REDAZIONE: FRANCESCO BEARZI, CRISTINA MATALONI, SARA DEODATI, VINCENZO LANDOLINA, ALBERTO VALLERIANI, ROCCO MARTUFI, GIULIO TIRINELLI

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sabato 6 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 6.11.10

OGGI SI E' SVOLTA LA MANIFESTAZIONE NO TURBOGAS AD ARTENA
(vedi seconda notizia di questo post)
(vedi servizio fotografico in questo post)


NOTA DELL'UFFICIO STAMPA RETUVASA

La manifestazione "No Turbogas", indetta dal Comune di Artena, rompe gli equilibri tra Comuni confinanti sui temi ambientali. La presenza di persone di tutte le età e la partecipazione di rappresentanze dei Comuni limitrofi hanno reso possibile la buona riuscita dell'iniziativa. 
La presenza dei bambini è la motivazione maggiore che spinge tutti a proseguire su questa strada. Il messaggio veicolato dalla voce del primo cittadino di Artena è che l'amministrazione si opporrà in tutti i modi e con tutti i mezzi al passaggio dell'elettrodotto e  del metanodotto sul proprio territorio, elementi funzionali alla centrale di prossima costruzione. Ciò potrebbe mettere in notevole difficoltà la società proponente, in quanto una modificazione del tracciato comporterà una valutazione di spostamento alquanto ardua, data la presenza all'interno del sito industriale di edifici adibiti a produzioni esplosivistiche, nel rispetto della Legge 334/99 (meglio conosciuta come Seveso Bis).
Il prossimo appuntamento è per Giovedì 11 Novembre ore 18,00 in Piazza Italia a Colleferro, in occasione del Consiglio comunale indetto per conoscere i pareri del CNR e dell'Università "La Sapienza" di Roma sull'impatto ambientale della Centrale a Turbogas nella Valle del Sacco.
Necessaria la partecipazione di tutti.

Colleferro-Artena, 06.11.2010

Ufficio Stampa Retuvasa


CEPRANO. L'INQUINAMENTO APPARE PIU' GRAVE DI QUANTO GIA' NOTO. RINVENUTI NUOVI FUSTI TOSSICI INTERRATI, NUOVI VELENI INDUSTRIALI DA IDENTIFICARE. I TECNICI: OPERAZIONE SENZA PRECEDENTI
Il Messaggero FR 6.11.10 pp.39 e 42 - di Vittorio Buongiorno

Più si scava, più saltano fuori veleni. Dopo anni di silenzi e di connivenze è stato squarciato il velo che copriva le nefandezze compiute a Ceprano a pochi metri dal fiume Sacco e le indagini della guardia di Finanza, coordinate dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, all’interno dell’area industriale della Olivieri continuano a riservare sorprese. A giugno i finanzieri avevano individuato e sottoposto a sequestro il complesso industriale all’interno del quale erano stati rinvenuti numerosi fusti interrati contenenti materiale inquinante. Le operazioni di scavo che erano stata interrotte per il rischio di esalazioni sono riprese ieri mattina dai finanzieri, coadiuvati da una unità del Nucleo Chimico batteriologico dei Vigili del Fuoco. E subito sono stati portati alla luce nuovi fusti.
«Erano stati interrati a vari metri di profondità - spiegano gli investigatori - contenenti scarti di lavorazione, fanghi, materiali ritenuti pericolosi ed in cattivo stato di conservazione, e finanche materiali di risulta della lavorazione di medicinali».
I finanzieri sono andati a colpo sicuro. Infatti in questi mesi da un lato sono state ascoltate numerose persone che hanno raccontato dove erano stati occultati gli scarti di lavorazione, dall’altro sono state effettuate analisi a cura di periti incaricati dalla Procura della Repubblica che hanno consentito di individuare all’interno del sito industriale le aree nelle quali era stato interrato materiale pericoloso e tossico.
«Per la superficie dell’area interessata, per la natura e per la quantità del prodotto rinvenuto ed in corso di rinvenimento - hanno spiegato i tecnici che stanno operando - purtroppo questa operazione non ha precedenti di sorta nel nostro Paese». Quello che preoccupa maggiormente è il tipo di sostanze rinvenute. «Si tratta di medicinali e di principi attivi - spiegano gli inquirenti - che ovviamente non sono stati prodotti in loco (nell’azienda venivano realizzati termocamini, ndr) ma in aziende collegate». Questo fa ipotizzare che l’area della Olivieri sia una vera e propria bomba ambientale. Dopo il ritrovamento, ieri mattina di altri interramenti di rifiuti pericolosi e presumibilmente tossici il pm Coletta ha esteso l’incarico al consulente della Procura per definire le modalità di gestione delle operazioni di scavo. «Vogliamo portare alla luce la verità - spiegano gli inquirenti - evitando di inquinare ulteriormente la zona». Le operazioni di scavo dovrebbero chiudersi nel giro di 24 o 48 ore. A quel punto la zona resterà sotto sequestro e su indicazione del perito verranno definite le operazioni di bonifica che saranno a carico dei proprietari dell’area. Contestualmente l’Arpa sta collaborando attivamente con gli inquirenti, che, è ovvio, si stanno chiedendo come mai in passato tutte le verifiche effettuate non avessero fatto emergere la presenza dei rifiuti. «Stiamo valutando - ammettano dalla Procura - se vi siano omissioni e responsabilità». Il riferimento è all’inchiesta sull’ex responsabile dell’Arpa finito agli arresti per aver corretto i risultati di analisi effettuate in tutt’altra zona, non è sfuggito infatti agli inquirenti che Addimandi aveva effettuato controlli anche alla Olivieri di Ceprano in cui tutto era risultato regolare. Ma questo, a quanto pare è solo l’inizio. «Siamo convinti che nelle immediate vicinanze ci sia un’altra area dove sono stati interrati rifiuti di ogni genere».

Vedi anche Il Tempo FR 6.11.10; La Provincia FR 6.11.10 p.12

EXTRA VALLE MA NON TROPPO. LABICO, COLLE SPINA: RITIRATA LA DELIBERA COMUNALE PER L'ISTITUZIONE DELL'AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE (ASI). LE REAZIONI POLITICHE
Ecco la notizia quotidiana 5.11.10

In un consiglio comunale molto movimentato e con molto pubblico ad assistere, è stata ritirata all’unanimità la delibera che dava il via all’ASI (Area di sviluppo Industria in zona Colle Spina). “Dopo l’incontro pubblico nella frazione di Colle Spina di qualche tempo fa – spiega il primo cittadino di Labico Andrea Giordani – abbiamo deciso in una serie di riunioni di maggioranza di mantenere gli impegni presi quel giorno e cioè di togliere gli impianti di smaltimento dei rifiuti presenti all’interno di questo progetto ed anzi abbiamo deciso di fermarlo completamente. Lo abbiamo fatto in accordo con il sindaco di Palestrina Rodolfo Lena al di la di ogni schieramento politico, perché ci siamo resi conto che i cittadini di Colle Spina, ma anche quelli delle altre frazioni di Labico, nonché quelli di Carchitti, nutrivano molte perplessità soprattutto dal punto di vista ambientale e nonostante le enormi potenzialità che tale progetto aveva dal punto di vista occupazionale, cosa molto importante in questo momento di generale crisi, abbiamo fatto un passo indietro cercando di stare più vicini possibile alle esigenze dei nostri concittadini”. Il concetto di responsabilità viene rimarcato dall’assessore all’attività produttive Remo Di Stefano che rilancia anche proposta per creare nuovi posti di lavoro: “con grande senso di responsabilità stiamo revocando – ha spiegato in consiglio – la delibera numero 20. Abbiamo fatto bene a sentire la popolazione di Colle Spina, però, ora, tutti insieme dobbiamo impegnarci a portate avanti la proposta di riconversione di questa zona da industriale a turistico-commerciale e di stoccaggio, questa proposta, ovviamente è suscettibile di cambiamenti futuri, servirà per portare benessere e favorire iniziative dirette alla creazione di nuovi posti di lavoro, salvaguardando al massimo l’ambiente con strutture ad impatto ambientale zero”. Il piano del discorso si sposta sul versate politico con il pensiero del vice sindaco Alfredo Galli: “Su questo nostro progetto, la minoranza aveva cominciato in maniera indegna a fare campagna elettorale, parlando di mazzette e di strani inciuci. Con questa votazione le abbiamo fatto capire che noi questo progetto non l’abbiamo mai strumentalizzato a fini politici cosi come, invece, hanno fatto loro sin da subito, arrivando anche a degli eccessi verbali, come quelli del consigliere Maurizio Spezzano che in una battuta ha detto di voler far diventare (una volta approvato l’ASI) Labico come una nuova Terzigno invocando il lancio terroristico di sanpietrini sui camion che avrebbero attraversato il terreno di Labico. Noi ci siamo sempre battuti per il benessere di questa popolosa frazione sin dai tempi in cui Spezzano non abitava neanche nel nostro paese”.
Per l’opposizione è stata la vittoria dei cittadini di Labico
“Una vittoria di Labico e dei labicani”. Questo il commento a caldo di Tullio Berlenghi, capogruppo di opposizione al comune di Labico, dopo l’odierno consiglio comunale che ha visto la revoca della discutibile delibera sull’istituzione di un’area di sviluppo industriale nel paese.
“La sciagurata idea di trasformare una parte importante del territorio agricolo di Labico in industriale è stata definitivamente archiviata. Sono stati necessari mesi di lunghe battaglie per spiegare, prima alla maggioranza – che però ha fatto orecchie da mercante, accusandoci addirittura di dire delle menzogne – e poi ai cittadini – in particolare quelli di Colle Spina, che avrebbero subito i danni maggiori – quali pericoli comportava, per l’ambiente e per la salute, la realizzazione del consorzio per lo sviluppo industriale a Labico. Sono stati proprio i cittadini di Colle Spina, che hanno partecipato numerosi all’assemblea di presentazione del progetto il 25 settembre scorso, ad esprimere una netta contrarietà alla devastazione del territorio e l’opposizione – prosegue Berlenghi – si è limitata a dare le informazioni complete e trasparenti che l’amministrazione lesinava a fornire. Il risultato è stato che lo stesso sindaco che con tanta enfasi aveva illustrato la proposta un mese fa, ha presentato la delibera con cui si è chiusa la partita. L’unico problema è che – a causa dell’avventatezza con cui amministratori poco accorti gestiscono la cosa pubblica – questo inciampo costerà 20mila euro ai cittadini labicani”.
“Per il futuro – conclude il capogruppo di Cambiare e Vivere Labico – invitiamo l’amministrazione a fare le proprie scelte di sviluppo con maggiore cautela e ponderazione, avviando da subito l’informazione e la partecipazione dei cittadini e, soprattutto, chiediamo che si seguano modelli di sviluppo meno orientati alle speculazioni e agli interessi di pochi, ma che perseguano invece il benessere e la qualità della vita dei labicani tutti, compresi quelli di Colle Spina”.

ANAGNI, POZZO DI PETROLIO "ANAGNI 2" PENTEX LIMITED. COME GIA' DETTO IERI, ESCLUSO DALLA PROCEDURA REGIONALE DI VIA, CON PRESCRIZIONI. LE REAZIONI POLITICHE
Il Messaggero FR 6.11.10 p.39 - di Paolo Carnevale

«È una vergogna. La prova che l’ambiente per quelli della Regione Lazio non conta». Non ha avuto mezzi termini ieri Giancarlo Savone, consigliere comunale di Anagni, nel commentare la decisione della Regione, che, tramite il proprio sito, ha annunciato che il progetto “Pozzo Anagni 2” presentato qualche mese fa dalla ditta Pentex Italia Limited, consistente in pratica nella trivellazione alla ricerca del petrolio in un terreno sito in località Collacciano (periferia di Anagni), era stato “escluso dalla valutazione di impatto ambientale”. Una formula che sembrava, ad una prima lettura, annunciare una bocciatura del progetto. «Tutto il contrario - ha detto invece Savone. La Regione ha di fatto approvato il progetto, dicendo che non c’è al momento bisogno della valutazione di impatto ambientale».
Della vicenda il consigliere si era interessato qualche settimana fa. Presentando una interrogazione per avere a disposizione gli atti sulla vicenda. Savone aveva chiesto una «richiesta di verifica sulla procedura di V.I.A.», relativa alla realizzazione del pozzo. Pozzo che secondo Savone, a giudicare dalla cartografia presentata dalla ditta, sarebbe sorto, se realizzato, nell’unico «spazio verde presente tra le varie abitazioni», della zona di Collacciano. Una zona estesa poco meno di 10.000 metri quadrati, 9600 per la precisione. Sempre Savone aveva anche denunciato in una nota la stranezza del comportamento della ditta, che aveva secondo lui già proposto accordi ai cittadini residenti della zona, prima ancora di avere risposte dalla procedura di valutazione di impatto ambientale.
Ora la Regione ha dato il via libera. «Ci sono famiglie e case che distano meno di 100 metri dalla zona in cui la Pentex vuole fare i suoi scavi. Ma io non mi arrendo. Mi rivolgerò all’amministrazione provinciale», dice Savone.
La Provincia Fr 6.11.10 p.24 - di E.C.


INAUGURATO A TOR VERGATA IL LABORATORIO DELLA TECNOLOGIA DELLA CARTA. LE SINERGIE CON IL DISTRETTO INDUSTRIALE DELLA CARTA DELLA PROVINCIA DI FROSINONE
"[...] In particolare è stato presentato il prototipo di Gassificatore, progetto presentato a valere sul V bando della Legge 36/2001 che ha visto la collaborazione della Camera di Commercio di Frosinone, ente capofila, Confindustria Frosinone, Filcart, Consorzio filiera della Carta, Amministrazione Provinciale, Innova ed Università Tor Vergata [...]". (Ultimissime)
Vedi anche La Provincia FR 6.11.10 p.5

Il Tempo FR 6.11.10

La Provincia FR 6.11.10 p.42

EXTRA VALLE. PERIZIA CALLIGRAFICA PER AUGUSTA CIUMMO, PER L'INCHIESTA EGO ECO SRL
La Provincia Fr 6.11.10 p.35 - di Angela Nicoletti
Non si esclude il colpo di scena nell'inchiesta "Ego - Eco". Gli avvocati di Augusta Ciummo, figlia dell'imprenditore Vittorio, hanno chiesto infatti la perizia calligrafica su tutti i documenti riguardanti la società di smaltimento rifiuti e riportanti il nome e la vidimazione della giovane imprenditrice. C'è il sospetto che qualcuno possa aver firmato, a nome della ragazza, decine e decine di documenti, fatture e bolle di accompagno ritenuti irregolari dalla Guardia di Finanza. I legali Maria Letizia Casale ed Antonio Simeone vogliono fare completa chiarezza sulla vicenda che qualche settimana fa ha portato all'arresto della loro assistita e di una segretaria dell'ex Cic. Gli avvocati intendono capire quale sia stato il ruolo di Augusta Ciummo all'interno delle ditte prima gestite dal padre, l'imprenditore Vittorioe poi intestate a lei. La ragazza dopo aver trascorso due giorni nel carcere femminile di Rebibbia ha ottenuto dal Gip del tribunale di Latina il beneficio degli arresti domiciliari. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia ha chiarito davanti al magistrato titolare dell'inchiesta pontina il suo ruolo in diverse occasioni. In altre, invece, ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti contestati. Da qui la necessità, da parte della difesa, di capire se la ragazza possa essere rimasta vittima inconsapevole di qualche illecito compiuto con la sua firma. ovviamente contraffatta.

Il Tempo FR 6.11.10

MENTRE IL PIANO DI RIORDINO SANITARIO REGIONALE TAGLIA A TUTTO SPIANO, BEN POCHI IMMAGINANO DI RIMUOVERE LE CAUSE PROFONDE DEL DEBITO, SPRECHI, INEFFICIENZE, INTRECCI TRA POLITICA E SANITA'. 
ECCO COSA POTREBBE INDURRE A NOMINARE IL DOTT. MAURO VICANO NUOVO DIRETTORE SANITARIO DELLA ASL FR-4 SECONDO ECO DELLA RETE

Iniziative dei prossimi giorni
Riceviamo e pubblichiamo:

Sgurgola Comune denuclearizzato domenica 7.11.10 ore 16                                    

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