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venerdì 19 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 19.11.10 (limitata al nuovo piano regionale rifiuti)


NEL PIANO REGIONALE RIFIUTI NIENTE QUINTO TERMOVALORIZZATORE. NUOVI IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO E I 5 TMB PREVISTI 
[NDR - Tra i 5 impianti di TMB ipotizziamo vi siano quelli previsti dalla Regione Lazio (giunta Marrazzo) nel periodo transitorio, 2008-2011, tra cui ex novo COLLEFERRO e via ristrutturazione dell'impianto esistente di CDR, CASTELLACCIO (Comune di Paliano, al confine con il centro abitato di San Bartolomeo - Anagni)]
Roma, 19 nov. (Apcom) - Il piano regionale dei rifiuti, passato ieri per la giunta della governatrice Renata Polverini, non prevede la realizzazione di un quinto termovalorizzatore, nonostante la situazione dell'impianto di Albano, bloccato da una sentenza del Tar, sia ancora tutta da valutare. Saranno invece realizzati otto nuovi impianti di compostaggio e verranno portati a termine entro il 2014-15 i cinque impianti di trattamento meccanico-biologico (Tmb) già programmati ante-piano.
Opere che vogliono portare le province e la regione all'autosufficienza per quel che riguarda il ciclo dei rifiuti, anche in caso di emergenza grazie all'introduzione dell'Ato regionale.
 

 
ANSA LAZIO 19.38 - POLVERINI, IL COMUNE DI ROMA SCARICHERA' SUL SUO TERRITORIO
I rifiuti urbani di Roma rimarranno sul territorio della capitale e della sua provincia. É quanto prevede il nuovo piano rifiuti della Regione Lazio. Inoltre la differenziata nel 2011 dovra' essere portata al 60% e in discarica dovranno andare solo i rifiuti trattati. Per quanto riguarda il post Malagrotta Polverini ha precisato: ''il Campidoglio da oggi deve individuare un sito alternativo nel suo comune, perché nessun comune può decidere di mettere una discarica in un altro comune''.

POLVERINI: LA PRIORITA' E' EVITARE LE SANZIONI DI BRUXELLES
Apcom 19.11.10
[...] La governatrice ha, però, voluto sottolineare come ora la priorità sia quella di presentare il Piano a Bruxelles "primo passo per evitare la sanzione prevista nella procedura d'infrazione già notificata - ha spiegato la governatrice -. Non intendo destinare centinaia di milioni di euro per una sanzione che potrebbe aggirarsi su grandi cifre, che non possiamo permetterci".

IL "NUOVO" PIANO RIFIUTI FIRMATO ass. DI PAOLOANTONIO (detto Di paolo) 

Come ci aspettavamo nulla si vuole cambiare rispetto alla attuale gestione dei rifiuti nel Lazio, la vocazione “monnezzara” tra centrosinistra e centrodestra appare come un segno di continuità che dimostra che su questo tema esiste una maggioranza trasversale, salvo sporadici esempi.

Abbiamo denunciato dal 2008 la truffa del Piano Marrazzo, un piano lasciato poi decadere da una maggioranza di centrosinistra guidata dal cons. Di Carlo che ha fatto ben capire la sua filosofia in materia da ex presidente AMA e visto anche il suo legame parentale con Manlio Cerroni il “re della monnezza di Roma”.

La truffa era contenuta nei numeri e nelle successive scelte operative, che hanno dimostrato che l’obiettivo del 50% al 2011 non era che un artificio numerico, dal momento che la previsione di discariche ed inceneritori era già stata calcolata sulla previsione di lasciare ferma questa quota del 15% di raccolta differenziata.

Infatti a fronte di 3.400.000 tonnellate/anno di rifiuti prodotti, continuando a togliere il misero 15% di raccolta differenziata restano 2.900.000 ton/anno, cifra su cui si può facilmente calcolare la quantità del cosiddetto C.D.R. producibile (carta/plastica da incenerire che è pari a non oltre il 25%) che sviluppa la cifra di 725.000 ton/anno.

Ora se si programmano impianti di incenerimento per 710.000 ton/anno, avendo già tre impianti di incenerimento a Colleferro (RM) e S.Vittore (FR) con potenzialità di 370.000 ton/anno, e si rilasciano le relative autorizzazioni integrate ambientali per i nuovi inceneritori di Malagrotta ed Albano per altre 340.000 ton/anno il cerchio è chiuso: la differenziata resta bloccata al 15% mentre i cinque impianti vengono autorizzati nonostante le proteste popolari e le procedure di infrazione europee.

E’ banale peraltro constatare che se si volesse oggi rispettare la legge vigente e differenziare veramente almeno il 45% attuale (che l’anno prossimo passa al 60%) le 3.400.000 ton/anno di rifiuti prodotti lascierebbero solo 2.200.000 ton/anno da cui si ricavano solo 550.000 ton/anno di C.D.R.

La novità del Piano attuale è che l’ass.re Di Paolo dichiara che vuole ritentare lo stesso gioco dichiarando che, pur cosciente dei limiti di legge imposti anche dalla sua collega ministro Prestigiacomo che con un decreto porta l’obiettivo di raccolta differenziata al 65% nel 2011, conta di raggiungere forse il 45% di raccolta differenziata ed insieme fissa la cifra a 1.000.000 di ton/anno di C.D.R. da incenerire, un autentico mistero aritmetico, con la stessa soluzione: costruire altri due nuovi inceneritori oltre i cinque presenti e già autorizzati.

Questo continuando a perseguire l’illegalità ereditata dal centrosinistra:

· la sistematica violazione della legge vigente (Decreto Legislativo 152/2004) e di una precisa direttiva della Comunità Europea oggi recepita (Direttiva 98/2008) che dicono che esiste una precisa gerarchia e priorità nelle fasi di gestione dei rifiuti che dicono entrambe che si deve fare PRIMA la Riduzione dei rifiuti, POI il Riuso e Riparazione dei prodotti, POI il Recupero e la Raccolta differenziata, POI il Riciclo di quanto differenziato e SOLO IN ULTIMO lo Smaltimento in discarica e/o incenerimento;

· l’inesistenza attuale o la previsione di relegare a puri ruoli residuali la Riduzione, il Riuso e la Riparazione ed il Riciclo,

· l’ignorare del tutto la necessità di eliminare la raccolta stradale indifferenziata, continuando a prevedere megadiscariche in cui al massimo si possa selezionare da questa massa di “monnezza” la carta e plastica da bruciare,

· l’escludere nel Piano rifiuti in modo totale impianti di Riciclo dei materiali “secchi” differenziati (metallo/vetro/carta/plastica) e dei relativi imballaggi, ignorando che il circuito CONAI acquista questi materiali finanziando i Comuni con contributi “discaricati” insieme ai materiali,

· il prevedere il solo raddoppio del Recupero della frazione organica in impianti di compostaggio per produrre terriccio (oggi esiste praticamente solo un impianto AMA di Maccarese che tratta sino a 90.000 ton/anno mentre la frazione organica differenziata recuperabile sarebbe di almeno 500.000 ton/anno restando all’obiettivo dichiarato del 45%),

· L’istituzione di un unico ATO regionale (Ambito Territoriale Ottimale), dato che queste strutture sono state abrogate dal governo Berlusconi, che scavalcherebbe il principio di “provincializzazione” della gestione rifiuti e quindi consentirebbe lo smaltimento dei rifiuti di Roma in tutto il Lazio invece di costringere ogni Comune (ed in particolare i più grandi) a trovare nel proprio territorio i siti di smaltimento.

Resta in campo quindi, in questo ennesimo desolante panorama per la salute pubblica e l’ambiente del Lazio, la nostra proposta di legge di iniziativa popolare alternativa e sostenibile “senza inceneritori e verso Rifiuti Zero”.

La proposta è proprio oggi all’esame del Consiglio regionale e rappresenta l’unica vera speranza per il Lazio di fare un salto di civiltà e di mettere il Lazio nella prospettiva europea di un sistema a basso impatto ambientale e speculativo ma alta occupazione locale ed alta tutela della qualità dell’aria e del territorio. 
ROMA-“Quello presentato dalla Presidente Polverini non è il piano rifiuti della regione Lazio ma il piano di Cerroni. Sembra scritto appositamente per arricchire ulteriormente il multimilionario ras della “monnezza”, già detentore della discarica di Malagrotta e ora lanciato nel business degli inceneritori”. Lo dichiarano Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, consiglieri regionali della Federazione della Sinistra.“Con questo piano -proseguono- la Polverini ridurrà il Lazio come la Campania, visto che gli inceneritori non si potranno fare e le alternative non saranno state promosse. Di concreto nel piano ci sono solo discariche ed inceneritori, il resto è fumo negli occhi dei cittadini e della Commissione Europea”.“Noi, in sintonia con i movimenti per la difesa della salute e dell’ambiente, -dichiarano i consiglieri- proponiamo il rovesciamento della visione. Per prima cosa non raccogliere, ma ridurre: il Lazio produce quasi 600 kg di rifiuti pro capite all’anno, il 10% in più della media italiana, il 14% in più della media europea, il 54% in più della regione italiana più virtuosa, il Molise. Una politica virtuosa di riduzione dei rifiuti del 20%, assolutamente possibile, renderebbe inutili tutti gli inceneritori previsti dalla Giunta. Perché non si fa? Perché oggi si guadagna sulla raccolta e non sulla riduzione”.“Ciò che proponiamo -proseguono- è una politica di riduzione basata su incentivi e disincentivi fiscali, normative commerciali, promozione del riuso e sanzioni, con l’obiettivo di introdurre una convenienza economica a ridurre i rifiuti. Va in questo senso la proposta di rendere la tassa per il conferimento in discarica e la Tarsu crescente al crescere del rifiuto pro capite conferito”.“Occorre poi -affermano i consiglieri- iniziare a considerare il rifiuto non come un problema ma come una ricchezza. Proponiamo una politica di differenziazione spinta della raccolta volta ad aumentare il valore commerciale delle frazioni raccolte, anche con l’entrata in campo nella raccolta di soggetti interessati allo sfruttamento economico del rifiuto. Anche qui si tratta di promuovere la convenienza economica di differenziare e dello sfruttamento “minerario” del rifiuto, includendo nella “filiera del valore” anche i cittadini”.“Un rovesciamento della visione, una rivoluzione culturale -affermano- ha bisogno di essere sostenuta da un’adeguata politica di informazione ed educazione. Noi proponiamo che lo studio del “ciclo del rifiuto” e del suo corretto smaltimento divenga materia di studio obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado. Altro che sporadiche campagne pubblicitarie e finanziamenti ai mondiali di Tennis”.“La fantasia della Giunta Polverini -concludono Peduzzi e Nobile- si ferma a raccogliere e bruciare, raccogliere e bruciare, e cioè sprecare ricchezza, ammalare i cittadini ed arricchire Cerroni. Noi saremo accanto ai cittadini nella lotta, con i tutti i mezzi leciti, contro l’insediamento nella nostra regione degli inceneritori dello spreco, della malattia e dell’arricchimento”. 

L'ON. ANGELO BONELLI SUL PIANO
ROMA-«Quello presentato oggi in Regione non è un Piano Rifiuti, ma un vero e proprio Piano sul nulla che punta a portare la città di Roma all’emergenza. – Dichiara il Presidente nazionale e Capogruppo regionale dei Verdi per la Costituente Ecologista – L’unica vera novità, negativa, del Piano Rifiuti è la costituzione di un Ato unico regionale la cui funzione sarà quella di consentire lo smaltimento dei rifiuti tra una provincia e l’altra, in presenza di non meglio precisate emergenze legate allo smaltimento o alla mobilità dei rifiuti stessi. E si sa che, viste le esperienze della Protezione civile nazionale, in Italia per il centrodestra il concetto di “emergenza” è veramente molto ma molto elastico. Per quanto riguarda una gestione civile dei rifiuti dalla Giunta Polverini arrivano solo una serie di buone intenzioni, non suffragate dai fatti. Fissare al 2011 un target del 60% di raccolta differenziata, siamo al 21%, senza indicare gli strumenti finanziari e le metodologie d’intervento equivale a fissare una cifra a caso, mentre è gravissimo il fatto che il Piano non affronti il problema più urgente: Malagrotta. Ma non è un caso. La non indicazione nel Piano del sito alternativo a Malagrotta è strumentale e non casuale. Con questo escamotage, infatti, si vuole sottrarre il problema più grande del Lazio alla Valutazione ambientale strategica, e risolverlo magari tra qualche tempo, con una logica emergenziale. Del resto per quanto riguarda la raccolta differenziata i segnali che arrivano dal centrodestra sono negativi. Come giudicare, se no, l’acquisto da parte di Ama di 14.000 nuovi cassonetti, nati “vecchi” visto che non prevedono la raccolta dell’umido, senza la quale non è possibile fare una vera differenziata? Una certezza però il piano la dà ed è quella dell’aumento dell’incenerimento che passerà, secondo gli scenari del Piano dall’attuale 8% al 28%».

L'ASSESSORE REGIONALE CON DELEGA AI RIFIUTI PIETRO DI PAOLOANTONIO: LE ECOMAFIE SI SCONFIGGONO CON LA TRACCIABILITA' DEI RIFIUTI
Roma, 19 nov. (Apcom) - Possibili infiltrazioni mafiose all'interno del ciclo dei rifiuti? Una problematica cui il nuovo piano regionale dei rifiuti del Lazio si pone di mettere un freno. "Abbiamo intensificato l'attività di collaborazione con il Noe e la Guardia di finanza ed abbiamo richiamato le associazioni dei datori di lavoro a stilare insieme una lista delle aziende serie e sane che operano nel settore", ha spiegato la governatrice Renata Polverini, oggi durante la presentazione del nuovo piano regionale dei rifiuti. "Abbiamo inoltre consultato le istituzioni per arrivare all'emissione di bandi che consentano - ha concluso la Polverini - solo alle aziende serie di parteciparvi".
Sulla questione illegalità è intervenuto anche l'assessore regionale con delega ai rifiuti Pietro Di Paolo, che ha sottolineato l'importanza della tracciabilità dei rifiuti: "Dobbiamo essere vicini ai piccoli e medi Comuni che sono i più soggetti ad essere avvicinati da imprese e ambienti di dubbia provenienza".