REDAZIONE: FRANCESCO BEARZI, CRISTINA MATALONI, SARA DEODATI, VINCENZO LANDOLINA, ALBERTO VALLERIANI, ROCCO MARTUFI, GIULIO TIRINELLI

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mercoledì 27 ottobre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 27.10.10

PROVINCIA-ASI FROSINONE, PROTOCOLLO D'INTESA PER VELOCIZZARE GLI ESPROPRI DELLE AREE INDUSTRIALI
La Provincia FR p.5
Siglato un Protocollo d'intesa tra la Provincia di Frosinone e il Consorzio Asi di Frosinone per snellire le modalità di esproprio per le aree di destinazione industriale.
Dunque, la Provincia di Frosinone e il Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Frosinone, per regolamentare e rendere più snelle ed efficaci nella tempistica le procedure di esproprio a scopo di insediamento industriale, hanno siglato un protocollo d'intesa. In calce agli atti le firme dei presidenti Antonello Iannarilli e Arnaldo Zeppieri.
Il Protocollo occorre, infatti, a disciplinare le modalità e i termini delle competenze espropriative.
Il protocollo d'intesa stabilisce il ruolo, le capacità e i compiti di tutti i soggetti interessati ad un atto di esproprio al fine di rendere maggiore efficacia e snellezza in tali procedure.
Il protocollo di intesa stabilisce le definizioni dei soggetti interessati in:
a) Espropriato: soggetto pubblico o privato cui dovrà essere sottratto il diritto reale sul bene soggetto ad esproprio;
b) Autorità Espropriante: autorità amministrativa titolare del potere di espropriare. Nel caso specifico l'Autorità espropriante è la Provincia di Frosinone.
c) Beneficiario dell'espropriazione: il soggetto, pubblico o privato, che trae beneficio dal decreto di esproprio. Nel caso in specie la società assegnataria che chiede le procedure espropriative.
d) Promotore dell'espropriazione: il soggetto pubblico o privato, che attiva l'espropriazione presso l'Autorità Espropriante. Nel caso in specie il Promotore è il Consorzio Asi di Frosinone.
In sostanza il Consorzio Asi, entro 30 giorni dalla richiesta di attivazione delle procedure di esproprio, provvederà a notificare ai soggetti da espropriare un avviso di avvio del procedimento. I proprietari espropriandi, nei successivi 30 giorni, possono presentare osservazioni e depositare documenti presso il Consorzio Asi. Successivamente, previe eventuali controdeduzioni, il Consorzio Asi provvederà ad attestare, per le iniziative industriali, l'intervenuta assegnazione dell'area e la corrispondenza tecnico-economica ed urbanistica dell'iniziativa e dunque richiedere all'Amministrazione provinciale di Frosinone, quale autorità espropriante, l'adozione dei relativi provvedimenti. La Provincia agirà su richiesta del Consorzio Asi prendendo atto dell'elenco dei proprietari che non hanno concordato la determinazione delle indennità di esproprio e procederà ad attivare le procedure di norma (art.21 del D,P.R. 327/2001 e s.m.i.) delegando allo scopo il Promotore dell'espropriazione (Consorzio Asi). Al termine delle procedure disciplinate dal citato art.21, su richiesta del Promotore dell'espropriazione, la Provincia di Frosinone emanerà il Decreto di esproprio in favore del Beneficiario. Il decreto di esproprio verrà pubblicato sul BurL e trascritto a cura e spese del beneficiario dell'espropriazione. Il tutto sotto la sorveglianza del Consorzio Asi che solleva la Provincia di Frosinone da qualsiasi responsabilità per i ritardi.
Ci stiamo interrogando su quali potrebbero essere le conseguenze di quest'atto in particolare per l'area ASI relativa all'aeroporto di Frosinone (ndr)

EXTRA VALLE. ANCORA SULL'APPALTO RIFIUTI A MINTURNO
Il Messaggero FR 27.10.10 pp.35-36
di Giovanni Del Giaccio
Primi interrogatori in programma e nuovi risvolti nell’inchiesta sull’appalto dei rifiuti di Minturno che ha portato all’arresto, fra gli altri, del consigliere regionale Romolo Del Balzo. Il noto esponente politico del Pdl, ancora ricoverato alla “Casa del Sole” di Formia a seguito di un malore al momento della notifica del provvedimento, sarà ascoltato domani, molto probabilmente in clinica anche se una decisione deve ancora essere presa. Il suo difensore, Massimo Signore, ha già fatto sapere che le condizioni di salute non consentono uno spostamento, mentre Del Balzo resta piantonato nella casa di cura.
Oggi sarà la volta di Augusta Ciummo, figlia di Vittorio ovvero la “mente” della Ego Eco e delle società che negli anni si sono occupate di rifiuti in mezzo Lazio. Dal carcere di Rebibbia sarà trasferita a Latina, dove durante l’interrogatorio sarà assistita dall’avvocato Angelo Palmieri. Saranno sentiti, inoltre, Liberato De Simone che nell’inchiesta emerge come il “factotum” per conto della società nei rapporti con il Comune di Minturno e con Romolo Del Balzo e Michele Camerota. Quest’ultimo, dipendente del Comune, secondo l’accusa ha fatto sì che le multe comminate alla Ego Eco fossero, successivamente, restituite. Nei prossimi giorni saranno sentiti gli altri, mentre dagli atti dell’indagine emerge chiaramente come il capitolato d’appalto sia sostanzialmente un optional. La società non lo rispetta e tra i documenti prodotti dall’accusa ci sono anche riprese video eseguite dalla Finanza nelle quali «emergere con chiarezza come il soggetto aggiudicatario dell’appalto, reiteratamente, non esegua il servizio e in particolare quello della raccolta differenziata». Il tutto «percependo, invece, regolari e rilevantissimi emolumenti comunali, attraverso la presentazione di documentazione falsa». Addirittura viene pagata, all’inizio del 2010 e quando lo scandalo è già iniziato - erano in carcere Vittorio Ciummo (oggi indagato) e il funzionario comunale Carmine Violo - la fattura delle prestazioni di dicembre. Manca un documento, relativo alla regolarità dei versamenti contributivi, il “Durc”. La società ne presenta uno scaduto. Nelle intercettazioni Liberato De Simone afferma: «Il sindaco ha detto, pure senza Durc, ci paga subito... qui il sindaco è cosa nostra». Per il giudice non c’è dubbio, infine, sul «legame esistente tra Vittorio Ciummo, amministratore in itinere della Ego Eco e Romolo Del Balzo, il personaggio al quale ha fatto continuo ricorso malgrado le innumerevoli inadempienze contrattuali». In cambio di cosa per Del Balzo? Sono gli ulteriori sviluppi di un’inchiesta destinata a non concludersi qui.
Altro servizio a p.36
E’ solo indagato, ma nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip il ruolo di Vittorio Ciummo appare inequivocabile: «Va ribadito il pieno coinvolgimento - anche nella fase successiva all’ordinanza di custodia cautelare del dicembre del 2009 - di Vittorio Ciummo, che anche dal domicilio in cui è stato ristretto - ha continuato a gestire le sorti della Ego Eco srl con continui contatti con i dipendenti della stessa Romano, De Simone e con la figlia Ciummo Augusta».
E proprio su Liberato De Simone che si concentra il gip: «Questi, formalmente responsabile del cantiere di Mintumb per la Ego Eco, ha fornito le direttive per le condotte fraudolente ai camionisti ed agli altri dipendenti della società; ha istruito Romano Anna e Ciummo Augusta sulla predisposizione dei documenti fittiziamente predisposti per creare le apparenze del regolare svolgimento del servizio; ha riferito costantemente al Ciummo Vittorio l’andamento delle predette illecite operazioni; ha infine più volte contattato gli amministratori pubblici per concordare le versioni da fornire al Comune».
Quando alla figlia di Ciummo, Augusta, «anch’ella - scrive il gip nell’ordinanza - risulta perfettamente consapevole degli inadempimenti della società di cui è stata esponente di vertice nonché - dal dicembre 2009 all’aprile del 2010 - legale rappresentante. In particolare, emerge la sua compartecipazione nella mancata raccolta dei rifiuti differenziati; il suo diretto coinvolgimento nelle frenetiche operazioni volte a creare l’apparenza di una regolarità dei mezzi e dei cestini per far partire l’esecuzione del nuovo appalto, sotto il coordinamento del padre Vittorio e con la compartecipazione dell’onnipresente De Simone; il suo concorso nella falsa rappresentazione della regolarità contributiva, con invio all’amministrazione pubblica del Durc scaduto».
Ruolo «importante nella commissione dei reati» anche per Anna Romano, «che appare consapevole dei numerosi inadempimenti della società» ed ha «invitato i coindagati a non parlare per telefono, nell’evidente timore di essere sottoposta ad intercettazione».

RETUVASA APPOGGIA LA PROTESTA DI STURVI
Così titola Ciociaria oggi 26.10.10 p.23, che riporta quasi integralmente la Nota dell'Ufficio Stampa Retuvasa del 22.10.10

COLLEFERRO. DISAGI, IL DIVIETO VA AVANTI. E' POLEMICA SULL'ACQUA 
L’inquinamento batteriologico della rete idrica sembra non arrestarsi. Oggi è attesa la comunicazione dei primi dati delle analisi Lamentele dalle associazioni ambientaliste sulla mancata informazione del provvedimento. 
Doveva essere tutto risolto nel giro di 48 ore “al massimo” e invece sono già sei giorni che va avanti il divieto di consumo dell'acqua potabile di Colleferro. Il motivo, come si legge nell'ordinanza sindacale della scorsa settimana è dovuto alla presenza di batteri nell'acqua ma ad oggi le analisi non sono state rese ancora note. «Un problema di piccola entità» per il sindaco Mario Cacciotti ma fuori i cittadini sono pronti nuovamente a scendere in piazza come già avvenuto negli anni scorsi. «Siamo stanchi di essere presi in giro dal Comune - dice Francesco un cittadino residente nel centro urbano - L'acqua è un bene primario ma a Colleferro sono anni che ci dicono di una pronta soluzione del problema». Polemiche inoltre anche sulla comunicazione, secondo Retuvasa poco efficiente. «L’Amministrazione comunale ritiene di aver fatto il massimo. Noi siamo dell’idea che non bastano 200 manifesti fosforescenti e un passaggio sul Tg3 Lazio a garantire una comunicazione capillare e di emergenza - dichiara in una nota la Rete per la tutela della Valle del Sacco. Infatti ad oggi ancora molti cittadini non sanno dell’ordinanza o hanno idee confuse sul da farsi. Abbiamo sollecitato il sindaco su questo tema, lamentando un operato alquanto insufficiente ma abbiamo ricevuto solo vaghe rassicurazioni e la tardiva promessa di inviare lunedì delle lettere a tutti i cittadini. Misura totalmente tardiva a quasi 10 giorni dall’inizio dell’emergenza» Oggi è attesa la comunicazione delle analisi sulla rete idrica. Già da domani potrebbe essere revocato il divieto del consumo.

ANAGNI. NIENTE DI FATTO IERI ALLA COMMISSIONE CONSILIARE AMBIENTE RIGUARDO AL TERMOVALORIZZATORE/CENTRALE A BIOMASSE DELLE DISTILLERIE BONOLLO spa, GESTITA DA BONOLLO ENERGIA spa, SITO AD ANAGNI IN LOCALITA' PADUNI
Sintesi Ciociaria oggi 27.10.10 p.23
La seduta è stata aggiornata per acquisire la documentazione necessaria ad ottemperare alle richieste di chirimento avanzate dalla minoranza consiliare.
Vedi anche La Provincia FR 27.10.10 p.26

ANAGNI. SERRATE INDAGINI DELLA GUARDIA DI FINANZA SU DISCARICHE ABUSIVE, IN PARTICOLARE ALLA MACCHIA
La Provincia FR 27.10.10 p.24
Indagini serrate, ed accesso presso le aziende sospettate di smaltimento illegale; le Fiamme Gialle non danno tregua agli inquinatori. Nel riserbo che circonda la vicenda, pare che gli elementi raccolti dagli investigatori della Guardia di Finanza di Anagni, spulciando tra i rifiuti sequestrati lunedì mattina all'interno della Macchia, stiano portando i segugi del comandante Ceglie sulla pista giusta.
Tra i materiali contenuti nelle enormi sacche in materiale plastico, di chiara origine industriale (opificio o magazzino?), c'erano alcuni sacchetti provenienti presumibilmente dagli uffici, riempiti con lo svuotamento dei cestini utilizzati per gettare documenti strappati e cartacce. Vincendo la naturale repulsione, scansando cialde di caffè, kleneex usati e ricevute del parrucchiere, i sottufficiali del comando anagnino hanno rinvenuto documenti e materiale di corrispondenza, particolarmente eloquenti.
Addirittura, sarebbero state ritrovate copie e bozze di bolle di accompagnamento e fatture, prove difficilmente contestabili da chicchessia. Tutto lascerebbe supporre trattarsi di rifiuti industriali, affidati ad una ditta specializzata nello smaltimento; la quale ditta invece di seguire la prassi procedurale, avrebbe semplicemente e scandalosamente scaricato i materiali inquinanti tra le siepi che circondano il viottolo sterrato, all'ombra dei castagni maggioranza assoluta nel bosco comunale.
La società in questione avrebbe la sede legale ed operativa in un comune limitrofo, raggiungibile proprio percorrendo la Via Morolense, unica via di accesso da ognuna delle due possibili direttrici, per raggiungere il sito trasformato in discarica abusiva. Dopo la individuazione e denuncia dell'impresa che scaricava a Ponte Piano, gli sviluppi attesi nelle prossime ore potrebbero determinare un cataclisma.


FIUGGI. UN IMPIANTO A BIOMASSE NELL'ALTA VALLE DELL'ANIENE, SUGLI ALTIPIANI DI ARCINAZZO? 
La Provincia FR 27.10.10 p.26

PIANO REGIONALE SANITARIO. IERI GIORNATA CRUCIALE
Il Messaggero FR 27.10.10 p.35
Tutto in un giorno. Il governatore del lazio Renata Polverini incassa l’ok del Governo al piano di rientro del deficit sanitario, annuncia entro il 2012 lo stop del commissariamento, entro il 2011 l’abbassamento di Irap e Irpf e in serata firma il decreto con cui nomina ufficialmente Carlo Mirabella al vertice della Asl di Frosinone.
(Ma le polemiche politiche sono roventi, ndr)
Il presidente della Regione ha anche fatto riferimento a un «nuovo buco di 1,6 miliardi di euro che abbiamo scoperto in questi giorni, motivo per il quale il confronto sul piano di rientro continuava a slittare».
Dai due schieramenti arrivano, ovviamente, reazioni divergenti. «Va reso merito al presidente Polverini del successo che questo Governo regionale ha ottenuto oggi con il parere favorevole al tavolo interministeriale di verifica al Piano di rientro dal deficit sanitario - commenta il presidente del Consiglio regionale, Mario Abbruzzese - In soli sei mesi è riuscita dove altri hanno fallito. Questa è una testimonianza del grande lavoro che è stato fatto. Grazie a questo Piano di rientro abbiamo intrapreso quel percorso virtuoso che ci consentirà di uscire dall’emergenza e di poter lavorare ad un riordino del sistema sanitario regionale che risponda alle esigenze dei cittadini attraverso quella razionalizzazione degli investimenti e delle strutture ospedaliere attese da lungo tempo».
«Ecco il primo risultato concreto della Giunta Polverini: l’aumento delle tasse - ironizza invece il capogruppo Pd Esterino Montino - Il piano di riordino non ha evitato per il 2010 l’ulteriore aumento delle aliquote, ha solo massacrato la sanità di questa Regione. Ha cancellato 24 ospedali, lasciato senza servizi minimi 500 mila cittadini e per di più ha confezionato per tutti proprio un bel regalo di Natale: il massacro delle tredicesime e un ulteriore salasso per le imprese di questa Regione».
Il Messaggero FR 27.10.10 p.43 - di Mauro Evangelisti
Più tasse nel 2010. La rassicurazione che nel 2011 l’incremento delle addizionali Irpef e Irap sarà cancellato. Via libera al piano di riordino della rete ospedaliera che si sintetizza, soprattutto, nella riconversione di 24 ospedali e nell’eliminazione di 2.800 posti letto. Una situazione debitoria molto grave, rilevata dopo un’attenta analisi dei bilanci delle Asl: arriva a 2.332 milioni di euro accumulati dal 2001. Infine, un buco inatteso di 1,6 miliardi di euro, per il quale la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, addita le responsabilità dei manager delle Asl e di chi avrebbe dovuto controllarli. Sono quasi le cinque del pomeriggio quando la Polverini illustra l’esito dell’esame, appena terminato, del tavolo di valutazione dei ministeri dell’Economia e della Salute. Esame positivo. Sblocca fondi, risorse e turnover per il Lazio, ma conferma l’incremento di Irpef e Irap (0,30 e 0,15 punti) per il 2010. Con gli effetti probabilmente già a dicembre per le buste paga dei dipendenti. Allo stesso modo però la Polverini sottolinea un risultato che lei giudica molto importante: «Invece di tre anni di aumento - ha spiegato - la maggiorazione è scattata solo per il 2010 a causa delle inadempienze relative al 2009. E riguarda solo il saldo e l’acconto di quest’anno. Dal 2011 inizieranno a scendere e, procedendo nell’opera di abbassamento del debito, torneranno ai livelli delle regioni virtuose».
La Polverini, con al fianco il subcommissario di Governo, Mario Morlacco (lo stesso che seguiva la vicenda anche quando il commissario era Piero Marrazzo) ha insistito molto sui conti fuori controllo scoperti dal giorno del suo insediamento: «Oltre ai dieci miliardi di debito consolidato e al miliardo e quattro di disavanzo, è emerso nelle nostre verifiche un ulteriore buco da 1,6 miliardi di euro con cui abbiamo dovuto fare i conti e a cui siamo riusciti a trovare copertura. Il rinvio del Tavolo del Lazio era stato causato anche da questo». Tenendo conto che ci sono anche i 442 milioni di euro per coprire la quota di disavanzo 2009 e di 279 di extradisavanzo del 2010 si arriva al macigno di oltre 2,3 miliardi di euro. Che saranno coperti in questo modo, secondo quanto spiegato dalla Polverini: 527 milioni di euro con un nuovo mutuo autorizzato dal Ministero dell’Economia; 900 milioni di Fondi Fas; 574 milioni di fondi ex articolo 20 - sono quelli inizialmente destinati alle ristrutturazioni di ospedali -, e 248 di copertura con la manovra 2011.
Il risultato positivo, su cui ieri la Polverini ha insistito, è lo sblocco non solo del turnover (attualmente congelato a quota zero), ma anche di parte dei 2 miliardi di risorse ferme dal 2007: 1,2 subito, il resto entro la fine dell’anno. «Questo - ha sottolineato la presidente - ci consentirà di risparmiare sugli interessi passivi che la Regione paga e ci darà inoltre la possibilità di chiudere una montagna di contenziosi». Mentre dalla minoranza partivano gli attacchi («tasse aumentate, salasso sulle tredicesime, ospedali chiusi, posti letto tagliati», è stato detto dai gruppi dell’opposizione), è arrivato sostegno per la Polverini dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio: «In pochi mesi i governatori, commissari ad acta, di Lazio e Campania hanno fatto un ottimo lavoro in considerazione dei debiti pregressi che hanno trovato. Ho avuto ragione a essere ottimista».
Altro servizio a p.43:
«Verificheremo le responsabilità di chi ha generato il buco da 1,6 miliardi di euro. Se ci sono delle responsabilità, abbiamo il dovere di procedere». Così la presidente Renata Polverini ha parlato del macigno inatteso trovato dopo un’analisi meticolosa dei bilanci delle Asl. Possibile, sembra dire, il ricorso alla magistratura. Ma cosa è successo? Vi sono alcuni casi, ad esempio, ha detto la Polverini, in cui alcune Asl hanno usato soldi per ristrutturare reparti di ospedali destinati a chiudere, «inaccettabile». Ancora: «Nel dettaglio quel miliardo e 611 milioni sono il frutto di 325 milioni di investimenti fatti dalle Asl in modo improprio; 727 milioni di debiti delle Asl non presenti in nessun modo nel bilancio regionale; 559 milioni di mancata copertura del vecchio piano di rientro di Marrazzo, del 2007».
C’è un altro dato molto importante che spiega lo stato di salute dei conti della sanità laziale: il disavanzo, vale a dire la differenza fra entrate e uscite nel corso dell’anno. Il 2009 si è chiuso con un disavanzo di 1,4 miliardi, il 2010, stando a quanto detto ieri anche da Morlacco, subcommissario alla Sanità, dovrebbe fermarsi a un miliardo e 50 milioni, comunque sotto 1,1. Secondo Renata Polverini entro il 2012 quella cifra scenderà sotto i 500 milioni di euro. «In questo modo - ha aggiunto - sarà possibile terminare la fase del commissariamento».
Ultimo tassello: nelle prossime ore saranno nominati i nuovi direttori generali delle Asl. «Farlo prima non avrebbe avuto senso. Ora che c’è un piano da applicare possiamo scegliere le persone che devono raggiungere gli obiettivi che abbiamo prefissato. Sui tagli dei posti letto ci siamo tenuti un margine di 300-350 unità, in modo da limare quelle situazioni che meritano un correttivo. Un esempio per tutti - ha concluso la presidente Polverini - Neuropsichiatria al Policlinico Umberto I». 
Altro servizio a p.43:
Il primo ad attaccare è il capogruppo del Partito democratico, Esterino Montino, che sull’esito del vertice con il tavolo di valutazione osserva: «Ecco un risultato concreto della giunta Polverini: l’aumento delle tasse. Il piano di riordino non ha evitato per il 2010 l’ulteriore aumento delle aliquote, ha solo massacrato la sanità di questa regione. Ha cancellato 24 ospedali, lasciato senza servizi minimi 500mila cittadini e per di più ha confezionato per tutti proprio un bel regalo di Natale: il massacro delle tredicesime e un ulteriore salasso per le imprese di questa regione». Secondo il Pd il tavolo avrebbe anche bocciato i protocolli siglati dalla Regione con i Policlinici Umberto I e Tor Vergata.
Il commissario regionale del Pd, Vannino Chiti, chiede alla Polverini di andare in consiglio a illustrare il piano: «Si presenti a spiegare nella sede istituzionale in cosa consista l’immaginifico buco avuto in eredità che ha denunciato e, non ultimo, a ribadire la promessa fatta che le tasse caleranno mentre invece il suo piano non ha evitato per il 2010 l’ulteriore aumento delle aliquote. Il Pd chiede con forza che si riunisca il Consiglio regionale». Per Sinistra Ecologia e Libertà l’ex assessore al Bilancio, Luigi Nieri: «La presidente parla di un successo ma in realtà siamo di fronte a un vero fallimento che avrà, da subito, conseguenze pesantissime per i cittadini e le imprese laziali. Di fatto il tavolo di verifica sancisce l’aumento di Irpef e Irap. Un fatto che riteniamo insostenibile per l’economia laziale e i suoi cittadini». Durissimi anche i due consiglieri di Italia dei Valori, Vincenzo Maruccio e Giulia Rodano: «La sintesi dell’operato della Polverini: più tasse e più tagli ai servizi sanitari. E più ingiustizia verso la popolazione delle province».

UN COMMENTO SULLE DICHIARAZIONI DI FRANCO FIORITO SU Ciociaria oggi 27.10.10 - Anagni Caput Mundi
Nota di Francesco Bearzi
Non si può dar torto al succo dell'argomentazione di Mauro Meazza. Che magari è un po' ripetitivo sul tema (e per un po' ho ritenuto anche controproducente, in quanto, come avverte ad esempio Francesco Notarcola, la sanità dev'essere una battaglia trasversale, per cui una campagna contro il centrodestra potrebbe semplicemente giovare a un centrosinistra interessato non poco a strumentalizzare le questioni), ma a questo punto il nostro blogger mette giustamente il dito sulla piaga. Tali dichiarazioni sembrano una presa per i fondelli per gli anagnini.
Più volte ho cercato di comprendere, parlando anche con amministratori a vario titolo vicini al consigliere regionale, le ragioni della latitanza politica sulla questione del più votato consigliere della Ciociaria alle scorse elezioni regionali.
Ho ricevuto risposte insoddisfacenti.
Salvo motivazioni di sapore contingente che mantengono una certa plausibilità, ma la cui fondatezza non sono in grado di valutare, non si può non riconoscere il fatto che la vittima designata dell'operazione contabile di Renata Polverini, che fa pagare un prezzo altissimo alla sanità ciociara, è al momento in primo luogo l'ospedale della città dove Fiorito è nato e dove si incatenò quando si trattava di chiudere il reparto di ostetricia, al grido "voglio nascere anagnino".
Ritengo inesplicabile il comportamento del consigliere regionale (e capogruppo del suo partito) anche in termini strettamente politici, perché non penso che gli elettori, anche non strettamente anagnini, dimenticherebbero così facilmente una sorte infausta del nosocomio cittadino (che non deve restare aperto per l'eternità; ma non può essere chiuso in questo modo, senza che prima sia fondata una sanità ciociaria funzionale, priva di sprechi e favoritismi, e di un polo ospedaliero provinciale degno di questo nome).
A meno che non ci sfugga qualcosa. Forse ora, nel corso della revisione del Piano, dal cilindro del residuo dei posti letto del "tesoretto" della Ciociaria salteranno fuori l'ospedale di Pontecorvo (che se lo sarebbe conquistato sul campo) e quello di Anagni (che lo meriterebbe forse soprattutto per la determinazione di Alessandro Compagno, Carlo Noto, e non molti altri?).
La speranza è l'ultima a morire.