l'U.R.P., insieme alla modulistica relativa. Per informazioni: Ufficio Ambiente tel. 06/97203270, 06/97203239. Grossi tubi d’amianto facile procurarsi il Decreto di archiviazione emesso, il giorno prima (8 Novembre), dal Gip del Tribunale di Velletri che, già in sede di udienza penale preliminare, ha escluso quelle medesime responsabilità nei confronti di sei delle nove persone convocate dalla Corte dei Conti.
Cerchiamo di fare chiarezza. Quello della Corte dei Conti non è una condanna ma semplicemente un atto di citazione nel quale, anche e soprattutto alla luce delle indagini effettuate dalla Procura di Velletri, si chiede la restituzione di somme erogate da Cassa Depositi e Prestiti, dal Consorzio Gaia e dai Comuni consorziati per determinati interventi (per un totale di oltre 212 milioni di euro), ma successivamente utilizzati per altro. In quei 212 milioni di euro rientrano: i mutui erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti per finalità non realizzate, i compensi per consulenze date a terzi che potevano essere effettuate da personale interno, la (supposta) falsa relazione di perizia di stima patrimoniale, l’acquisizione delle Società Sari Spa e Fema Sud srl, l’operazione Ecofarm, il preliminare dell’acquisto del “Cubo” ed altre operazioni effettuate tra le società facenti parte del Gruppo Gaia. Per tutte queste fattispecie, il Gip del Tribunale di Velletri, l’8 Novembre ha accolto la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero nei confronti di Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti, Mattia Papaleo ed altre 16 persone che erano indagate per i medesimi fatti ai quali fa riferimento l’atto di citazione della Corte dei Conti. In questo modo, i presupposti sui quali si basa la citazione della Corte dei Conti, svaniscono nel nulla, almeno per sei dei nove convocati…
Stupisce che nel “faldone” della Corte non si faccia mai riferimento al fortissimo indebitamento del Gaia causato dall’insolvenza dei Comuni consorziati e/o serviti. In quel “faldone” (che abbiamo letto attentamente prima di riferirne in questo articolo), le prime dieci pagine si riferiscono ad oltre l’80% dei 212 milioni, “addebitati” per intero all’allora Presidente del Cda Roberto Scaglione, ed in solido con lui a Pinuccio Colleo e Livio Fantei. Le successive 7 pagine sono invece dedicate alla supposta falsità della perizia di stima patrimoniale redatta da Domenico Frasca, perizia a suo tempo approvata dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio sindacale, nei confronti dei quali, per tale atto, non è stata mai avanzata alcuna ipotesi di responsabilità, né da parte della Corte dei Conti, né da parte della giustizia penale (come sarebbe stato lecito attendersi alla luce di quanto disposto dall’art. 115 del Testo Unico degli Enti Locali che regolamenta la trasformazione delle aziende speciali in Spa)… In quella perizia i termovalorizzatori venivano stimati meno di quanto, oggi, alla terza gara andata deserta, vengono stimati dall’odierno commissario straordinario; la discarica (di proprietà del Comune di Colleferro) veniva stimata zero in quanto non di proprietà, mentre all’ultima gara del commissario Lolli viene valutata una 10 milioni di euro…
Sarà forse per questo che le gare vanno deserte…? Ad ogni buon conto nelle 7 pagine di cui sopra La Corte ipotizza un (ormai evidentemente improbabile) recupero di denaro «non superiore ai compensi ricevuti per l’attività di consulente del consorzio » (un milione e 100mila euro).
Ai rimanenti amministratori e membri del collegio sindacale la Corte addebiterebbe un importo non inferiore ad una annualità di compensi (siamo sull’ordine delle decine di migliaia di euro). Ne risulta che i tre che non sono stati scagionati dall’indagine penale (Roberto Scaglione, Pinuccio Colleo e Livio Fantei) dovranno “rifondere”, secondo la Cassa Depositi e Prestiti oltre 211 milioni di euro… Non ci sembra una ipotesi percorribile… Viene invece da tornare con i piedi per terra e chiedersi qual è oggi la reale situazione in cui versa il Consorzio Gaia; dalla quella patrimoniale, a quella ambientale, passando per quella occupazionale… Questi sono i problemi veri... 


GAIA, SPARITI IN TRE ANNI QUASI 400 MILIARDI DI VECCHIE LIRE
Dalla bufera si salvano Vincenzo Rossetti e i suoi consiglieri di amministrazione

La città Metropolitana, 3.12.10 p.17 - di Francesco Strangio
Ammonterebbe a 212.683.378 euro il danno erariale commesso dagli amministratori del Gaia, tra il 2002 e la fine del 2005, nei confronti dello Stato, del Consorzio Gaia e ai comuni consorziati. A certificarlo il vice procutare generale, della Corte dei Conti dottor Massimo Di Stefano che ha citato in giudizio (la prima udienza si terrà il 22 febbraio 2011) nei confronti di Roberto Scaglione, Livio Fantei, Pinuccio Colleo,Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti, Mattia Papaleo “per ivi sentirisi condannati a risarcire ...” Una montagna di soldi (quasi quanto il debito accumulato negli anni ) che sarebbe stata sottratta attraverso un vorticoso giro di fatture false, di compravendita di società decotte e sopravvalutate, di consulenze milionarie (in euro) e operazioni contrattuali fittizie. Dalla tempesta giudiziaria si salvano Vincenzo Rossetti, Maurizio Bondatti, Oreste Gentili, Andrea Pizzicori, e Gianpiero Rinaldi poichè “ hanno assunto la carica il 29 dicembre 2004. Infatti i comportamenti a cui le varie voci di danno vanno casualmente riferiti sono stati posti in essere per la maggior parte, specialmente per quanto attiene ai mutui della Cassa Depositi e Prestiti, in epoca anteriore.... la scoperta degli illeciti dello Scaglione, nel breve periodo in cui i nuovi amministratori sono stati in carica, si era resa possibile solo in epoca successiva all’arresto dello Scaglione stesso avvenuto nell’ottobre 2005, per fatti diversi da quelli oggetto del presente atto di citazione.... pertanto l’azione di responsabilità non avrà corso nei confronti dei citati amministratori.” Di diverso parere la Procura nei confronti dei consiglieri di amministrazione Loreto Ruggeri e Luigi Sposi ai quali addebita una “responsabilità sussidiaria rispetto a qualla di Scaglione... che hanno determinato il danno per la distrazione dei mutui della Cassa Depositi e Prestiti dalla loro destinazione per effettive spese di investimento ed il conseguente danno alla stessa Cassa e al Ministero dell’economia, nonchè dello stesso Consorzio Gaia, per la situazione di insolvenza venutasi successivamente a determinare... ad essi va rimproverato di non aver esercitato il potere di controllo che comunque compete aglia amministratori, anche nel caso che i poteri di gestione siano delelgati... la notevole entità economica degli illeciti e il loro carattere abnorme bastano da soli ad evidenziare che essi avrebbero potuto essere impediti da una attenta vigilanza... infine una responsabilità sussidiaria va ascritta agli amministratori, o titolari degli uffici di controllo o di revisione del Consorzio Gaia....per non aver impedito, mediante l’esercizio dei loro poteri di controllo il prodursi dei danni in questione.” Un papello, di 43 pagine quello della Corte dei Conti che riscostruisce, minuziosamente ogni passaggio delle azioni illecite consumatesi tra il 2002 e il 200. Appena tre anni di gestione, ma sufficienti a far sparire, secondo la corte, quasi quattrocentomiliardi di vecchie lire, senza che alcuno abbia mosso un dito per denunciare le ruberie, continue (sempre secondo la Corte dei Conti) perpretate ai danni dei cittadini e dei lavoratori del Consorzio. Vengono in mente le parole dell’onorevole Carella che nei mesi scorsi aveva denunciato il pericolo di infiltrazione delle mafie nel territorio della Valle del Sacco e di Colleferro in particolare. Ma di cosa si può parlare se non di “mafie” davanti a fatti del genere, qualora venissero confermati? Anzi, questi signori, sono stati più efficienti. Dubito che operazioni ascritte alle mafie siano o sono più produttive di quanto sono stati coloro che sono stati citati ingiudizio per risarcire la collettività dal danno arrecato per ben quattrocento miliardi di vecchie lire (un miliardo e mezzo l’anno di utile al netto delle tasse e delle imposte). Nel frattempo, però a rimetterci sono i lavoratori, le loro famiglie, la società civile in generale che oggi si ritrovano a lottare per salvare il loro posto di lavoro e il loro futuro. Si ritovano a lottare per il pagamento degli stipendi e a sperare che l’azienda venga salvata da qualcuno. Magari più onesto, più responsabile, più umano. Non sappiamo quale sarà la sorte di Gaia. Di certo è responsabilità, non solo del Commissario, ma anche dei soci (i comuni) riprendere in mano la situazione, in maniera trasparente e, sopratutto pubblica, e cercare di salvare quello che rimane di un progetto che aveva nelle sue intenzioni (che rimangono valide) la gestione di un comparto industriale ed ambientale che di prosettive sicuramente ne ha. Ma ci vorrebbero dei Soci/Amministratori con le ...palle. I lettori mi scuseranno per quest’ultima licenza, ma quando ce vo ce vo.


VISCOLUBE CECCANO, AZIENDA LEADER PER AMBIENTE E SICUREZZA