Altre importanti notizie odierne per la Valle del Sacco ciociara saranno inserite domani (ndr)
ANAGNI, DEPURATORE CONSORTILE ASI, FABIO DE ANGELIS PROMUOVE L'ACCORDO PER LA GESTIONE. PUNTO DI SVOLTA MOLTO PROBABILMENTE CRUCIALE.
Era necessaria una svolta per non perdere i finanziamenti regionali. Ma sulla gestione Asi ricordiamo le nostre perplessità espresse nella RS del 25.11.10 (ndr)
La Provincia Fr 27.11.10 p.8
ANAGNI, DEPURATORE CONSORTILE ASI, FABIO DE ANGELIS PROMUOVE L'ACCORDO PER LA GESTIONE. PUNTO DI SVOLTA MOLTO PROBABILMENTE CRUCIALE.
Era necessaria una svolta per non perdere i finanziamenti regionali. Ma sulla gestione Asi ricordiamo le nostre perplessità espresse nella RS del 25.11.10 (ndr)
La Provincia Fr 27.11.10 p.8
Sarà il consorzio Asi di Frosinone a gestire (per ora in via provvisoria) il depuratore di Anagni. L'intesa è stata sottoscritta ieri in provincia Frosinone al termine di un apposito tavolo tecnico.
«Finalmente, dopo oltre venti anni di immobilismo, di rinvii e continui "rimpalli" di responsabilità - ha scritto in una nota al riguardo l'assessore provinciale all'Ambiente e vicepresidente della provincia Fabio De Angelis - è stata individuata la procedura che porterà in breve tempo Anagni a veder funzionare il suo depuratore». Questa mattina, come detto, negli uffici dell'Assessorato provinciale all'Ambiente grazie all'intervento del vicepresidente Fabio De Angelis, si è conclusa la "querelle" tra Acea Ato5 e Consorzio Asi di Frosinone. Il tavolo tecnico, cui hanno partecipato il Commissario governativo per l'emergenza della Valle del Sacco, il Comune di Anagni, l'Asi di Frosinone, la regione Lazio, l'Acea Ato5, la Sto dell'Aato e l'Arpa Lazio, ha deciso di affidare la gestione "provvisoria" del depuratore al consorzio Asi di Frosinone.
«Facendo leva sulla sensibilità degli interlocutori, sono riuscito a far prevalere il buon senso e l'interesse della collettività e del territorio - ha detto De Angelis -. Quindi, come già suggerito dal commissario avvocato Di Palma, sarà l'Asi il gestore del depuratore, in attesa che venga risolta definitivamente la vicenda tra Acea Ato5 spa e lo stesso consorzio Asi per la gestione dei reflui industriali nella provincia di Frosinone». Il mancato accordo avrebbe comportato la perdita del finanziamento regionale, già corrisposto, di circa 5 milioni di euro, mentre rimane a rischio il finanziamento di circa 8 milioni di euro relativo alla realizzazione del nuovo sistema fognario che farebbe confluire i reflui civili al nuovo depuratore.
L'avvio dell'impianto, dimensionato per 75.000 abitanti equivalenti, consentirà sia di depurare i reflui civili prodotti dalla città di Anagni sia di eliminare gli scarichi industriali nel fiume Sacco, convogliandoli nel collettore Asi con recapito all'impianto di depurazione.
«Finalmente, dopo oltre venti anni di immobilismo, di rinvii e continui "rimpalli" di responsabilità - ha scritto in una nota al riguardo l'assessore provinciale all'Ambiente e vicepresidente della provincia Fabio De Angelis - è stata individuata la procedura che porterà in breve tempo Anagni a veder funzionare il suo depuratore». Questa mattina, come detto, negli uffici dell'Assessorato provinciale all'Ambiente grazie all'intervento del vicepresidente Fabio De Angelis, si è conclusa la "querelle" tra Acea Ato5 e Consorzio Asi di Frosinone. Il tavolo tecnico, cui hanno partecipato il Commissario governativo per l'emergenza della Valle del Sacco, il Comune di Anagni, l'Asi di Frosinone, la regione Lazio, l'Acea Ato5, la Sto dell'Aato e l'Arpa Lazio, ha deciso di affidare la gestione "provvisoria" del depuratore al consorzio Asi di Frosinone.
«Facendo leva sulla sensibilità degli interlocutori, sono riuscito a far prevalere il buon senso e l'interesse della collettività e del territorio - ha detto De Angelis -. Quindi, come già suggerito dal commissario avvocato Di Palma, sarà l'Asi il gestore del depuratore, in attesa che venga risolta definitivamente la vicenda tra Acea Ato5 spa e lo stesso consorzio Asi per la gestione dei reflui industriali nella provincia di Frosinone». Il mancato accordo avrebbe comportato la perdita del finanziamento regionale, già corrisposto, di circa 5 milioni di euro, mentre rimane a rischio il finanziamento di circa 8 milioni di euro relativo alla realizzazione del nuovo sistema fognario che farebbe confluire i reflui civili al nuovo depuratore.
L'avvio dell'impianto, dimensionato per 75.000 abitanti equivalenti, consentirà sia di depurare i reflui civili prodotti dalla città di Anagni sia di eliminare gli scarichi industriali nel fiume Sacco, convogliandoli nel collettore Asi con recapito all'impianto di depurazione.
Vedi anche Ciociaria oggi p.1 e p.23
VALLE DEL SACCO LA CAMERA DI COMMERCIO C'E'. INTERVISTA AL VICE PRESIDENTE GIANNI LISI
Il Messaggero FR pp.43 (prima) e 47 - di Vittorio Buongiorno
«Non è vero che la Camera di Commercio non ha fatto nulla, anzi sulla Valle del Sacco è stata un’antesignana». Gianni Lisi, direttore di Coldiretti e vicepresidente della Camera di Commercio rompe il silenzio e risponde alle accuse lanciate dal presidente di Confindustria Lazio, Maurizio Stirpe che alla vigilia della presentazione del Masterplan di Andreas Kipar per il rilancio della Valle del Sacco aveva accusato l’ente di latitanza. «Ricordo che noi siamo stati i primi e gli unici - replica Lisi - ad aderire al Consorzio agroenergetico Valle dei Latini».
Brutto nome, meglio Valle del Sacco e basta, no?
«Se ne può parlare. Voglio ricordare che al fianco dell’Arsial da fine 2009 ci siamo noi, gli unici a versare 11 mila euro. Non solo la sede sociale del Consorzio è domiciliata qui, lo abbiamo preteso. Aspettiamo piuttosto quei due milioni di euro che erano stati promessi per lo start up. Quanto all’Arsial doveva nominare due persone, non lo ha mai fatto. Né ha mai risposto ai solleciti, finché il Consorzio Agroenergetico, da statuto, ha nominato due tecnici. Ci siamo riuniti tre volte, c’è un piano economico, ma l’assessore regionale all’Agricoltura non ha ancora mai risposto».
Brutto nome, meglio Valle del Sacco e basta, no?
«Se ne può parlare. Voglio ricordare che al fianco dell’Arsial da fine 2009 ci siamo noi, gli unici a versare 11 mila euro. Non solo la sede sociale del Consorzio è domiciliata qui, lo abbiamo preteso. Aspettiamo piuttosto quei due milioni di euro che erano stati promessi per lo start up. Quanto all’Arsial doveva nominare due persone, non lo ha mai fatto. Né ha mai risposto ai solleciti, finché il Consorzio Agroenergetico, da statuto, ha nominato due tecnici. Ci siamo riuniti tre volte, c’è un piano economico, ma l’assessore regionale all’Agricoltura non ha ancora mai risposto».
La colpa del ritardo non sarà che il presidente del Consorzio Valle dei Latini è stato nominato dalla precedente Giunta regionale e quindi si prende tempo?
«Abbiamo avuto assicurazioni che opererà al più presto».
Però al tavolo della Valle del Sacco ideato dalla Fondazione Kambo non c’eravate.
«C’è stato un problema di comunicazione. Ci saremo e dal prossimo anno verseremo il contributo che ci era stato chiesto»
Maurizio Stirpe vi accusa di immobilismo?
«Stirpe non conosceva l’antefatto, l’ente camerale ha mosso passi reali, abbiamo la coscienza a posto. Siamo pronti a collaborare».
Cosa serve per far decollare il progetto Kipar?
«E’ indispensabile che la Provincia convochi la cabina di regia e che ciascuno metta quello che ha. Cominciamo con due cellule: la zona più martoriata, per una questione morale, e Frosinone».
Sono già passate settimane e nulla si è mosso, perché?
«Me lo chiedo, credo sia colpa della burocrazia, la Provincia è assolutamente orientata a convocarla».
Come Coldiretti avrete anche il ruolo di tutelare agricoltori e allevatori per evitare che perdano anche l’ultimo bene che è rimasto loro, la terra. Cosa farete per evitare speculazioni?
«Chiediamo che si faccia prima la bonifica, poi il risarcimento, quindi il rilancio».
Il mondo agricolo è pronto alla rivoluzione dell’agricoltura no food?
«Noi non vorremmo rinunciare al cibo sano, ma se ciò dovesse accadere meglio una alternativa credibile alla desertificazione attuale. Noi di Coldiretti siamo pronti a guidare questa filiera di un nuovo tipo di agricoltura».
Timori?
«Che i privati non trovino temi attrattivi seri e rinuncino. Questo nostro perdere tempo ha già sollevato delle perplessità. E siccome soldi pubblici non ce ne sono più questa è una operazione colossale, gli investitori servono».
Però la Camera di Commercio appare un po’ appannata.
«Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, siamo su aeroporto e interporto, ora anche sulla Valle del Sacco, abbiamo anche stanziato un milione di euro sul credito. La nostra parte l’abbiamo fatta».
Sono cominciati i giochi per il rinnovo dei vertici dell’ente camerale?
«Qualcosa si sta muovendo, qualche appetito si sta scatenando. Ma ora pensiamo a lavorare, ci manca un anno».
IL DIRETTORE DELLA COLDIRETTI DI FROSINONE VUOL PASSARE AI FATTI… LISI: “MUOVERSI SUBITO PER LA VALLE DEL SACCO”
«Abbiamo avuto assicurazioni che opererà al più presto».
Però al tavolo della Valle del Sacco ideato dalla Fondazione Kambo non c’eravate.
«C’è stato un problema di comunicazione. Ci saremo e dal prossimo anno verseremo il contributo che ci era stato chiesto»
Maurizio Stirpe vi accusa di immobilismo?
«Stirpe non conosceva l’antefatto, l’ente camerale ha mosso passi reali, abbiamo la coscienza a posto. Siamo pronti a collaborare».
Cosa serve per far decollare il progetto Kipar?
«E’ indispensabile che la Provincia convochi la cabina di regia e che ciascuno metta quello che ha. Cominciamo con due cellule: la zona più martoriata, per una questione morale, e Frosinone».
Sono già passate settimane e nulla si è mosso, perché?
«Me lo chiedo, credo sia colpa della burocrazia, la Provincia è assolutamente orientata a convocarla».
Come Coldiretti avrete anche il ruolo di tutelare agricoltori e allevatori per evitare che perdano anche l’ultimo bene che è rimasto loro, la terra. Cosa farete per evitare speculazioni?
«Chiediamo che si faccia prima la bonifica, poi il risarcimento, quindi il rilancio».
Il mondo agricolo è pronto alla rivoluzione dell’agricoltura no food?
«Noi non vorremmo rinunciare al cibo sano, ma se ciò dovesse accadere meglio una alternativa credibile alla desertificazione attuale. Noi di Coldiretti siamo pronti a guidare questa filiera di un nuovo tipo di agricoltura».
Timori?
«Che i privati non trovino temi attrattivi seri e rinuncino. Questo nostro perdere tempo ha già sollevato delle perplessità. E siccome soldi pubblici non ce ne sono più questa è una operazione colossale, gli investitori servono».
Però la Camera di Commercio appare un po’ appannata.
«Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, siamo su aeroporto e interporto, ora anche sulla Valle del Sacco, abbiamo anche stanziato un milione di euro sul credito. La nostra parte l’abbiamo fatta».
Sono cominciati i giochi per il rinnovo dei vertici dell’ente camerale?
«Qualcosa si sta muovendo, qualche appetito si sta scatenando. Ma ora pensiamo a lavorare, ci manca un anno».
IL DIRETTORE DELLA COLDIRETTI DI FROSINONE VUOL PASSARE AI FATTI… LISI: “MUOVERSI SUBITO PER LA VALLE DEL SACCO”
Cronache Cittadine 2.11.10, p.4
«In concomitanza con la
presentazione del progetto per il rilancio della Valle del Sacco credo sia opportuno
intervenire nel dibattito apertosi nel territorio già da alcuni giorni...». Così
si esprime Gianni Lisi, direttore della Coldiretti di Frosinone e
vicepresidente della Camera di Commercio del capoluogo. «Porto ad esempio -
argomenta Lisi - l’obiettivo della Ciociaria vera e dignitosa e riprendo,seppur
in parte, i concetti che, anche a nome di Cia e Confagricoltura Frosinone, mi
sono permesso di portare alla ribalta e all’attenzione della numerosa e qualificata
platea del convegno promosso dalla Fondazione Kambo. Orbene forse a qualcuno
dei nostri rappresentati istituzionali è sfuggita l’importanza di questo
progetto. Forse a più di qualcuno non fa piacere che la provincia intera si
ritrovi compatta a riscoprire la propria identità territoriale. Forse a
qualcuno sfugge che, finalmente, si potrebbe aprire una nuova era per la nostra
provincia che, partendo dalla Valle del Sacco, dal suo rilancio, potrebbe essere
anche rimodulata per altre emergenze o grandi opere che la nostra terra reclama
per uno sviluppo fermo. Riaccendiamo le idee allora, vediamo davvero su quali puntare
ma facciamo in fretta senza polemiche, pretesti ed invidie su primogeniture. Diamo
una svolta. I dati economici nazionali, regionali e provinciali lo impongono. Il
tracollo dell’industria e del territorio gridano vendetta. Non mettiamo un
tappeto sulla polvere: assorbiamola. Una volta pulito, però, senza fare
processi al passato, interveniamo. Risorse pronte? Possibili? Da reclamare? Non
indugiamo per il rispetto delle imprese agricole che insistono nella famigerata
zona rossa, per le proprie famiglie, per i soggetti contaminati dal
betaesaclorocicloesano, per i cittadini- consumatori tutti e non solo della
zona che ormai non è più solo quella a nord, purtroppo. Centoventitrè siti pericolosi,
dicono le cronache; 123 bombe ambientali repertate e la scoperta quasi
quotidiana di qualche altro piccolo sito tenuto ben nascosto da decenni.
Disinneschiamoli. Creiamo un modello che valorizzi e promuova il territorio in
maniera strutturata e definitiva. Come Coldiretti la nostra parte la vogliamo fare
e sul serio. Il consorzio agro-energetico, denominato Valle dei Latini di cui
la Camera di Commercio di Frosinone è parte integrante, avendo partecipato in
maniera solitaria ma lungimirante (anticipando la Provincia e la Camera di Commercio
di Roma e la Provincia di Frosinone), alla sua costituzione, è pronto per il
suo naturale ruolo, coordinare e realizzare tutte le operazioni vitali per
guarire il territorio e valorizzarlo. Ecco il punto è questo: se alla politica
non piace o non è propriamente congeniale non si perda tempo, se necessario modifichiamo
la struttura, integriamola ma rendiamolo operativo e mettiamolo al lavoro con
gli amici della Fondazione di Daniela Bianchi. Ma subito. Il passato è finito, la
campagna elettorale pure; è ora di fatti e non più di slogan nel rispetto di
tutti e non solo degli imprenditori agricoli ».
ANAGNI, ANCORA SULLE RACCOLTA FONDI DELLE ASSOCIAZIONI CONTRO IL RICORSO MARANGONI ALLA BOCCIATURA DEL CAR FLUFF
L'APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI ALLA RACCOLTA FONDI (DAS)
L'APPELLO DEL PRESIDENTE DEL COMITATO OSTERIA DELLA FONTANA ANGELO GALANTI (Anagni Caput Mundi)
L'articolo de Il Messaggero Fr 27.11.10 p.44 - di Paolo Carnevale
Comprendiamo la passione del giornalista Paolo Carnevale per la DAS, che peraltro condividiamo, a nostro avviso pietra miliare nella difesa della sanità anagnina. Ma continuare sistematicamente a sostenere che delle associazioni impegnate contro il car fluff in pratica ne esiste solo una, significa non svolgere fedelmente il proprio compito di cronista, ovvero informare obiettivamente su quanto accade (Francesco Bearzi)
Riparte la battaglia per il Car fluff ad Anagni. Che vede coinvolti da una parte la Marangoni Maind e dall’altra i comitati e le associazioni ambientali della città dei papi.
Ieri mattina infatti il sito della Das, l’associazione Diritto alla salute che da tempo è in prima fila nella battaglia contro il progetto del Car fluff, ha reso noto che «la Marangoni ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tribunale amministrativo del Lazio di non autorizzare l’incenerimento del Car fluff presso lo stabilimento di Anagni».
La vicenda, per chi vive nella zona, è ormai di vecchia data. Per diversi anni infatti la ditta anagnina ha sperimentato il progetto Car fluff su nullaosta del Ministero dell’Ambiente. Il progetto consiste essenzialmente nello smaltimento attraverso la combustione in un termoinceneritore delle parti non metalliche delle auto per ottenere energia.
Una tecnica controversa. Dalla Marangoni viene considerata senza rischi per l’ambiente. Mentre viene invece aspramente contestata dalle associazioni locali che hanno sempre messo in rapporto, più o meno esplicitamente, progetti come quello del Car fluff con il disastroso stato ambientale della zona. Collegando anzi i fumi emessi dall’impianto con la polvere che ha inquinato l’area di Osteria della Fontana.
La Conferenza dei servizi di Frosinone nella scorsa primavera aveva poi bocciato tale progetto. La Marangoni aveva fatto ricorso nel merito al Tar, chiedendo anche la sospensiva. Che non era stata concessa.
Ora, nell’attesa che arrivi anche il giudizio del Tar nel merito, la ditta ha annunciato come si diceva il proprio ricorso contro la bocciatura della richiesta di sospensiva.
Di tutto questo si parlerà stamattina alle 11 presso la parrocchia di san Giuseppe di Osteria della Fontana, uno dei quartieri più in prima linea nella lotta per la difesa del’ambiente.
L’incontro servirà essenzialmente a cittadini impegnati nella vicenda per fare il punto sulla situazione. Ed anche per raccogliere fondi da parte delle associazioni ambientaliste. Fondi che serviranno per proseguire nella lotta legale contro il progetto del Car fuff.
«Continuiamo ad andare avanti con costanza ed impegno - ha commentato al riguardo il presidente dell’associazione Diritto alla salute Alessandro Compagno - contro una ditta la Marangoni appunto, che con pervicacia ignora le problematiche connesse alla difesa dell’ambiente della nostra zona».
ANAGNI, ANCORA SULLE RACCOLTA FONDI DELLE ASSOCIAZIONI CONTRO IL RICORSO MARANGONI ALLA BOCCIATURA DEL CAR FLUFF
L'APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI ALLA RACCOLTA FONDI (DAS)
L'APPELLO DEL PRESIDENTE DEL COMITATO OSTERIA DELLA FONTANA ANGELO GALANTI (Anagni Caput Mundi)
L'articolo de Il Messaggero Fr 27.11.10 p.44 - di Paolo Carnevale
Comprendiamo la passione del giornalista Paolo Carnevale per la DAS, che peraltro condividiamo, a nostro avviso pietra miliare nella difesa della sanità anagnina. Ma continuare sistematicamente a sostenere che delle associazioni impegnate contro il car fluff in pratica ne esiste solo una, significa non svolgere fedelmente il proprio compito di cronista, ovvero informare obiettivamente su quanto accade (Francesco Bearzi)
Riparte la battaglia per il Car fluff ad Anagni. Che vede coinvolti da una parte la Marangoni Maind e dall’altra i comitati e le associazioni ambientali della città dei papi.
Ieri mattina infatti il sito della Das, l’associazione Diritto alla salute che da tempo è in prima fila nella battaglia contro il progetto del Car fluff, ha reso noto che «la Marangoni ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tribunale amministrativo del Lazio di non autorizzare l’incenerimento del Car fluff presso lo stabilimento di Anagni».
La vicenda, per chi vive nella zona, è ormai di vecchia data. Per diversi anni infatti la ditta anagnina ha sperimentato il progetto Car fluff su nullaosta del Ministero dell’Ambiente. Il progetto consiste essenzialmente nello smaltimento attraverso la combustione in un termoinceneritore delle parti non metalliche delle auto per ottenere energia.
Una tecnica controversa. Dalla Marangoni viene considerata senza rischi per l’ambiente. Mentre viene invece aspramente contestata dalle associazioni locali che hanno sempre messo in rapporto, più o meno esplicitamente, progetti come quello del Car fluff con il disastroso stato ambientale della zona. Collegando anzi i fumi emessi dall’impianto con la polvere che ha inquinato l’area di Osteria della Fontana.
La Conferenza dei servizi di Frosinone nella scorsa primavera aveva poi bocciato tale progetto. La Marangoni aveva fatto ricorso nel merito al Tar, chiedendo anche la sospensiva. Che non era stata concessa.
Ora, nell’attesa che arrivi anche il giudizio del Tar nel merito, la ditta ha annunciato come si diceva il proprio ricorso contro la bocciatura della richiesta di sospensiva.
Di tutto questo si parlerà stamattina alle 11 presso la parrocchia di san Giuseppe di Osteria della Fontana, uno dei quartieri più in prima linea nella lotta per la difesa del’ambiente.
L’incontro servirà essenzialmente a cittadini impegnati nella vicenda per fare il punto sulla situazione. Ed anche per raccogliere fondi da parte delle associazioni ambientaliste. Fondi che serviranno per proseguire nella lotta legale contro il progetto del Car fuff.
«Continuiamo ad andare avanti con costanza ed impegno - ha commentato al riguardo il presidente dell’associazione Diritto alla salute Alessandro Compagno - contro una ditta la Marangoni appunto, che con pervicacia ignora le problematiche connesse alla difesa dell’ambiente della nostra zona».
COLLEFERRO. INTERVISTA AL SINDACO CACCIOTTI SULLE INIZIATIVE DELL'AMMINISTRAZIONE CONTRO L’INQUINAMENTO
Cronache Cittadine 26.11.10, p.3 - di E.C.
L’annoso e preoccupante problema “ambiente
ed inquinamento” continua a tenere banco nel contesto delle tematiche locali
legate alla salute e alla vivibilità del territorio. Sabato prossimo ci sarà
una manifestazione pubblica indetta da Ugl e Retuvasa. A tal riguardo abbiamo rivolto
al sindaco Mario Cacciotti alcune domande in proposito. - Sindaco Cacciotti, come
lei sa, a Colleferro Sabato
prossimo si terrà una
manifestazione ambientalista
organizzata dall’Ugi e da
Retuvasa. Cosa ne pensa? «Innanzitutto
credo che sia sempre un fattore positivo quando i giovani si impegnano per
organizzare manifestazioni su temi importanti che riguardano la loro città. E’
il segno che sono animati da un interesse vero per il luogo in cui vivono, che
hanno a cuore il loro territorio. L’unico rischio, che mi auguro non avvenga, è
che questo sincero interesse possa essere strumentalizzato per fini che non
sono invece così nobili ed è solo contro questa possibilità che vorrei metterli
in guardia». - Questi ragazzi chiedono tutele
per l’ambiente in cui vivono?
«...Ed è quello che stiamo facendo. Il nostro territorio è stato purtroppo
oggetto in passato di un inquinamento che non possiamo disconoscere ma di cui
non siamo certo i responsabili, che non abbiamo creato noi, ma che risale a
decine di anni fa.. Tuttavia, riconoscendo la necessità di dare soluzione al
danno che è stato fatto al nostro territorio, abbiamo affrontato il problema nella
sua complessità e dato avvio al processo di risanamento, che è naturalmente lungo
e laborioso, ma è iniziato e va Avanti con speditezza. Dopo avere individuate con
certezza le cause dell’inquinamento della Valle del Sacco, siamo intervenuti con
i necessari provvedimenti, abbiamo messo in sicurezza il fosso Cupo e avviato
la bonifica dei siti Arpa1 e Arpa2 che sta procedendo speditamente ed oggi è a
buon punto. ...E a tal proposito vorrei ricordare che al più presto spediremo
un cd rom a tutte le famiglie per informarle dettagliatamente di quello che si
è fatto e che si sta facendo. Come Comune stiamo infatti seguendo tutti i
lavori in corso con grande attenzione. Abbiamo fatto tesoro di quanto avvenuto
in passato e vigiliamo con estremo scrupolo. Anche per quanto riguarda la
problematica legata al termovalorizzatore, per esempio, ci siamo attivati per
rendere certo il controllo e, per questo, con l’Arpa abbiamo fatto mettere delle
prescrizioni talmente restrittive, per dare ai cittadini e a noi stessi la
certezza di poter stare tranquilli. Anche per quanto riguarda la questione
della Centrale cogenerativa chiedono maggiori informazioni. Infatti nei
prossimi giorni darò tutti i dettagli anche di questa tematica che sta a cuore
ai cittadini. E’ necessario dare loro la giusta informazione su una questione
che, a mio avviso, è stata purtroppo strumentalizzata per fini che non hanno
niente a che vedere con la salute pubblica. Aspetto che a me invece sta
veramente a cuore. Attendo solo di concludere alcune riunioni con la Regione e
la Provincia e dopo ci saranno ulteriori chiarimenti per i cittadini tutti. La
nostra città, come tante altre città moderne, deve convivere con le
problematiche legate alla modernità, ma proprio per questo lavoriamo per cercare soluzioni che non penalizzino il
vivere di tutti i giorni. C’è il problema dei Pm10 nell’aria ma non possiamo fare
a meno delle auto. Possiamo chiedere ai cittadini di lasciare per sempre le
loro automobili in garage e andare a piedi? Allora mettiamo in campo ogni
soluzione possibile per migliorare la qualità dell’aria. Ricordo che abbiamo
previsto agevolazioni per chi modifica la propria vettura, con un impianto a
gas o metano, e per chi acquista un’auto ibrida (le cosiddette ecologiche), e
chi ha fatto domanda sta già ricevendo il contributo previsto di 300 euro». - Ci sono altre iniziative per migliorare
l’ambiente cittadino? Abbiamo attuato la limitazione al centro alle auto
più inquinanti, come ci imponeva una norma regionale, interdetto ai camion il
passaggio nel centro urbano per tre giorni a settimana, ma abbiamo anche avviato
una attenta programmazione della viabilità urbana. In questa ottica rientra la realizzazione
della Circonvallazione tra la via Carpinetana Nord e via Fontana dell’Oste, per
la quale abbiamo un finanziamento di 3 milioni di euro che sono riuscito a farci
concedere dalla Provincia di Roma. E’ un intervento importantissimo perché
migliorerà il traffico cittadino, alleggerendo di molto la concentrazione delle
auto nel centro urbano, con conseguente riduzione dei famigerati pm 10. Abbiamo
offerto abbonamenti gratuiti alla circolare per i pendolari e dai 60 iniziali
siamo arrivati a quasi 400. Stiamo varando, proprio in questi giorni, le
agevolazioni economiche per bonificare gli edifici in cui c’è l’amianto.
Insomma, tante cose che prese da sole possono sembrare poca cosa ma
nell’insieme costituiscono un programma rilevante che va nella direzione di
migliorare il nostro ambiente e dare ai cittadini una vita qualitativamente migliore
anno dopo anno...»
COLLEFERRO, CACCIOTTI: “NO AI
RIFIUTI DI NAPOLI, SIAMO GIA' AL LIMITE”
“Non
siamo disponibili ad accettare nemmeno un chilo dell’immondizia di Napoli. Con
tutta la buona volontà, non c’è davvero spazio nella discarica di Colleferro
per i rifiuti provenienti da altri Comuni”. A parlare è il Sindaco Mario
Cacciotti all’indomani delle dichiarazioni del Presidente della Regione Lazio
Renata Polverini che ha dato la sua disponibilità ad accogliere i rifiuti della
Campania [...]
POLVERINI: I RIFIUTI DI ROMA RIMARRANNO SUL TERRITORIO DEL COMUNE... FORSE
La città metropolitana, 26 novembre 2010,
p. 3
I rifiuti urbani di Roma rimarranno sul territorio della capitale e
della sua provincia. La promessa arriva dall’assessore regionale ai Rifiuti
Pietro Di Paolo, nel giorno in cui insieme alla governatrice Piano regionale. I
rifiuti di Malagrotta, una volta esaurita la discarica, quindi non dovrebbero
essere sversati nelle altre Province. “Il Comune – ha spiegato Polverini - da
oggi deve individuare un'area nel suo territorio. Ma, nel momento in cui ci
dicesse che non ha uno spazio la palla passerà a noi e dovremo decidere”. Ma
cosa prevede il nuovo Piano regionale che permetterà alla Regione di evitare
una sanzione milionaria da parte della giustizia europea per infrazione della
normativa comunitaria? Il testo è strutturato in due sezioni: rifiuti urbani e
rifiuti speciali a partire dal 2011 e fino al 2017. Due gli obiettivi fissati
dal piano: la chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso l’autosufficienza e
l’emancipazione dal sistema delle discariche. Il Piano individua un solo Ambito
territoriale ottimale (Ato) per la gestione dei rifiuti urbani, coincidente con
l’intero territorio regionale. Secondo il Piano, nelle discariche dovranno
confluire solo i rifiuti trattati, come impone la direttiva europea. Questa
scelta, lascia nelle mani della Regione la gestione degli impianti di
trattamento dei rifiuti. Il piano individua anche 5 sub-Aambiti territoriali che
corrispondono, a grandi linee ai territori delle province. Questi sub-ambiti saranno
deputati ad organizzare i servizi di raccolta dei rifiuti urbani e assimilati e
garantire l'autosufficienza degli impianti di selezione Tmb (trattamento
meccanicobiologico). Con questo meccanismo quindi saranno i sub-ambitia gestire
il conferimento dei rifiuti in discarica. Inoltre il Piano mira, oltre
all'incremento quantitativo, anche all'aumento qualitativo della raccolta
differenziata. Su una produzione attuale di circa 3 milioni e 500 mila
tonnellate di rifiuti l'anno, 2,7 milioni di tonnellate finiscono in discarica,
quasi l'80 per cento. Con il nuovo piano la Regione punta a portare in discarica
solo un milione di tonnellate, circa un terzo di quanto avviene adesso. “Dopo
appena sei mesi di governo siamo riusciti ad elaborare e dare il primo via libera
al Piano rifiuti – ha ricordato Polverini -. Lo avevamo annunciato e abbiamo
mantenuto la promessa. Vogliamo riconquistare il terreno perduto negli anni
passati e affrontare la materia con grande senso di responsabilità. Noi – ha
aggiunto la governatrice - non vogliamo assolutamente pensare che il Lazio possa
trovarsi nella stessa situazione di difficoltà in cui si trova oggi il
presidente Caldoro (Campania) a causa della precedente giunta regionale. Quindi
noi poniamo le basi perché questo nel Lazio non succeda. Ora la priorità è
quella di presentarci a Bruxelles, il primo passo per evitare la sanzione
prevista nella procedura d'infrazione già notificata. Non intendo destinare
centinaia di milioni di euro per una sanzione che potrebbe aggirarsi su grandi
cifre, che non possiamo permetterci”. Polverini ha poi spiegato che quella dell’Ato
regionale è una “scelta politica”. “Abbiamo voluto farlo – ha detto - sia per comportarci
in tutti i territori in modo uguale, sia per essere autosufficienti qualora ci
fossero delle emergenze”. Per quanto riguarda la differenziata, invece, il
Piano si pone l’obiettivo del 60 per cento. “L'asticella del 65 per cento della
raccolta differenziata dei rifiuti prevista dalla legge nazionale è una sfida –
ha detto Di Paolo -. La quota del 60 per cento inserita nel piano è una sfida
decisamente impegnativa considerando che nel 2008 eravamo al 15 per cento e
oggi nel 2010 siamo al 21”. E se da una parte l’assessore assicura che i
rifiuti romani “non viaggeranno per la regione” perché la nuova discarica
sorgerà sul territorio romano, dall’altro conferma gli impianti di smaltimento previsti
nel precedente testo varato dalla giunta Marrazzo. Ma nel caso in cui la
differenziata non dovesse dare i risultati sperati non si escluderebbe “un
nuovo impianto di termovalorizzazione di media grandezza o due piccoli”. Di
primaria importanza anche il capitolo sulla legalità. “Lavoreremo ad una
white-list per le imprese che lavorano nel ciclo dei rifiuti – ha detto Di
Paolo -. È fondamentale che la Regione non perda di vista i piccoli Comuni, che
sono i più soggetti al rischio di infiltrazioni di aziende poco affidabili nel
ciclo di smaltimento dei rifiuti”. Presentato il Piano, il passo successivo, ha
annunciato Polverini, ora “sarà la concertazione con le parti sociali e le
associazioni di categoria, ma anche con le opposizioni che vogliamo coinvolgere
nonostante in cinque anni non abbiano risolto i problemi sebbene con lo
strumento del commissariamento”. Detto questo la governatrice ha lanciato un
appello all’opposizione: “Guardando la Campania mi aspetto un senso di
responsabilità diverso da quello che abbiamo visto nel caso del piano sanitario
- ha sottolineato -. La politica deve essere seria, dare risposte, deve
scegliere. Mi auguro anzi dall'opposizione dei miglioramenti propositivi”. Ma il
centrosinistra non ha mancato di esprimere le sue perplessità. “Il Piano
Polverini è vuoto, generico, pieno di promesse. Per come è costruito, è un
modellino senza concretezza territoriale. Nessuna soluzione per Malagrotta,
nessuna cifra sugli stanziamenti per realizzare impianti di riciclaggio”, ha
commentato il senatore dell’Idv, Stefano Pedica, che insieme al capogruppo dei
Verdi alla Pisana, Angelo Bonelli, ha protestato davanti ai cancelli della Regione,
facendo vedere una foto con il limone deforme di Terzigno. Anche per il capogruppo
del Pd Esterino Montino il “Piano è solo di belle speranze”. Da segnalare, infine,
l’iniziativa del Presidente della giunta provinciale di Roma, Nicola Zingaretti
che ha annunciato un proprio piano dei Rifiuti. Forse non ha fatto in tempo a
presentarlo a Marrazzo, (che aveva grosso modo lo stesso piano) o a Montino e
ci prova ora.
POLVERINI: “DAREMO UNA MANO A SMALTIRE I
RIFIUTI DI NAPOLI”
La città metropolitana, 26 novembre 2010, p. 3
“Siamo disposti a prenderci i rifiuti di
Napoli”. Lo ha detto la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, al
termine dell’incontro tra le Regioni e il ministro Raffaele Fitto
sull’emergenza dei rifiuti in Campania. “Se tutte le Regioni sono disposte,
anche il Lazio, con le sue criticità, farà la sua parte dopo approfondimenti tecnici
relativi alla qualità e alla quantità dei rifiuti che ciascuna regione può
assorbire”. A chi le chiedeva se la Regione Lazio è pronta a fare la sua parte
la governatrice ha risposto: “Lo ribadisco se dobbiamo rispondere con senso di
responsabilità, come ci è stato chiesto dal governo, tutte le regioni devono
dare la loro disponibilità. Oggi tutti abbiamo dato la disponibilità a
rispondere in termini positivi al senso di responsabilità che il Governo ci ha
chiesto. Alcune regioni hanno invece negato in questo momento la loro disponibilità:
il Veneto ed il Piemonte”. E sul no del Veneto e del Piemonte la governatrice
ha poi commentato: “Non posso pensare che di fronte a un governo che chiede
disponibilità e di cui fa parte anche la Lega, questa possa essere una
posizione politica. Sicuramente - ha aggiunto - ci sarà qualche difficoltà
tecnica ma in una fase come questa se tutti vogliamo dare il senso dello Stato bisogna
che tutti partecipino”. Polverini ha quindi sottolineato di aver chiesto a
Fitto non solo di verificare le condizioni poste dalle Regioni ma anche di
“sensibilizzare le Regioni che hanno dimostrato la loro indisponibilità a
partecipare coralmente”.
IL
SEGRETARIO NAZIONALE CODICI CONTRO MATTEI «ANNI DI INERZIE PAGATE COI SOLDI PUBBLICI»
Cinque
giorni 27.11.10, p.15
Acqua
non potabile, depuratori non funzionanti, deroghe chieste, piano di protezione
civile attivato, monitoraggi partiti. Il Lazio corre ai ripari, dopo anni ed
anni di inerzie ed inadempienze: salvaguardare la salute dei cittadini è
ovviamente prioritario, ma Codici si chiede: «Se non fosse scoppiato il casus
dopo il no alle deroghe della Ue, le istituzioni si sarebbero allertate alla
stessa maniera e con la stessa prontezza? Visti i precedenti, qualche lecito
dubbio sorge. I depuratori sono da anni insufficienti a coprire le esigenze
dell’utenza, così come non è raro trovare paesi costretti ciclicamente ad
interrompere o limitare l’utilizzo dell’acqua perché presenti sostanze evidentemente
nocive per la salute. Il caso eclatante, nella provincia di Roma, è quello di
Velletri. L’acqua non è utilizzabile neanche per cucinare – sottolinea Codici -
ed il suo consumo è sconsigliato ai ragazzi al di sotto dei 14 anni. Arsenico,
trialometani ed altre sostanze nocive sono presenti in quantità tali da non
consentire ai cittadini un utilizzo del servizio idrico al 100%». «In questa
situazione estremamente critica per tutto il Lazio, la Regione come ha deciso di
intervenire? – si domanda Ivano Giacomelli, segretario nazionale del Codici –: stanziando
8 milioni di euro. Ossia i cittadini stanno pagando di tasca propria ben 8 milioni
di euro per risolvere anni ed anni di inerzie, di criticità non adeguatamente affrontate
da chi di dovere». «Intervengano immediatamente i gestori, come avrebbero dovuto
fare già da tempo – prosegue Valentina Coppola, segretario provinciale Codici Roma
- il nostro auspicio era che, con il no alle deroghe, si sarebbero messi
finalmente in moto attivando adeguati piani strutturali. I soldi stanziati
dalla Regione, in realtà, sarebbero dovuti essere spesi proprio da loro. Le
inadempienze non possono e non devono essere pagate dai cittadini». Il Codici
ha inviato un esposto alla Corte dei Conti. «Mattei iniziasse a rendere
immediatamente pubblici i piani di rientro che Acea ha preparato per la nuova
richiesta di deroga - aggiungono dal comitato Acqua Pubblica di Velletri -.
Ricordiamo poi che fino a nuovi pronunciamenti della Commissione Europea il
limite per l'arsenico nelle acque del Lazio è di 10 microgrammi e non 20 come
qualcuno cerca di far intendere in queste ore».
EXTRA VALLE. VELLETRI
E ACQUA ALL’ARSENICO, IL SINDACO CHIUDE I RUBINETTI MENTRE A CIAMPINO
L’AMMINISTRAZIONE CHIARISCE CHE NON E’ POTABILE
È
il primo ad attuare il divieto di erogazione dell’acqua. Il Comune di Velletri,
chiude i rubinetti per fronteggiare il caso dell’arsenico nelle acque potabili.
Intanto il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, mobilita la
protezione civile e ha dichiarato al governo lo stato d’emergenza…