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mercoledì 17 novembre 2010

Rassegna stampa Rete per la Tutela della Valle del Sacco 17.11.10

Comunicato Stampa Retuvasa

Dichiarazioni politiche sul ciclo dei rifiuti

Leggiamo con estremo interesse le prese di posizione della politica sul ciclo dei rifiuti riguardanti Colleferro, GAIA e la discarica di Colle Fagiolara. 
 
Apprendiamo che uno dei possibili candidati a sindaco per le prossime amministrative di Colleferro notifica l’intenzione di chiudere la Discarica di Colle Fagiolara in caso di elezione. Naturalmente da accogliere positivamente. Ma non è il caso di dimenticare che sono anni che questo impianto di conferimento rifiuti deve chiudere; tra deroghe, proroghe, piani rifiuti, ciò non è mai avvenuto. Anzi sono state autorizzate volumetrie tali da rendere la discarica funzionale almeno per un altro decennio. 
 
Vorremmo ricordare ai lettori che il precedente Piano dei rifiuti e l’autorizzazione per il cosiddetto “riordino” della discarica sono stati concessi da una giunta regionale dello stesso orientamento politica del candidato a sindaco prima menzionato. 
 
Ci si è accorti di avere fatto qualche “piccolo” errore? Lo si ammetta, allora. Oppure è semplice opportunismo politico?
Facciamo anche notare che è in pieno iter autorizzativo l’impianto di trattamento meccanico biologico (TMB), che dovrebbe collocarsi nelle immediate vicinanze del sito di discarica, e che prevede a servizio l’utilizzo della stessa. Quindi è indispensabile opporsi anche all’autorizzazione di tale impianto, che non avrebbe più motivo di esistere senza la discarica. 
 
Abbiamo già espresso a più riprese la nostra contrarietà all’impianto di TMB, non perché siamo ostili a tali impianti in linea di principio, ma in quanto tale progetto è in netta contrapposizione alle direttive europee, in quanto di fatto solo minimamente funzionale al recupero dei materiali e utile per lo più alla preselezione di CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) da inviare gli inceneritori
 
Se l’impianto TMB non fosse costruito, gli impianti di incenerimento di Colleferro dovrebbero ricevere CDR da altre regioni. A questo punto sono necessarie alcune riflessioni. E’ mai stato affrontato un serio piano di sostenibilità economica degli impianti di incenerimento? E’ mai stato preso in esame il rapporto tra energia prodotta ed energia necessaria per la produzione di CDR + energia per il trasporto + energia per il funzionamento degli inceneritori stessi? E’ ancora valido un ciclo dei rifiuti incentrato su conferimenti in discarica e inceneritori? La raccolta differenziata è centrale per un ciclo dei rifiuti virtuoso, ma a parte la positiva introduzione del Centro di Riciclo di Colleferro, è attualmente assistita da tutti i necessari impianti di selezione, riciclo e riuso? Perché nessun candidato a qualunque poltrona propone mai un serio progetto di riduzione dei rifiuti alla fonte? 
 
Noi abbiamo le nostre risposte, ma ci piacerebbe riceverle pubblicamente da chi in questo momento sta cavalcando politicamente la questione, da una parte e dall’altra, in funzione della prossima tornata elettorale. 
 
La nostra non è da considerarsi la solita polemica, ma una sollecitazione ad instaurare un percorso chiaro e trasparente, senza giocare sulle solite promesse ai babbei, di cui abbiamo le tasche piene. 
Per par condicio, solleviamo delle serie perplessità sull’interessamento del primo cittadino di Roma sulle sorti di GAIA e sulla base d’asta per l’acquisto della stessa. Non entriamo in questa sede nel merito di quanto dovrebbe costare l’acquisizione dell’ex consorzio pubblico. Diciamo, con molta semplicità, che i cittadini dei Comuni della provincia si sono stancati di essere servitù della Capitale. Non pensi la politica di Roma di poter tranquillamente portare altri rifiuti qui da noi, qualora la discarica di Malagrotta dovesse chiudere i battenti, in attesa di un nuovo sito che nessuno, a giusta ragione, vorrà mai. Questa volta si alzeranno le barricate. Un territorio più volte ferito e umiliato troverà la forza della disperazione per respingere ulteriori attacchi ai propri diritti. 
 
Ci si conceda infine questa piccola provocazione: nessuno prenderebbe in seria considerazione l’opportunità di un paio di inceneritori a Piazza Venezia o di una discarica accanto al Colosseo. Ma ci spiegate, politici romani, perché deve apparirci naturale un ciclo dei rifiuti a Km Zero a Colleferro?

Colleferro, 17.11.2010


Ufficio Stampa Retuvasa 


Vedi anche Ecco la notizia quotidiana 17.11.10

TURBOGAS COLLEFERRO. LA MAGGIORANZA VOTA CONTRO L'IMMEDIATA SOSPENSIONE DEI LAVORI

Ecco la notizia quotidiana 17.11.10 - di G.C.
Ennesimo consiglio rovente per affrontare la problematica della centrale Turbogas nel comune di Colleferro, Martedì scorso l’assise consiliare un’accesa discussione sulla mozione di sospensione dei lavori che i consiglieri di opposizione avevano presentato lo scorso 30 settembre. Tavoli tecnci e ricerche universitarie si sono avvicendate in questo periodo, ma nulla di convicente, secondo l’opposizione, per far andare i lavori. Il pubblico come sempre era quello delle grandi occasioni, con tutti i residenti della zona IV KM, le associazioni ambientaliste, i giovani studenti, tanti cittadini. Tutti per dire no a questo impianto che dovrà sorgere in zona IV KM, a 700 metri dalle abitazioni che sono sorte lì solo qualche anno fa. L’opposizione rimane ferma sul no al trasferimento e ampliamento della centrale. Sì al mantenimento della vecchia centrale con gli opportuni ammodernamenti del caso per servire a dovere l’Avio, promotrice di tale progetto. “Perchè dislocarla? – la domanda insistente dell’opposizione – cosa deve fare la Secosvim dei terreni che saranno dismessi dalla fabbrica? Non intendiamo assistere all’ennesimo abuso urbanistico per la città che da anni vede varianti su varianti al Piano Regolatore e 17 anni di amministrazione di centro destra non sono bastati per avere un piano regolatore degno della nostra città”. “Ci troviamo di fronte a quanto successe al tempo della realizzazione dei termovalorizzatori a Colle Sughero – il commento del consigliere Carella – si invocava la dislocazione dei terreni che erano sempre di proprietà Secosvim, ma i lavori sono andati avanti incessantemente e alla fine si è dovuto abdicare per evitare il risarcimento danni dei lavori effettuati. Oggi siamo alle solite. Invochiamo la sospensione dei lavori e facciamolo ora che è stato fatto solo il lavoro di movimento terra, non aspettiamo che la centrale prenda forma, a quel punto non potremo fare più nulla”. Dibattito acceso che ha coinvolto anche il professore della Sapienza che ha eseguito le analisi per conto del comune e dei residenti per verificare lo stato dei terreni dove deve sorgere la centrale termica. “Bisogna avere il coraggio di prendersi le proprie responsabilità e di difendere apertamente, senza se e senza ma, la salute dei cittadini. – afferma il consigliere Girolami – non si può arrivare all’approvazione di un ordine del giorno che non è stato discusso in consiglio. Nello stesso, infatti, si elemosina una sospensione dei lavori senza però porre dei precisi obblighi a chi continua a costruire l’impianto, nonostante le proteste dei cittadini. Siamo ora curiosi di vedere se la Termica Colleferro spa avrà rispetto di una richiesta che gli viene dal Consiglio oppure, come ha già fatto in precedenza, se ne infischierà continuando imperterrita a costruire.

E’ per questo motivo che siamo amareggiati che non sia stata approvata la nostra mozione con la quale tutto il consiglio comunale, riappropriandosi di un proprio ruolo, impegnava il Sindaco a sospendere, con fatti concreti, i lavori con un’ordinanza. Lo studio presentato dal CNR è ridicolo, ci vogliono far credere che le malattie a Colleferro sono dovute alle canne fumarie degli appartamenti, al fumo di sigaretta e all’alcool”. “Cerchiamo di alleggerire Colleferro da fattori inquinanti – il commento di Santucci – non pensiamo ai singoli impianti, ma vediamo nel totale cosa succede, perchè l’Avio ha bisogno di ampliare in questo modo le dimensioni della centrale termica e perchè non si poteva implementare la vecchia? Non ci vediamo chiaro su quanto c’è in disegno per i terreni industriali che saranno dismessi, nel frattemo attendiamo da decenni la riapertura di via Romana, non pensate che così le emissioni potrebbero diminuire, avendo un’arteria di sfogo per le macchine e i mezzi pesanti diretti fuori Colleferro?”.
“Non è una questione politica – ha detto il Sindaco Mario Cacciotti, ricordando l’iter che ha portato Regione e Provincia ad autorizzare la costruzione della centrale, che dovrà sostituirne una attualmente in funzione ed ormai obsoleta – ma una questione tecnica. Per questo, venendo incontro alle richieste degli abitanti, abbiamo commissionato al CNR e all’Università La Sapienza una relazione, dalla quale si evince, come sapevamo, che tale impianto è il meno inquinante tra quelli esistenti per la produzione di energia elettrica. E per questo è necessario che ci ritroviamo, subito, intorno a un tavolo per esaminare il caso specifico con l’aiuto di tecnici qualificati che possano offrirci le indicazioni utili ad avere risposte certe e chiarificanti ad ogni quesito che ci è stato posto fino ad oggi, per tutelare la salute pubblica e dare le indispensabili rassicurazioni alla popolazione, evitando comunque ogni strumentalizzazione”. In questa direzione è stato approvato un ordine del giorno con il quale impegna il Sindaco a chiedere alla Società Termica Colleferro di sospendere i lavori per la centrale cogenerativa in costruzione nel comprensorio industriale di Colleferro, al IV Km, in attesa dell’istituzione di un tavolo tecnico che vedrà Regione Lazio, Provincia di Roma e Comune di Colleferro confrontarsi sulle questioni riguardanti l’impianto stesso. Nell’ordine del giorno viene, infatti, considerata anche la assoluta necessità di anticipare ad uno dei prossimi giorni lo stesso tavolo di lavoro che la Regione ha fissato per il 14 dicembre.

Questo ordine del giorno ha provocato anche le illazioni dei giovani presenti in aula, “dopo più di un mese dal falso Stop ai lavori di costruzione della Turbogas, la maggioranza del consiglio comunale vota contro l’immediata sospenzione dei lavori a- affermano – al contrario l’opposizione all’unanimità chiedeva la sospensione immediata per concedere del tempo utile alla politica, all’amministrazione tutta e ai cittadini per poter avanzare e studiare proposte alternative. Secondo noi non c’è alcuna volontà a parte di questa amministrazione di ascoltare il parere dei cittadini e quindi contrastare il progetto di Avio. E’ inutile che continuiamo a illuderci, qui prevale sempre la logica della speculazione sulla salute dei cittadini, gli stessi cittadini che sono anche amministratori e che vivono in questa città”.

AEROPORTI DI FROSINONE SPA. ASSEMBLEA VENERDI' 26 NOVEMBRE. COME PREVISTO, GABRIELE PICANO DOVREBBE SUBENTRARE AD ANTONELLO IANNARILLI
La Provincia Fr p.7 17.11.10
L' assemblea della società Aeroporti di Frosinone è stata convocata per venerdì 26 novembre: la decisione è stata presa ieri dal consiglio di amministrazione di Adf. Dunque, il 26 novembre dovrebbe esserci il passaggio di consegne tra Antonello Iannarilli e Gabriele Picano, designato ad assumere la carica di presidente della società Aeroporti di Frosinone. Picano è attualmente assessore provinciale al trasporti, dopo essere stato al vertice dell'Interporto. Il punto è anche politico, dal momento che si avvicina il rimpasto in giunta alla Provincia: entrerà Ennio Marrocco (Pdl, area di Pallone ed Abbruzzese) al posto proprio di Gabriele Picano, che sarà indicato come presidente Adf. Non è escluso che Picano possa avere altresì un incarico di tipo politico. In consiglio provinciale, al posto di Marrocco, entrerà Silvio Tagliaferri, pure lui dell'area che fa riferimento a Pallone ed Abbruzzese.
Gabriele Picano dice: «Se verrò preso in considerazione come presidente dell'Aeroporto, dedicherò a questo ruolo tutto l'impegno possibile. Si tratta peraltro di un'opera strategica per il territorio, alla quale credo [...]


IL NUOVO PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI IN APPROVAZIONE VENERDI' PROSSIMO IN GIUNTA SCARICHERA' IL PESO SULLE PROVINCE? LE POLEMICHE POLITICHE
Il giornalino 17.11.10 

FROSINONE. LA MAGGIORANZA VOTA L'URBANISTICA

La Provincia FR 17.11.10 p.2
[...] Il consiglio è andato avanti e la maggioranza ha votato compatta tutte le pratiche sull'Urbanistica: zone Peep, piano di lottizzazione in zona Cr, località Madonna della Neve, adiacente la via La Botte, lottizzazione sub comprensorio in località Fontana Tonica [...]

LA CHIUSURA DELLA QUARTA EDIZIONE DELLE "GIORNATE DELLA SCIENZA"
La Provincia FR 17.11.10 p.11
Sospensione dei lavori alla “turbogas” nel consiglio comunale di questa sera
Quotidiano sera, 16.11.2010 p.1 - di Gianluca Cardillo

CECCANO. I TEMI AMBIENTALI AL CENTRO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI LUNEDI'
La Provincia FR 17.11.10 p.39

ANAGNI. L'APPELLO DI PASQUALE MAIORANO SULL'INQUINAMENTO
La Provincia Fr 17.11.10 p.23

ANAGNI. IL COMUNE PROVA A LANCIARE L'ALBERGO DIFFUSO

Il Messaggero FR 17.11.10 p.38 - di Paolo Carnevale
Utilizzare le case del centro di Anagni come “camere d’albergo”; creare una rete di ricezione diffusa per alimentare il sogno di una città che vuole vivere di turismo e valorizzare i tesori artistici e culturali della città dei papi. Si tratta della tecnica dell’albergo diffuso; e potrebbe diventare fra poco la vera carta da giocare per l’amministrazione anagnina alla ricerca di un rilancio non solo economico ma anche sociale in un momento di grossa crisi soprattutto per i grandi centri industriali della Valle del sacco. Ieri pomeriggio infatti il Comune ha reso noto sul suo sito un progetto legato alla realizzazione di “Strutture ricettive extralberghiere”. Da oggi in pratica, seguendo i Regolamenti Regionali n. 16 del 24 ottobre 2008 e n. 18 del 21 settembre 2009 sarà possibile fare domanda presso l’amministrazione comunale per realizzare all’interno del comune anagnino una serie di strutture. Si va dalla possibilità di sistemare camere singole da affittare, piuttosto che creare ostelli per la gioventù, allestire case ed appartamenti per le vacanze, case per ferie, bed and breakfast. A spiegare meglio la natura del progetto ci ha pensato ieri l’assessore alla cultura e turismo del comune, Daniele Natalia: “da tempo stiamo spingendo per questa possibilità perché ci siamo accorti che i turisti che arrivano nella nostra città preferiscono abitare per il periodo in cui rimangono in strutture all’interno del centro storico”. Di qui la possibilità di utilizzare immobili magari lasciati ad ammuffire, sottoutilizzati, facendone con l’aiuto del comune, fattori per aumentare il reddito. “Due camere affittate nel centro storico per 4-5 giorni possono arrivare a rendere anche 1000 euro al mese- ha detto ancora Natalia-; facile che questo possa diventare un mezzo per sostenere l’economia del nostro paese, molto colpita dalla crisi”. Quali i tempi a questo punto per passare dalla teoria alla pratica? “Abbiamo già avuto in via ufficiosa le prime adesioni- ha detto ancora l’assessore-: contiamo entro la fine dell’anno di avere il quadro preciso della situazione: il numero degli immobili che saranno disponibili per questa operazione. Poi entreremo in gioco contattando tour operator e siti specializzati per cominciare a diffondere questa possibilità».