CECCANO. ABBATTIMENTO DI QUASI DUECENTO CAPI DI BESTIAME CONTAMINATI DA BETA-ESACLOROCICLOESANO (Il Messaggero FR prima pagina Frosinone, pagina 36, pagina 36-2)
Ennesimo schiaffo agli allevatori della Valle del Sacco.
Ennesimo schiaffo agli allevatori della Valle del Sacco.
A Roma, presso il mattatoio del centro Carni, di via Togliatti, sono arrivati 86 ovini e 106 bovini provenienti da Ceccano, per un totale di 192 capi di bestiame, per essere abbattuti in quanto contaminati da beta-esaclorocicloesano (B-HCH), effetto dell’inquinamento del fiume Sacco esploso nel marzo del 2005 quando alcune mucche furono trovate morte presso il corso d’acqua.
I capi di bestiame sono stati portati a Roma, sotto la scorta dei veterinari, perchè nessun altro mattatoio in Italia poteva fare questa operazione. «Ed ora - spiega il dottor Antonio Messore, Responsabile della Sanità Animale dell’Azienda Sanitaria di Frosinone - all’allevatore la Regione corrisponderà un indennizzo per ogni capo abbattuto».
Ed è qui che si consuma la beffa maggiore. I capi di bestiame appartenevano infatti, all’allevamento Arduini di Ceccano (a due passi dal depuratore dell’Asi). Ebbene, dopo una lunga trattativa privata, la Regione riconoscerà all’allevatore un indennizzo di circa 700 euro a mucca, quando, sul mercato, il costo di un bovino supera abbondantemente i 2mila euro.
Non solo: ma per oltre quattro anni l’allevatore è stato costretto ad alimentare gli animali (perchè era vietato abbatterli attraverso i normali circuiti dei mattatoi ciociari) e ogni mattino è stato costretto a mungere le mucche e a raccogliere il latte che, essendo contaminato, ha dovuto smaltire (o meglio, buttare) attraverso ditte specializzate.
Insomma, mentre la Regione non decideva sul da farsi; mentre l’Assessorato non chiariva come risanare la Valle del Sacco; mentre i politici spendevano fiumi di parole sulla necessità di recuperare il fiume, c’è stato chi, ogni giorno, sosteneva spese (più o meno consistenti) per mantenere in vita i propri allevamenti sapendo che, prima o poi, quegli animali sarebbero stati abbattuti. Ed ora l’indennizzo equivale solo ad un terzo del valore della mucca (senza considerare tutte le altre spese)!
Ma il caso Arduini non è isolato. «Ci sono altre allevatori - prosegue il dottor Antonio Messore - che sono nella stessa situazione. Ma avendo meno capi di bestiame, il danno è più contenuto. Più fortunati, invece, sono stati gli allevatori di Colleferro, Morolo, Sgurgola, Supino e Ferentino perchè, avendo la propria azienda nella ”fascia rossa” (quella a più alto inquinamento) hanno avuto indennizzi più veloci. Ma è evidente che il vero risanamento, fino ad ora, è rimasto solo sulla carta».
E così i prossimi capi che saranno abbattuti saranno alcune decine di bufale che pascolano, ancora oggi, lungo il fiume Sacco in località La Spina (tra Ceccano e Castro dei Volsci). Poi, via via, sarà la volta degli altri allevamenti.
«L’odissea di questi allevatori non ha bisogno di commenti - osserva l’avvocato Domenico Marzi, che tutela l’allevamento Arduini di Ceccano - E’ evidente che il risarcimento che la Regione ha offerto è semplicemente ridicolo. A questo punto non resta che avviare un’azione civile per ottenere il risarcimento dovuto»
Chi non ricorda i convegni sulla Valle del Sacco? Chi non ricorda i progetti messi in piedi dall’ex assessore regionale all’Agricoltura Daniela Valentini (coltivazioni di girasole, pioppi, colza e soia per le bio-energie, ecodiesel...). Solo parole, un fiume di parole che oggi riecheggiano tra gli allevatori come una vera, gigantesca beffa. «La verità - osserva l’assessore provinciale all’Ambiente, Fabio De Angelis - è che gli interventi fino ad oggi messi in campo hanno coinvolto solo la Provincia di Roma e dei 35 milioni di euro messi a disposizione del Commissariato, non sappiamo cosa sia stato fatto. Inoltre, il caso di Ceccano è la prova di come deve essere esteso, come ho sottolineato più volte, il novero dei Comuni inclusi nell’area emergenziale, che è opportuno estendere fino a Falvaterra». E l’assessore provinciale Francesco Trina (Tutela dei consumatori) aggiunge: «Quella del fiume Sacco è la prossima emergenza che affronteremo, anche se non abbiamo specifiche deleghe. Ma situazioni scandalose come queste che stanno subendo gli allevatori vanno subito affrontate. Chiederemo un incontro urgente alla Regione» conclude Trina
Ricordiamo quanto più volte ribadito dall'assessore provinciale all'Ambiente Fabio De Angelis: necessario estendere il novero dei Comuni inclusi nella fascia rossa. Inoltre l'opportunità di accelerare il risanamento del Sacco con opportuni interventi, nel contempo rivedendo il piano di distretto agro-energetico (ndr)
REGIONE. PESANTE ATTACCO DEL CONSIGLIERE REGIONALE FILIBERTO ZARATTI AI COMMISSARI STRAORDINARI DEI PARCHI NOMINATI DAL CENTRODESTRA (Romaregione.net)
Ed è qui che si consuma la beffa maggiore. I capi di bestiame appartenevano infatti, all’allevamento Arduini di Ceccano (a due passi dal depuratore dell’Asi). Ebbene, dopo una lunga trattativa privata, la Regione riconoscerà all’allevatore un indennizzo di circa 700 euro a mucca, quando, sul mercato, il costo di un bovino supera abbondantemente i 2mila euro.
Non solo: ma per oltre quattro anni l’allevatore è stato costretto ad alimentare gli animali (perchè era vietato abbatterli attraverso i normali circuiti dei mattatoi ciociari) e ogni mattino è stato costretto a mungere le mucche e a raccogliere il latte che, essendo contaminato, ha dovuto smaltire (o meglio, buttare) attraverso ditte specializzate.
Insomma, mentre la Regione non decideva sul da farsi; mentre l’Assessorato non chiariva come risanare la Valle del Sacco; mentre i politici spendevano fiumi di parole sulla necessità di recuperare il fiume, c’è stato chi, ogni giorno, sosteneva spese (più o meno consistenti) per mantenere in vita i propri allevamenti sapendo che, prima o poi, quegli animali sarebbero stati abbattuti. Ed ora l’indennizzo equivale solo ad un terzo del valore della mucca (senza considerare tutte le altre spese)!
Ma il caso Arduini non è isolato. «Ci sono altre allevatori - prosegue il dottor Antonio Messore - che sono nella stessa situazione. Ma avendo meno capi di bestiame, il danno è più contenuto. Più fortunati, invece, sono stati gli allevatori di Colleferro, Morolo, Sgurgola, Supino e Ferentino perchè, avendo la propria azienda nella ”fascia rossa” (quella a più alto inquinamento) hanno avuto indennizzi più veloci. Ma è evidente che il vero risanamento, fino ad ora, è rimasto solo sulla carta».
E così i prossimi capi che saranno abbattuti saranno alcune decine di bufale che pascolano, ancora oggi, lungo il fiume Sacco in località La Spina (tra Ceccano e Castro dei Volsci). Poi, via via, sarà la volta degli altri allevamenti.
«L’odissea di questi allevatori non ha bisogno di commenti - osserva l’avvocato Domenico Marzi, che tutela l’allevamento Arduini di Ceccano - E’ evidente che il risarcimento che la Regione ha offerto è semplicemente ridicolo. A questo punto non resta che avviare un’azione civile per ottenere il risarcimento dovuto»
Chi non ricorda i convegni sulla Valle del Sacco? Chi non ricorda i progetti messi in piedi dall’ex assessore regionale all’Agricoltura Daniela Valentini (coltivazioni di girasole, pioppi, colza e soia per le bio-energie, ecodiesel...). Solo parole, un fiume di parole che oggi riecheggiano tra gli allevatori come una vera, gigantesca beffa. «La verità - osserva l’assessore provinciale all’Ambiente, Fabio De Angelis - è che gli interventi fino ad oggi messi in campo hanno coinvolto solo la Provincia di Roma e dei 35 milioni di euro messi a disposizione del Commissariato, non sappiamo cosa sia stato fatto. Inoltre, il caso di Ceccano è la prova di come deve essere esteso, come ho sottolineato più volte, il novero dei Comuni inclusi nell’area emergenziale, che è opportuno estendere fino a Falvaterra». E l’assessore provinciale Francesco Trina (Tutela dei consumatori) aggiunge: «Quella del fiume Sacco è la prossima emergenza che affronteremo, anche se non abbiamo specifiche deleghe. Ma situazioni scandalose come queste che stanno subendo gli allevatori vanno subito affrontate. Chiederemo un incontro urgente alla Regione» conclude Trina
Ricordiamo quanto più volte ribadito dall'assessore provinciale all'Ambiente Fabio De Angelis: necessario estendere il novero dei Comuni inclusi nella fascia rossa. Inoltre l'opportunità di accelerare il risanamento del Sacco con opportuni interventi, nel contempo rivedendo il piano di distretto agro-energetico (ndr)
FROSINONE. IL PRESSING DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI E DI FRANCESCO NOTARCOLA PER L'APERTURA DEL DEA DI II LIVELLO E LA SITUAZIONE SANITARIA (Ciociaria oggi p.2; Il Tempo FR; Il Messaggero FR p.36)
COLLEFERRO. TELEFONATA POLVERINI-CACCIOTTI: L'OSPEDALE NON E' A RISCHIO CHIUSURA (eccolanotiziaquotidiana)
ROMA-CASSINO-CASERTA. GLI EFFETTI DELETERI DELLA SOPPRESSIONE DI ALCUNI TRENI (La Provincia p.31)
REGIONE. PESANTE ATTACCO DEL CONSIGLIERE REGIONALE FILIBERTO ZARATTI AI COMMISSARI STRAORDINARI DEI PARCHI NOMINATI DAL CENTRODESTRA (Romaregione.net)
Le critiche dell'ex assessore regionale all'Ambiente non sembrano prive di fondamento. Fuori luogo invece a nostro avviso il puntualizzare lo stipendio dei commissari, visto che quello, ben più lauto, percepito dall'ex assessore non ci sembra sia stato molto meritato, specie a giudicare dal suo operato nel Frusinate (ndr)
ANAGNI. MARANGONI, CONTROVERSIE INTERNE AI SINDACATI PER LA TITOLARITA' DI ALCUNE RSU (La Provincia p.24)