Ciociaria oggi 02.03.11 p.24
IL COMUNICATO STAMPA INTEGRALE
COLLEFERRO: ANCORA ALLARME INQUINAMENTO E CONTAMINAZIONE
La Rete per la Tutela della Valle del Sacco: "Un membro del nostro direttivo, residente a 2 km dal Sacco, infatti, è risultato contaminato con un tasso di beta Hch dodici volte superiore alla media"
Romatoday 02.03.2011
Si continua a parlare dell'inquinamento nella Valle del Sacco con la Rete per la Tutela della Valle del Sacco che pone quesiti sulle condizioni di vita dei residenti e sulle quantità e modalità di contaminazione di chi vive in queste zone e lo fa con un inquietante quesito: “Quanti abitanti della Valle del Sacco, residenti ad oltre un chilometro dal fiume, sono contaminati?”
La Rete per la Tutela della Valle del Sacco ricorda: "Le analisi del dipartimento di epidemiologia dell'Asl RmE concluse nel 2008 hanno riguardato solo i residenti entro 1 km dal fiume e hanno attestato il 55% di contaminazioni. Il fenomeno invece potrebbe essere molto più ampio. Un membro del nostro direttivo, residente a 2 km dal Sacco, infatti, è risultato contaminato".
Secondo Retuvasa il campione di popolazione che è stato analizzato "non è pienamente rappresentativo. E lo dimostra il fatto che un membro del direttivo dell'associazione, un uomo di mezza età residente da sempre a due chilometri dal fiume Sacco, nel centro cittadino di Colleferro, si è sottoposto volontariamente alle analisi ed è risultato contaminato con un tasso di beta Hch dodici volte superiore alla media nazionale ed europea. Il dato isolato ovviamente non prova nulla, ma suggerisce l'opportunità di acquisirne altri omogenei". "Per quanto riguarda il 55% dei contaminati residenti entro 1 km dal fiume - proseguono -, in certi casi il valore riscontrato è anche 50 volte superiore alla media nazionale ed europea. Quanto inciderà tale contaminazione sulla loro salute? Forse superfluo ricordare che secondo la scheda internazionale di sicurezza chimica gli effetti da esposizione al beta-HCH possono coinvolgere a breve termine il sistema nervoso centrale, a lungo termine sangue, fegato e reni, nonché provocare tumori. Test su animali indicano la possibilità che questa sostanza influisca sulla riproduzione o lo sviluppo umano".
DUBBI DALLA RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO SUI DATI DELLA CONTAMINAZIONE
Cinque giorni 02.03.2011, p.18
A distanza di tre anni dalla presentazione dell'indagine compiuta dall'Asl Roma E sulla contaminazione umana nella Valle del Sacco, Retuvasa torna sui dati pubblicati, avanzando dubbi sullo studio intrapreso. «Il monitoraggio - si legge in una nota stampa - riguardava gli isomeri dell’ HCH (tra cui il beta-HCH) e metalli pesanti come piombo,
mercurio e cadmio. Sul nuovo campione di circa 800 persone non si monitorano più imetalli pesanti, ma solo gli isomeri dello HCH. A nostro avviso - si legge - tale limitazione negli inquinanti esaminati non aiuta, visto che ci risulta che in alcune persone analizzate nel precedente studio siano stati riscontrati, valori doppi rispetto a quelli limite. Non ci ha mai convinto inoltre la limitazione dell’indagine ai residenti a un chilometro dal fiume».
RETUVASA: PERMANGONO INCERTEZZE SULLA CONTAMINAZIONE UMANA NELLA VALLE DEL SACCO
Retuvasa:«Permangono incertezze sulla contaminazione umana nella Valle del Sacco»
Quotidiano sera 02.03.2011, pp. 1-2
COLLEFERRO. MAPPE INCOMPLETE E SENZA DATA: PRONTO UN ESPOSTO CONTRO IL PARCO FOTOVOLTAICO
In attesa del pronunciamento della Regione, il comitato dei residenti si prepara a una battaglia legale
Cinque giorni 02.03.2011, p.18
Provincia, Regione e Parlamento sono stati avvisati. Ora la battaglia contro il progetto di un nuovo parco fotovoltaico in via Palianense è pronta ad approdare nelle aule del tribunale. Il Comitato residenti di Colleferro sta preparando insieme ai legali un esposto alla Procura della Repubblica contro l’iter urbanistico approvato il 5 maggio scorso in conferenza dei servizi. «Abbiamo notato che le mappe allegate agli elaborati del progetto sono prive di mappe e incomplete – spiega Ina Camilli del Comitato dei residenti Colleferro. Inoltre ci appare molto dubbia la pubblicità di una procedura che si svolge totalmente in conferenza dei servizi. Sembra doveroso sottolineare – aggiunge Camilli - la totale disapplicazione del principio di trasparenza previsto dall’articolo 7 della legge 241 del 1990 sul procedimento amministrativo. Nulla avrebbe impedito a Regione Lazio e Provincia di Roma, proprio per la carenza di una specifica norma imperativa, in sede di rilascio dell’autorizzazione unica, di chiedere al prefetto una informazione antimafia
sulla società ovvero, al soggetto attuatore, almeno un’autocertificazione antimafia in analogia con le previsioni dell’art. 5 del DPR n. 252 del 998 (regolamento sulle certificazioni antimafia). Tale norma – aggiunge Camilli - prevede, infatti, che l’interessato renda tale autocertificazione anche quando gli atti e i provvedimenti della pubblica
amministrazione riguardano attività private sottoposte a regime autorizzatorio che possono essere intraprese su denuncia di inizio da parte del privato alla pubblica Amministrazione competente».
CS
FROSINONE. CLASSIFICA LEGAMBIENTE ECOSISTEMA SCUOLA, FROSINONE NELLA TOP TEN
La Provincia FR, 02.03.11, p. 2, di Laura Collinoli
Frosinone nella top ten dei capoluoghi di provincia in cui c'è più attenzione al mondo della scuola. In primo piano interventi di manutenzione, servizi di mensa, scuolabus, sicurezza e buone pratiche ecocompatibili. Ecosistema scuola ci sorride.
Commovente. L'aggettivo è quello azzeccato, ché in genere, in queste classifiche sulla qualità della vita o roba del genere, il capoluogo ciociaro sprofonda quasi sempre nelle ultime posizioni. Senza via di scampo insomma.
Stavolta no. Stavolta l'associazione ambientalista più accreditata del Paese ci posiziona all'ottavo posto. Subito dopo Prato, Trento, Parma, Siena, Biella, Alessandria e Reggio Emilia. Appena prima di Terni e Verbania, a conferma di una classifica che ancora una volta premia le città del centro-nord Italia e in cui Frosinone risulta essere la prima del centro-sud con un totale di 74,96 punti. Prato si ferma a 88,39 punti mentre Pescara chiude con 22,41.
Ultime dieci in assoluto sono Trieste, Sassari, Trapani, Palermo, Vicenza, Catania, Genova, Nuoro, Messina e, appunto, Pescara.
Non benissimo le altre città del Lazio. Latina si attesta al 41esimo posto con 48,79 punti, mentre Rieti finisce 71esima con 28,75.
Non classificate Roma e Viterbo, che insieme a Bari, Isernia, Novara, Oristano, Padova, Salerno, Siracusa, Trani e Varese hanno inviato dati incompleti.
Il capoluogo ciociaro si piazza all'ottavo posto anche nella speciale classifica dei Comuni che investono per manutenzione straordinaria negli edifici scolastici, con una media ad investimento per edificio di 93.750 euro. Al primo posto Ferrara, con 162.264 euro.
Nella graduatoria delle buone pratiche ecocompatibili la posizione è la 21esima, con Prato al primo posto.
Ottima anche la posizione per quel che riguarda il rischio. Classifica in cui si tiene conto delle bonifiche rispetto all'amianto, al radon ed alle antenne; alla vicinanza alle zone industriali e alle discariche e all'inquinamento acustico.
In questo caso nelle posizioni più alte troviamo i Comuni le cui scuole hanno problemi maggiori. Ottimo, di conseguenza, il 76esimo posto di Frosinone. Male Pisa, al primo posto. Mentre ultima (dunque la migliore) è Chieti.
Il capoluogo ciociaro valutato positivamente anche per il servizio di scuolabus, garantito in tutti gli edifici, e per la somministrazione nelle mense scolastiche di pasti interamente biologici.
Una nota positiva riguarda poi le certificazioni: la totalità degli edifici scolastici presenti a Frosinone, possiede il certificato di agibilità e la certificazione igienico-sanitaria, il 95% è dotato di impianti elettrici a norma, anche se solo l'83% ha il certificato di idoneità statica e solo il 57% ha effettuato interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche.
«La scuola pubblica va aiutata e sostenuta, gli insegnanti con gli studenti e i genitori fanno sforzi educativi incredibili ma i continui tagli minano la possibilità di futuro, a partire dalla qualità degli edifici e dei servizi», ha commentato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.
Ha aggiunto Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio: «C'è molto da fare nel Lazio per rendere gli edifici scolastici più sicuri e sostenibili, va conclusa l'Anagrafe Scolastica che permetterebbe di avere un quadro completo, ma intanto bisogna anche smetterla con i continui tagli investendo sulla manutenzione degli edifici scolastici.
Chiediamo alle Province e alla Regione di realizzare con le Amministrazioni comunali un monitoraggio sui rischi derivanti da sostanze inquinanti quali amianto e radon nelle scuole, favorendo pratiche ecocompatibili che nelle scuole stanno già avanzando e potrebbero essere utili per eliminare ad esempio l'amianto sostituendolo con tetti fotovoltaici».
Scoppia la polemica sul polo integrato per lo smaltimento. Contrari Zingaretti, Cgil e comuni. E se per Alemanno è solo un'ipotesi, a mettere un punto alla questione è la presidente della Regione Polverini: "Lì non nascerà nessun impianto"
Il Pd alla Provincia annuncia battaglia. La sinistra promette barricate. Contrari anche la Cgil e i vari comuni del Lazio, da Civitavecchia a Ladispoli. L'ipotesi di una nuova discarica ad Allumiere, per Nicola Zingaretti, invece rappresenta un metodo di governare poco serio che inasprisce gli animi e "che logora i rapporti di fiducia e soprattutto fa perdere a Roma in maniera irresponsabile tempo prezioso".
Scoppia la polemica sulla realizzazione di una cittadella dei rifiuti alternativa all'attuale Malagrotta come prevede il protocollo d'intesa firmato tra il sindaco Gianni Alemanno e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per ottenere il terreno dove costruire la discarica: il poligono militare "la Farnesiana", un terreno di 145 ettari nel comune fuori Roma. E se per Alemanno "Allumiere è una delle tante ipotesi in campo per collocare una nuova discarica dei rifiuti, dopo la chiusura di Malagrotta", e aggiunge che "non è stata presa nessuna decisione su questo o altri siti. Attendiamo che la Regione Lazio faccia le sue valutazioni e le sue scelte per poter dire con chiarezza qual è il dopo Malagrotta", l'annuncio del presidente, Renata Polverini, ivece, è immediato: "Ad Allumiere non nascerà nessuna città dei rifiuti".
Nel documento, che porta la data del 13 dicembre 2010 firmato in ogni pagina dal sindaco Alemanno e il ministro La Russa, viene definito "polo integrato per lo smaltimento, il trattamento ed il recupero dei rifiuti". La nuova discarica, che dovrebbe sostituire Malagrotta, avrà anche impianti di trattamento e un gassificatore.
"Un metodo per governare poco serio, che inasprisce gli animi, inconcludente, che logora i rapporti di fiducia e soprattutto fa perdere a Roma in maniera irresponsabile tempo prezioso", afferma il presidente della Provincia di Roma. Nicola Zingaretti aggiunge poi che "malgrado le diverse occasioni avute per confrontarci sul tema dei rifiuti, mai eravamo stati informati di un atto così importante e impegnativo. Si tratterebbe - e usiamo il condizionale perché ci auguriamo che la notizia venga smentita - di un atto che la dice lunga sull'assenza di trasparenza e reale volontà di collaborazione che ha caratterizzato le iniziative del Comune di Roma in tema dei rifiuti. Uno sgarbo e una furbizia - conclude il presidente della Provincia di Roma - che complica ancora di più la complessa vicenda della gestione dei rifiuti della capitale". E il Pd della Provincia fa eco al presidente: "Non staremo certo a guardare ma daremo battaglia in tutte le sedi istituzionali''.
Si dice contrario anche Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, ricordando che " le organizzazioni sindacali non sono mai state sentite" e inoltre si tratta di "un comune che si colloca fuori dal Comune di Roma, in un'area protetta da vincoli paesaggistici''. E il gruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà alla Provincia di Roma, chiama "la popolazione del territorio alla mobilitazione e alla vigilanza democratica contro l'ennesimo sopruso".
Preoccupati i Verdi. "Con la scelta di Allumiere come sito della nuova discarica di Roma c'é il rischio serio e concreto che sulla vicenda rifiuti a Roma ci si avvii verso una soluzione in stile Campania", dice il presidente nazionale e capogruppo in Regione Lazio, Angelo Bonelli, per il quale "sono forti le analogie infatti tra la vicenda del Lazio e quella del Parco del Vesuvio dove si sono realizzate discariche in aree protette. Allumiere, infatti si trova in una Zps (Zona protezione speciale, ndr) che è un'area naturale protetta istituita in base a una direttiva europea che il sindaco Alemanno sta scientemente violando. Per questo motivo stiamo inoltrando un esposto all'Unione europea per attenzionare Bruxelles affinché blocchi fin dall'inizio l'istituzione della discarica che viola la Direttiva 79/409/Cee".
''E' comodo dire: 'portiamo la monnezza fuori da Roma', ma questo per i romani comporterebbe un costo enorme per il trasporto dei rifiuti con camion o treni fino ad allumiere, che dista circa 80 km da Roma'', tuona Augusto Battilocchio, sindaco di Allumiere. ''Una discarica sarebbe una iattura, non capisco chi dal punto di vista politico possa decidere queste cose senza interpellarci. A Roma dico: non fatevi prendere in giro perché i cittadini si troverebbero a pagare il trasporto dei rifiuti. Siamo pronti ad organizzare ogni forma di protesta'', conclude.
E anche se l'assessore regionale alle Attività produttive e alle Politiche dei rifiuti, Pietro Di Paolo rassicura che "non esiste ancora una soluzione che possa dirsi definitiva, ma si sta lavorando su un ventaglio di possibilità", la Polverini taglia corto: "Non ci sarà alcuna cittadella dei rifiuti nel comune di Allumiere", dice il presidente della Regione. "Ho parlato con il sindaco di Allumiere - aggiunge - che mi ha telefonato questa mattina, al quale ho confermato che sulla base delle valutazioni che la Regione Lazio ha già effettuato, anche in relazione alle condizioni ambientali e infrastrutturali del territorio, non si realizzerà alcuna città dei rifiuti ad Allumiere''.
“Alemanno vuole scaricare la spazzatura della Capitale in provincia. L’indicazione di Allumiere come “post Malagrotta” è una decisione scellerata presa in barba ad ogni vincolo ambientale e scavalcando ogni confronto con la Regione Lazio e le amministrazioni locali". Lo dichiarano, in una nota congiunta, Ivano Peduzzi, capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, e Antonio De Paoli, segretario FdS di Civitavecchia.
“Nessuna finalità di interesse pubblico –afferma Peduzzi- può giustificare la scelta di installare il nuovo polo di smaltimento sui monti della Tolfa. Il poligono militare “ la Farnesiana ”, il sito individuato dal sindaco di Roma per ospitare un impianto di trattamento e di incenerimento dei rifiuti, si trova proprio ai confini della zona di Protezione speciale di cui alla direttiva 147/2009/CEE”.
“Si tratterebbe –dichiara De Paoli- di una nuova istallazione nociva per la salute in una zona già fortemente compromessa da grandi servitù energetiche. Una decisione alla quale ci opporremo con tutte le nostre forze e con una grande mobilitazione di tutti i cittadini”.
“ La Russa ed Alemanno –concludono Peduzzi e De Paoli- sembrano già essere arrivati ad un accordo. Ma non abbiamo ancora sentito il parere della Presidente Polverini e dell’Assessore Di Paolo che, non troppo tempo fa, assicurarono che non ci sarebbe stato alcun esodo dei rifiuti della Capitale nel resto del Lazio”.
Ufficio Stampa Fds Regione Lazio
http://www.federazionesinistralazio.it/
IL COMUNICATO STAMPA INTEGRALE
COLLEFERRO: ANCORA ALLARME INQUINAMENTO E CONTAMINAZIONE
La Rete per la Tutela della Valle del Sacco: "Un membro del nostro direttivo, residente a 2 km dal Sacco, infatti, è risultato contaminato con un tasso di beta Hch dodici volte superiore alla media"
Romatoday 02.03.2011
Si continua a parlare dell'inquinamento nella Valle del Sacco con la Rete per la Tutela della Valle del Sacco che pone quesiti sulle condizioni di vita dei residenti e sulle quantità e modalità di contaminazione di chi vive in queste zone e lo fa con un inquietante quesito: “Quanti abitanti della Valle del Sacco, residenti ad oltre un chilometro dal fiume, sono contaminati?”
La Rete per la Tutela della Valle del Sacco ricorda: "Le analisi del dipartimento di epidemiologia dell'Asl RmE concluse nel 2008 hanno riguardato solo i residenti entro 1 km dal fiume e hanno attestato il 55% di contaminazioni. Il fenomeno invece potrebbe essere molto più ampio. Un membro del nostro direttivo, residente a 2 km dal Sacco, infatti, è risultato contaminato".
Secondo Retuvasa il campione di popolazione che è stato analizzato "non è pienamente rappresentativo. E lo dimostra il fatto che un membro del direttivo dell'associazione, un uomo di mezza età residente da sempre a due chilometri dal fiume Sacco, nel centro cittadino di Colleferro, si è sottoposto volontariamente alle analisi ed è risultato contaminato con un tasso di beta Hch dodici volte superiore alla media nazionale ed europea. Il dato isolato ovviamente non prova nulla, ma suggerisce l'opportunità di acquisirne altri omogenei". "Per quanto riguarda il 55% dei contaminati residenti entro 1 km dal fiume - proseguono -, in certi casi il valore riscontrato è anche 50 volte superiore alla media nazionale ed europea. Quanto inciderà tale contaminazione sulla loro salute? Forse superfluo ricordare che secondo la scheda internazionale di sicurezza chimica gli effetti da esposizione al beta-HCH possono coinvolgere a breve termine il sistema nervoso centrale, a lungo termine sangue, fegato e reni, nonché provocare tumori. Test su animali indicano la possibilità che questa sostanza influisca sulla riproduzione o lo sviluppo umano".
DUBBI DALLA RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO SUI DATI DELLA CONTAMINAZIONE
Cinque giorni 02.03.2011, p.18
A distanza di tre anni dalla presentazione dell'indagine compiuta dall'Asl Roma E sulla contaminazione umana nella Valle del Sacco, Retuvasa torna sui dati pubblicati, avanzando dubbi sullo studio intrapreso. «Il monitoraggio - si legge in una nota stampa - riguardava gli isomeri dell’ HCH (tra cui il beta-HCH) e metalli pesanti come piombo,
mercurio e cadmio. Sul nuovo campione di circa 800 persone non si monitorano più imetalli pesanti, ma solo gli isomeri dello HCH. A nostro avviso - si legge - tale limitazione negli inquinanti esaminati non aiuta, visto che ci risulta che in alcune persone analizzate nel precedente studio siano stati riscontrati, valori doppi rispetto a quelli limite. Non ci ha mai convinto inoltre la limitazione dell’indagine ai residenti a un chilometro dal fiume».
RETUVASA: PERMANGONO INCERTEZZE SULLA CONTAMINAZIONE UMANA NELLA VALLE DEL SACCO
Retuvasa:«Permangono incertezze sulla contaminazione umana nella Valle del Sacco»
Quotidiano sera 02.03.2011, pp. 1-2
COLLEFERRO. MAPPE INCOMPLETE E SENZA DATA: PRONTO UN ESPOSTO CONTRO IL PARCO FOTOVOLTAICO
In attesa del pronunciamento della Regione, il comitato dei residenti si prepara a una battaglia legale
Cinque giorni 02.03.2011, p.18
Provincia, Regione e Parlamento sono stati avvisati. Ora la battaglia contro il progetto di un nuovo parco fotovoltaico in via Palianense è pronta ad approdare nelle aule del tribunale. Il Comitato residenti di Colleferro sta preparando insieme ai legali un esposto alla Procura della Repubblica contro l’iter urbanistico approvato il 5 maggio scorso in conferenza dei servizi. «Abbiamo notato che le mappe allegate agli elaborati del progetto sono prive di mappe e incomplete – spiega Ina Camilli del Comitato dei residenti Colleferro. Inoltre ci appare molto dubbia la pubblicità di una procedura che si svolge totalmente in conferenza dei servizi. Sembra doveroso sottolineare – aggiunge Camilli - la totale disapplicazione del principio di trasparenza previsto dall’articolo 7 della legge 241 del 1990 sul procedimento amministrativo. Nulla avrebbe impedito a Regione Lazio e Provincia di Roma, proprio per la carenza di una specifica norma imperativa, in sede di rilascio dell’autorizzazione unica, di chiedere al prefetto una informazione antimafia
sulla società ovvero, al soggetto attuatore, almeno un’autocertificazione antimafia in analogia con le previsioni dell’art. 5 del DPR n. 252 del 998 (regolamento sulle certificazioni antimafia). Tale norma – aggiunge Camilli - prevede, infatti, che l’interessato renda tale autocertificazione anche quando gli atti e i provvedimenti della pubblica
amministrazione riguardano attività private sottoposte a regime autorizzatorio che possono essere intraprese su denuncia di inizio da parte del privato alla pubblica Amministrazione competente».
CS
FROSINONE. CLASSIFICA LEGAMBIENTE ECOSISTEMA SCUOLA, FROSINONE NELLA TOP TEN
La Provincia FR, 02.03.11, p. 2, di Laura Collinoli
Frosinone nella top ten dei capoluoghi di provincia in cui c'è più attenzione al mondo della scuola. In primo piano interventi di manutenzione, servizi di mensa, scuolabus, sicurezza e buone pratiche ecocompatibili. Ecosistema scuola ci sorride.
Commovente. L'aggettivo è quello azzeccato, ché in genere, in queste classifiche sulla qualità della vita o roba del genere, il capoluogo ciociaro sprofonda quasi sempre nelle ultime posizioni. Senza via di scampo insomma.
Stavolta no. Stavolta l'associazione ambientalista più accreditata del Paese ci posiziona all'ottavo posto. Subito dopo Prato, Trento, Parma, Siena, Biella, Alessandria e Reggio Emilia. Appena prima di Terni e Verbania, a conferma di una classifica che ancora una volta premia le città del centro-nord Italia e in cui Frosinone risulta essere la prima del centro-sud con un totale di 74,96 punti. Prato si ferma a 88,39 punti mentre Pescara chiude con 22,41.
Ultime dieci in assoluto sono Trieste, Sassari, Trapani, Palermo, Vicenza, Catania, Genova, Nuoro, Messina e, appunto, Pescara.
Non benissimo le altre città del Lazio. Latina si attesta al 41esimo posto con 48,79 punti, mentre Rieti finisce 71esima con 28,75.
Non classificate Roma e Viterbo, che insieme a Bari, Isernia, Novara, Oristano, Padova, Salerno, Siracusa, Trani e Varese hanno inviato dati incompleti.
Il capoluogo ciociaro si piazza all'ottavo posto anche nella speciale classifica dei Comuni che investono per manutenzione straordinaria negli edifici scolastici, con una media ad investimento per edificio di 93.750 euro. Al primo posto Ferrara, con 162.264 euro.
Nella graduatoria delle buone pratiche ecocompatibili la posizione è la 21esima, con Prato al primo posto.
Ottima anche la posizione per quel che riguarda il rischio. Classifica in cui si tiene conto delle bonifiche rispetto all'amianto, al radon ed alle antenne; alla vicinanza alle zone industriali e alle discariche e all'inquinamento acustico.
In questo caso nelle posizioni più alte troviamo i Comuni le cui scuole hanno problemi maggiori. Ottimo, di conseguenza, il 76esimo posto di Frosinone. Male Pisa, al primo posto. Mentre ultima (dunque la migliore) è Chieti.
Il capoluogo ciociaro valutato positivamente anche per il servizio di scuolabus, garantito in tutti gli edifici, e per la somministrazione nelle mense scolastiche di pasti interamente biologici.
Una nota positiva riguarda poi le certificazioni: la totalità degli edifici scolastici presenti a Frosinone, possiede il certificato di agibilità e la certificazione igienico-sanitaria, il 95% è dotato di impianti elettrici a norma, anche se solo l'83% ha il certificato di idoneità statica e solo il 57% ha effettuato interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche.
«La scuola pubblica va aiutata e sostenuta, gli insegnanti con gli studenti e i genitori fanno sforzi educativi incredibili ma i continui tagli minano la possibilità di futuro, a partire dalla qualità degli edifici e dei servizi», ha commentato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.
Ha aggiunto Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio: «C'è molto da fare nel Lazio per rendere gli edifici scolastici più sicuri e sostenibili, va conclusa l'Anagrafe Scolastica che permetterebbe di avere un quadro completo, ma intanto bisogna anche smetterla con i continui tagli investendo sulla manutenzione degli edifici scolastici.
Chiediamo alle Province e alla Regione di realizzare con le Amministrazioni comunali un monitoraggio sui rischi derivanti da sostanze inquinanti quali amianto e radon nelle scuole, favorendo pratiche ecocompatibili che nelle scuole stanno già avanzando e potrebbero essere utili per eliminare ad esempio l'amianto sostituendolo con tetti fotovoltaici».
EXTRA VALLE.
NO ALLA DISCARICA AD ALLUMIERE. TUTTI CONTRARI
La Repubblica.it 02.03.11Scoppia la polemica sul polo integrato per lo smaltimento. Contrari Zingaretti, Cgil e comuni. E se per Alemanno è solo un'ipotesi, a mettere un punto alla questione è la presidente della Regione Polverini: "Lì non nascerà nessun impianto"
Il Pd alla Provincia annuncia battaglia. La sinistra promette barricate. Contrari anche la Cgil e i vari comuni del Lazio, da Civitavecchia a Ladispoli. L'ipotesi di una nuova discarica ad Allumiere, per Nicola Zingaretti, invece rappresenta un metodo di governare poco serio che inasprisce gli animi e "che logora i rapporti di fiducia e soprattutto fa perdere a Roma in maniera irresponsabile tempo prezioso".
Scoppia la polemica sulla realizzazione di una cittadella dei rifiuti alternativa all'attuale Malagrotta come prevede il protocollo d'intesa firmato tra il sindaco Gianni Alemanno e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per ottenere il terreno dove costruire la discarica: il poligono militare "la Farnesiana", un terreno di 145 ettari nel comune fuori Roma. E se per Alemanno "Allumiere è una delle tante ipotesi in campo per collocare una nuova discarica dei rifiuti, dopo la chiusura di Malagrotta", e aggiunge che "non è stata presa nessuna decisione su questo o altri siti. Attendiamo che la Regione Lazio faccia le sue valutazioni e le sue scelte per poter dire con chiarezza qual è il dopo Malagrotta", l'annuncio del presidente, Renata Polverini, ivece, è immediato: "Ad Allumiere non nascerà nessuna città dei rifiuti".
Nel documento, che porta la data del 13 dicembre 2010 firmato in ogni pagina dal sindaco Alemanno e il ministro La Russa, viene definito "polo integrato per lo smaltimento, il trattamento ed il recupero dei rifiuti". La nuova discarica, che dovrebbe sostituire Malagrotta, avrà anche impianti di trattamento e un gassificatore.
"Un metodo per governare poco serio, che inasprisce gli animi, inconcludente, che logora i rapporti di fiducia e soprattutto fa perdere a Roma in maniera irresponsabile tempo prezioso", afferma il presidente della Provincia di Roma. Nicola Zingaretti aggiunge poi che "malgrado le diverse occasioni avute per confrontarci sul tema dei rifiuti, mai eravamo stati informati di un atto così importante e impegnativo. Si tratterebbe - e usiamo il condizionale perché ci auguriamo che la notizia venga smentita - di un atto che la dice lunga sull'assenza di trasparenza e reale volontà di collaborazione che ha caratterizzato le iniziative del Comune di Roma in tema dei rifiuti. Uno sgarbo e una furbizia - conclude il presidente della Provincia di Roma - che complica ancora di più la complessa vicenda della gestione dei rifiuti della capitale". E il Pd della Provincia fa eco al presidente: "Non staremo certo a guardare ma daremo battaglia in tutte le sedi istituzionali''.
Si dice contrario anche Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, ricordando che " le organizzazioni sindacali non sono mai state sentite" e inoltre si tratta di "un comune che si colloca fuori dal Comune di Roma, in un'area protetta da vincoli paesaggistici''. E il gruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà alla Provincia di Roma, chiama "la popolazione del territorio alla mobilitazione e alla vigilanza democratica contro l'ennesimo sopruso".
Preoccupati i Verdi. "Con la scelta di Allumiere come sito della nuova discarica di Roma c'é il rischio serio e concreto che sulla vicenda rifiuti a Roma ci si avvii verso una soluzione in stile Campania", dice il presidente nazionale e capogruppo in Regione Lazio, Angelo Bonelli, per il quale "sono forti le analogie infatti tra la vicenda del Lazio e quella del Parco del Vesuvio dove si sono realizzate discariche in aree protette. Allumiere, infatti si trova in una Zps (Zona protezione speciale, ndr) che è un'area naturale protetta istituita in base a una direttiva europea che il sindaco Alemanno sta scientemente violando. Per questo motivo stiamo inoltrando un esposto all'Unione europea per attenzionare Bruxelles affinché blocchi fin dall'inizio l'istituzione della discarica che viola la Direttiva 79/409/Cee".
''E' comodo dire: 'portiamo la monnezza fuori da Roma', ma questo per i romani comporterebbe un costo enorme per il trasporto dei rifiuti con camion o treni fino ad allumiere, che dista circa 80 km da Roma'', tuona Augusto Battilocchio, sindaco di Allumiere. ''Una discarica sarebbe una iattura, non capisco chi dal punto di vista politico possa decidere queste cose senza interpellarci. A Roma dico: non fatevi prendere in giro perché i cittadini si troverebbero a pagare il trasporto dei rifiuti. Siamo pronti ad organizzare ogni forma di protesta'', conclude.
E anche se l'assessore regionale alle Attività produttive e alle Politiche dei rifiuti, Pietro Di Paolo rassicura che "non esiste ancora una soluzione che possa dirsi definitiva, ma si sta lavorando su un ventaglio di possibilità", la Polverini taglia corto: "Non ci sarà alcuna cittadella dei rifiuti nel comune di Allumiere", dice il presidente della Regione. "Ho parlato con il sindaco di Allumiere - aggiunge - che mi ha telefonato questa mattina, al quale ho confermato che sulla base delle valutazioni che la Regione Lazio ha già effettuato, anche in relazione alle condizioni ambientali e infrastrutturali del territorio, non si realizzerà alcuna città dei rifiuti ad Allumiere''.
COMUNICATO STAMPA
RIFIUTI ALLUMIERE
Peduzzi-De Paoli (FdS): “Cosa ne pensa la Polverini ?”
RIFIUTI ALLUMIERE
Peduzzi-De Paoli (FdS): “Cosa ne pensa la Polverini ?”
“Alemanno vuole scaricare la spazzatura della Capitale in provincia. L’indicazione di Allumiere come “post Malagrotta” è una decisione scellerata presa in barba ad ogni vincolo ambientale e scavalcando ogni confronto con la Regione Lazio e le amministrazioni locali". Lo dichiarano, in una nota congiunta, Ivano Peduzzi, capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, e Antonio De Paoli, segretario FdS di Civitavecchia.
“Nessuna finalità di interesse pubblico –afferma Peduzzi- può giustificare la scelta di installare il nuovo polo di smaltimento sui monti della Tolfa. Il poligono militare “ la Farnesiana ”, il sito individuato dal sindaco di Roma per ospitare un impianto di trattamento e di incenerimento dei rifiuti, si trova proprio ai confini della zona di Protezione speciale di cui alla direttiva 147/2009/CEE”.
“Si tratterebbe –dichiara De Paoli- di una nuova istallazione nociva per la salute in una zona già fortemente compromessa da grandi servitù energetiche. Una decisione alla quale ci opporremo con tutte le nostre forze e con una grande mobilitazione di tutti i cittadini”.
“ La Russa ed Alemanno –concludono Peduzzi e De Paoli- sembrano già essere arrivati ad un accordo. Ma non abbiamo ancora sentito il parere della Presidente Polverini e dell’Assessore Di Paolo che, non troppo tempo fa, assicurarono che non ci sarebbe stato alcun esodo dei rifiuti della Capitale nel resto del Lazio”.
Ufficio Stampa Fds Regione Lazio
http://www.federazionesinistralazio.it/