REDAZIONE: FRANCESCO BEARZI, CRISTINA MATALONI, SARA DEODATI, VINCENZO LANDOLINA, ALBERTO VALLERIANI, ROCCO MARTUFI, GIULIO TIRINELLI

PER COMUNICATI STAMPA, SEGNALAZIONI, SUGGERIMENTI: sentieroarcobaleno@yahoo.it

A PARTIRE DA OGGI, 14 MARZO 2011, LA RASSEGNA STAMPA SARA' AGGIORNATA E COMPLETA SOLO DIRETTAMENTE SUL SITO. SEGUICI SU RETUVASA.ORG!

PER LA RICERCA NELL'ARCHIVIO INTERNO: digitare il termine chiave nella casella in alto a sinistra contrassegnata dalla lettera B, compariranno tutti gli articoli pertinenti

lunedì 15 novembre 2010

Rassegna stampa Rete per la Tutela della Valle del Sacco 14-15.11.10

Comunicato Stampa  Retuvasa 15.11.10
Sul Convegno e il Master Plan “Energia di un territorio”

Il convegno “Energia di un territorio”, promosso dalla Fondazione Kambo, ha rappresentato un evento di grande rilievo per la crescita della coscienza collettiva: un futuro diverso per la Valle del Sacco, che nasca dal punto di incontro tra istituzioni e associazioni di categoria produttive e coniughi il risanamento ambientale alla green economy, è possibile, anzi necessario. Retuvasa ha preso parte all’evento - bene ricordarlo - non in quanto partner e dunque relatore, ma, come Legambiente, a titolo di associazione ambientalista nazionale o regionale coinvolta nel Laboratorio Fondamenti, preliminare al Master Plan stesso.

Ciò è avvenuto nello spirito di nobile comunione di intenti in direzione della Salvaguardia del Creato, o semplicemente della nostra terra, promosso dall’ispiratore di tutto il progetto, il Vescovo di Frosinone Ambrogio Spreafico, a cui esprimiamo sentito riconoscimento. Che estendiamo all’infaticabile operato del consigliere delegato della Fondazione, Daniela Bianchi; alla autentica sensibilità per lo sviluppo sostenibile - noi diremmo la “qualità della vita” - dimostrata in particolare dall’assessore all’Ambiente Fabio De Angelis e dal presidente di Confindustria Lazio Maurizio Stirpe, dal presidente della CIA Frosinone Mario Mancini.

Il Master Plan finale si deve a LAND. L’architetto Andreas Kipar ha saputo offrire una penetrante immagine della Valle del Sacco, gravida di potenzialità. L’altissima competenza paesaggistica e bioarchitettonica di Kipar riesce a raccogliere l’eredità del territorio, a interpretarla nel complesso e difficile presente, disegnando il futuro nel segno di una nuova bellezza del territorio, che è insieme forma e contenuto.

Come sempre sostenuto nel Laboratorio Fondamenti, il Master Plan non è un punto di arrivo, ma di partenza. La via maestra è tracciata, ma i dettagli del progetto vanno definiti con grande attenzione e anche cautela, come ricordato più volte dallo stesso Kipar e da Confindustria Lazio.

Nei prossimi incontri dei Laboratori, ribadiremo quanto espresso in passato: attenzione a non aprire in alcun modo all’idea che energie rinnovabili e biomasse possano proliferare sul territorio in maniera incontrollata. La diffusione delle energie rinnovabili sul territorio, di per sé assolutamente indispensabile, ed anche inarrestabile, non deve naturalmente avvenire nei termini di consumo indiscriminato del suolo e di terreni agricoli fertili. La prospettiva corretta, come ha ricordato in veste di relatore al convegno Gianni Lisi, delegato da tutte le associazioni di categoria dell’agricoltura, è il risanamento agro-ambientale delle aree oggetto di emergenza, non la loro lottizzazione energetica. Ricordiamo al proposito il Piano di risanamento agro-ambientale nato dalla sinergia di CIA, Coldiretti e Retuvasa, presentato pubblicamente dall’assessore all’Ambiente Fabio De Angelis appena un mese fa.

Non è forse superfluo ricordare anche che il fotovoltaico si presta in particolare come copertura di edifici civili e produttivi, in aree dismesse (come le cave menzionate da Kipar), in terreni non fertili. I girasoli e altre colture funzionali ai biocarburanti non devono sottrarre terreni all’agrozootecnia tradizionale. Esiziale, in termini di emissioni, rischierebbe di essere poi la filiera della biomassa del pioppo. Ottima in particolare, come riconosciuto dalle stesse associazioni dell’agricoltura, la parte dello studio di fattibilità dell’ENEA (pp.180-231) riguardante la produzione di biogas dalla digestione anaerobica del letame.

Sottolineiamo infine l’importanza di un progetto da noi presentato nel corso del Laboratorio Fondamenti e apprezzatissimo dall’intero tavolo, in particolare da Confindustria Lazio, quello degli eco distretti industriali. Citato appena nell’attuale versione del Master Plan, rimane naturalmente centrale per il risanamento ambientale della Valle del Sacco e lo sviluppo sostenibile.
 
Vogliamo concludere con un accenno alla questione dell’aeroporto di Frosinone. Bene ha detto Maurizio Stirpe: è un progetto vecchio e incompatibile con il Master Plan. Nel corso di un breve e cordiale colloquio chiarificatore, il presidente della Provincia Antonello Iannarilli ci ha rassicurato lo scorso venerdì circa l’assenza di legami tra il vaglio della fattibilità tecnica di un piccolo aeroporto e l’approvazione della Variante ASI aeroportuale. Ribadendo che l’aeroporto si farà solo se ci saranno le condizioni. Riguardo a ciò, come abbiamo detto al presidente, sulla base delle ripetute bocciature da parte dell’ENAC, siamo abbastanza fiduciosi non si corra alcun rischio.

Valle del Sacco, 15 novembre 2010

Ufficio Stampa Retuvasa


APPELLO INVIATO AI CONSIGLIERI REGIONALI DEL LAZIO DA MASSIMO PIRAS, COORDINATORE DEL MOVIMENTO "NON BRUCIAMOCI IL FUTURO", SULLA POSSIBILITA' DELLA BOCCIATURA DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE RELATIVA AL CICLO DEI RIFIUTI (CUI PARTECIPO' ANCHE RETUVASA NEL 2009, MOLTI CITTADINI FIRMARONO NEL NOSTRO TERRITORIO)

Gentile Consigliere,
sono venuto a conoscenza che mercoledi 17 novembre all'o.d.g. del Consiglio vi è inserita la proposta di deliberazione consiliare n. 18, di iniziativa del consigliere Abbruzzese, concernente la verifica della regolarita' formale (ex art. 9 l.r. 63/1980) della proposta di legge regionale di iniziativa popolare, riguardante una proposta di modifica della legge regionale Lazio 9 luglio 1998, n. 27 "disciplina regionale della gestione dei rifiuti".
 
Si tratta del paziente ed autorevole lavoro di un gruppo di persone molto preparato in materia rifiuti, che, sull'esperienza concreta e positiva di altre realtà amministrative sia in Italia che nel mondo, ha elaborato un piano regionale alternativo e sostenibile della gestione rifiuti, che esclude il ricorso all'incenerimento, prevedendo un ciclo basato su riduzione - riciclo e recupero di materia ed energia ricalcando il c.d. modello "Rifiuti Zero".
La sintesi del lavoro è che "rifiuti zero" non solo è possibile, grazie alla raccolta differenziata spinta porta a porta, ma è già perfettamente funzionante in molte città italiane e nel mondo; costa 1/10 rispetto alla tradizionale gestione discarica-incenerimento, non inquina, moltiplica per 25 i posti di lavoro, rilancia l'economia con il recupero delle materie prime secondarie.
Inoltre questa proposta tende a riallineare il Lazio con la normativa europea e nazionale in materia, evitare lo sperpero di risorse in impianti tossici e finanziati con fondi pubblici, tutelare la salute evitando l'impatto sanitario che l'inquinamento da nanopolveri produce irreversibilmente sugli esseri umani e sull'ambiente, e assicurare un futuro sostenibile alle presenti e prossime generazioni.
Alla vigilia della presentazione dell'atteso nuovo piano rifiuti regionale e del sempre più incalzante problema della gestione degli stessi, La prego di non approvare la proposta di delibera n. 18 in discussione il 17.11.10 che cancellerebbe l'iniziativa popolare suddetta per mere questioni formali e di intervenire per dare comunque la possibilità ai tanti cittadini laziali firmatari, più di 12.000, di essere ascoltati e considerati nelle scelte in tema di rifiuti che saranno effettuate a livello regionale e che andranno inevitabilmente ad incidere sul presente e sul futuro della regione.

Qualche indirizzo web d'approfondimento del modello Rifiuti Zero: 
[...]

Confidando nell'accoglimento di questa mia richiesta, invio i miei più cordiali saluti.

Massimo Piras

VALMONTONE.  NO DI ALCUNE FORZE POLITICHE IN ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO TURBOGAS COLLEFERRO-ARTENA
No alla centrale turbogas fra Artena e Colleferro. E' stato ribadiuto nel corso di un'assemblea pubblica di Pd, Sel e Idv a Valmontone (loc. Santo Giudico). L'obiettivo della riunione odierna è: illustrare, a tutti i cittadini, quali rischi si corrono con una centrale turbogas installata nei pressi di Valmontone, fra i comuni di Artena e Colleferro. Sono appunto questi gli scopi della riunione pubblica organizzata per oggi 12 novembre, alle ore 20.00, nella chiesa di S.Antonio a Santo Giudico dalle sezioni di Valmontone del partito Democratico, di Sinistra, Ecologia e Libertà e dell'Italia dei Valori.
All'incontro hanno partecipato Bruno Ghigi, del Comitato No Turbogas, Giovanni Iacono, esperto di chimica ambientale, Roberto Pizzuti e Francesco Colucci - rispettivamente ex assessore all'ambiente e Coordinatore del Partito Democratico di Valmontone - Luciano Attiani, di S.E.L., Stefano Franchini (Idv) e Au.
  

PROVINCIA FROSINONE. SI TORNA INDIETRO SULLE TARIFFE DELL'ACQUA?

Indietro tutta! La tariffa idrica per il 2010 tornerà a 1,21 euro a metro cubo (attualmente è 0,94). La proposta sarà formulata nel corso della prossima assemblea dei sindaci che dovrebbe tenersi entro questo mese. La decisione è stata anticipata dallo stesso presidente della provincia di Frosinone, Antonello Iannarilli, ai primi cittadini che fanno parte della Consulta.
[...]
Gli avvocati avrebbero in sostanza ritenuto necessario per l'anno in corso, come richiesto da Acea e indicato anche dalla Conviri (la commissione di vigilanza sulle risorse idriche), di attenersi al piano tariffario con cui la società ha vinto la gara di appalto per la gestione del servizio e che, per il 2010, prevede appunto una tariffa regolare media di 1,27 euro a mc.
[...] 
I comitati cittadini per l'acqua pubblica hanno, inoltre ed al contrario, sostenuto che anche la tariffa di 0,94 euro/mc, conti alla mano e vista la qualità del servizio erogato, sia troppo alta".

LA STRATEGIA DI IANNARILLI SULLA QUESTIONE ACEA ATO 5
 
La Provincia FR 15.11.10 p.2 - di Cesidio Vano
Tariffa idrica per il 2010 a 1,21 euro a metro cubo; l'immediato pagamento ai comuni di 14 milioni di euro per i canoni arretrati; l'avvio della procedura per redigere un nuovo piano d'Ambito e l'apertura di un contenzioso con Acea per definire il pregresso.
Il presidente della provincia di Frosinone, Antonello Iannarilli, spiega come intende articolare la proposta che la Consulta dell'Aato 5 presenterà entro fine mese ai sindaci della provincia.
Iannarilli pensa ad una soluzione globale che possa azzerare l'attuale situazione di incertezza e consenta di ripartire, già dal prossimo anno, con una gestione chiara ed in cui sia possibile controllare man mano chi adempie e chi non adempie agli obblighi assunti.
Il presidente, però, non ci sta a sentir parlare di aumento della tariffa che, attualmente e provvisoriamente per l'anno in corso, è stata fissata a 0,94 euro a metro cubo d'acqua erogato dopo che, ad aprile, l'assemblea dei sindaci ha annullato gli aumenti che nel 2007 aveva concesso ad Acea e ritenuti illegittimi dall'autorità di vigilanza, la Conviri.
«E' stata la stessa Conviri - dice Iannarilli - a indicarci come tariffa da applicare quella prevista dal piano d'ambito vigente per l'anno in corso che è di 1,27 euro/mc. Come abbiamo dato retta alla Conviri quando ci ha detto che gli aumenti erano illegittimi, intendiamo farlo adesso. Poi, calcoli e legge alla mano, tenendo conto degli incrementi Istat e degli investimenti fatti, abbiamo visto che la tariffa da applicare è di 1,21 euro/mc ed è quella che proporremo ai sindaci per l'approvazione. Ma non si può parlare di aumento, visto che quest'importo era già previsto dall'attuale piano per il 2007 ed invece va in vigore da questo anno. Poi - aggiunge e spiega Iannarilli - la proposta che faremo si completa con altre tre fondamentali questioni: primo l'Acea deve versare ai comuni da subito i 14 milioni di euro per il pagamento dei canoni che non ha più onorato. Se non lo farà - avverte il presidente - allora l'unica via percorribile sarà l'avvio della procedura di rescissione del contratto di gestione. Secondo: l'affidamento degli incarichi per riscrivere ed adeguare il piano d'Ambito. Terzo: l'apertura di un contenzioso con Acea per quanto riguarda i complessi e contestati rapporti pregressi». Su quest'ultimo punto Iannarilli aggiunge: «La questione si è talmente complicata che preferiamo sia il tribunale a stabilire ragioni e torti. Nel giro di un paio di mesi valuteremo i danni che riteniamo come Ato di aver subito fin ora dalla gestione idrica e chiederemo il risarcimento ad Acea. Se non saremo pagati andremo dal giudice e vedremo come stanno le cose». Da parte sua e come noto, Acea al giudice (quello amministrativo) ci si è già rivolta, contestando l'annullamento degli aumenti riconosciutile nel 2007. Aumenti che dovevano servire a chiudere la partita delle maggiori spese che Acea lamenta di aver dovuto sostenere per aver trovato situazioni diverse da quelle indicate dai comuni al momento del passaggio di consegne e per i ritardi accumulati. Ora, scomparsi quegli aumenti "a sanatoria", qualcuno dovrà pur rispondere dei maggiori esborsi a cui è stato chiamato il gestore idrico. "Lo deciderà il tribunale civile" dice Iannarilli, anche perché nel recente passato altre soluzioni sono finite e sono tuttora all'attenzione dei magistrati penali. E il presidente della provincia non ci tiene a replicare lo stesso copione.
Iannarilli insomma, sta mettendo su tavolo quattro "carte" che dovrebbero consentire la definitiva soluzione di tutte le questioni pendenti, per ripartire daccapo con l'Acea. «Entro la fine di questa settimana - ha spiegato Iannarilli - la proposta definitiva sarà varata dalla Consulta. La prossima settimana, conto di sottoporla per l'approvazione ai sindaci». Questi i tempi, le successive mosse sono già scritte.


ALEMANNO: «SU GAIA INFILTRAZIONI MAFIOSE»
 

Il Giornalino 14.11.2010
ROMA - Si torna a parlare di Gaia e riciclaggio: non di rifiuti, ma di denaro. È nuovamente il sindaco di Roma, Gianni Alemanno a tornare sulla questione a margine di un convegno sul rischio di infiltrazioni mafiose nella Capitale. A distanza di pochi giorni da un suo precedente monito sull'argomento, Alemanno chiede verifiche stringenti sul ciclo dei rifiuti: «Viviamo un momento di passaggio delicato. La Regione sta per lanciare un nuovo piano rifiuti e bisogna chiudere Malagrotta. Per questo chiedo la collaborazione della prefettura. Ora ci vuole un controllo più attento, e mi riferisco in particolare alla vendita di Gaia, l'impianto per lo smaltimento dei rifiuti a Colleferro, fino a ora posta dal commissario governativo a prezzi fuori dal mercato e quindi esposta a operazioni di riciclaggio».
«Mi auguro che il nuovo ministro per lo Sviluppo economico (Paolo Romani, ndr) indirizzi in chiave pubblica la procedura della vendita, per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata, ci possono anche essere i privati, ma serve una forte presenza pubblica», aveva dichiarato il sindaco di Roma alcuni giorni fa.
L'acquirente che Alemanno ha in testa è evidentemente l'AMA, la municipalizzata che si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti di Roma. L'amministratore delegato di AMA, Franco Panzironi, aveva criticato la valutazione sulla cui base Gaia era stata posta in vendita: «Le gare così come sono state concepite sono sbagliate» aveva dichiarato a “Il Tempo” a fine ottobre, precisando: «Non si può far pagare dieci una cosa che vale uno. Gli impianti vanno ammodernati, tutto funziona a singhiozzo. Come Ama siamo interessati, come del resto lo sono anche il Campidoglio e la Regione. Speriamo si faccia chiarezza».
Insomma: il Comune di Roma è interessato, a patto che il prezzo di cessione scenda molto.


L'ON. CARELLA RISPONDE AD ALEMANNO SU GAIA
 

Punto a capo on line, 15.11.2010
L’onorevole Renzo Carella deputato del PD e capogruppo di quel partito al consiglio comunale di Colleferro prende atto delle dichiarazioni del sindaco Alemanno riguardanti l’acquisto del Consorzio Gaia e la necessità di vigilare sulla eventuale infiltrazione di capitali della criminalità organizzata in tal genere di transazioni, ma sottolinea anche come da tempo stia anche personalmente sollecitando l’intervento di Acea, per i noti interessi energetici, di AMA, Regione e Comune di Roma, affinchè intervengano rapidamente sull’intera vicenda [...]

FROSINONE, VILLA COMUNALE. UN MONDO EQUOSOSTENIBILE. IV EDIZIONE DE "LE GIORNATE DELLA SCIENZA", IL BAR CAMP/BAR KAMB, NON-CONFERENZA IDEATA DALLA FONDAZIONE KAMBO

FROSINONE. LA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI CONTRO IL TRASFERIMENTO DEL PERSONALE IN VIA MAZZINI

Il Messaggero Fr 15.11.10 pp. 43 (prima) e 48 - di Denise Compagnone
Primi trasferimenti, nuove polemiche. In attesa di conoscere le date definitive che porteranno all’apertura del nuovo nosocomio frusinate (stamattina la presentazione del cronoprogramma ufficiale), le perplessità di molti sono già sul trasferimento degli ambulatori territoriali ed ospedalieri da via Armando Fabi all’ospedale di via Mazzini (nella stanze di via Fabi, infatti, andrà il nuovo Malattie Infettive). Seppure almeno per gli ospedalieri questa dovrebbe essere una sede solo provvisoria, la scelta della dirigenza della Asl fa discutere. Già qualche giorno fa infatti la Consulta delle associazioni, aveva annunciato una raccolta firme per evitare il trasferimento. Le firme poi raccolte complessivamente sono state 400, non solo di cittadini ma anche di operatori sanitari, medici e infermieri. Tutti chiedevano che “i servizi sanitari ed ambulatoriali vengano mantenuti, consolidati e potenziati nell’area di Via Fabi affinché possa acquisire tutte le caratteristiche di “Città della salute”. “Le abbiamo presentate a Mirabella chiedendo un colloquio prima che si partisse con il trasferimento - ha spiegato il presidente Francesco Notarcola - ma non solo non sono state prese in considerazione, ma nemmeno c’è stato questo colloquio”. “Nel contempo - continua - all’Umberto I continua ad essere una vera bolgia infernale e lo sarà ancora di più da lunedì, almeno per qualche settimana, finché cioè non si entra nel vivo del trasferimento”. I disagi lamentati sono molteplici: già nei giorni scorsi tutti i corridoi degli ambulatori erano affollatissimi. “La gente, malati compresi, aspettano in piedi. Operazioni che prima alle 10 erano concluse (vedi il laboratorio analisi) ora vanno avanti fino alle 12. E si tratta di prestazioni ridotte ai minimi termini”. E’ sempre la carenza di personale a determinare questa situazione di affanno: “L’Utic non funziona perché mancano gli infermieri - lamenta Notarcola -. A cardiologia mancano almeno nove medici e di notte ce n’è solo uno a fare il turno di guardia, così l’ecocolordoppler si può fare con il contagocce e sei mesi di attesa, e l’ecg da asporto è unico per un distretto intero”. Già, carenza di personale. Ma ora che tutto è pronto per il trasferimento il nuovo personale dov’è? Per mesi e mesi, medici e dirigenza Asl, sottolineavano come fosse impossibile trasferirsi nella nuova struttura mantenendo inalterate le criticità dell’Umberto I, che ad ogni modo sarebbero peggiorate essendo i locali più ampi. Bisognava attendere, a loro dire, che la Regione fornisse la deroga al blocco del turn over per l’assunzione di almeno un centinaio tra medici e infermieri. Ora il trasferimento è effettivamente iniziato ed entrerà nel vivo nelle prossime settimane ma la deroga della Regione Lazio non c’è. Quindi? La soluzione va cercata presumibilmente nel nuovo piano di riordino ospedaliero siglato da Renata Polverini e approvato qualche settimana fa dal governo. Nonostante le tante proteste in provincia chiuderanno, o saranno riconvertiti, ben sette ospedali e il personale che era in servizio in quei poli ospedalieri verrà tutto accentrato sul nuovo nosocomio di Frosinone. Se ne parlerà già dal prossimo gennaio 2011, data di concretizzazione del piano, salvo ulteriori decisioni che potranno emergere dal tavolo di discussione tra Regione e Provincia che dovrà essere convocato per cercare di salvare il salvabile pur rimanendo all’interno dei tagli previsti da Renata Polverini. Tavolo di cui però ancora non si vede neppure l’ombra. Nel frattempo il trasferimento è iniziato. E pazienti e malati, a breve termine, se non altro almeno potranno beneficiare di una struttura nuova e pulita e parcheggi più ampi.  

OLEVANO ROMANO. PROBLEMI NELLA RACCOLTA DEI RIFIUTI, VIGILANZA SUI CITTADINI

Sono ormai due anni che nel Comune di Olevano Romano è nata la Raccolta Porta a Porta, ovvero la raccolta differenziata. E’stato uno dei primi Comuni nella Provincia di Roma ad attivare questo tipo di raccolta dei rifiuti, e fino a poco tempo fa aveva raggiunto ottimi risultati. Ultimamente invece da parte di alcuni cittadini vi è un comportamento scorretto per quanto riguarda le modalità di conferimento di tutti i tipi di rifiuti, in particolare di quelli umidi.
L’Amministrazione Comunale insieme ai Vigili Urbani e al Consorzio Gaia Spa, che gestisce la discarica di Colleferro per lo smaltimento dei rifiuti, stanno effettuando un accurato controllo specialmente nei rifiuti dei condomini poiché la maggior parte del malfunzionamento si è verificato proprio lì.  “L’Azienda Gaia – suggerisce il Vice Sindaco di Olevano Giulio Riccardi- dovrebbe pensare a creare un impianto di compostaggio per il trattamento dei rifiuti, in particolar modo di quelli umidi che stanno diventando un serio problema, ed eliminare la discarica. Le Istituzioni inoltre dovrebbero impegnarsi ad attivare  in tutti i Comuni la raccolta differenziata.”
Anche il Sindaco di Olevano Guglielmina Ranaldi ha manifestato il suo timore per la situazione in questione; una situazione che, se non tenuta sotto controllo, potrebbe degenerare.”

Roma Regione 15.11.10