COLLEFERRO. UN MIGLIAIO DI PERSONE SCENDE IN PIAZZA CONTRO L’INQUINAMENTO
Il Messaggero Cronaca Metropolitana, 28.11.2010, p. 45 - di Mario Galati
Oltre un migliaio di persone hanno partecipato ieri a Colleferro alla manifestazione in difesa dell’ambiente organizzata dall’Ugi, l’Unione Giovani Indipendenti e dalle associazioni ambientaliste. La manifestazione si è svolta per l’intera giornata, ma la parte più significativa è stato il corteo sfilato per le vie cittadine, fino a piazza Italia. Un corteo animato dai giovani, la stragrande maggioranza dei partecipanti, che cantavano, parafrasandola, la canzone di Rino Gaetano “ma il cielo è sempre più grigio”. Nel lungo serpentone anche tanti cittadini e rappresentanti dei comuni vicini. Tra loro anche monsignor Luciano Lepore parroco della storica parrocchia colleferrina di Santa Barbara. «Per la salvaguardia dell’ambiente e della natura – spiega il parroco - tutti dobbiamo schierarci e prima di tutte la Chiesa e se c’è senso cristiano bisogna capire che l’equilibrio della natura deve preoccupare tutti». Nel mirino dei manifestanti e negli striscioni c’erano tutti i gravi problemi ambientali che affliggono Colleferro. Le polveri sottili, i termovalorizzatori con tutte le sue vicende giudiziarie, la discarica, la centrale turbogas, i veleni del fiume Sacco.
Estratto:
[...] BIOMASSE O BIOGAS? (CHI È PIÙ BIO?) Dal 2006 la valle del Sacco è nella lista dei Siti di Interesse Nazionale (SIN), ossia le aree contaminate. Il Commissario per l'Emergenza della Valle del Sacco, Pierluigi Di Palma, coordina i lavori di messa in sicurezza e bonifica: «Sono state completate le barriere idrauliche per contenere la dispersione degli inquinanti nella falda superficiale e delle tre discariche di rifiuti chimici una è stata bonifica e un'altra è in corso di bonifica», spiega. «Parallelamente stiamo realizzando un distretto agro-energetico in collaborazione con il Cnr: sulla fascia di terreni contaminati viene piantata una varietà di pioppi particolarmente efficace nell'assorbimento dei contaminanti e il legname verrà poi utilizzato come combustibile per caldaie e centrali elettriche a biomassa. In questo modo si impedisce anche che sui terreni contaminati vengano ancora coltivati foraggi e colture alimentari.»
[Ricordiamo come le ultime dichiarazioni del Commissario Di Palma sembrano mettere in discussione il vecchio progetto, ndr]
Agli ambientalisti preoccupati dai rischi dell'incenerimento di biomasse coltivate sui terreni contaminati Di Palma assicura che dai risultati delle prove le emissioni risultano a norma. A ottobre 2010, però, l'associazione Rete per la tutela della Valle del Sacco e le associazioni degli agricoltori di Coldiretti e della Confederazione Italiana Agricoltura hanno presentato un progetto alternativo elaborato insieme al Dipartimento di Produzioni Animali della Facoltà di Agraria dell'Università della Tuscia: bonificare i terreni utilizzando particolari batteri e piante, più efficaci dei pioppi nella decomposizione del betaesaclorocicloesano, e realizzare piccoli impianti per la produzione di biogas dai liquami degli allevamenti esterni alla fascia contaminata, in modo da preservare la vocazione agro-zootecnica del territorio. Nonostante pioppi, barriere idrauliche e bonifiche, però, il Sacco resta in pessimo stato: «Il problema non è solo il polo industriale, ma anche l'insufficiente depurazione degli scarichi civili», spiega Francesco Raffa, di Legambiente Frosinone: «Noi qui siamo abituati a vedere galleggiare sul fiume metri di schiuma». Un "panorama" confermato dalle indagini per il Piano di tutela delle acque, dalle quali risulta che il 32% degli scarichi civili del bacino del Sacco non è trattato.
Estratto:
[...] BIOMASSE O BIOGAS? (CHI È PIÙ BIO?) Dal 2006 la valle del Sacco è nella lista dei Siti di Interesse Nazionale (SIN), ossia le aree contaminate. Il Commissario per l'Emergenza della Valle del Sacco, Pierluigi Di Palma, coordina i lavori di messa in sicurezza e bonifica: «Sono state completate le barriere idrauliche per contenere la dispersione degli inquinanti nella falda superficiale e delle tre discariche di rifiuti chimici una è stata bonifica e un'altra è in corso di bonifica», spiega. «Parallelamente stiamo realizzando un distretto agro-energetico in collaborazione con il Cnr: sulla fascia di terreni contaminati viene piantata una varietà di pioppi particolarmente efficace nell'assorbimento dei contaminanti e il legname verrà poi utilizzato come combustibile per caldaie e centrali elettriche a biomassa. In questo modo si impedisce anche che sui terreni contaminati vengano ancora coltivati foraggi e colture alimentari.»
[Ricordiamo come le ultime dichiarazioni del Commissario Di Palma sembrano mettere in discussione il vecchio progetto, ndr]
Agli ambientalisti preoccupati dai rischi dell'incenerimento di biomasse coltivate sui terreni contaminati Di Palma assicura che dai risultati delle prove le emissioni risultano a norma. A ottobre 2010, però, l'associazione Rete per la tutela della Valle del Sacco e le associazioni degli agricoltori di Coldiretti e della Confederazione Italiana Agricoltura hanno presentato un progetto alternativo elaborato insieme al Dipartimento di Produzioni Animali della Facoltà di Agraria dell'Università della Tuscia: bonificare i terreni utilizzando particolari batteri e piante, più efficaci dei pioppi nella decomposizione del betaesaclorocicloesano, e realizzare piccoli impianti per la produzione di biogas dai liquami degli allevamenti esterni alla fascia contaminata, in modo da preservare la vocazione agro-zootecnica del territorio. Nonostante pioppi, barriere idrauliche e bonifiche, però, il Sacco resta in pessimo stato: «Il problema non è solo il polo industriale, ma anche l'insufficiente depurazione degli scarichi civili», spiega Francesco Raffa, di Legambiente Frosinone: «Noi qui siamo abituati a vedere galleggiare sul fiume metri di schiuma». Un "panorama" confermato dalle indagini per il Piano di tutela delle acque, dalle quali risulta che il 32% degli scarichi civili del bacino del Sacco non è trattato.
UNA GALLINA DALLE UOVA... ALLA DIOSSINA La contaminazione, però, non viene solo dall'acqua: nel 2009 l'Istituto Zooprofilattico ha riscontrato PCB e diossine in uova di gallina al di sopra dei limiti di legge a Quattro Strade, una frazione di Anagni. La fonte dell'inquinamento non è ancora nota, ma «Proprio al centro della zona contaminata c'è uno dei pochissimi impianti di incenerimento di pneumatici in Italia», segnala Alberto Valleriani, presidente della Rete per la tutela della Valle del Sacco: «Recentemente l'azienda aveva chiesto l'autorizzazione per incenerire anche il cosiddetto car-fluff, ossia i residui non metallici della demolizione degli autoveicoli, che sono potenzialmente più pericolosi dei pneumatici. Per fortuna l'intervento di associazioni e comitati, del Comune e della Provincia ha per adesso bloccato il progetto».
E’ scattata l’operazione ”Ciociaria pulita”, ma è solo il primo atto. I carabinieri hanno un obiettivo preciso: contrastare senza tregua fenomeni di inquinamento ambientale. E c’è da crederci, se la guerra alle cosiddette bombe ecologiche è stata dichiarata dal comandante provinciale dell’Arma, colonnello Antonio Menga, che per anni è stato in forza al Gruppo Tutela Ambiente della Capitale. Ora ha disposto maxi controlli con l’intento di scovare discariche abusive e altri eventuali illeciti che mettono a rischio il territorio. «E’ solo l’inizio, anche perché ne vale la salute dei cittadini. D’altronde, ci arrivano sempre più richieste d’intervento, sono in forte aumento», spiegano gli investigatori. Da qui, dunque, ha preso le mosse l’operazione effettuata nelle zone di Frosinone, Anagni e Alatri e nelle rispettive aree dell’hinterland. Territorio passato al setaccio da 70 militari e dagli uomini del Nucleo speciale della Capitale. Il bilancio è di sette denunciati e due multati. In totale, sono state scoperte 20 aree adibite a discariche abusive, 14 solo nel comprensorio della giurisdizione dei carabinieri della Compagnia di Anagni, nei centri di Anagni, Ferentino, Paliano, Morolo, Piglio, Sgurgola e Acuto. I militari del capitano Costantino Airoldi, nell’ambito dei controlli, hanno denunciato tre ferentinati, soci di una società di costruzioni, accusati di abbandono di rifiuti speciali pericolosi: un’area di 34.600 mq è stata sequestrata. A Morolo, invece, per un imprenditore edile originario di Boville è scattata la denuncia per deposito incontrollato di rifiuti su un terreno dell’azienda. Altre tre discariche a cielo aperto, due a Ceccano e una tra Torrice e Ripi, sono state delimitate dai carabinieri di Frosinone, diretti dal capitano Pietro Dimiccoli. Gli stessi militari, inoltre, hanno denunciato un 58enne di Ceccano: è stato sorpreso in campagna, sulla Morolense, a Supino, mentre scaricava scarti provenienti dalla lavorazione di materassi, composti da peltro poliuretano, stoffe e altre sostanze, e aveva già dato fuoco a materiale tossico-nocivo. Altre discariche abusive, due a Torre Cajetani e una a Trevi, zona Altipiani, sono state individuate dai carabinieri di Alatri, guidati dal capitano Massimiliano Mengasini, che hanno anche multato un 57enne di Trivigliano, per aver accantonato su un terreno calcinacci e scarti di lavori edili, e un 29enne di Filettino, per aver attivato a Trevi un’officina meccanica senza autorizzazione. Oltre ai casi di materiali di risulta, complessivamente nelle varie discariche scoperte su suolo pubblico erano stati scaricati vari rifiuti: pneumatici, ferro vecchio, vernici, televisori, frigoriferi e anche il pericoloso amianto. Ora i Comuni interessati avranno trenta giorni per bonificare le aree.
Conferenza stampa del coordinamento delle associazioni civiche ed ambientaliste ieri mattina, in Piazza S. Giuseppe, per spiegare le ragioni del fronte del "no" al termoinceneritore di car-fluff e per promuovere la raccolta fondi per le spese legali. 20mila euro, a tanto ammonterebbe la cifra necessaria per la quale le associazioni hanno attivato due conti correnti, uno presso la Banca di Credito Cooperativo di Roma, l'altro presso la filiale anagnina della Intesa-San Paolo. A partire da oggi, intanto, lungo il marciapiede di viale Regina Margherita, verranno allestiti dei banchetti per la raccolta dei fondi: "Chiediamo ai cittadini di contribuire alle spese legali per proseguire la battaglia contro l'inceneritore di car-fluff. Sui fondi raccolti e sul loro utilizzo i cittadini avranno la garanzia della massima trasparenza con un rendiconto attraverso i nostri siti internet e i mezzi di informazione", garantiscono le associazioni. Alla conferenza stampa ha preso parte anche il consigliere provinciale di minoranza avv. Mario Felli, da sempre in prima linea nella difesa e nella salvaguardia ambientale.
ANAGNI. LA BOMBA ECOLOGICA DELLA CAVA DI POZZOLANA DI CANGIANO (E DI RADICINA) E' SEMPRE LA'
La Provincia Fr 28.11.10 p.23
Rifiuti napoletani ad Anagni, ancora innescata e pronta ad esplodere la mina di Cangiano. Sul puzzolente tour dei rifiuti (il vero business sta proprio nel trasporto delle immondizie) che percorre lo Stivale, il botta e risposta tra il neo Torquemada di Rai3 ed i rappresentanti del governo, mostra cifre che, al di là delle evidenti esagerazioni, rappresentano uno spaccato inquietante. Non giova ad alcuno la discussione sulla paternità dei rifiuti, semmai occorre severità sui controlli e sull'applicazione delle norme non sempre chiarissime. Anagni conobbe un periodo buio dal 1997 al 2003, iniziato con il conferimento a Radicina degli rsu di tutta la provincia di Frosinone (sono ancora lì, e producono percolato che nessuno controlla), e culminato con la scoperta, ad opera delle Fiamme Gialle, del sito di Cangiano. La ex cava di pozzolana, esaurita e lungi dall'essere stata ripristinata, è stata utilizzata in periodo affatto chiarito, da smaltitori senza scrupoli, provenienti sicuramente dal napoletano, che vi hanno scaricato ed occultato quantità enormi di rifiuti speciali e tossici. La Guardia di Finanza ha scoperto e denunciato, verificato e sequestrato; il Comune ha effettuato la richiesta di messa in sicurezza e chiesto alla Regione i fondi per la bonifica. Da allora, non si conoscono novità di alcun genere. Non sappiamo se tra i siti da bonificare, nella classifica stilata dalla Regione, siano compresi Cangiano e Radicina; ove non fosse così, invitiamo l'assessore all'Ambiente, Guglielmo Retarvi, a farsi sentire. Il sospetto che le nebbie rischino di inghiottire l'una e l'altra vicenda, è piuttosto reale.
POLVERINI RISPONDE A CACCIOTTI SUL PIANO REGIONALE RIFIUTI
Il Messaggero FR 28.11.10 p.47 - di Annalisa Maggi
[...] «Noi, per senso di responsabilità e solidarietà – ha risposto la Polverini interpellata in merito all’ipotesi che il Lazio possa accogliere una parte dei rifiuti provenienti da Napoli - nei giorni scorsi abbiamo offerto la disponibilità ad ospitare una piccolissima parte dei rifiuti provenienti dalla Campania a patto che lo facciano tutte le Regioni». Quanto all’indisponibilità ad un’operazione di questo tipo espressa nei giorni scorsi dal sindaco di Colleferro, Mario Cicciotti, e dal presidente della Provincia di Frosinone, Antonello Iannarilli, ha replicato: «Nessuno gli ha chiesto nulla, comunque non sono loro a dover decidere» [...]
Si è rivelato finora un flop il bando pubblico del comune di Ferentino, relativo all’assegnazione di contributi a fondo perduto, finalizzati all’incentivazione di interventi di bonifica, rimozione e smaltimento dell’amianto da manufatti, fabbricati ed edifici civili, produttivi, commerciali e terziari presenti sul territorio comunale. Ad oggi, sono meno di dieci i cittadini che si sono rivolti al Comune per usufruire dei contributi. «Finora la risposta dei cittadini è stata negativa, pochissimi hanno chiesto lumi, ma non molliamo, c’è tempo fino al 24 dicembre per chiedere i contributi. Vogliamo esaurire tutti i fondi» ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Sergio Marrocco.
DA NON PERDERE - COLLEFERRO, PERFETTA... DA MORIRE.
LEGGI L'ARTICOLO DI TERRE DI MEZZO 18.11.10, CON INTERVISTA AD ALBERTO VALLERIANI, SU RIPULIAMO COLLEFERRO
SCATTA L'OPERAZIONE "CIOCIARIA PULITA", ATTO PRIMO: GRANDE OFFENSIVA DEI CARABINIERI CONTRO LE DISCARICHE ABUSIVE
Il Messaggero FR 28.11.10 p.41 (prima) e p.45 SCATTA L'OPERAZIONE "CIOCIARIA PULITA", ATTO PRIMO: GRANDE OFFENSIVA DEI CARABINIERI CONTRO LE DISCARICHE ABUSIVE
E’ scattata l’operazione ”Ciociaria pulita”, ma è solo il primo atto. I carabinieri hanno un obiettivo preciso: contrastare senza tregua fenomeni di inquinamento ambientale. E c’è da crederci, se la guerra alle cosiddette bombe ecologiche è stata dichiarata dal comandante provinciale dell’Arma, colonnello Antonio Menga, che per anni è stato in forza al Gruppo Tutela Ambiente della Capitale. Ora ha disposto maxi controlli con l’intento di scovare discariche abusive e altri eventuali illeciti che mettono a rischio il territorio. «E’ solo l’inizio, anche perché ne vale la salute dei cittadini. D’altronde, ci arrivano sempre più richieste d’intervento, sono in forte aumento», spiegano gli investigatori. Da qui, dunque, ha preso le mosse l’operazione effettuata nelle zone di Frosinone, Anagni e Alatri e nelle rispettive aree dell’hinterland. Territorio passato al setaccio da 70 militari e dagli uomini del Nucleo speciale della Capitale. Il bilancio è di sette denunciati e due multati. In totale, sono state scoperte 20 aree adibite a discariche abusive, 14 solo nel comprensorio della giurisdizione dei carabinieri della Compagnia di Anagni, nei centri di Anagni, Ferentino, Paliano, Morolo, Piglio, Sgurgola e Acuto. I militari del capitano Costantino Airoldi, nell’ambito dei controlli, hanno denunciato tre ferentinati, soci di una società di costruzioni, accusati di abbandono di rifiuti speciali pericolosi: un’area di 34.600 mq è stata sequestrata. A Morolo, invece, per un imprenditore edile originario di Boville è scattata la denuncia per deposito incontrollato di rifiuti su un terreno dell’azienda. Altre tre discariche a cielo aperto, due a Ceccano e una tra Torrice e Ripi, sono state delimitate dai carabinieri di Frosinone, diretti dal capitano Pietro Dimiccoli. Gli stessi militari, inoltre, hanno denunciato un 58enne di Ceccano: è stato sorpreso in campagna, sulla Morolense, a Supino, mentre scaricava scarti provenienti dalla lavorazione di materassi, composti da peltro poliuretano, stoffe e altre sostanze, e aveva già dato fuoco a materiale tossico-nocivo. Altre discariche abusive, due a Torre Cajetani e una a Trevi, zona Altipiani, sono state individuate dai carabinieri di Alatri, guidati dal capitano Massimiliano Mengasini, che hanno anche multato un 57enne di Trivigliano, per aver accantonato su un terreno calcinacci e scarti di lavori edili, e un 29enne di Filettino, per aver attivato a Trevi un’officina meccanica senza autorizzazione. Oltre ai casi di materiali di risulta, complessivamente nelle varie discariche scoperte su suolo pubblico erano stati scaricati vari rifiuti: pneumatici, ferro vecchio, vernici, televisori, frigoriferi e anche il pericoloso amianto. Ora i Comuni interessati avranno trenta giorni per bonificare le aree.
ANAGNI. CONFERENZA STAMPA DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI PER LA RACCOLTA FONDI CONTRO IL RICORSO MARANGONI
La Provincia Fr 28.11.10 p.23Conferenza stampa del coordinamento delle associazioni civiche ed ambientaliste ieri mattina, in Piazza S. Giuseppe, per spiegare le ragioni del fronte del "no" al termoinceneritore di car-fluff e per promuovere la raccolta fondi per le spese legali. 20mila euro, a tanto ammonterebbe la cifra necessaria per la quale le associazioni hanno attivato due conti correnti, uno presso la Banca di Credito Cooperativo di Roma, l'altro presso la filiale anagnina della Intesa-San Paolo. A partire da oggi, intanto, lungo il marciapiede di viale Regina Margherita, verranno allestiti dei banchetti per la raccolta dei fondi: "Chiediamo ai cittadini di contribuire alle spese legali per proseguire la battaglia contro l'inceneritore di car-fluff. Sui fondi raccolti e sul loro utilizzo i cittadini avranno la garanzia della massima trasparenza con un rendiconto attraverso i nostri siti internet e i mezzi di informazione", garantiscono le associazioni. Alla conferenza stampa ha preso parte anche il consigliere provinciale di minoranza avv. Mario Felli, da sempre in prima linea nella difesa e nella salvaguardia ambientale.
ANAGNI. LA BOMBA ECOLOGICA DELLA CAVA DI POZZOLANA DI CANGIANO (E DI RADICINA) E' SEMPRE LA'
La Provincia Fr 28.11.10 p.23
Rifiuti napoletani ad Anagni, ancora innescata e pronta ad esplodere la mina di Cangiano. Sul puzzolente tour dei rifiuti (il vero business sta proprio nel trasporto delle immondizie) che percorre lo Stivale, il botta e risposta tra il neo Torquemada di Rai3 ed i rappresentanti del governo, mostra cifre che, al di là delle evidenti esagerazioni, rappresentano uno spaccato inquietante. Non giova ad alcuno la discussione sulla paternità dei rifiuti, semmai occorre severità sui controlli e sull'applicazione delle norme non sempre chiarissime. Anagni conobbe un periodo buio dal 1997 al 2003, iniziato con il conferimento a Radicina degli rsu di tutta la provincia di Frosinone (sono ancora lì, e producono percolato che nessuno controlla), e culminato con la scoperta, ad opera delle Fiamme Gialle, del sito di Cangiano. La ex cava di pozzolana, esaurita e lungi dall'essere stata ripristinata, è stata utilizzata in periodo affatto chiarito, da smaltitori senza scrupoli, provenienti sicuramente dal napoletano, che vi hanno scaricato ed occultato quantità enormi di rifiuti speciali e tossici. La Guardia di Finanza ha scoperto e denunciato, verificato e sequestrato; il Comune ha effettuato la richiesta di messa in sicurezza e chiesto alla Regione i fondi per la bonifica. Da allora, non si conoscono novità di alcun genere. Non sappiamo se tra i siti da bonificare, nella classifica stilata dalla Regione, siano compresi Cangiano e Radicina; ove non fosse così, invitiamo l'assessore all'Ambiente, Guglielmo Retarvi, a farsi sentire. Il sospetto che le nebbie rischino di inghiottire l'una e l'altra vicenda, è piuttosto reale.
POLVERINI RISPONDE A CACCIOTTI SUL PIANO REGIONALE RIFIUTI
[...] «Noi, per senso di responsabilità e solidarietà – ha risposto la Polverini interpellata in merito all’ipotesi che il Lazio possa accogliere una parte dei rifiuti provenienti da Napoli - nei giorni scorsi abbiamo offerto la disponibilità ad ospitare una piccolissima parte dei rifiuti provenienti dalla Campania a patto che lo facciano tutte le Regioni». Quanto all’indisponibilità ad un’operazione di questo tipo espressa nei giorni scorsi dal sindaco di Colleferro, Mario Cicciotti, e dal presidente della Provincia di Frosinone, Antonello Iannarilli, ha replicato: «Nessuno gli ha chiesto nulla, comunque non sono loro a dover decidere» [...]
FERENTINO. FINORA UN FLOP IL BANDO PUBBLICO PER CONTRIBUTI ALLO SMALTIMENTO AMIANTO
Il Messaggero FR 28.11.10 p.45Si è rivelato finora un flop il bando pubblico del comune di Ferentino, relativo all’assegnazione di contributi a fondo perduto, finalizzati all’incentivazione di interventi di bonifica, rimozione e smaltimento dell’amianto da manufatti, fabbricati ed edifici civili, produttivi, commerciali e terziari presenti sul territorio comunale. Ad oggi, sono meno di dieci i cittadini che si sono rivolti al Comune per usufruire dei contributi. «Finora la risposta dei cittadini è stata negativa, pochissimi hanno chiesto lumi, ma non molliamo, c’è tempo fino al 24 dicembre per chiedere i contributi. Vogliamo esaurire tutti i fondi» ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Sergio Marrocco.
ARSENICO NELL'ACQUA PUBBLICA. PER LA UE IL LIMITE È 10 MICROGRAMMI PER LITRO. NIENTE DEROGHE PER IL LAZIO
Il Messaggero Cronaca Metropolitana, 28.11.2010, p. 43 - di Luigi Jovino
Arsenico nell’acqua, manca ancora chiarezza. Per i comitati dell’acqua pubblica non ci sono dubbi: secondo l’Unione europea il contenuto di arsenico presente nelle acque potabili deve essere inferiore al valore di 10 microgrammi litro e non al valore 20 come intendeva la Regione Lazio. Per cui dovrebbero immediatamente rientrare nei parametri europei i comuni di Ardea, Albano, Ariccia, Bracciano, Campagnano, Castel Gandolfo, Castel Nuovo di Porto, Ciampino, Civitavecchia, Genzano, Lanuvio, Magliano Romano, Mazzano Romano, Santa Marinella, Tolfa, Trevignano e Velletri per cui era stata richiesta un’ulteriore deroga. L’equivoco hanno sostenuto i comitati dell’acqua pubblica in una conferenza stampa tenutasi ieri a Roma è stato chiarito da Karl Falkenberg, direttore generale del Dipartimento ambiente della Commissione europea che, rispondendo ad un quesito inviato dal Comitato per l’acqua pubblica di Aprilia, ha dichiarato: «La proroga entro i 20 microgrammi litri vale solo per 6 comuni della Lombardia e 2 della Toscana che ne hanno fatto richiesta. Nel Lazio, invece, devono valere i limiti previsti per legge».
Adesso per avere diritto alla proroga nei comuni in cui l’arsenico supera i 10 microgrammi litro il Governo italiano dovrebbe inviare richiesta all’Ue ed attendere risposta. Nel frattempo il flusso dell’acqua potabile dovrebbe essere interdetto all’uso umano nei comuni oltrev i 10 microgrammo/litro. Questa la richiesta avanzata dai comitati per l’Acqua pubblica ieri a Roma. Intanto il presidente della Regione, Renata Polverini, per fronteggiare questa nuova emergenza, sempre ieri, ha convocato una riunione straordinaria di giunta a Fiuggi dichiarando che «La Regione sta fronteggiando il problema dell’acqua all’arsenico che è storico nel Lazio nel migliore dei modi. Presto ci saranno nuove risposte».
Arsenico nell’acqua, manca ancora chiarezza. Per i comitati dell’acqua pubblica non ci sono dubbi: secondo l’Unione europea il contenuto di arsenico presente nelle acque potabili deve essere inferiore al valore di 10 microgrammi litro e non al valore 20 come intendeva la Regione Lazio. Per cui dovrebbero immediatamente rientrare nei parametri europei i comuni di Ardea, Albano, Ariccia, Bracciano, Campagnano, Castel Gandolfo, Castel Nuovo di Porto, Ciampino, Civitavecchia, Genzano, Lanuvio, Magliano Romano, Mazzano Romano, Santa Marinella, Tolfa, Trevignano e Velletri per cui era stata richiesta un’ulteriore deroga. L’equivoco hanno sostenuto i comitati dell’acqua pubblica in una conferenza stampa tenutasi ieri a Roma è stato chiarito da Karl Falkenberg, direttore generale del Dipartimento ambiente della Commissione europea che, rispondendo ad un quesito inviato dal Comitato per l’acqua pubblica di Aprilia, ha dichiarato: «La proroga entro i 20 microgrammi litri vale solo per 6 comuni della Lombardia e 2 della Toscana che ne hanno fatto richiesta. Nel Lazio, invece, devono valere i limiti previsti per legge».
Adesso per avere diritto alla proroga nei comuni in cui l’arsenico supera i 10 microgrammi litro il Governo italiano dovrebbe inviare richiesta all’Ue ed attendere risposta. Nel frattempo il flusso dell’acqua potabile dovrebbe essere interdetto all’uso umano nei comuni oltrev i 10 microgrammo/litro. Questa la richiesta avanzata dai comitati per l’Acqua pubblica ieri a Roma. Intanto il presidente della Regione, Renata Polverini, per fronteggiare questa nuova emergenza, sempre ieri, ha convocato una riunione straordinaria di giunta a Fiuggi dichiarando che «La Regione sta fronteggiando il problema dell’acqua all’arsenico che è storico nel Lazio nel migliore dei modi. Presto ci saranno nuove risposte».
RIFIUTI, LA REGIONE STANZIA ALTRI 135 MILIONI. LAVORO, CASA E RACCOLTA DIFFERENZIATA: ECCO LE PRIORITÀ DELLA FINANZIARIA 2011
Il Messaggero Cronaca Metropolitana, 28.11.2010, p. 49 di D. Des.
La Giunta Regionale lavora senza sosta alla nuova finanziaria. [...] dice Luigi Nieri, capogruppo di Sinistra e Libertà nel Consiglio Regionale ed ex assessore al Bilancio della Giunta Marrazzo [...] La presidente annuncia 135 milioni per la raccolta differenziata omettendo di dire che sono le risorse stanziate nella precedente legislatura. Piuttosto avremmo voluto sapere in che modo riuscirà a trovare gli 800 milioni di euro che mancheranno nel 2011 nel settore dei trasporti" [...]
Uno studio internazionale sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica Cultura, Ambiente e Territorio dell’Università di Cassino, per monitorare l’incidenza delle polveri ultrasottili sulla salute dei ragazzi compresi fra gli otto e gli undici anni. Questo il tema della conferenza, tenuta dal prof. Giorgio Buonanno nell’Auditorium della scuola media “G. Di Biasio” dal titolo “Gli effetti delle particelle ultrasottili provenienti dalle emissioni del traffico sulla salute dei bambini”. Nella presentazione del progetto, nato in collaborazione con Università australiane ed americane, il professor Buonanno ha spiegato la differenza fra le particelle sottili, quelle riferite al PM10, con quelle ultrasottili, molto più dannose e pericolose per la salute umana e dei giovanissimi in particolare. Il progetto di monitoraggio, elaborato e proposto dal dipartimento del prof. Buonanno, interesserà tre scuole di Cassino, due del centro cittadino e una più decentrata ed in ambito rurale. Si tratterà di monitorare, nel lungo termine, gli allievi di tre classi della scuola Di Biasio e del Primo Circolo didattico, oltre ad un plesso scolastico della periferia cittadina. All’interno delle classi prescelte verranno posizionati strumenti di rilevamento della quantità ed esposizione alle polveri ultrasottili presenti durante la permanenza degli allievi nelle ore di lezione. I risultati saranno poi elaborati dal Dipartimento universitario e studiati attraverso screening medici in collaborazione con le Asl. I ragazzi saranno quindi sottoposti ad indagini spirometriche e prick test cutanei, oltre ad un questionario per le famiglie su cui indicare le abitudini e lo stile di vita dei ragazzi fuori dalla scuola. I primi risultati dovrebbero aversi nella primavera o nel mese di settembre del prossimo anno.
EXTRA VALLE. CASSINO. CONVEGNO E MONITORAGGIO SULLE POLVERI ULTRASOTTILI ALLA SCUOLA MEDIA DI BIASIO