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giovedì 18 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 18.11.10

I RIFIUTI DI MALAGROTTA A ROCCASECCA? L'ALLARME LANCIATO DAL PD. PIETRO DI PAOLO E FABIO DE ANGELIS: NON SARA' COSI'. DOMANI LA PRESENTAZIONE UFFICIALE DEL PIANO IN REGIONE
Il Messaggero Fr 18.11.10 pp.49 (prima) e 50 - di Denise Compagnone (neretto nostro)
Malagrotta-Cerreto solo andata? I rifiuti della capitale nella discarica di Roccasecca? “Un abuso inaudito” attacca il centrosinistra, “una non-notizia, una mistificazione della realtà” ribatte il centrodestra. Ma la realtà qual è? Si parte dai fatti. La notizia che ha scatenato il panico è emersa nella giornata di ieri: domani mattina la giunta regionale è chiamata ad approvare il nuovo piano dei rifiuti che stravolgerebbe gli attuali criteri ragionando in un’ottica regionale e non più provinciale. L’autosufficienza per i rifiuti avviati allo smaltimento in discarica quindi, secondo l’opposizione alla Regione e alla Provincia, passerebbe da provinciale a regionale. In termini concreti questo significherebbe che se una discarica, come quella di Roma, Malagrotta appunto, arriva all’esaurimento, i rifiuti di Roma potrebbero essere conferirti nelle discariche delle altre province del Lazio, nove in tutto. Tra cui Roccasecca, già finita agli onori della cronaca giudiziaria solo qualche settimana fa. “Preoccupazioni fuori luogo e strumentali” ha controbattuto l’assessore regionale Pietro Di Paolo “i rifiuti della capitale non verranno distribuiti nelle discariche già esistenti, né viaggeranno per le province del Lazio. Il Piano non prevede soluzioni di questo tipo”. Com’è possibile quindi? Sarà un altro episodio stile piano di riordino, quando le informazioni - e rassicurazioni - che arrivavano prima dell’approvazione del piano sono state poi smentite dalla lettura del contenuto (sette ospedali chiusi in provincia)? Una spiegazione la fornisce Fabio De Angelis, assessore provinciale all’ambiente: “L’autonomia territoriale di ogni singolo Ato, comprensiva dell’intera organizzazione del ciclo dei rifiuti - ha detto -, resterà su base provinciale e sarà un “sub ato” dell’Ato regionale che però si occuperà solo dell’aspetto regolamentare e tariffario. Frosinone continuerà a smaltire i rifiuti qui e Roma altrettanto. Anzi in questo caso una modifica c’è perché Roma città, venendo unita con la provincia, dovrà trovare un’altra discarica in provincia”. Eppure ieri le polemiche erano state violentissime: “La capacità di Malagrotta sta per esaurirsi e la Polverini pensa bene di correre ai ripari con un piano regionale dei rifiuti che penalizza le province” ha detto per esempio Francesco Scalia. Stessi toni, durissimi, anche da parte dei suoi colleghi: “E’ l’ennesima beffa per Frosinone” così Francesco De Angelis a cui fanno il coro Lucio Migliorelli che ha parlato di “abuso inaudito” contro il quale si ci batterà “con le unghie e con i denti” e Mauro Buschini che prevedeva un “collasso tutto il sistema di smaltimento dei rifiuti”. Domani, leggendo il piano, sapremo la verità.

COLLEFERRO, LA MAGGIORANZA RIGETTA LA MOZIONE DELL'OPPOSIZIONE E DICE SI' A UN NUOVO TAVOLO ISTITUZIONALE
«SOSPENSIONE RAGGIRATA», E' POLEMICA SULLA TURBOGAS
Per il sindaco si tratta di un rifiuto di tipo tecnico. Diversa l’interpretazione dell’opposizione che chiede l’interruzione immediata dei lavori al IV Chilometro. Il 14 dicembre nuovo confronto tra le parti

Cinque giorni 18.11.2010, p. 18
(neretto nostro)
Fuori le proteste e gli striscioni, dentro le urla. Una seduta "tipica" quella dell'atteso Consiglio comunale sulla Turbogas al IV Chilometro che ha visto nella serata di martedì una grande partecipazione popolare. E' la prima volta, dopo la manifestazione ad Artena di qualche settimana fa, che tanti cittadini si sono ritrovati insieme per assistere a quello che era considerato l'incontro decisivo per la sospensione dei lavori. La sorpresa in aula è arrivata però subito dalla maggioranza che in apertura di Consiglio ha deciso di non approvare la mozione dell'opposizione. Una decisione che ha scatenato la protesta dai banchi della minoranza. La motivazione addotta dal sindaco è quella di «evitare facili e possibili strumentalizzazioni del caso». «Non è una questione politica – ha precisato il sindaco Mario Cacciotti – ma una questione tecnica. E per questo è necessario che ci ritroviamo, subito, intorno a un tavolo per esaminare il caso specifico con l’aiuto di tecnici qualificati che possano offrirci leindicazioni utili ad avere risposte certe e chiarificanti ad ogni quesito che ci è stato posto fino ad oggi, per tutelare la salute publica e dare le indispensabili rassicurazioni alla popolazione, evitando comunque ogni strumentalizzazione». Un "cavillo tecnico dunque per il primo cittadino che prende ancora tempo puntando sull'avvio di un tavolo istituzionale fissato per il 14 dicembre in Regione. Diversa la lettura dei consiglieri di opposizione. «Si elemosina una sospensione dei lavori senza però porre dei precisi obblighi a chi continua a costruire l'impianto, nonostante le proteste dei cittadini - spiega il consigliere dell'Italia dei Valori Emanuele Girolami - Siamo ora curiosi di vedere se la Termica Colleferro spa avrà rispetto di una richiesta che gli viene dal Consiglio oppure, come ha già fatto in precedenza, se ne infischierà continuando imperterritaa costruire. E' per questo motivo che siamo amareggiati che non sia stata approvata la nostra mozione con la quale tutto il consiglio comunale, riappropriandodi un proprio ruolo, impegnava il sindaco a sospendere, con fatti concreti, i lavori con un'ordinanza». «Ci troviamo di fronte a quanto successe al tempo della realizzazione dei termovalorizzatori a Colle Sughero - il commento del consigliere del Pd Renzo Carella - si invocava la dislocazione dei terreni che erano sempre di proprietà Secosvim, ma i lavori sono andati avanti incessantemente e alla fine si è dovuto abdicare per evitare il risarcimento danni dei lavori effettuati. Oggi siamo alle solite. Invochiamo la sospensione dei lavori e facciamolo ora che è stato fatto solo il lavoro di movimento terra, non aspettiamo che la centrale prenda forma, a quel punto non potremo fare più nulla». «Cerchiamo di alleggerire Colleferro da fattori inquinanti - il commento del consigliere Santucci - non pensiamo ai singoli impianti ma vediamo nel totale cosa succede, perchè l'Avio ha bisogno di ampliare in questo modo le dimensioni della centrale termica e perché non si poteva implementare la vecchia? Non ci vediamo chiaro su quanto c'è in disegno per i terreni industriali che saranno dismessi, nel frattemo attendiamo da decenni la riapertura di via Romana, non pensate che così le emissioni potrebbero diminuire, avendo un'arteria di sfogo per le macchine e i mezzi pesanti diretti fuori Colleferro?». La parola ora passerà alla Regione. L'Amministrazione colleferrina ha chiesto un'anticipazione dell'incontro del 14 per accelerare i tempi della decisione.

COLLEFERRO, TURBOGAS: IL CONSIGLIO COMUNALE NON APPROVA LA MOZIONE ALL'O.D.G. DELLE OPPOSIZIONI. ALLONTANATO L'ESPERTO DEL CNR INVITATO DAL SINDACO. TUTTI D'ACCORDO SULLO STOP AI LAVORI SEPPUR CON DIVERSE MODALITA'

Quotidiano sera 17.11.2010 - di Giulio Iannone 
(neretto nostro)
COLLEFERRO - Ieri sera il consiglio comunale di Colleferro era stato convocato per discutere una mozione presentata dai consiglieri comunali di opposizione tesa ad impegnare il sindaco Mario Cacciotti ad emettere un’ordinanza di sospensione dei lavori per la realizzazione della centrale turbogas in costruzione in località Valle Secola al IV Km. Ebbene le oltre tre ore necessarie per arrivare alla votazione della mozione in discussione hanno visto, da un lato sindaco e gran parte della maggioranza, dall’altro l’opposizione, andare avanti con i lavori su piani assolutamente distinti e distanti; per poi giungere alla votazione di due documenti (un ordine del giorno presentato dalla maggioranza e la mozione della minoranza in esame) rispettivamente votati dalla parte che li ha presentati… Alla fine la differenza tra i due documenti, almeno stando alle dichiarazioni rese nel corso della seduta, può essere individuata nella emissione o meno da parte del sindaco di una “ordinanza di sospensione dei lavori”, rispetto ad una semplice “richiesta di sospensione dei lavori” meno vincolante per la società che sta realizzando la centrale turbogas. Il sindaco Cacciotti da questa seduta del Consiglio comunale voleva che venisse messa in evidenza la “non pericolosità ambientale” della realizzanda centrale, e per farlo aveva anche invitato a parlare il prof. Allegrini del Cnr, al quale è stato commissionato uno studio sugli effetti ambientali della realizzazione della centrale.
Non essendo questo il problema rilevante che anima la polemica sulla centrale, dentro e fuori il Consiglio comunale, il prof. Allegrini, che aveva iniziato a parlare è stato letteralmente zittito ed indelicatamente “allontanato” dall’aula, essendo stato il suo intervento in qualche modo “fuori tema” rispetto alle problematiche in discussione. E’ stato ben presto chiarito, anche dagli stessi consiglieri di minoranza, che la questione primaria non è tanto l’effetto inquinante di una centrale di nuova generazione che sostituisce una realizzata oltre trent’anni fa; piuttosto il fatto che, a fronte di una leggera diminuzione delle emissioni, si consente ad un’azienda operante sul nostro territorio di produrre energia ben superiore a quella necessaria agli stabilimenti che avrebbero (in caso di non realizzazione della centrale) dovuto chiudere i battenti e licenziare centinaia e centinaia di dipendenti… I temi sul tavolo riguardano l’opportunità di realizzare una centrale di questa portata (doppia rispetto al necessario), situata in una determinata area, il tutto all’insaputa della collettività e dei consiglieri comunali, anche quelli di maggioranza. E la stessa richiesta di sospensione dei lavori è animata dalla volontà di recuperare alla collettività, ed al Consiglio comunale che la rappresenta, la giusta capacità contrattuale per intervenire su queste problematiche consentendo la realizzazione della centrale stessa con potenze ed ubicazione compatibili con le necessità di uno sviluppo urbanistico ed un controllo ambientale organico rispetto al territorio comunale. Tutti sono d’accordo nel chiedere la convocazione di un tavolo tecnico che coinvolga anche la Regione Lazio e la Provincia di Roma, le quali hanno rispettivamente già rilasciato i positivi Via (Valutazione di impatto ambientale) e Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale), salvo poi invitare il Consiglio comunale ad una riflessione approfondita sull’intera questione. Certo, se i lavori proseguono la capacità contrattuale dell’amministrazione comunale ne risulterà virtualmente “spuntata” dalla ovvia richiesta di risarcimento danni da parte dell’azienda interessata… Intanto però ieri sera è emerso anche il dato che la centrale attualmente in uso ha concessioni ancora per cinque anni e non 24 mesi come sostenuto dall’azienda che la gestisce, e quindi si avrebbe tutto il tempo per intervenire sul cosa, sul come, sul dove e sul quando… L’odg votato dalla maggioranza, e quindi quello che avrà valenza in termini operativi, «chiede al sindaco di farsi parte attiva nei confronti della società Termica Colleferro Spa (che gestisce la centrale in funzione e quella in costruzione - ndr) al fine di sospendere i lavori in corso concernenti la realizzazione della centrale turbogas pur avendo le autorizzazioni specifiche rilasciate dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio, chiede altresì al Presidente della Provincia ed al Presidente della Regione Lazio, in virtù delle richieste avanzate dal Presidente Zingaretti, e la disponibilità dimostrata dall’assessore all’ambiente della Regione Lazio on. Mattei, l’istituzione di un tavolo tecnico entro 7 giorni da oggi (e non entro il 14 Dicembre come precedentemente indicato - ndr) in modo da addivenire ad una soluzione concordata e definitiva». «Non è una questione politica - ha detto il sindaco Mario Cacciotti, ricordando l’iter che ha portato Regione e Provincia ad autorizzare la costruzione della centrale, che dovrà sostituirne una attualmente in funzione ed ormai obsoleta - ma una questione tecnica. Per questo, venendo incontro alle richieste degli abitanti, abbiamo commissionato al Cnr e all’Università La Sapienza una relazione, dalla quale si evince, come sapeva, che tale impianto è il meno inquinante tra quelli esistenti per la produzione di energia elettrica. E per questo è necessario che ci ritroviamo, subito, intorno a un tavolo per esaminare il caso specifico con l’aiuto di tecnici qualificati che possano offrirci le indicazioni utili ad avererisposte certe e chiarificanti ad ogni quesito che ci è stato posto fino ad oggi, per tutelare la salute pubblica e dare le indispensabili rassicurazioni alla popolazione, evitando comunque ogni strumentalizzazione». La cosa più importante è spezzare definitivamente l’ormai secolare sudditanza (e ieri sera segnali in tal senso sono giunti anche dai banchi della maggioranza) rispetto alla grande industria che ha condizionato le scelte e lo sviluppo di una città che oggi non basa più la sua sussistenza sulla presenza di quella stessa grande industria che nel tempo è diventata oltremodo arrogante e prepotente. La forza rappresentata dalla proprietà di una significativa fetta di territorio comunale (con annessi vili e deprecabili spauracchi di crisi occupazionali) non devono e non possono prevalere sulle esigenze della collettività in barba all’ambiente e ad una intera comunità. Questa è l’occasione per avviare una seria politica di riduzione delle emissioni inquinanti: ottenere la realizzazione di una centrale commisurata alle reali esigenze, in un’area che non sia a contatto diretto con il territorio comunale non di proprietà della grande industria, rappresenterebbe un primotassello verso un equilibrio più corretto tra collettività e industria, facendo ridimensionare quest’ultima ad un ruolo più coerente senza arroganze e prepotenze...

IL PARERE, CERVINO (CNR): «BISOGNEREBBE RIDURRE LE EMISSIONI E NON AGGIUNGERLE» (PER I PRECEDENTI ARTICOLI SUL PARERE DI MARCO CERVINO, DIGITARE "CERVINO" NEL MOTORE DI RICERCA DELLA RS, IN ALTO A SINISTRA)

Cinque giorni 18.11.2010, p. 18

«Come tutti gli impianti alimentati da fonti fossile, la teconologia turbogas sottrae energia alle generazioni future e realizza prodotti di scarto, soprattutto in termini di emissioni in atmosfera». Così Marco Cervino, fisico dell'Istituto di scienze dell'atmosfera del Consiglio nazionale ricerche (Cnr), sul quotidiano "Terra", in merito a quanto sta succedendo a Colleferro. «La turbogas, bruciando gas naturale - spiega Cervino - produce anidride carbonica, contribuendo alle emissioni antropiche che cambiano l'equilibrio climatico. In questa area, come in altre del territorio italiano, bisognerebbe fare delle scelte che tendono a migliorare le cose, non aggiungere emissioni ad altre emissioni». 

REGIONE. ECCO IL PIANO RIFIUTI. ROMA USERA' LE DISCARICHE DEL LAZIO

La Repubblica — 17 novembre 2010 p. 2 - di Giovanna Vitale

(neretto nostro)
E' il più più bel regalo che il sindaco Alemanno potesse aspettarsi dalla giunta Polverini. Segno evidente che la filiera "amica" Campidoglio-Pisana funziona eccome, soprattutto per un' amministrazione comunale in clamoroso affanno sullo smaltimento dei rifiuti, da oltre due anni a caccia di un sito alternativo alla discarica di Malagrotta (ormai esaurita) che produce continui allarmi e infinite polemiche. Il dono travestito da "obbiettivo" è contenuto nel nuovo piano regionale dei rifiuti del Lazio che l' assessore alla materia, Pietro Di Paolo, marito della deputata Barbara Saltamartini, fra le più fedeli adepte del sindaco di Roma, è pronto a portare dopodomani in giunta. Salvo ritocchi dell' ultima ora. Cosa prevede il piano, oltre a fotografare l' esistente e a confermare la realizzazione degli impianti già programmati dall' esecutivo precedente? Semplice: l' autosufficienza regionale per i rifiuti avviati allo smaltimento in discarica. Significa in sostanza che il Comune di Roma può interrompere la caccia al sito sostitutivo dell' invaso di Malagrottae piantarla di litigare con tuttii comuni limitrofi, a cominciare da Allumiere, per convincerli ad accettare l' immondizia della capitale: gli scarti prodotti dalla città eterna, d' ora in avanti, verranno distribuiti e trasportati nelle altre nove discariche attive nel Lazio, da Roccasecca a Viterbo. E pazienza se, come in Campania, si correrà il rischio della sollevazione popolare. Ma non c' è solo questo nel documento dell' assessore Di Paolo. La parte più ambiziosa riguarda la prevenzione, sulla quale si basa l' equilibrio dell' intero piano rifiuti e l' autosufficienza degli impianti regionali: in base ai calcoli, infatti, entro il 2013 la produzione della spazzatura nel Lazio dovrebbe diminuire sensibilmente rispetto alla crescita inerziale che viaggia al ritmo dell' 1,3% l' anno: una riduzione del 7% di organico e verde; del 20% di vetro e beni durevoli; del 3% di carta e plastica da imballaggi. Cifre che, considerando gli oltre 3 milioni e 385mila tonnellate l' anno prodotti dalla nostra regione, equivale a una sorta di libro dei sogni. Che tuttavia, secondo Di Paolo, è possibile avverare in tre mosse: basterà diminuire l' usa e getta in scuole, uffici pubblici, ospedali e aziende, sostituendo il materiale da buttare con altro riutilizzabile (per esempio, piatti di carta con stoviglie di ceramica); recuperare i beni durevoli attraverso un sistema di consegna dei materiali ingombranti per avviarli al riuso; raccogliere cibi non ancora scaduti o prossimi alla scadenza (come pane e frutta dalle mense) per restituirli al consumo. Azioni che tuttavia non possono prescindere dalla collaborazione dei cittadini. Ecco perché, nel caso i rifiuti non dovessero infine diminuire, è previsto - ma solo come extrema ratio - un Piano B: costruire nuovi impianti di smaltimento e di termovalorizzazione.