REDAZIONE: FRANCESCO BEARZI, CRISTINA MATALONI, SARA DEODATI, VINCENZO LANDOLINA, ALBERTO VALLERIANI, ROCCO MARTUFI, GIULIO TIRINELLI

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lunedì 1 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 1.11.10

Comunicato stampa Retuvasa 
Torna l’acqua potabile a Colleferro, 
restano i problemi strutturali della gestione

Tiriamo un sospiro di sollievo, almeno per il momento: possiamo smetterla di girare in casa con pentole di acqua bollita (tra l’altro scaldata con gas fornito dalla Italcogim S.p.A…).

Sperando che quest’anno le parole del sindaco siano finalmente seguite dai fatti (ricordiamo analoghe dichiarazioni per identici problemi esattamente un anno fa rimaste disattese), ci troviamo però a fare ancora una volta la parte dei “rompitasche” e a chiedere spiegazioni in ordine agli aumenti sulla bolletta dell’acqua.

Infatti, mentre sul nuovo sito del Comune di Colleferro
(cfr. http://www.comune.colleferro.rm.it/moduli/output_immagine.php?id=424)

si legge che la tariffazione per il servizio idrico per l’anno 2010 rimarrà invariata rispetto a quanto stabilito dalla deliberazione del Consiglio Comunale n.10 del 28.2.1994, gli utenti del servizio idrico Italcogim si sono visti recapitare le bollette per il primo semestre 2009 con vistosi aumenti:

per la tariffa agevolata un aumento di circa il 15% (da 0,323818 a 0,38736000);
per la tariffa base un aumento di circa il 20% (da 0,510775 a 0,61222500).

Cosa dobbiamo pensare? Che nel 2010 questi aumenti rientreranno?

E con quale deliberazione comunale sono stati accolti i rincari, visto che il contratto stipulato tra Comune e Italcogim nel 1994 prevede, a fronte di una proposta di revisione tariffaria da parte della ditta fornitrice, il consenso del Comune?

Nella lettera dell’Italcogim agli utenti si informa che è stato eliminato il minimo impegnato, ovvero un quantitativo di acqua che ogni utente è obbligato a pagare qualunque sia il consumo reale. Ci mancherebbe… è stato dichiarato illegittimo dal CIPE nel 2001!

E non ci vengano poi a dire che il costo dell’acqua al metro cubo a Colleferro è basso. A parte la scadente qualità dell’acqua, la bolletta prevede solo i costi di manutenzione e gestione ordinaria, non eventuali ottimizzazioni, ampliamenti e potenziamenti delle infrastrutture. Quelle o le paga il Comune (ovvero sempre noi) o Italcogim si riserva di introdurle in bolletta (quindi sempre noi).

Perché non dividiamo anche i profitti?

Ad esempio, nell’elenco annuale delle opere 2010
(cfr. http://www.comune.colleferro.rm.it/moduli/output_immagine.php?id=415)
si legge che per fognature e acquedotto il Comune (ancora noi) spenderà 1.000.000 di euro.

Considerato quanto detto sin qui, non ci sembra particolarmente rilevante l’abbuono in bolletta, ottenuto per gentile concessione del sindaco, relativo ai mesi di novembre 2009 (ricordate la promessa dell’anno scorso?) e ottobre 2010.

Vogliamo invece avere una gestione del servizio pubblica, autenticamente trasparente, autenticamente di qualità, convinti che sull’acqua non si possa e non si debba lucrare.

Valle del Sacco, Colleferro – 01.11.10
Ufficio Stampa Retuvasa

 CS Retuvasa Colleferro Torna l'Acqua Restano i Problemi 011110                                                                    

AVVISO
COSTITUZIONE CONSULTA PROVINCIALE AMBIENTE FROSINONE

VENERDI’ 5 NOVEMBRE 2010, ALLE ORE 18, PRESSO IL PALAZZO PROVINCIALE DI FROSINONE, PIAZZA GRAMSCI, SI TERRA’ LA RIUNIONE COSTITUTIVA DELLA CONSULTA PROVINCIALE PER L’AMBIENTE

In sinergia con l’assessorato all’Ambiente provinciale, lo stanno comunicando la maggior parte delle associazioni ambientaliste operanti sul territorio provinciale, di rilevanza nazionale e provinciale - WWF, Legambiente, VAS, Retuvasa, Codici, Fare Verde, Fare Ambiente, LIPU, CIA (in rappresentanza delle tre principali organizzazioni di categoria dell’agricoltura) - convocate lo scorso 22 ottobre, presso lo stesso assessorato, alla riunione consultiva preliminare.

Le associazioni hanno accolto l’invito dell’assessore all’Ambiente Fabio De Angelis e convenuto sull’opportunità di istituire quanto prima un tavolo permanente di confronto, nonché di attivarsi per promuovere l’adesione di tutte le realtà locali impegnate in campo ambientale.

L’incontro è aperto a tutte le associazioni ambientaliste operanti sul territorio provinciale. Nel corso di esso si definiranno le modalità operative della Consulta.

Ufficio stampa Retuvasa – 1.11.2010

ANAGNI. PARTE LA "LOTTIZZAZIONE PIU' ATTESA NEL TERRITORIO" A COLLE VECCHIO, SAN FILIPPO.
La Provincia Fr 1.11.10 p.21
Rilancio urbanistico, si riparte da Colle Vecchio. Dopo anni di attesa, circa venti, il Comune ha finalmente rilasciato la concessione edilizia per la lottizzazione più attesa nel territorio.
La realizzazione di quanto previsto a Colle Vecchio, al bivio per San Filippo lungo la Superstrada Anticolana, trasformerà la zona in un villaggio turistico, essendo tale la tipologia del quartiere, visionabile sulla carta.
Le ruspe e gli escavatori hanno iniziato a ruggire, delineando i primi tratti di un paesaggio che ci si augura, ben amalgamato col magnifico sfondo. Progettisti e tecnici incaricati della realizzazione, concordano nel ritenere l'offerta di abitazioni dal particolare sapore, necessaria per il rilancio non solo di quella zona, ma di Anagni in generale.
L'imminenza della messa in funzione del Parco Giochi a Valmontone, e la facilità di collegamento con Roma ed il resto d'Italia, fanno di Colle Vecchio una iniziativa assolutamente…giovane!



ANAGNI. SCUOLA MEDIA "VINCIGUERRA", GLI ESITI DELL'INDAGINE DI ARPA LAZIO NON EVIDENZIANO ILLEGALITA'. I GENITORI RICHIEDONO COMUNQUE UN  AMBIENTE SCOLASTICO PIU' ADEGUATO - Anagni scuola futura
Il dirigente scolastico e il presidente del consiglio di istituto hanno inoltrato diverse richieste all'ARPALAZIO, affiché svolgesse un'indagine ambientale dell'area e presso la ditta calcestruzzi adiacente alla sede della Scuola media "Vinciguerra". In particolare si è chiesto di verificare l'eventuale utilizzo di additivi pericolosi per la salute e di cromo VI solubile nel cemento (vedi Direttiva Unione Europea 2003/53/CE); la produzione di polveri, dovute alla movimentazione degli inerti e alla circolazione dei mezzi pesanti e la presenza di coperture in cemento-amianto.
L'ARPALAZIO ha effettuato due sopralluoghi, uno il 9, l'altro il 21 settembre 2010.
Dalla relazione inviata nei giorni scorsi al dirigente scolastico risulta:
- "le quantità di cromo VI rilevate su due campioni ai silos di stoccaggio sono compatibili con le prescrizioni contenute nel D.M. 10/5/2010";
- "non sono installate nell'area dell'impianto coperture in cemento-amianto"
- i limiti prescritti per le polveri sono rispettati.
Poiché il punto di scarico dell'inerte in tramoggia è risultato privo del sistema di contenimento polveri, alla ditta è stato prescritto di installare anche su questo sito un impianto di umidificazione, per ridurre la diffusione delle polveri.
Indipendentemente dai risultati, resta comunque il problema di fondo che è quello dell'inadeguatezza dell'edificio, nato, ripetiamo per l'ennesima volta, come esposizione di mattonelle. L'edificio, oltre a essere privo di palestra, più volte promessa e di là da venire, (gli scuolabus giornalmente debbono trasportare gli studenti presso gli impianti sportivi), presenta aule sottodimensionate e ci stupisce che la ASL non sia ancora intervenuta. I parametri che prevedono che per ogni alunno della scuola media debba essere garantita un’area netta (compreso gli arredi) di 1,80 mq., ed un volume d'aria 5,4 metri cubi, non sono rispettati.
Visto l'alto costo dell'affitto, invitiamo ancora una volta tutti i cittadini, in particolare i residenti dell'Osteria della Fontana e il suo comitato, a sollecitare le autorità responsabili affinché prendano in considerazione la possibilità di costruire un altro modulo independente accanto a quelli della scuola elementare e creare così un complesso scolastico, con un edificio più rispettoso dell'esigenze degli alunni e sicuramente più economico.


FIUGGI, LAGO DI CANTERNO. UNA SOLA OFFERTA DI UNA ATI PER L'ECOALBERGO DI PORCIANO
Il Messaggero Fr 1.11.10 p.41 - di Annalisa Maggi
Da una Associazione Temporanea di Imprese con capofila il Consorzio ‘Meglio insieme’ l’unica offerta per gestire l’ecoalbergo di Porciano. Lo scorso 20 ottobre è scaduto il termine per rispondere al bando pubblicato dalla XII Comunità Montana dei Monti Ernici per la gestione dell’ecoalbergo di Porciano situato a pochi metri dal lago di Canterno. Alla gara ha risposto un solo raggruppamento di cooperative, già attiva nella gestione di aree naturali, tra le quali ‘Il Tornante’ di Boville. Si sta procedendo, ora, alla verifica della documentazione presentata per assegnare ufficialmente l’appalto ventennale della struttura la cui base d’asta era di 2 milioni di euro. Aspetto che aveva indotto al pessimismo sulla ricerca di un gestore che assumerà anche l’impegno a migliorare la struttura con dotazioni e arredi, a mantenere i 40 km di sentieristica ciclo-pedonale (tra cui la tratta Fiuggi-Serrone) e la gestione di tre bus. Una procedura articolata e particolare che, finalmente, se non sorgeranno impedimenti, tra quattro o cinque mesi – come assicurano i responsabili - porterà all’entrata in funzione della struttura ricettiva pronta già da un paio di anni. L’ecoalbergo di Porciano era un vecchio casale che la XII Comunità Montana dei Monti Ernici ha acquistato e ristrutturato attingendo i finanziamenti appositamente previsti per la realizzazione di strutture ricettive che presentavano particolari caratteristiche come la collocazione dentro aree protette (in questo caso si trova all’interno del perimetro dell’area naturale del lago di Canterno) o l’utilizzo di energie alternative per il fabbisogno stesso dell’albergo.

EXTRA VALLE. VILLA SANTA LUCIA. IL TAR ANNULLA LA GARA PER LA MESSA IN SICUREZZA DELL'EX DISCARICA, LAVORI SOSPESI
Il Messaggero FR 1.11.10 p.44 - di D. Tor.
I lavori di bonifica e di messa in sicurezza dell’ex discarica del comune di Villa Santa Lucia di via Cesalanni sono stati sospesi dalla ditta che aveva vinto la gara d’appalto (Ati Euro Consolidamenti e Costruzioni Srl-Edilgen Srl) per una sentenza del Tar che ha dato ragione all’impresa arrivata seconda (Eco Rima di Rino Offreda). Il Comune in base a un finanziamento regionale di circa un milione di euro aveva indetto la gara d’appalto assegnando alla prima, in base alle offerte economiche e tecniche, i lavori. La ditta Eco Rima, invece, insoddisfatta dell’esito della gara aveva presentato un ricorso al Tar sostenendo “che l’offerta della controinteressata è stata illegittimamente ammessa dalla commissione che non ha rilevato le non conformità al bando che, ove rilevate, ne avrebbero dovuto determinare l’esclusione”. Contro il ricorso avevano presentato le memorie sia il Comune che la regione Lazio per il finanziamento dei lavori. Nel ricorso incidentale la Euroconsolidamenti e Costruzioni denunciava che la parte ricorrente (Eco-Rima) avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara in quanto non aveva allegato alla documentazione di gara il documento unico di regolarità contributiva o meglio ha allegato un Durc datato 3 settembre 2009 inidoneo sotto vari profili; essendo priva dei requisiti”. Il Tar, però, ha accolto il ricorso della Eco-Rima annullando l’aggiudicazione della gara.
 
CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti
Seduta del 15/6/2010
... Audizione dell'assessore all'ambiente della provincia di Frosinone, Fabio De Angelis [soprattutto su SAF e impianto di Colfelice, ndr]

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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'onorevole Fabio De Angelis, assessore all'ambiente della provincia di Frosinone, che ringrazio per la sua presenza.
L'audizione odierna rientra nell'ambito degli approfondimenti che la Commissione sta svolgendo sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitandolo comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Cedo dunque la parola all'onorevole De Angelis.

FABIO DE ANGELIS, Assessore all'ambiente della provincia di Frosinone. Buongiorno a tutti. Esporrò rapidamente un quadro della situazione del ciclo dei rifiuti nella provincia di Frosinone, per poi segnalare le disfunzioni di questo sistema e le eventuali patologie che sono connesse anche alla presenza di elementi legati alla criminalità organizzata campana sul territorio della provincia di Frosinone.
I dati che citerò nel corso di questa audizione saranno poi consegnati alla Commissione; mi riservo poi di integrare, ulteriormente, con approfondimenti che

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stiamo conducendo in queste settimane, aspetti ancora più importanti di questa mia audizione.
La raccolta di rifiuti in provincia di Frosinone, il sistema del RSU (rifiuti solidi urbani) è imperniato su tre realtà impiantistiche. Il primo è l'impianto di preselezione e compostaggio di Colfelice, di proprietà della società Ambiente Frosinone, a partecipazione totalmente pubblica. Partecipano, infatti, al capitale sociale, tutti i novantuno comuni della provincia e la provincia di Frosinone. Sono quindi novantadue soci ciascuno dei quali detiene l'1,82 per cento di capitale. Vi è poi la discarica di Cerreto, in località Cerreto nel comune di Roccasecca, che è la discarica comprensoriale in cui, ovviamente, affluiscono i rifiuti della provincia di Frosinone e infine gli impianti presenti a San Vittore, denominati le tre linee, quando saranno tutte e tre operative, per la termovalorizzazione del CDR prodotto dall'impianto di Colfelice.
Ovviamente, questo ciclo di rifiuti presenta una serie di criticità che sono legate soprattutto - e questo è un problema che riguarda in generale il piano dei rifiuti che è stato fatto per il Lazio - alla scarsa produzione di CDR nell'impianto di Colfelice.
Prima di entrare nel merito di queste problematiche, voglio illustrare il quadro generale. I rifiuti indifferenziati prodotti nella provincia di Frosinone sono 203.589 tonnellate, i rifiuti differenziati sono solo 13.113 tonnellate: la prima criticità relativa alla provincia di Frosinone è quindi la scarsa presenza di raccolta differenziata. Nel 2008 essa infatti rappresentava poco più del 5 per cento del totale; per il 2009 c'è stato un lieve, comunque importante incremento, ma sicuramente ancora insufficiente che, dai dati raccolti fino ad ora, ci porta quasi intorno all'8 per cento. Siamo convinti che soprattutto con le politiche che attueremo potremmo migliorare la situazione.
Sono stato nominato da un anno assessore all'ambiente e ho verificato questa situazione drammatica proprio relativamente all'assenza di politiche per incentivare la raccolta differenziata e all'assenza, a tutt'oggi, di un piano per la gestione del ciclo dei rifiuti. Infatti l'ultimo piano del 2005, è stato bocciato dal TAR, furono presentati i ricorsi da parte di alcuni comuni e delle associazioni ambientaliste, il piano fu bocciato e, quindi adesso la provincia, con la nuova amministrazione, procederà ad una ripianificazione sul ciclo dei rifiuti.
Per quanto riguarda, invece, le frazioni merceologiche della raccolta differenziata potenziale in provincia di Frosinone, è significativa - adesso non voglio dilungarmi sulle percentuali - la potenziale presenza nella raccolta differenziata che dovremmo fare, di un 40 per cento di umido. Sarà quindi importante, nella provincia di Frosinone, la presenza di impianti per il trattamento dell'umido, in particolare impianti di compostaggio o impianti per la digestione anaerobica dei rifiuti.
Altro dato significativo, oltre a questa prima criticità che abbiamo evidenziato, l'assenza di raccolta differenziata, è un ciclo di rifiuti che si fonda, essenzialmente, sull'impianto di Colfelice. Come dicevo si tratta di un impianto di preselezione e compostaggio, che dovrebbe produrre dalla frazione organica compost di qualità e dalla frazione secca il CDR da avviare poi alla termovalorizzazione a San Vittore. Da qui, ovviamente, nascono queste prime criticità di cui parlavo prima.
Il problema di fondo è che l'impianto di compostaggio, come vedremo meglio nel dettaglio, non funziona: il compost non viene prodotto, viene soltanto stabilizzata la frazione umida per poi essere avviata a discarica e le percentuali di produzione del CDR non sono sicuramente in linea con quelle che dovrebbero essere, soprattutto rispetto alla grande quantità di interventi che sono stati fatti nell'impianto di Colfelice. Quest'ultimo, secondo le dichiarazioni rese dalla Società Ambiente di Frosinone nel corso di numerose audizioni - tra l'altro alcune di queste sono state condotte proprio presso questa Commissione qualche anno fa, poi ne vedremo una in particolare - dovrebbe produrre, dalla

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raccolta di queste 200.000 tonnellate annue di rifiuti urbani, un 53 per cento di CDR, quindi 107.000 tonnellate all'anno. Dovrebbe inoltre produrre una percentuale di recupero di materiali ferrosi pari a 3000 tonnellate anno e un recupero di 2000 tonnellate anno di materiali non ferrosi; dovrebbe inoltre avviare come compost e quindi sul mercato come materia prima in grado poi di produrre utili, una parte organica addirittura del 27 per cento. I dati dichiarati dalla SAF sono quindi importanti, però il problema è che in questi anni, in particolare in quest'ultimo anno in cui siamo stati alla guida dell'amministrazione provinciale, abbiamo verificato che questo non è accaduto.
Ho portato qui, a titolo di esempio, i dati relativi al conferimento in SAF nel 2008 e nel 2009 proprio come termine di paragone. Nel 2008 sono stati avviati alla discarica MAD di Cerreto, in località Cerreto Roccasecca, 310 tonnellate al giorno, per un 57 per cento di conferimento rispetto a quello che viene portato a Colfelice. Nel 2009 riscontriamo un dato lievemente migliore, del 38 per cento, quindi si è abbassata la percentuale del prodotto portato in discarica. Per quanto riguarda il prodotto in discarica come prodotto da trattamento meccanico, quindi la frazione organica stabilizzata, nel 2008 è il 12 per cento, nel 2009 il 23 per cento. Per tradurre le percentuali in numeri, 68 tonnellate al giorno nel 2008 e 121 tonnellate al giorno nel 2009. Quindi possiamo dire che abbiamo un conferimento totale in discarica del 70 per cento nel 2008 e del 62 per cento nel 2009.
Presso l'impianto Enercombustibili di Paliano, di proprietà dell'ACEA, viene poi avviata la frazione secca che non viene lavorata nell'impianto di Colfelice perché quest'ultimo impianto non è ancora in grado, evidentemente, di trattare queste quantità di rifiuti che arrivano come frazione secca. Quindi nel 2008 il 15 per cento, quasi il 16 per cento, veniva portato a Paliano; nel 2009 questa percentuale è scesa al 4 per cento. Questo perché in termini di termovalorizzazione presso l'impianto di Colfelice nel 2009, la SAF è riuscita a incrementare notevolmente la percentuale di rifiuti trattati e trasformati in CDR: siamo passati infatti dall'11, 28 per cento del 2008 al quasi 30 per cento del 2009. Vi sono però in relazione a questi dati alcune questioni che meriterebbero un approfondimento perché, in questi anni, la EALL ha ricevuto, da parte della provincia di Frosinone, dalla SAF, la Società Ambiente Frosinone e, in particolare, da parte della regione e della provincia, un contributo economico importante.
So che questo argomento è stato oggetto anche di altre audizioni da parte del questore di Frosinone e credo anche degli altri inquirenti che sono intervenuti in questa Commissione. Ho portato un dettaglio dei finanziamenti che sono stati concessi dalla regione e dalla provincia alla SAF che ammontano a un totale, per il revamping, il cosiddetto «riammodernamento dell'impianto», di 24 milioni di euro. La sola provincia ha, in questi anni, dal 2006 in poi, versato nelle casse della Società Ambiente Frosinone, per la realizzazione di questo revamping ben 14 milioni di euro. Allora, a fronte di questi interventi importanti rimane da chiarire come mai non ci sia oggi una produttività adeguata dell'impianto SAF di Colfelice.
Voglio citare alcuni dati tratti dai bilanci della Società Ambiente Frosinone che saranno sicuramente di esempio. Nel 2006 i comuni, e quindi la SAF, spendevano per lo smaltimento dei rifiuti, comprendendo in questa voce sia quello che si spendeva per la termovalorizzazione sia quello che si spendeva per il conferimento di sovvalli e scarti a Roccasecca, 8.458.000 euro. Siamo passati dal 2006 al 2008 (gli ultimi dati sono questi del 2008) ad una spesa di 9.942.000 euro, precisamente 3.170.000 per il conferimento del CDR al termovalorizzatore di San Vittore e 6.771.000 euro per il conferimento di sovvalli e scarti a Roccasecca.
Sicuramente quindi il primo aspetto che va chiarito è proprio questo: come mai a fronte di questi interventi così importanti (da un punto di vista economico, ripeto,

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sono cifre molto importanti) ancora oggi l'impianto di Colfelice non abbia un'efficienza adeguata.
Ci sono poi dei dati che voglio citare a titolo di esempio perché sono particolarmente significativi. Il ferro leggero triturato da RSU, nel 2006, cioè ben prima che venissero realizzati gli interventi, produceva in termini di entrate nelle casse della SAF 120.503 euro. Dopo questi interventi, invece, la SAF recupera (l'ultimo dato è quello del 2009) a malapena 3000 euro dal ferro derivato dal ciclo dei rifiuti solidi urbani.
Rispetto a questa scarsa produttività di SAF ci siamo posti degli interrogativi, anche perché io ho portato qui una vecchia audizione fatta dal presidente Cesare Fardelli nel 2003, precisamente il 1o aprile del 2003, di cui vi leggo la parte più significativa. Egli diceva nel 2003 proprio a questa Commissione, quindi in un'audizione ufficiale: «Riteniamo che entro la metà di giugno del 2003 l'impianto di Colfelice sarà all'avanguardia in Italia per quanto riguarda il riciclaggio dei rifiuti. Passeremo dall'attuale 18 per cento al 52 per cento minimo». I dati che vi ho letto poco fa sicuramente dimostrano che ancora si è molto lontani da questi risultati.
Abbiamo avviato immediatamente - ripeto, sono da poco tempo assessore all'ambiente - alcuni controlli perché anche le modalità con cui sono stati erogati questi contributi sono perlomeno anomale. Gran parte di questi contributi, cioè di quelli che poi, come provincia, abbiamo erogato alla Società Ambiente Frosinone, sono arrivati con la legge regionale del 28 aprile del 2006, una legge finanziaria regionale nella quale, appunto, all'articolo 42 è previsto questo contributo alla provincia di Frosinone per l'impianto di trattamento rifiuti di Colfelice.
La regione, allo scopo di prevenire possibili emergenze di carattere igienico-sanitario e di danno ambientale si impegna a sostenere gli oneri connessi alle opere necessarie per l'adeguamento dell'impianto di trattamento dei rifiuti di Colfelice, nonché per migliorarne la capacità di recupero e riciclo di materiali, mediante la concessione di un contributo straordinario all'amministrazione provinciale di Frosinone di 12 milioni di euro, di cui 6 a valere sull'esercizio finanziario correnti e 6 sul prossimo esercizio. L'erogazione del contributo è subordinata alla presentazione alla regione, da parte della provincia di Frosinone, di idonea documentazione comprovante l'effettiva destinazione della somma alle finalità di cui al comma 1.
È proprio questo secondo comma che un po' ci ha fatto sorgere degli interrogativi perché questi soldi vengono girati alla provincia di Frosinone che poi li eroga alla SAF, Società Ambiente Frosinone, senza che però alla provincia sia data alcuna possibilità di controllo. Noi abbiamo infatti scritto, io personalmente ho scritto al dirigente del settore finanziario, per farmi fare uno screening delle somme erogate in questi anni e abbiamo chiarito che si trattava di 14 milioni di euro. Poi ho chiesto, appunto, se fossero state avviate, da parte dell'amministrazione provinciale di Frosinone.
Però, nel corso di questi anni. Questa era relativa al 2006, poi sono arrivate altre somme. Abbiamo allora verificato - ci scrive il dirigente, il dottor Serafino Colasanti - che dalla legge regionale e dalla documentazione intercorsa in alcun modo è stato previsto un esame, una verifica da parte del settore ambiente provinciale sui computi metrici o stati di avanzamento del progetto, mentre le note rilasciate sono a seguito dell'esame sugli elaborati progettuali, attestando la rispondenza degli stessi alle necessità impiantistiche del territorio nello spirito dell'adeguamento avallato dal decreto del Commissario per l'emergenza n. 17 del 2006.
Con questa risposta Colasanti, che è l'ingegnere che dirige il settore ambiente, ci dice che la norma dell'articolo 42, che vi ho appena letto, non attribuiva delle competenze specifiche alla provincia di controllo sulla realizzazione di questi interventi. Il problema è che noi abbiamo speso, in questi anni, tra finanziamenti regionali e finanziamenti provinciali oltre 20 milioni di euro ma, a fronte di questi

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grandi investimenti, non si riesce ancora a capire come mai l'impianto non funzioni. Di questo, ovviamente, come avrete sicuramente appreso nel corso delle audizioni precedenti, se ne sta occupando anche la procura della Repubblica di Frosinone ed è in corso un'inchiesta. Ovviamente a noi, come amministrazione provinciale, non compete certo verificare. Non siamo un organo che deve svolgere delle inchieste.
Dobbiamo però capire dov'è che sono mancati gli interventi e, soprattutto, dove si deve intervenire per far sì che questo impianto finalmente cominci a funzionare. Proprio per questo abbiamo nominato una commissione di tecnici che verificherà come sono stati realizzati questi interventi, quali interventi poi sarà necessario realizzare ancora nell'impianto di Colfelice perché, ovviamente, dall'impianto di Colfelice, che è centrale per la gestione dei rifiuti della provincia di Frosinone, dipende proprio il futuro della nostra pianificazione in materia di rifiuti.
Ovviamente, l'impianto di Colfelice è un impianto pubblico. Vi è poi, invece, la discarica. La discarica, che è a servizio dell'impianto è quella che poi, ai sensi dell'autorizzazione integrata ambientale della regione che l'ha autorizzata, deve ricevere almeno il 50 per cento dei rifiuti provenienti dal ciclo dei rifiuti solidi urbani e il resto, quindi l'altro 50 per cento, come rifiuti speciali non pericolosi.
Questo è un primo elemento che va preso in considerazione, perché se questa discarica, che tra l'altro nacque proprio per l'emergenza dei rifiuti della provincia, deve essere al servizio del ciclo dei rifiuti provinciali non può poi ospitare anche i rifiuti speciali.

PRESIDENTE. Mi dispiace ma dobbiamo concludere l'audizione perché iniziano i lavori in aula. La prego di consegnare la documentazione, se è necessario la risentiremmo.

FABIO DE ANGELIS, Assessore all'ambiente della provincia di Frosinone. Va benissimo. Io posso anche tornare, anzi, lo faccio volentieri.

PRESIDENTE. Dal momento che la situazione esposta mi sembra molto interessante, dopo aver sentito le associazioni ambientaliste, se ritorna, ci fa una cortesia. Ringrazio l'assessore De Angelis per il contributo fornito e dichiaro conclusa l'audizione.