In questi ultimi giorni le notizie di rilievo sul fronte ambientale sono state così numerose che, nonostante il costante allargamento quantitativo e qualitativo della redazione, abbiamo faticato a seguirle.
Una tantum, dunque, offriamo ai lettori una rassegna stampa cumulativa, articolata per temi (e tuttora in elaborazione), che ha dovuto sacrificare le notizie di secondo e terzo piano.
UNA DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE DEL 4.12.10 IMPEGNA LA REGIONE LAZIO AD ACQUISTARE LA SELVA DI PALIANO
SVOLTA PER IL FUTURO DEL PARCO NATURALE DI PALIANO: LA GESTIONE SARA' PUBBLICA.
LA REGIONE: "COMPRIAMO LA SELVA"
Il Messaggero Fr 5.12.10 p.41 - di Annalisa Maggi
Il prossimo futuro de La Selva di Paliano è in mano alla Regione Lazio. Ieri pomeriggio la giunta regionale del Lazio, contestualmente alla manovra finanziaria, ha approvato una delibera riguardante il futuro dell’oasi verde ideata negli anni Settanta da Antonello Ruffo di Calabria e poi abbandonata all’incuria; per anni ‘il polmone verde della Ciociaria è stata preda di bracconieri, vandali, ridotta a prato per le pecore, fino alla riapertura di una porzione dell’ex Parco Uccelli, avvenuta lo scorso 1 maggio, grazie ad un lavoro sinergico tra l’Agenzia Regionale Parchi e il comune di Paliano. “Abbiamo votato oggi (ieri ndr) in giunta una delibera per acquisire La Selva di Paliano. È un provvedimento di cui si parla da tanti anni – ha annunciato la presidente della Regione Lazio Renata Polverini nel corso della presentazione del bilancio e della finanziaria 2010, - ma noi in soli 7 mesi siamo riusciti a mettere fine a questa vicenda”. Nelle parole della Polverini si intuisce l’iter di un percorso di tutela de La Selva che sta per approdare nella dichiarazione di monumento naturale in sintonia con la strategia di rilancio dell’area pensata dall’amministrazione comunale guidata da Maurizio Sturvi. “Si tratta di un’oasi, di un monumento naturale talmente straordinario - ha precisato la presidente della Regione - che riteniamo possa essere tutelato solo se gestito da un soggetto pubblico, e la Regione potrà farlo nel migliore dei modi”. Non sono state indicate le cifre necessarie per acquisire l’area da tempo in mano alle banche che hanno avviato una procedura giudiziaria in corso, ma è logico pensare che il prossimo passo sia la soluzione finanziaria del problema. A dire il vero, la prima giunta regionale ad interessarsi da La Selva per riscattarla dal degrado fu quella guidata da Piero Marrazzo che, nella primavera del 2009, insieme al presidente della Fondazione Fulco Ruffo di Calabria, Antonello Ruffo di Calabria, presentò le proposte per la tutela e il rilancio della Selva di Paliano attraverso la temporanea scelta dell’allora esecutivo regionale di prendere in affitto circa 40 ettari della ben più vasta tenuta. Cinque mesi più tardi Marrazzo si dimise dall’incarico ma il progetto-Selva è andato avanti ed ha trovato nella giunta Sturvi, insediatasi nel frattempo, un interlocutore convinto della necessità di liberare l’oasi dal problema degli speculatori, in quanto oggetto di periodiche aste giudiziarie. Alla luce delle dichiarazioni della Polverini pare che le intenzioni di blindare l’area stiano per trasformarsi in realtà.
Il prossimo futuro de La Selva di Paliano è in mano alla Regione Lazio. Ieri pomeriggio la giunta regionale del Lazio, contestualmente alla manovra finanziaria, ha approvato una delibera riguardante il futuro dell’oasi verde ideata negli anni Settanta da Antonello Ruffo di Calabria e poi abbandonata all’incuria; per anni ‘il polmone verde della Ciociaria è stata preda di bracconieri, vandali, ridotta a prato per le pecore, fino alla riapertura di una porzione dell’ex Parco Uccelli, avvenuta lo scorso 1 maggio, grazie ad un lavoro sinergico tra l’Agenzia Regionale Parchi e il comune di Paliano. “Abbiamo votato oggi (ieri ndr) in giunta una delibera per acquisire La Selva di Paliano. È un provvedimento di cui si parla da tanti anni – ha annunciato la presidente della Regione Lazio Renata Polverini nel corso della presentazione del bilancio e della finanziaria 2010, - ma noi in soli 7 mesi siamo riusciti a mettere fine a questa vicenda”. Nelle parole della Polverini si intuisce l’iter di un percorso di tutela de La Selva che sta per approdare nella dichiarazione di monumento naturale in sintonia con la strategia di rilancio dell’area pensata dall’amministrazione comunale guidata da Maurizio Sturvi. “Si tratta di un’oasi, di un monumento naturale talmente straordinario - ha precisato la presidente della Regione - che riteniamo possa essere tutelato solo se gestito da un soggetto pubblico, e la Regione potrà farlo nel migliore dei modi”. Non sono state indicate le cifre necessarie per acquisire l’area da tempo in mano alle banche che hanno avviato una procedura giudiziaria in corso, ma è logico pensare che il prossimo passo sia la soluzione finanziaria del problema. A dire il vero, la prima giunta regionale ad interessarsi da La Selva per riscattarla dal degrado fu quella guidata da Piero Marrazzo che, nella primavera del 2009, insieme al presidente della Fondazione Fulco Ruffo di Calabria, Antonello Ruffo di Calabria, presentò le proposte per la tutela e il rilancio della Selva di Paliano attraverso la temporanea scelta dell’allora esecutivo regionale di prendere in affitto circa 40 ettari della ben più vasta tenuta. Cinque mesi più tardi Marrazzo si dimise dall’incarico ma il progetto-Selva è andato avanti ed ha trovato nella giunta Sturvi, insediatasi nel frattempo, un interlocutore convinto della necessità di liberare l’oasi dal problema degli speculatori, in quanto oggetto di periodiche aste giudiziarie. Alla luce delle dichiarazioni della Polverini pare che le intenzioni di blindare l’area stiano per trasformarsi in realtà.
SVOLTA IN NEGATIVO PER LA TURBOGAS DI COLLEFERRO - ARTENA
REGIONE, PROVINCIA E COMUNE SI RIUNISCONO SEPARATAMENTE E CONFERMANO LE AUTORIZZAZIONI PER L'IMPIANTO COLLEFERRINO, CON BUONA PACE DELLE PROMESSE DI CONCERTAZIONE CON LA CITTADINANZA DA PARTE DEL SINDACO DI COLLEFERRO
ALBERTO VALLERIANI: RETUVASA DENUNCIA QUANTO AVVENUTO, LA LOTTA CONTINUA
dice Alberto Valleriani, presidente di Retuvasa
Cinque giorni 03.12.2010, p. 3
di Carmine Seta
Il tentativo di riaprire una vicenda già conclusa sul piano formale delle autorizzazioni rischia di fallire ancor prima di cominciare. La denuncia arriva dalla Rete per la tutela della Valle del Sacco che si lamenta per la mancata convocazione al tavolo istituzionale sulla costruzione della nuova centrale Turbogas al IV Chilometro, tra Colleferro e Artena. «Ci aspettavamo in un momento così decisivo per le sorti di questa vicenda un’attenzione particolare da parte delle istituzioni coinvolte - dice Alberto Valleriani, presidente di Retuvasa
-. Ancora una volta siamo stati esclusi e tenuti da parte insieme ai comitati cittadini interessati direttamente da questa costruzione».
L'incontro a cui si fa riferimento si è tenuto martedì scorso in Regione alla presenza del sindaco Mario Cacciotti e di rappresentati della Provincia. Nel corso della riunione, la Regione, viste le carte e le analisi degli Istituti di ricerca, ha confermato la correttezza dell’iter autorizzativo fin qui espletato rimandando i presenti a un ulteriore incontro che dovrebbe tenersi la prossima settimana. «L’ultimo» secondo il sindaco Cacciotti, che annuncia già l’archiviazione del caso. «Entro Natale dovrà essere tutto concluso -dice il primo cittadino -. Abbiamo ripercorso a ritroso l’iter autorizzativo confermando la correttezza di tutte le autorizzazioni. Quella in costruzione sarà una centrale a minor impatto - aggiunge Cacciotti - in sostituzione di quella vecchia esistente ormai obsoleta».
In termini economici il feedback analitico, secondo i dati riportati da Retuvasa, «è costato alle tasche dei cittadini 21.500 euro», totale di spese per le consulenze commissionate al Cnr e all’Università La Sapienza negli ultimi quindici giorni. Consulenze che avrebbero confermato sostanzialmente quanto riportato nella Valutazione d’impatto ambientale (Via) già presentata. In pratica la nuova centrale avrebbe un impatto minore sul centro urbano colleferrino anche in virtù della maggiore distanza dall’insediamento industriale casilino. Un dato contestato in toto dalle associazioni locali che chiedono maggior tutela per le aree residenziali del IV Chilometro.
«Si continua a parlare di Colleferro ma nessuno fa riferimento alla popolazione residente del IV Chilometro - spiega ancora Valleriani -. La stessa analisi degli enti di ricerca, per cui sono stati spesi soldi pubblici a giochi ormai fatti, conferma che non ci sono grandi effetti benefici per l’area urbana colleferrina. Continuiamo a pensare che questa centrale non faccia assolutamente bene a questo territorio - aggiunge - e ci batteremo fino all’ultimo nelle sedi opportune per far valere le nostre ragioni».
VALMONTONE E ARTENA UNITE CONTRO LA TURBOGAS
I comuni vicino a Colleferro si oppongono al progetto
Cinque giorni, 4.12.2010, p. 3 - di Carmine Seta Petrichella
Il comitato intercomunale composto da amministratori ed ex consiglieri ha già raccolto migliaia di firme. Il sindaco artenese impedisce con una delibera il passaggio dell’elettrodotto. Mi opporrò al passaggio del metanodotto e dell’elettrodotto. Una costruzione che inquina e che insiste su un’area a vincolo archeologico. Il patto, per il momento, è frutto di un'allenza a livello associativo denominata "Comitato No Turbogas", di cui è presidente Luciano Attiani di Sinistra e Libertà. Ma ben presto il sodalizio potrebbe germogliare anche in ambito istituzionale. Gli unici atti ufficiali provengono dal Comune di Artena che lo scorso 5 ottobre con una deliberazione di Consiglio si è opposto al passaggio del metanodotto e dell'elettrodotto nel proprio territorio promuovendo una serie di manifestazioni per dire no al progetto. Anche gli ex consiglieri uscenti del Pd di Valmontone hanno però detto no alla nuova centrale del IV Chilometro, proponendolo come uno dei punti fermi del nascente programma elettorale.
Ne è nata un'allenza, con tanto di adesioni e firme di petizioni popolari. Ieri sera si è svolto a Valmontone l'ennesimo incontro per raccogliere un numero ancora più grande di consensi. Tra i presenti Luciano Attiani, l'ex consigliere del Pd Roberto Pizzuti, il sindaco di Artena Mario Petrichella e il dottor Iacono, esperto di chimica ambientale. Tanti i cittadini partecipanti provenienti per lo più dal IV Chilometro dove continuano, nonostante le restrizioni formali del Consiglio comunale colleferrino, i lavori di scavo per far posto posto alla «mega centrale». E' la grandezza dell'impianto uno dei punti più discussi all'interno del movimento di protesta. «Non riusciamo a capire - ha detto Pizzuti - perchè vogliono costruire una centrale più grande rispetto a quella precedente. Noi crediamo - ha aggunto l'ex consigliere di Valmontone - che dietro ci siano ancora una volta interessi economici forti che arricchirebbero per lo più un'azienda del nord. Anche noi di Valmontone siamo purtroppo interessati da questa centrale perchè vogliono costruircela proprio a confine con Artena e ci opporremo in tutti i modi alla prosecuzione dei lavori». Chi si è opposto già con atti concreti è il sindaco Petrichella che ha lanciato ieri una nuova sfida alle altre istituzioni. «Non so quali accordi siano stati presi – ha detto il sindaco - Per quanto mi riguarda io la mia decisione l'ho presa: niente elettrodotto e metanodotto ad Artena. C'è una delibera che lo vieta. E' una costruzione che inquina - ha spiegato ancora il sindaco - e che per di più insiste in un'area con il vincolo archeologico. Quanto all'impianto, continuo a rimanere dell'idea che a questo territorio non serva una portata energetica di quella dimensione». Difficile che i cori di protesta possano raggiungere i territori esterni all'asse casilino ma da ieri il comitato contro la Turbogas ha qualche convinzione in più in vista delle prossime battaglie. «Vogliamo far valere la voce di tutti i cittadini che ci sostengono - ha detto il presidente Attiani - Abbiamo già presentato 1000 firme al presidente della Provincia Zingaretti e contiamo molto sulle battaglie del sindaco Petrichella. Spero che anche da Colleferro possa sentirci qualcuno. Non siamo contrari alla Turbogas di per sè - ha aggiunto - ma alla portata di quell'impianto pensato per far lucrare più di qualcuno».
L'ISPEZIONE DI CARABINIERI E ARPA ALL'AZIENDA VITIVINCOLA DI COSIMO AD ANAGNI
LA COSTITUZIONE DELL'OSSERVATORIO AMBIENTE PRESSO LA PROVINCIA DI FROSINONE
Ciociaria oggi 3.12.10 p.3 Mezza pagina taglio alto
TITOLO: AMBIENTE, DEBUTTA L'OSSERVATORIO. Storico summit in Provincia. De Angelis: presto il regolamento
IL SERVIZIO DI RS RETUVASA, 4.12.10: Ieri, durante la riunione dell'Osservatorio, molte associazioni e comitati hanno presentato adesione formale. Lunedì 13 dicembre alle 17 si definirà il Regolamento. A seguire, alla prima data utile si cominceranno ad affrontare le tematiche più urgenti. In primis il Piano Regionale dei Rifiuti, dietro proposta dell'assessore De Angelis. Retuvasa, come riferito dal coordinatore provinciale Francesco Bearzi, ha richiesto di discutere a breve la questione dell'opportuno sviluppo del fotovoltaico e delle biomasse, sottolineando i rischi in termini agro-ambientali di un'errata promozione del primo e a maggior ragione delle seconde.
LA SAF SOTTO ACCUSA PER I MIASMI DELL'IMPIANTO DI CDR DI COLFELICE
Il Messaggero FR 4.12.10 pp.37 (prima) e 39
La Saf (che gestisce l’impianto per il riciclaggio dei rifiuti a Colfelice) non ci sta, e ribadisce che il fetore che invade i Comuni limitrofi non dipende da lei. Intanto sale la protesta degli abitanti che abitano nei paesi vicini.
Nel frattempo l’assessore provinciale all’Ambiente, Fabio De Angelis, alla luce di una recente ispezione della Asl tra Roccasecca e Colfelice, ha denunciato alla Procura e alla Regione il pessimo funzionamento dell’impianto Saf.Se qualcuno nega che l’aria puzza a Colfelice e nei paesi vicini (dove arriva per via dei venti) allora io sono un pazzo e, come me, sono pazzi migliaia di cittadini». E’ un fiume in piena uno dei medici che l’altra mattina, all’ospedale di Pontecorvo, ha segnalato i miasmi provenienti dalla discarica di Cerreto e da Colfelice (lì dove la Saf gestisce l’impianto di smaltimento dei rifiuti).
Proprio ieri, infatti, la Saf, venuta a conoscenza del sopralluogo eseguito dal dottor Giovanni Carbone, responsabile di Igiene e Sanità Pubblica del distretto D (Cassino-Pontecorvo), ha affidato al suo presidente, Cesare Fardelli e al suo direttore tecnico, Roberto Suppressa, una dettagliata risposta in cui non si risparmiano accuse proprio all’operato del dottor Carbone il quale aveva ipotizzato che “l’inconveniente igienico-sanitario è verosimilmente ascrivibile a problemi di tipo tecnico-organizzativo nel processo di trattamento dei rifiuti tra cui si può ipotizzare: una precoce apertura delle biocelle, il disfunzionamento dei filtri delle biocelle, una insufficiente aereazione della massa con incompleta ossidazione e mineralizzazione della sostanza organica, una ridotta potenzialità dell’impianto”.
Ma proprio qui si focalizza la risposta dei vertici dell’impianto: «La Saf - scrivono Fardelli e Suppressa - afferma la totale estraneità rispetto a tutte le accuse, forse troppo superficialmente rivolte, evidenziando che i controlli svolti non hanno mai segnalato alcuna anomalia dell’impianto». A tal proposito la Saf indica una serie di controlli, eseguiti dal 2009 ad oggi dall’Arpa (ma sull’Arpa, come noto, ci sono indagini in corso, ndR) e dalla stessa Asl, in cui le conclusioni sono più o meno identiche: “non si avvertono odori/esalazioni molesti ma semplicemente odori caratteristici relative alle tipologie di lavorazioni dei rifiuti”.
Quindi l’affondo della Saf: «Ma ciò che lascia davvero sconcertati è il fatto che notizie così pesanti vengano diffuse in modo così superficiale da soggetti che hanno responsabilità di tipo amministrativo. Le affermazioni del dott. Carbone sono gravissime nella misura in cui afferma che i controlli effettuati sono stati svolti senza il necessario rigore procedimentale, senza avere contezza dell’esito di eventuali precedenti controlli svolti dagli organi competenti, senza aver nemmeno formalmente comunicato l’avvio di alcun procedimento a carico della Saf».
Peccato, però, che i vertici della Saf dimenticano che il dottor Carbone è, non solo Ufficiale sanitario, ma anche Ufficiale di pubblica sicurezza e, pertanto, può agire ed intervenire di propria iniziativa. E il responsabile del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica si è mosso di fronte ad una realtà palese e nota a tutti. O meglio, nota alle migliaia di persone che abitano nei Comuni vicini meno (evidentemente) che a Fardelli e a Suppressa. E allora, oltre a chiarire la loro posizione, perchè non indicano quale è la causa di tale fetore?
Intanto un primo effetto c’è stato: l’assessore provinciale all’Ambiente, Fabio De Angelis, letta la relazione del dottor Carbone, ha subito inoltrato una denuncia alla Procura della Repubblica e alla Regione, rimarcando il cattivo funzionamento dell’impianto di Colfelice. «C’è in gioco la salute di un intero comprensorio, di oltre 15 mila persone. Non è più tollerabile che si continui a far finta di nulla» conclude l’assessore Fabio De Angelis.
LA RICHIESTA DI DANNI ALLA EX DIRIGENZA GAIA DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI
CONTRIBUTI PER RIMUOVERE E SMALTIRE TUTTO L’AMIANTO
Colleferro. Il Comune stanzia i fondi per bonificare
Quotidiano Sera, 2.12.10 p. 1
«Ci aspettavamo in un momento così decisivo per le sorti di questa vicenda un’attenzione particolare da parte delle istituzioni coinvolte
Ancora una volta siamo stati esclusi e tenuti da parte insieme ai comitati cittadini interessati direttamente da questa costruzione»dice Alberto Valleriani, presidente di Retuvasa
Cinque giorni 03.12.2010, p. 3
di Carmine Seta
Il tentativo di riaprire una vicenda già conclusa sul piano formale delle autorizzazioni rischia di fallire ancor prima di cominciare. La denuncia arriva dalla Rete per la tutela della Valle del Sacco che si lamenta per la mancata convocazione al tavolo istituzionale sulla costruzione della nuova centrale Turbogas al IV Chilometro, tra Colleferro e Artena. «Ci aspettavamo in un momento così decisivo per le sorti di questa vicenda un’attenzione particolare da parte delle istituzioni coinvolte - dice Alberto Valleriani, presidente di Retuvasa
-. Ancora una volta siamo stati esclusi e tenuti da parte insieme ai comitati cittadini interessati direttamente da questa costruzione».
L'incontro a cui si fa riferimento si è tenuto martedì scorso in Regione alla presenza del sindaco Mario Cacciotti e di rappresentati della Provincia. Nel corso della riunione, la Regione, viste le carte e le analisi degli Istituti di ricerca, ha confermato la correttezza dell’iter autorizzativo fin qui espletato rimandando i presenti a un ulteriore incontro che dovrebbe tenersi la prossima settimana. «L’ultimo» secondo il sindaco Cacciotti, che annuncia già l’archiviazione del caso. «Entro Natale dovrà essere tutto concluso -dice il primo cittadino -. Abbiamo ripercorso a ritroso l’iter autorizzativo confermando la correttezza di tutte le autorizzazioni. Quella in costruzione sarà una centrale a minor impatto - aggiunge Cacciotti - in sostituzione di quella vecchia esistente ormai obsoleta».
In termini economici il feedback analitico, secondo i dati riportati da Retuvasa, «è costato alle tasche dei cittadini 21.500 euro», totale di spese per le consulenze commissionate al Cnr e all’Università La Sapienza negli ultimi quindici giorni. Consulenze che avrebbero confermato sostanzialmente quanto riportato nella Valutazione d’impatto ambientale (Via) già presentata. In pratica la nuova centrale avrebbe un impatto minore sul centro urbano colleferrino anche in virtù della maggiore distanza dall’insediamento industriale casilino. Un dato contestato in toto dalle associazioni locali che chiedono maggior tutela per le aree residenziali del IV Chilometro.
«Si continua a parlare di Colleferro ma nessuno fa riferimento alla popolazione residente del IV Chilometro - spiega ancora Valleriani -. La stessa analisi degli enti di ricerca, per cui sono stati spesi soldi pubblici a giochi ormai fatti, conferma che non ci sono grandi effetti benefici per l’area urbana colleferrina. Continuiamo a pensare che questa centrale non faccia assolutamente bene a questo territorio - aggiunge - e ci batteremo fino all’ultimo nelle sedi opportune per far valere le nostre ragioni».
VALMONTONE E ARTENA UNITE CONTRO LA TURBOGAS
I comuni vicino a Colleferro si oppongono al progetto
Cinque giorni, 4.12.2010, p. 3 - di Carmine Seta Petrichella
Il comitato intercomunale composto da amministratori ed ex consiglieri ha già raccolto migliaia di firme. Il sindaco artenese impedisce con una delibera il passaggio dell’elettrodotto. Mi opporrò al passaggio del metanodotto e dell’elettrodotto. Una costruzione che inquina e che insiste su un’area a vincolo archeologico. Il patto, per il momento, è frutto di un'allenza a livello associativo denominata "Comitato No Turbogas", di cui è presidente Luciano Attiani di Sinistra e Libertà. Ma ben presto il sodalizio potrebbe germogliare anche in ambito istituzionale. Gli unici atti ufficiali provengono dal Comune di Artena che lo scorso 5 ottobre con una deliberazione di Consiglio si è opposto al passaggio del metanodotto e dell'elettrodotto nel proprio territorio promuovendo una serie di manifestazioni per dire no al progetto. Anche gli ex consiglieri uscenti del Pd di Valmontone hanno però detto no alla nuova centrale del IV Chilometro, proponendolo come uno dei punti fermi del nascente programma elettorale.
Ne è nata un'allenza, con tanto di adesioni e firme di petizioni popolari. Ieri sera si è svolto a Valmontone l'ennesimo incontro per raccogliere un numero ancora più grande di consensi. Tra i presenti Luciano Attiani, l'ex consigliere del Pd Roberto Pizzuti, il sindaco di Artena Mario Petrichella e il dottor Iacono, esperto di chimica ambientale. Tanti i cittadini partecipanti provenienti per lo più dal IV Chilometro dove continuano, nonostante le restrizioni formali del Consiglio comunale colleferrino, i lavori di scavo per far posto posto alla «mega centrale». E' la grandezza dell'impianto uno dei punti più discussi all'interno del movimento di protesta. «Non riusciamo a capire - ha detto Pizzuti - perchè vogliono costruire una centrale più grande rispetto a quella precedente. Noi crediamo - ha aggunto l'ex consigliere di Valmontone - che dietro ci siano ancora una volta interessi economici forti che arricchirebbero per lo più un'azienda del nord. Anche noi di Valmontone siamo purtroppo interessati da questa centrale perchè vogliono costruircela proprio a confine con Artena e ci opporremo in tutti i modi alla prosecuzione dei lavori». Chi si è opposto già con atti concreti è il sindaco Petrichella che ha lanciato ieri una nuova sfida alle altre istituzioni. «Non so quali accordi siano stati presi – ha detto il sindaco - Per quanto mi riguarda io la mia decisione l'ho presa: niente elettrodotto e metanodotto ad Artena. C'è una delibera che lo vieta. E' una costruzione che inquina - ha spiegato ancora il sindaco - e che per di più insiste in un'area con il vincolo archeologico. Quanto all'impianto, continuo a rimanere dell'idea che a questo territorio non serva una portata energetica di quella dimensione». Difficile che i cori di protesta possano raggiungere i territori esterni all'asse casilino ma da ieri il comitato contro la Turbogas ha qualche convinzione in più in vista delle prossime battaglie. «Vogliamo far valere la voce di tutti i cittadini che ci sostengono - ha detto il presidente Attiani - Abbiamo già presentato 1000 firme al presidente della Provincia Zingaretti e contiamo molto sulle battaglie del sindaco Petrichella. Spero che anche da Colleferro possa sentirci qualcuno. Non siamo contrari alla Turbogas di per sè - ha aggiunto - ma alla portata di quell'impianto pensato per far lucrare più di qualcuno».
L'ISPEZIONE DI CARABINIERI E ARPA ALL'AZIENDA VITIVINCOLA DI COSIMO AD ANAGNI
ANAGNI. ISPEZIONE DI CARABINIERI E ARPA IERI AGLI IMPIANTI DELL'AZIENDA VITIVINICOLA DI COSIMO.
VOX POPULI PLAUDE ALL'AZIONE DEGLI UOMINI AL COMANDO DEL CAPITANO AIROLDI
Ciociaria oggi 3.12.10 p.21LA COSTITUZIONE DELL'OSSERVATORIO AMBIENTE PRESSO LA PROVINCIA DI FROSINONE
FROSINONE. OGGI ALLE 18 A PALAZZO GRAMSCI PRIMA RIUNIONE OPERATIVA DELL'OSSERVATORIO AMBIENTE PROVINCIALE.
FABIO DE ANGELIS: UN FATTO STORICO PER IL FRUSINATE LA COSTITUZIONE DELL'OSSERVATORIO LO SCORSO 19 NOVEMBRECiociaria oggi 3.12.10 p.3 Mezza pagina taglio alto
TITOLO: AMBIENTE, DEBUTTA L'OSSERVATORIO. Storico summit in Provincia. De Angelis: presto il regolamento
IL SERVIZIO DI RS RETUVASA, 4.12.10: Ieri, durante la riunione dell'Osservatorio, molte associazioni e comitati hanno presentato adesione formale. Lunedì 13 dicembre alle 17 si definirà il Regolamento. A seguire, alla prima data utile si cominceranno ad affrontare le tematiche più urgenti. In primis il Piano Regionale dei Rifiuti, dietro proposta dell'assessore De Angelis. Retuvasa, come riferito dal coordinatore provinciale Francesco Bearzi, ha richiesto di discutere a breve la questione dell'opportuno sviluppo del fotovoltaico e delle biomasse, sottolineando i rischi in termini agro-ambientali di un'errata promozione del primo e a maggior ragione delle seconde.
LA SAF SOTTO ACCUSA PER I MIASMI DELL'IMPIANTO DI CDR DI COLFELICE
MIASMI A COLFELICE. LA SAF SOTTO ACCUSA POLEMIZZA CON ASL E ASSESSORATO PROVINCIALE ALL'AMBIENTE. FABIO DE ANGELIS DENUNCIA IL CATTIVO FUNZIONAMENTO DELL'IMPIANTO DI COLFELICE
Il Messaggero FR 4.12.10 pp.37 (prima) e 39
La Saf (che gestisce l’impianto per il riciclaggio dei rifiuti a Colfelice) non ci sta, e ribadisce che il fetore che invade i Comuni limitrofi non dipende da lei. Intanto sale la protesta degli abitanti che abitano nei paesi vicini.
Nel frattempo l’assessore provinciale all’Ambiente, Fabio De Angelis, alla luce di una recente ispezione della Asl tra Roccasecca e Colfelice, ha denunciato alla Procura e alla Regione il pessimo funzionamento dell’impianto Saf.Se qualcuno nega che l’aria puzza a Colfelice e nei paesi vicini (dove arriva per via dei venti) allora io sono un pazzo e, come me, sono pazzi migliaia di cittadini». E’ un fiume in piena uno dei medici che l’altra mattina, all’ospedale di Pontecorvo, ha segnalato i miasmi provenienti dalla discarica di Cerreto e da Colfelice (lì dove la Saf gestisce l’impianto di smaltimento dei rifiuti).
Proprio ieri, infatti, la Saf, venuta a conoscenza del sopralluogo eseguito dal dottor Giovanni Carbone, responsabile di Igiene e Sanità Pubblica del distretto D (Cassino-Pontecorvo), ha affidato al suo presidente, Cesare Fardelli e al suo direttore tecnico, Roberto Suppressa, una dettagliata risposta in cui non si risparmiano accuse proprio all’operato del dottor Carbone il quale aveva ipotizzato che “l’inconveniente igienico-sanitario è verosimilmente ascrivibile a problemi di tipo tecnico-organizzativo nel processo di trattamento dei rifiuti tra cui si può ipotizzare: una precoce apertura delle biocelle, il disfunzionamento dei filtri delle biocelle, una insufficiente aereazione della massa con incompleta ossidazione e mineralizzazione della sostanza organica, una ridotta potenzialità dell’impianto”.
Ma proprio qui si focalizza la risposta dei vertici dell’impianto: «La Saf - scrivono Fardelli e Suppressa - afferma la totale estraneità rispetto a tutte le accuse, forse troppo superficialmente rivolte, evidenziando che i controlli svolti non hanno mai segnalato alcuna anomalia dell’impianto». A tal proposito la Saf indica una serie di controlli, eseguiti dal 2009 ad oggi dall’Arpa (ma sull’Arpa, come noto, ci sono indagini in corso, ndR) e dalla stessa Asl, in cui le conclusioni sono più o meno identiche: “non si avvertono odori/esalazioni molesti ma semplicemente odori caratteristici relative alle tipologie di lavorazioni dei rifiuti”.
Quindi l’affondo della Saf: «Ma ciò che lascia davvero sconcertati è il fatto che notizie così pesanti vengano diffuse in modo così superficiale da soggetti che hanno responsabilità di tipo amministrativo. Le affermazioni del dott. Carbone sono gravissime nella misura in cui afferma che i controlli effettuati sono stati svolti senza il necessario rigore procedimentale, senza avere contezza dell’esito di eventuali precedenti controlli svolti dagli organi competenti, senza aver nemmeno formalmente comunicato l’avvio di alcun procedimento a carico della Saf».
Peccato, però, che i vertici della Saf dimenticano che il dottor Carbone è, non solo Ufficiale sanitario, ma anche Ufficiale di pubblica sicurezza e, pertanto, può agire ed intervenire di propria iniziativa. E il responsabile del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica si è mosso di fronte ad una realtà palese e nota a tutti. O meglio, nota alle migliaia di persone che abitano nei Comuni vicini meno (evidentemente) che a Fardelli e a Suppressa. E allora, oltre a chiarire la loro posizione, perchè non indicano quale è la causa di tale fetore?
Intanto un primo effetto c’è stato: l’assessore provinciale all’Ambiente, Fabio De Angelis, letta la relazione del dottor Carbone, ha subito inoltrato una denuncia alla Procura della Repubblica e alla Regione, rimarcando il cattivo funzionamento dell’impianto di Colfelice. «C’è in gioco la salute di un intero comprensorio, di oltre 15 mila persone. Non è più tollerabile che si continui a far finta di nulla» conclude l’assessore Fabio De Angelis.
LA RICHIESTA DI DANNI ALLA EX DIRIGENZA GAIA DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI
ANCORA SUI DANNI RICHIESTI AI DIRIGENTI DI GAIA
RESTA DA VEDERE CHI DOVRA' RIFONDERE I CIRCA 212 MILIONI DI EURO DI MUTUI CONCESSI AL CONSORZIO
MENTRE IL GIP LI SCAGIONA, LA CORTE DEI CONTI FISSA L'UDIENZA
Quotidiano sera 02.12.2010, p. 1 - di Giulio Iannone
COLLEFERRO- In questi giorni a tenere banco è la notizia relativa all’atto di citazione che la Corte dei Conti Regionale del Lazio ha emesso, il 9 Novembre scorso, nei confronti di nove persone tra ex amministratori, membri del collegio sindacale e consulenti del Consorzio Gaia, chiamati a risarcire all'Erario, al Consorzio Gaia e ai Comuni consorziati, la somma complessiva di 212 milioni 683 mila euro. L’udienza presso la Corte dei Conti è fissata per il 22 Febbraio 2011 alle ore 9,30; quel giorno dovranno comparire di fronte alla Corte: Roberto Scaglione, Livio Fantei, Pinuccio Colleo, Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti, Mattia Papaleo.
Meraviglia un po’ il fatto che il “faldone” di 50 pagine dell’atto di citazione, di cui sopra, è stato distribuito a piene mani ai giornalisti di tutte le testate del Lazio (noi compresi), mentre non è stato ti - che va nella direzione di dare risposte concrete ai cittadini nel settore ambientale. La questione della rimozione dell’amianto è una tematica importante che serve a tutelare la salute pubblica, a fare qualcosa di indispensabile per il risanamento e la salvaguardia dell'ambiente”. Criteri e modalità dettagliate di erogazione dei contributi ed i requisiti per poterne beneficiare sono nel Bando pubblicato sul sito del Comune (www. comune. colleferro. rm.it) e reperibile presso l'U.R.P., insieme alla modulistica relativa. Per informazioni: Ufficio Ambiente tel. 06/97203270, 06/97203239. Grossi tubi d’amianto facile procurarsi il Decreto di archiviazione emesso, il giorno prima (8 Novembre), dal Gip del Tribunale di Velletri che, già in sede di udienza penale preliminare, ha escluso quelle medesime responsabilità nei confronti di sei delle nove persone convocate dalla Corte dei Conti.
Cerchiamo di fare chiarezza. Quello della Corte dei Conti non è una condanna ma semplicemente un atto di citazione nel quale, anche e soprattutto alla luce delle indagini effettuate dalla Procura di Velletri, si chiede la restituzione di somme erogate da Cassa Depositi e Prestiti, dal Consorzio Gaia e dai Comuni consorziati per determinati interventi (per un totale di oltre 212 milioni di euro), ma successivamente utilizzati per altro. In quei 212 milioni di euro rientrano: i mutui erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti per finalità non realizzate, i compensi per consulenze date a terzi che potevano essere effettuate da personale interno, la (supposta) falsa relazione di perizia di stima patrimoniale, l’acquisizione delle Società Sari Spa e Fema Sud srl, l’operazione Ecofarm, il preliminare dell’acquisto del “Cubo” ed altre operazioni effettuate tra le società facenti parte del Gruppo Gaia. Per tutte queste fattispecie, il Gip del Tribunale di Velletri, l’8 Novembre ha accolto la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero nei confronti di Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti, Mattia Papaleo ed altre 16 persone che erano indagate per i medesimi fatti ai quali fa riferimento l’atto di citazione della Corte dei Conti. In questo modo, i presupposti sui quali si basa la citazione della Corte dei Conti, svaniscono nel nulla, almeno per sei dei nove convocati…
Stupisce che nel “faldone” della Corte non si faccia mai riferimento al fortissimo indebitamento del Gaia causato dall’insolvenza dei Comuni consorziati e/o serviti. In quel “faldone” (che abbiamo letto attentamente prima di riferirne in questo articolo), le prime dieci pagine si riferiscono ad oltre l’80% dei 212 milioni, “addebitati” per intero all’allora Presidente del Cda Roberto Scaglione, ed in solido con lui a Pinuccio Colleo e Livio Fantei. Le successive 7 pagine sono invece dedicate alla supposta falsità della perizia di stima patrimoniale redatta da Domenico Frasca, perizia a suo tempo approvata dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio sindacale, nei confronti dei quali, per tale atto, non è stata mai avanzata alcuna ipotesi di responsabilità, né da parte della Corte dei Conti, né da parte della giustizia penale (come sarebbe stato lecito attendersi alla luce di quanto disposto dall’art. 115 del Testo Unico degli Enti Locali che regolamenta la trasformazione delle aziende speciali in Spa)… In quella perizia i termovalorizzatori venivano stimati meno di quanto, oggi, alla terza gara andata deserta, vengono stimati dall’odierno commissario straordinario; la discarica (di proprietà del Comune di Colleferro) veniva stimata zero in quanto non di proprietà, mentre all’ultima gara del commissario Lolli viene valutata una 10 milioni di euro…
Sarà forse per questo che le gare vanno deserte…? Ad ogni buon conto nelle 7 pagine di cui sopra La Corte ipotizza un (ormai evidentemente improbabile) recupero di denaro «non superiore ai compensi ricevuti per l’attività di consulente del consorzio » (un milione e 100mila euro).
Ai rimanenti amministratori e membri del collegio sindacale la Corte addebiterebbe un importo non inferiore ad una annualità di compensi (siamo sull’ordine delle decine di migliaia di euro). Ne risulta che i tre che non sono stati scagionati dall’indagine penale (Roberto Scaglione, Pinuccio Colleo e Livio Fantei) dovranno “rifondere”, secondo la Cassa Depositi e Prestiti oltre 211 milioni di euro… Non ci sembra una ipotesi percorribile… Viene invece da tornare con i piedi per terra e chiedersi qual è oggi la reale situazione in cui versa il Consorzio Gaia; dalla quella patrimoniale, a quella ambientale, passando per quella occupazionale… Questi sono i problemi veri...
GAIA, SPARITI IN TRE ANNI QUASI 400 MILIARDI DI VECCHIE LIRE
Dalla bufera si salvano Vincenzo Rossetti e i suoi consiglieri di amministrazione
La città Metropolitana, 3.12.10 p.17 - di Francesco Strangio
Ammonterebbe a 212.683.378 euro il danno erariale commesso dagli amministratori del Gaia, tra il 2002 e la fine del 2005, nei confronti dello Stato, del Consorzio Gaia e ai comuni consorziati. A certificarlo il vice procutare generale, della Corte dei Conti dottor Massimo Di Stefano che ha citato in giudizio (la prima udienza si terrà il 22 febbraio 2011) nei confronti di Roberto Scaglione, Livio Fantei, Pinuccio Colleo,Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti, Mattia Papaleo “per ivi sentirisi condannati a risarcire ...” Una montagna di soldi (quasi quanto il debito accumulato negli anni ) che sarebbe stata sottratta attraverso un vorticoso giro di fatture false, di compravendita di società decotte e sopravvalutate, di consulenze milionarie (in euro) e operazioni contrattuali fittizie. Dalla tempesta giudiziaria si salvano Vincenzo Rossetti, Maurizio Bondatti, Oreste Gentili, Andrea Pizzicori, e Gianpiero Rinaldi poichè “ hanno assunto la carica il 29 dicembre 2004. Infatti i comportamenti a cui le varie voci di danno vanno casualmente riferiti sono stati posti in essere per la maggior parte, specialmente per quanto attiene ai mutui della Cassa Depositi e Prestiti, in epoca anteriore.... la scoperta degli illeciti dello Scaglione, nel breve periodo in cui i nuovi amministratori sono stati in carica, si era resa possibile solo in epoca successiva all’arresto dello Scaglione stesso avvenuto nell’ottobre 2005, per fatti diversi da quelli oggetto del presente atto di citazione.... pertanto l’azione di responsabilità non avrà corso nei confronti dei citati amministratori.” Di diverso parere la Procura nei confronti dei consiglieri di amministrazione Loreto Ruggeri e Luigi Sposi ai quali addebita una “responsabilità sussidiaria rispetto a qualla di Scaglione... che hanno determinato il danno per la distrazione dei mutui della Cassa Depositi e Prestiti dalla loro destinazione per effettive spese di investimento ed il conseguente danno alla stessa Cassa e al Ministero dell’economia, nonchè dello stesso Consorzio Gaia, per la situazione di insolvenza venutasi successivamente a determinare... ad essi va rimproverato di non aver esercitato il potere di controllo che comunque compete aglia amministratori, anche nel caso che i poteri di gestione siano delelgati... la notevole entità economica degli illeciti e il loro carattere abnorme bastano da soli ad evidenziare che essi avrebbero potuto essere impediti da una attenta vigilanza... infine una responsabilità sussidiaria va ascritta agli amministratori, o titolari degli uffici di controllo o di revisione del Consorzio Gaia....per non aver impedito, mediante l’esercizio dei loro poteri di controllo il prodursi dei danni in questione.” Un papello, di 43 pagine quello della Corte dei Conti che riscostruisce, minuziosamente ogni passaggio delle azioni illecite consumatesi tra il 2002 e il 200. Appena tre anni di gestione, ma sufficienti a far sparire, secondo la corte, quasi quattrocentomiliardi di vecchie lire, senza che alcuno abbia mosso un dito per denunciare le ruberie, continue (sempre secondo la Corte dei Conti) perpretate ai danni dei cittadini e dei lavoratori del Consorzio. Vengono in mente le parole dell’onorevole Carella che nei mesi scorsi aveva denunciato il pericolo di infiltrazione delle mafie nel territorio della Valle del Sacco e di Colleferro in particolare. Ma di cosa si può parlare se non di “mafie” davanti a fatti del genere, qualora venissero confermati? Anzi, questi signori, sono stati più efficienti. Dubito che operazioni ascritte alle mafie siano o sono più produttive di quanto sono stati coloro che sono stati citati ingiudizio per risarcire la collettività dal danno arrecato per ben quattrocento miliardi di vecchie lire (un miliardo e mezzo l’anno di utile al netto delle tasse e delle imposte). Nel frattempo, però a rimetterci sono i lavoratori, le loro famiglie, la società civile in generale che oggi si ritrovano a lottare per salvare il loro posto di lavoro e il loro futuro. Si ritovano a lottare per il pagamento degli stipendi e a sperare che l’azienda venga salvata da qualcuno. Magari più onesto, più responsabile, più umano. Non sappiamo quale sarà la sorte di Gaia. Di certo è responsabilità, non solo del Commissario, ma anche dei soci (i comuni) riprendere in mano la situazione, in maniera trasparente e, sopratutto pubblica, e cercare di salvare quello che rimane di un progetto che aveva nelle sue intenzioni (che rimangono valide) la gestione di un comparto industriale ed ambientale che di prosettive sicuramente ne ha. Ma ci vorrebbero dei Soci/Amministratori con le ...palle. I lettori mi scuseranno per quest’ultima licenza, ma quando ce vo ce vo.
VISCOLUBE CECCANO, AZIENDA LEADER PER AMBIENTE E SICUREZZA
MENTRE IL GIP LI SCAGIONA, LA CORTE DEI CONTI FISSA L'UDIENZA
Quotidiano sera 02.12.2010, p. 1 - di Giulio Iannone
COLLEFERRO- In questi giorni a tenere banco è la notizia relativa all’atto di citazione che la Corte dei Conti Regionale del Lazio ha emesso, il 9 Novembre scorso, nei confronti di nove persone tra ex amministratori, membri del collegio sindacale e consulenti del Consorzio Gaia, chiamati a risarcire all'Erario, al Consorzio Gaia e ai Comuni consorziati, la somma complessiva di 212 milioni 683 mila euro. L’udienza presso la Corte dei Conti è fissata per il 22 Febbraio 2011 alle ore 9,30; quel giorno dovranno comparire di fronte alla Corte: Roberto Scaglione, Livio Fantei, Pinuccio Colleo, Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti, Mattia Papaleo.
Meraviglia un po’ il fatto che il “faldone” di 50 pagine dell’atto di citazione, di cui sopra, è stato distribuito a piene mani ai giornalisti di tutte le testate del Lazio (noi compresi), mentre non è stato ti - che va nella direzione di dare risposte concrete ai cittadini nel settore ambientale. La questione della rimozione dell’amianto è una tematica importante che serve a tutelare la salute pubblica, a fare qualcosa di indispensabile per il risanamento e la salvaguardia dell'ambiente”. Criteri e modalità dettagliate di erogazione dei contributi ed i requisiti per poterne beneficiare sono nel Bando pubblicato sul sito del Comune (www. comune. colleferro. rm.it) e reperibile presso l'U.R.P., insieme alla modulistica relativa. Per informazioni: Ufficio Ambiente tel. 06/97203270, 06/97203239. Grossi tubi d’amianto facile procurarsi il Decreto di archiviazione emesso, il giorno prima (8 Novembre), dal Gip del Tribunale di Velletri che, già in sede di udienza penale preliminare, ha escluso quelle medesime responsabilità nei confronti di sei delle nove persone convocate dalla Corte dei Conti.
Cerchiamo di fare chiarezza. Quello della Corte dei Conti non è una condanna ma semplicemente un atto di citazione nel quale, anche e soprattutto alla luce delle indagini effettuate dalla Procura di Velletri, si chiede la restituzione di somme erogate da Cassa Depositi e Prestiti, dal Consorzio Gaia e dai Comuni consorziati per determinati interventi (per un totale di oltre 212 milioni di euro), ma successivamente utilizzati per altro. In quei 212 milioni di euro rientrano: i mutui erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti per finalità non realizzate, i compensi per consulenze date a terzi che potevano essere effettuate da personale interno, la (supposta) falsa relazione di perizia di stima patrimoniale, l’acquisizione delle Società Sari Spa e Fema Sud srl, l’operazione Ecofarm, il preliminare dell’acquisto del “Cubo” ed altre operazioni effettuate tra le società facenti parte del Gruppo Gaia. Per tutte queste fattispecie, il Gip del Tribunale di Velletri, l’8 Novembre ha accolto la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero nei confronti di Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti, Mattia Papaleo ed altre 16 persone che erano indagate per i medesimi fatti ai quali fa riferimento l’atto di citazione della Corte dei Conti. In questo modo, i presupposti sui quali si basa la citazione della Corte dei Conti, svaniscono nel nulla, almeno per sei dei nove convocati…
Stupisce che nel “faldone” della Corte non si faccia mai riferimento al fortissimo indebitamento del Gaia causato dall’insolvenza dei Comuni consorziati e/o serviti. In quel “faldone” (che abbiamo letto attentamente prima di riferirne in questo articolo), le prime dieci pagine si riferiscono ad oltre l’80% dei 212 milioni, “addebitati” per intero all’allora Presidente del Cda Roberto Scaglione, ed in solido con lui a Pinuccio Colleo e Livio Fantei. Le successive 7 pagine sono invece dedicate alla supposta falsità della perizia di stima patrimoniale redatta da Domenico Frasca, perizia a suo tempo approvata dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio sindacale, nei confronti dei quali, per tale atto, non è stata mai avanzata alcuna ipotesi di responsabilità, né da parte della Corte dei Conti, né da parte della giustizia penale (come sarebbe stato lecito attendersi alla luce di quanto disposto dall’art. 115 del Testo Unico degli Enti Locali che regolamenta la trasformazione delle aziende speciali in Spa)… In quella perizia i termovalorizzatori venivano stimati meno di quanto, oggi, alla terza gara andata deserta, vengono stimati dall’odierno commissario straordinario; la discarica (di proprietà del Comune di Colleferro) veniva stimata zero in quanto non di proprietà, mentre all’ultima gara del commissario Lolli viene valutata una 10 milioni di euro…
Sarà forse per questo che le gare vanno deserte…? Ad ogni buon conto nelle 7 pagine di cui sopra La Corte ipotizza un (ormai evidentemente improbabile) recupero di denaro «non superiore ai compensi ricevuti per l’attività di consulente del consorzio » (un milione e 100mila euro).
Ai rimanenti amministratori e membri del collegio sindacale la Corte addebiterebbe un importo non inferiore ad una annualità di compensi (siamo sull’ordine delle decine di migliaia di euro). Ne risulta che i tre che non sono stati scagionati dall’indagine penale (Roberto Scaglione, Pinuccio Colleo e Livio Fantei) dovranno “rifondere”, secondo la Cassa Depositi e Prestiti oltre 211 milioni di euro… Non ci sembra una ipotesi percorribile… Viene invece da tornare con i piedi per terra e chiedersi qual è oggi la reale situazione in cui versa il Consorzio Gaia; dalla quella patrimoniale, a quella ambientale, passando per quella occupazionale… Questi sono i problemi veri...
GAIA, SPARITI IN TRE ANNI QUASI 400 MILIARDI DI VECCHIE LIRE
Dalla bufera si salvano Vincenzo Rossetti e i suoi consiglieri di amministrazione
La città Metropolitana, 3.12.10 p.17 - di Francesco Strangio
Ammonterebbe a 212.683.378 euro il danno erariale commesso dagli amministratori del Gaia, tra il 2002 e la fine del 2005, nei confronti dello Stato, del Consorzio Gaia e ai comuni consorziati. A certificarlo il vice procutare generale, della Corte dei Conti dottor Massimo Di Stefano che ha citato in giudizio (la prima udienza si terrà il 22 febbraio 2011) nei confronti di Roberto Scaglione, Livio Fantei, Pinuccio Colleo,Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti, Mattia Papaleo “per ivi sentirisi condannati a risarcire ...” Una montagna di soldi (quasi quanto il debito accumulato negli anni ) che sarebbe stata sottratta attraverso un vorticoso giro di fatture false, di compravendita di società decotte e sopravvalutate, di consulenze milionarie (in euro) e operazioni contrattuali fittizie. Dalla tempesta giudiziaria si salvano Vincenzo Rossetti, Maurizio Bondatti, Oreste Gentili, Andrea Pizzicori, e Gianpiero Rinaldi poichè “ hanno assunto la carica il 29 dicembre 2004. Infatti i comportamenti a cui le varie voci di danno vanno casualmente riferiti sono stati posti in essere per la maggior parte, specialmente per quanto attiene ai mutui della Cassa Depositi e Prestiti, in epoca anteriore.... la scoperta degli illeciti dello Scaglione, nel breve periodo in cui i nuovi amministratori sono stati in carica, si era resa possibile solo in epoca successiva all’arresto dello Scaglione stesso avvenuto nell’ottobre 2005, per fatti diversi da quelli oggetto del presente atto di citazione.... pertanto l’azione di responsabilità non avrà corso nei confronti dei citati amministratori.” Di diverso parere la Procura nei confronti dei consiglieri di amministrazione Loreto Ruggeri e Luigi Sposi ai quali addebita una “responsabilità sussidiaria rispetto a qualla di Scaglione... che hanno determinato il danno per la distrazione dei mutui della Cassa Depositi e Prestiti dalla loro destinazione per effettive spese di investimento ed il conseguente danno alla stessa Cassa e al Ministero dell’economia, nonchè dello stesso Consorzio Gaia, per la situazione di insolvenza venutasi successivamente a determinare... ad essi va rimproverato di non aver esercitato il potere di controllo che comunque compete aglia amministratori, anche nel caso che i poteri di gestione siano delelgati... la notevole entità economica degli illeciti e il loro carattere abnorme bastano da soli ad evidenziare che essi avrebbero potuto essere impediti da una attenta vigilanza... infine una responsabilità sussidiaria va ascritta agli amministratori, o titolari degli uffici di controllo o di revisione del Consorzio Gaia....per non aver impedito, mediante l’esercizio dei loro poteri di controllo il prodursi dei danni in questione.” Un papello, di 43 pagine quello della Corte dei Conti che riscostruisce, minuziosamente ogni passaggio delle azioni illecite consumatesi tra il 2002 e il 200. Appena tre anni di gestione, ma sufficienti a far sparire, secondo la corte, quasi quattrocentomiliardi di vecchie lire, senza che alcuno abbia mosso un dito per denunciare le ruberie, continue (sempre secondo la Corte dei Conti) perpretate ai danni dei cittadini e dei lavoratori del Consorzio. Vengono in mente le parole dell’onorevole Carella che nei mesi scorsi aveva denunciato il pericolo di infiltrazione delle mafie nel territorio della Valle del Sacco e di Colleferro in particolare. Ma di cosa si può parlare se non di “mafie” davanti a fatti del genere, qualora venissero confermati? Anzi, questi signori, sono stati più efficienti. Dubito che operazioni ascritte alle mafie siano o sono più produttive di quanto sono stati coloro che sono stati citati ingiudizio per risarcire la collettività dal danno arrecato per ben quattrocento miliardi di vecchie lire (un miliardo e mezzo l’anno di utile al netto delle tasse e delle imposte). Nel frattempo, però a rimetterci sono i lavoratori, le loro famiglie, la società civile in generale che oggi si ritrovano a lottare per salvare il loro posto di lavoro e il loro futuro. Si ritovano a lottare per il pagamento degli stipendi e a sperare che l’azienda venga salvata da qualcuno. Magari più onesto, più responsabile, più umano. Non sappiamo quale sarà la sorte di Gaia. Di certo è responsabilità, non solo del Commissario, ma anche dei soci (i comuni) riprendere in mano la situazione, in maniera trasparente e, sopratutto pubblica, e cercare di salvare quello che rimane di un progetto che aveva nelle sue intenzioni (che rimangono valide) la gestione di un comparto industriale ed ambientale che di prosettive sicuramente ne ha. Ma ci vorrebbero dei Soci/Amministratori con le ...palle. I lettori mi scuseranno per quest’ultima licenza, ma quando ce vo ce vo.
VISCOLUBE CECCANO, AZIENDA LEADER PER AMBIENTE E SICUREZZA
SEI ANNI SENZA INCIDENTI. LA VISCOLUBE, AZIENDA RIGENERATRICE DI OLI ESAUSTI, DIRETTA DALL'ING. MARCO MICHELI, DELEGATO AMBIENTE E SICUREZZA DI CONFINDUSTRIA FROSINONE, SI IMPONE COME LEADER PER SICUREZZA E AMBIENTE
Il Tempo FR 3.12.10
COLLEFERRO. IL BANDO DEL COMUNE PER LO SMALTIMENTO AMIANTO
CONTRIBUTI PER RIMUOVERE E SMALTIRE TUTTO L’AMIANTO
Colleferro. Il Comune stanzia i fondi per bonificare
Quotidiano Sera, 2.12.10 p. 1
Il Comune stanzia dei fondi per la bonifica da amianto. Allo scopo di incentivare la rimozione e lo smaltimento delle coperture in materiale contenente amianto nel territorio comunale, l’Amministrazione ha previsto infatti l’erogazione di 50.000 euro in contributi ai cittadini per effettuare tali interventi. Per potervi accedere è necessario presentare apposita domanda all’Ufficio Protocollo del Comune entro le ore 12 del 31 Gennaio 2011. In base alle domande pervenute sarà stilata una graduatoria e gli aventi diritto potranno ricevere ben il 70 per cento della spesa sostenuta al netto di Iva, per un importo complessivo non superiore ad Euro 1.500 e 4.000 a seconda della tipologia di fabbricato. «E’ uno degli interventi che avevamo promesso - spiega il sindaco Mario Cacciotti - che va nella direzione di dare risposte concrete ai cittadini nel settore ambientale. La questione della rimozione dell’amianto è una tematica importante che serve a tutelare la salute pubblica, a fare qualcosa di indispensabile per il risanamento e la salvaguardia dell'ambiente”. Criteri e modalità dettagliate di erogazione dei contributi ed i requisiti per poterne beneficiare sono nel Bando pubblicato sul sito del Comune (www. comune. colleferro. rm.it) e reperibile presso l'U.R.P., insieme alla modulistica relativa. Per informazioni: Ufficio Ambiente tel. 06/97203270, 06/97203239.
«La Commissione Mobilità del Consiglio regionale ha dato parere favorevole alla delibera dell'assessore regionale Francesco Lollobrigida che stanzia importanti risorse per migliorare le condizioni delle migliaia di pendolari che ogni giorno utilizzano i mezzi del trasporto pubblico locale».
Lo dichiara con una nota Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale del Lazio.
«Si tratta - spiega Abbruzzese - di 2,5 milioni di euro per il biennio 2011-2012 finalizzati all'allestimento di ‘Uffici mobili' sui principali nodi di scambio di tutto il territorio regionale, per dare informazioni in tempo reale agli utenti e, nello stesso tempo, per accogliere le loro osservazioni o segnalazioni in merito alle problematiche del servizio, al fine di poterlo migliorare. Inoltre, sempre per i pendolari, sarà predisposto un bando da 1 milione di euro per il biennio 2011-2012, riservato ai Comuni, per rendere più protette e attrezzate le stazioni, i capolinea e le singole fermate. Per le stesse finalità, altri 150 mila euro saranno spesi direttamente dalla Regione, attraverso l'Agenzia regionale della Mobilità, l'Aremol. Infine, con un altro bando da 1 milione di euro riservato ai Comuni, saranno finanziate iniziative a favore della mobilità sostenibile e integrata, anche servizi non coperti dall'ordinario Tpl, come ad esempio le navette notturne dai centri ai luoghi di aggregazione giovanile, come già avviene in altre parti d'Italia.
Sono interventi importanti - conclude il presidente Abbruzzese - che si aggiungono al Piano Regionale della Mobilità che la Regione sta ultimando e che ha tra gli obiettivi principali il potenziamento e il miglioramento delle infrastrutture e degli standard qualitativi dei trasporti, per ampliare l'offerta dei servizi per i cittadini, soprattutto quelli che si muovono quotidianamente perché lavoratori o studenti pendolari».
REGIONE. STANZIATE RISORSE PER IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
La Provincia FR 5.12.10 p.8«La Commissione Mobilità del Consiglio regionale ha dato parere favorevole alla delibera dell'assessore regionale Francesco Lollobrigida che stanzia importanti risorse per migliorare le condizioni delle migliaia di pendolari che ogni giorno utilizzano i mezzi del trasporto pubblico locale».
Lo dichiara con una nota Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale del Lazio.
«Si tratta - spiega Abbruzzese - di 2,5 milioni di euro per il biennio 2011-2012 finalizzati all'allestimento di ‘Uffici mobili' sui principali nodi di scambio di tutto il territorio regionale, per dare informazioni in tempo reale agli utenti e, nello stesso tempo, per accogliere le loro osservazioni o segnalazioni in merito alle problematiche del servizio, al fine di poterlo migliorare. Inoltre, sempre per i pendolari, sarà predisposto un bando da 1 milione di euro per il biennio 2011-2012, riservato ai Comuni, per rendere più protette e attrezzate le stazioni, i capolinea e le singole fermate. Per le stesse finalità, altri 150 mila euro saranno spesi direttamente dalla Regione, attraverso l'Agenzia regionale della Mobilità, l'Aremol. Infine, con un altro bando da 1 milione di euro riservato ai Comuni, saranno finanziate iniziative a favore della mobilità sostenibile e integrata, anche servizi non coperti dall'ordinario Tpl, come ad esempio le navette notturne dai centri ai luoghi di aggregazione giovanile, come già avviene in altre parti d'Italia.
Sono interventi importanti - conclude il presidente Abbruzzese - che si aggiungono al Piano Regionale della Mobilità che la Regione sta ultimando e che ha tra gli obiettivi principali il potenziamento e il miglioramento delle infrastrutture e degli standard qualitativi dei trasporti, per ampliare l'offerta dei servizi per i cittadini, soprattutto quelli che si muovono quotidianamente perché lavoratori o studenti pendolari».
SGURGOLA. IL COMITATO "LA CASCATA" CONTRO L'ANTENNA TELECOM
La Provincia FR 5.12.10 p.24
LE INIZIATIVE DELLE ASSOCIAZIONI SUL FRONTE SANITA'
La DAS (Associazione Diritto alla Salute) e le associazioni di volontariato di Anagni e della provincia di Frosinone aderiscono alla manifestazione indetta da CGIL, CISL e UIL per giovedì 9 dicembre 2010, in difesa della sanità pubblica contro la chiusura degli ospedali, i tagli dei servizi e dei posti letto previsti dal Piano dell’On. Renata Polverini.
L’appuntamento è per le ore 9,30 davanti all’attuale ingresso della ASL, in Via Armando Fabi a Frosinone.
Le associazioni invitano i cittadini di Anagni e dei comuni del nord della provincia a partecipare affinché ciascuno dia il proprio contributo a mettere fine ad una precaria organizzazione sanitaria che colpisce solo i deboli e gli indifesi, mentre si arricchiscono sempre più i professionisti della razzia alle casse dello Stato. Personaggi senza scrupoli che, a capo di grandi gruppi farmaceutici o strutture della sanità pubblica e privata, anche attraverso l’evasione fiscale, lucrano sulle disgrazie della gente.
La Das e le associazioni rivendicano per Anagni e per la provincia un’organizzazione sanitaria moderna, efficiente e di qualità. L’ospedale di Anagni va potenziato e sostenuto nella prospettiva di una sua unificazione con quello di Colleferro e la costruzione di una nuova struttura ospedaliera, a servizio della zona nord di Frosinone e del sud di Roma. Per questo occorre una gestione della ASL legale, trasparente e partecipata; finalizzata all’impiego razionale delle risorse umane e finanziarie contro gli sprechi ed i privilegi.
Idee e proposte saranno illustrate dai dirigenti della Das e delle altre associazioni nella conferenza stampa convocata Lunedì 6 dicembre 2010 alle ore 11.00, nella sala attesa prelievi analisi dell’Ospedale civile di Anagni sul tema:
PER UN PROGETTO MODERNO DI ORGANIZZAZIONE SANITARIA E PER LA RIPRESA E LO SVILUPPO ECONOMICO ED OCCUPAZIONALE.
Interverrà anche Francesco Notarcola del Coordinamento provinciale delle associazioni di volontariato.
Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.
Anagni lì 3.12.2010
www.dirittoallasalute.com
infotiscali@dirittoallasalute.com
cell. 3331274325
La Consulta delle associazioni della città di Frosinone aderisce alla manifestazione indetta da CGIL, CISL e UIL che si terrà, giovedì 9 dicembre 2010, in difesa della sanità pubblica contro la chiusura degli ospedali, i tagli dei servizi e dei posti letto previsti dal Piano dell’On. Renata Polverini.
L’appuntamento è per le ore 9,30 davanti all’attuale ingresso della ASL, in Via Armando Fabi.
La Consulta invita i cittadini, gli studenti, le associazioni della Città capoluogo e della provincia a partecipare affinché ciascuno dia il proprio contributo a mettere fine ad una precaria organizzazione sanitaria che colpisce solo i deboli e gli indifesi mentre si arricchiscono sempre più i professionisti senza scrupoli che evadono vistosamente anche il fisco, la sanità privata ed i grandi gruppi farmaceutici.
La Consulta rivendica per il Capoluogo e per la provincia un’organizzazione sanitaria moderna, efficiente e di qualità che possa contribuire anche al rilancio del territorio e del suo sviluppo economico ed occupazionale; una gestione della ASL che ripristini legalità e diritti,trasparente e partecipata finalizzata all’impiego razionale delle risorse umane e finanziarie contro gli sprechi ed i privilegi.
Per organizzare la partecipazione alla manifestazione invitiamo le associazioni e gli amici volontari a intervenire all’incontro che si terrà lunedì 6 c. m., alle ore 16, nella sede della Consulta - Piazza VI Dicembre - (Palazzo del Comune) – Ingresso Polizia municipale – 2° Piano seminterrato.
Con la certezza che sarete presenti per portare il vostro prezioso contributo Vi salutiamo cordialmente.
Francesco Notarcola
LE INIZIATIVE DELLE ASSOCIAZIONI SUL FRONTE SANITA'
COMUNICATO STAMPA DAS
La DAS (Associazione Diritto alla Salute) e le associazioni di volontariato di Anagni e della provincia di Frosinone aderiscono alla manifestazione indetta da CGIL, CISL e UIL per giovedì 9 dicembre 2010, in difesa della sanità pubblica contro la chiusura degli ospedali, i tagli dei servizi e dei posti letto previsti dal Piano dell’On. Renata Polverini.
L’appuntamento è per le ore 9,30 davanti all’attuale ingresso della ASL, in Via Armando Fabi a Frosinone.
Le associazioni invitano i cittadini di Anagni e dei comuni del nord della provincia a partecipare affinché ciascuno dia il proprio contributo a mettere fine ad una precaria organizzazione sanitaria che colpisce solo i deboli e gli indifesi, mentre si arricchiscono sempre più i professionisti della razzia alle casse dello Stato. Personaggi senza scrupoli che, a capo di grandi gruppi farmaceutici o strutture della sanità pubblica e privata, anche attraverso l’evasione fiscale, lucrano sulle disgrazie della gente.
La Das e le associazioni rivendicano per Anagni e per la provincia un’organizzazione sanitaria moderna, efficiente e di qualità. L’ospedale di Anagni va potenziato e sostenuto nella prospettiva di una sua unificazione con quello di Colleferro e la costruzione di una nuova struttura ospedaliera, a servizio della zona nord di Frosinone e del sud di Roma. Per questo occorre una gestione della ASL legale, trasparente e partecipata; finalizzata all’impiego razionale delle risorse umane e finanziarie contro gli sprechi ed i privilegi.
Idee e proposte saranno illustrate dai dirigenti della Das e delle altre associazioni nella conferenza stampa convocata Lunedì 6 dicembre 2010 alle ore 11.00, nella sala attesa prelievi analisi dell’Ospedale civile di Anagni sul tema:
PER UN PROGETTO MODERNO DI ORGANIZZAZIONE SANITARIA E PER LA RIPRESA E LO SVILUPPO ECONOMICO ED OCCUPAZIONALE.
Interverrà anche Francesco Notarcola del Coordinamento provinciale delle associazioni di volontariato.
Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.
Anagni lì 3.12.2010
www.dirittoallasalute.com
infotiscali@dirittoallasalute.com
cell. 3331274325
Invito alle associazioni ed agli amici volontari
La Consulta delle associazioni della città di Frosinone aderisce alla manifestazione indetta da CGIL, CISL e UIL che si terrà, giovedì 9 dicembre 2010, in difesa della sanità pubblica contro la chiusura degli ospedali, i tagli dei servizi e dei posti letto previsti dal Piano dell’On. Renata Polverini.
L’appuntamento è per le ore 9,30 davanti all’attuale ingresso della ASL, in Via Armando Fabi.
La Consulta invita i cittadini, gli studenti, le associazioni della Città capoluogo e della provincia a partecipare affinché ciascuno dia il proprio contributo a mettere fine ad una precaria organizzazione sanitaria che colpisce solo i deboli e gli indifesi mentre si arricchiscono sempre più i professionisti senza scrupoli che evadono vistosamente anche il fisco, la sanità privata ed i grandi gruppi farmaceutici.
La Consulta rivendica per il Capoluogo e per la provincia un’organizzazione sanitaria moderna, efficiente e di qualità che possa contribuire anche al rilancio del territorio e del suo sviluppo economico ed occupazionale; una gestione della ASL che ripristini legalità e diritti,trasparente e partecipata finalizzata all’impiego razionale delle risorse umane e finanziarie contro gli sprechi ed i privilegi.
Per organizzare la partecipazione alla manifestazione invitiamo le associazioni e gli amici volontari a intervenire all’incontro che si terrà lunedì 6 c. m., alle ore 16, nella sede della Consulta - Piazza VI Dicembre - (Palazzo del Comune) – Ingresso Polizia municipale – 2° Piano seminterrato.
Con la certezza che sarete presenti per portare il vostro prezioso contributo Vi salutiamo cordialmente.
Francesco Notarcola