LA SELVA - MOLA PISCOLI DI PALIANO, CI SIAMO? INVECE DELLA VENDITA DEI 4 LOTTI ALL'ASTA DI OGGI, DOVREBBE ESSERE STATO PERFEZIONATO L'ACQUISTO DELL'INTERA AREA DA PARTE DELLA REGIONE
Lo apprendiamo da fonti ufficiose, attendiamo conferme
PALIANO. ULTIMA ASTA PER LA "VENDITA" DELLA SELVA
Cinque giorni 12.1.10, p. 16
Si tratta dell'ultimo procedimento legale da parte del Tribunale di Frosinone prima della costituzione ufficiale del Monumento naturale su tutti i 470 ettari. Sarà avviata oggi l'asta per la"vendita" di tre lotti della Selva di Paliano. Seconde le prime indiscrezioni non dovrebbe esserci alcun acquirente, visto anche l'interesse sulla superficie da parte della Regione Lazio ma qualcuno potrebbe mettere le mani su uno dei ristoranti che insiste sull'area. Una volta completato l'iter, tutto sarà pronto per la costituzione del Monumento naturale. Diverse le attività previste. Tra le altre, la ricostruzione del “Borgo” e la zona servizi, ricettività sociale, vivaio, commercio equo solidale, strutture per educazione ambientale; biovillaggio e zona della fattoria didattica; residenze agricole, parco naturalistico dell’avifauna, bosco della selva, museo Internazionale.
ACEA ATO 5, I SINDACI STUDIANO LE CARTE DI IANNARILLI IN VISTA DELL'ASSEMBLEA DEL 24 GENNAIO
Lo apprendiamo da fonti ufficiose, attendiamo conferme
PALIANO. ULTIMA ASTA PER LA "VENDITA" DELLA SELVA
Cinque giorni 12.1.10, p. 16
Si tratta dell'ultimo procedimento legale da parte del Tribunale di Frosinone prima della costituzione ufficiale del Monumento naturale su tutti i 470 ettari. Sarà avviata oggi l'asta per la"vendita" di tre lotti della Selva di Paliano. Seconde le prime indiscrezioni non dovrebbe esserci alcun acquirente, visto anche l'interesse sulla superficie da parte della Regione Lazio ma qualcuno potrebbe mettere le mani su uno dei ristoranti che insiste sull'area. Una volta completato l'iter, tutto sarà pronto per la costituzione del Monumento naturale. Diverse le attività previste. Tra le altre, la ricostruzione del “Borgo” e la zona servizi, ricettività sociale, vivaio, commercio equo solidale, strutture per educazione ambientale; biovillaggio e zona della fattoria didattica; residenze agricole, parco naturalistico dell’avifauna, bosco della selva, museo Internazionale.
AGGIORNAMENTI PROCESSI VALLE DEL SACCO
VEDI IL SITO RETUVASA ACEA ATO 5, I SINDACI STUDIANO LE CARTE DI IANNARILLI IN VISTA DELL'ASSEMBLEA DEL 24 GENNAIO
La relazione “esplosiva” di Antonello Iannarilli sul servizio idrico ha avuto i suoi effetti: se la conferenza dei sindaci è inevitabilmente terminata dopo ore ed ore di discussioni in un nulla di fatto vista la mancanza del numero legale, ieri è stata giornata di approfondimento. I sindaci, infatti, solo ieri hanno avuto modo di leggere a fondo tabelle e dati della relazione che dimostrerebbero, secondo i calcoli del presidente, un riconoscimento alla società, nella transazione del 2007, una variazione all’offerta economica di gara a favore del privato pari a 692milioni di euro dal 2003 al 2032, l’intera durata del contratto con Acea Ato 5.
«E se sicuramente condividiamo il fine della proposta di Iannarilli cioè avviare il procedimento per chiedere la risoluzione contrattuale - ha commentato il sindaco di Arpino Fabio Forte (Udc) che ieri mattina ha interessato dell’argomento la sua maggioranza e il suo ufficio legale - il metodo scelto (scoprire tutte le carte in una giornata soltanto, ndr) non è stato il migliore». I sindaci infatti dovranno riparlarne il 24 gennaio, quando la Conferenza si riunirà di nuovo. E se la volontà dei primi cittadini del centrodestra l’altra sera è stata chiara (appoggio alla proposta di Iannarilli), i sindaci del centrosinistra dovranno decidere il da farsi. Qualcuno si è rivolto ai legali, il sindaco di Frosinone Michele Marini, per esempio: «Ho affidato l’esame all’ufficio legale del Comune perché mi dia un parere sulle risultanze. Anche perché sotto quella relazione non ci sono firme. Chi si prenderà poi le responsabilità?».
Chi avvocato lo è in prima persona sta studiando le carte egli stesso: è il caso del sindaco di Monte San Giovanni Campano Antonio Cinelli, che ieri ha chiesto documenti alla Segreteria tecnico operativa. «E’ l’unico organo ufficiale pagato per fare da supporto tecnico - ha detto Cinelli - e non ha dato il proprio parere. O almeno non lo trovo su queste carte. Come facciamo a fidarci di Iannarilli che aveva già l’incarico per procedere con la risoluzione contrattuale, e invece ha lasciato passare un anno senza fare nulla per poi tornare a chiederci una nuova autorizzazione?».
«E se sicuramente condividiamo il fine della proposta di Iannarilli cioè avviare il procedimento per chiedere la risoluzione contrattuale - ha commentato il sindaco di Arpino Fabio Forte (Udc) che ieri mattina ha interessato dell’argomento la sua maggioranza e il suo ufficio legale - il metodo scelto (scoprire tutte le carte in una giornata soltanto, ndr) non è stato il migliore». I sindaci infatti dovranno riparlarne il 24 gennaio, quando la Conferenza si riunirà di nuovo. E se la volontà dei primi cittadini del centrodestra l’altra sera è stata chiara (appoggio alla proposta di Iannarilli), i sindaci del centrosinistra dovranno decidere il da farsi. Qualcuno si è rivolto ai legali, il sindaco di Frosinone Michele Marini, per esempio: «Ho affidato l’esame all’ufficio legale del Comune perché mi dia un parere sulle risultanze. Anche perché sotto quella relazione non ci sono firme. Chi si prenderà poi le responsabilità?».
Chi avvocato lo è in prima persona sta studiando le carte egli stesso: è il caso del sindaco di Monte San Giovanni Campano Antonio Cinelli, che ieri ha chiesto documenti alla Segreteria tecnico operativa. «E’ l’unico organo ufficiale pagato per fare da supporto tecnico - ha detto Cinelli - e non ha dato il proprio parere. O almeno non lo trovo su queste carte. Come facciamo a fidarci di Iannarilli che aveva già l’incarico per procedere con la risoluzione contrattuale, e invece ha lasciato passare un anno senza fare nulla per poi tornare a chiederci una nuova autorizzazione?».
ANAGNI. LA ZONA MONTI DOPO L'INCENDIO DI AGOSTO. SERVIZIO FOTOGRAFICO E RIFLESSIONI
Amici di Beppe Grillo ad Anagni
ANAGNI. MULTE PER CHI NON RISPETTA LE REGOLE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA. LE ANNUNCIA L'ASSESSORE ALL'AMBIENTE GIUGLIELMO RETARVI
Il Messaggero FR p.32
Pugno duro su quanti non rispettano le nuove regole sulla raccolta differenziata ad Anagni. Per farla finita una volta e per tutte con lo spettacolo delle buste di immondizia “tradizionale” che ancora oggi si trovano in molti quartieri ai margini delle strade della città dei papi. Multe fino a 250 euro per affrettare l’arrivo a regime di una iniziativa molto importante per l’ambiente della città.
Ad annunciarlo è stato ieri mattina l’assessore al ramo, Guglielmo Retarvi. «Partiamo dal presupposto che la partenza del progetto di raccolta differenziata è stata positiva - ha detto l’assessore - Gran parte dei nostri cittadini ha fatto capire di comprendere l’importanza di quanto stiamo cercando di fare». Il problema però è che molti non vuol dire tutti. E si vedono ancora in giro buste di materiale di scarto indifferenziato, che viene messo in strada assieme all’umido, il secco e tutto il resto. «Abbiamo pensato all’inizio che fosse un problema di fasce d’età; che, magari, i più anziani, magari che vivono da soli, non avessero capito bene quali erano le nuove regole. Poi abbiamo visto che in effetti i più anziani sono anzi i più attenti al rispetto di queste regole. Sono gli altri spesso a violarle». Se si tratti di malafede, oppure di pigrizia, o di semplice dimenticanza, questo non è dato saperlo: «Di certo ci sono ancora diverse resistenze».
Di qui la decisione, dopo un lungo periodo dedicato soprattutto all’informativa, ai manifesti illustrativi, ed alle descrizioni porta a porta del progetto, di partire con la tolleranza zero e con le multe: “da 25 a 250 euro- ha detto ancora l’assessore Retarvi- per chi verrà sorpreso a lasciare fuori le buste classiche da spazzatura senza aver operato la selezione come da progetto. E speriamo - ha concluso - che, toccati nei loro portafogli, gli anagnini capiscano che le leggi vanno rispettate. Ci rendiamo conto ci vuole tempo per entrare nel meccanismo. Ma è anche giusto che ci sia un maggiore impegno da parte di tutti».
Ad annunciarlo è stato ieri mattina l’assessore al ramo, Guglielmo Retarvi. «Partiamo dal presupposto che la partenza del progetto di raccolta differenziata è stata positiva - ha detto l’assessore - Gran parte dei nostri cittadini ha fatto capire di comprendere l’importanza di quanto stiamo cercando di fare». Il problema però è che molti non vuol dire tutti. E si vedono ancora in giro buste di materiale di scarto indifferenziato, che viene messo in strada assieme all’umido, il secco e tutto il resto. «Abbiamo pensato all’inizio che fosse un problema di fasce d’età; che, magari, i più anziani, magari che vivono da soli, non avessero capito bene quali erano le nuove regole. Poi abbiamo visto che in effetti i più anziani sono anzi i più attenti al rispetto di queste regole. Sono gli altri spesso a violarle». Se si tratti di malafede, oppure di pigrizia, o di semplice dimenticanza, questo non è dato saperlo: «Di certo ci sono ancora diverse resistenze».
Di qui la decisione, dopo un lungo periodo dedicato soprattutto all’informativa, ai manifesti illustrativi, ed alle descrizioni porta a porta del progetto, di partire con la tolleranza zero e con le multe: “da 25 a 250 euro- ha detto ancora l’assessore Retarvi- per chi verrà sorpreso a lasciare fuori le buste classiche da spazzatura senza aver operato la selezione come da progetto. E speriamo - ha concluso - che, toccati nei loro portafogli, gli anagnini capiscano che le leggi vanno rispettate. Ci rendiamo conto ci vuole tempo per entrare nel meccanismo. Ma è anche giusto che ci sia un maggiore impegno da parte di tutti».
ANAGNI
E PONTECORVO, LA TRASFORMAZIONE = SOSTANZIALE CHIUSURA DELL'OSPEDALE
CITTADINO PREVISTA DALLA REGIONE PER L'1.10.11. POLEMICHE POLITICHE
Il Messaggero FR 12.1.11 p.30
di Paolo Carnevale
Alta
tensione ad Anagni dopo la diffusione della parte del piano regionale
sanitario relativa alla data di chiusura effettiva dell’ospedale
cittadino. Con il sindaco Noto che chiede tempo per avere maggiori
dettagli dalla Regione; mentre le associazioni cittadine e l’opposizione
politica sparano a zero sulle tanto decantate “sinergie” del centro
destra regionale, provinciale, e cittadino.
Per la città dei papi, come è noto infatti, il decreto del commissario straordinario per la sanità Polverini ha stabilito che a partire dal 1° ottobre 2011 il locale nosocomio verrà trasformato (cosa che del resto accadrà anche a Pontecorvo) in un “ospedale distrettuale di II livello di tipo B”, con funzioni come “Punto unico di accesso, specialistica ambulatoriale di supporto ai percorsi per malattie cronico-degenerative, punto di primo intervento”. E con, ma solo forse, una decina di posti dedicati ai malati terminali. Una soluzione che aveva da tempo già fatto scalpore, visto che molti avevano parlato senza mezzi termini di chiusura dell’ospedale. Polemiche rinfocolatesi ancora di più due giorni fa con la diffusione della fatidica data del primo ottobre. Il sindaco Noto in mattinata cercava di abbassare i toni: «Sapevo che si parlava di ottobre, anche so non ho ancora letto le carte ufficiali. Sono in costante contatto con gli esponenti in Regione per vedere se ci saranno nuovi sviluppi». Una posizione che a molti è parsa interlocutoria. Come ad esempio Alessandro Compagno, presidente del Das (Associazione Diritto Alla Salute), che da tempo segue la sorte dell’ospedale locale: «Il sindaco agisca seguendo un principio di precauzione, e cerchi di evitare la chiusura del vecchio ospedale prima della creazione del nuovo». Ancora più duro il centro sinistra locale. Egidio Proietti, capogruppo consiliare del Pd anagnino, ha detto: «Ecco i risultati delle sinergie del centro destra». Un risultato che secondo Proietti, dovrebbe avere una conseguenza immediata: «Noto ed i suoi dovrebbero rassegnare le proprie dimissioni. Ma è molto difficile che accada».
Per la città dei papi, come è noto infatti, il decreto del commissario straordinario per la sanità Polverini ha stabilito che a partire dal 1° ottobre 2011 il locale nosocomio verrà trasformato (cosa che del resto accadrà anche a Pontecorvo) in un “ospedale distrettuale di II livello di tipo B”, con funzioni come “Punto unico di accesso, specialistica ambulatoriale di supporto ai percorsi per malattie cronico-degenerative, punto di primo intervento”. E con, ma solo forse, una decina di posti dedicati ai malati terminali. Una soluzione che aveva da tempo già fatto scalpore, visto che molti avevano parlato senza mezzi termini di chiusura dell’ospedale. Polemiche rinfocolatesi ancora di più due giorni fa con la diffusione della fatidica data del primo ottobre. Il sindaco Noto in mattinata cercava di abbassare i toni: «Sapevo che si parlava di ottobre, anche so non ho ancora letto le carte ufficiali. Sono in costante contatto con gli esponenti in Regione per vedere se ci saranno nuovi sviluppi». Una posizione che a molti è parsa interlocutoria. Come ad esempio Alessandro Compagno, presidente del Das (Associazione Diritto Alla Salute), che da tempo segue la sorte dell’ospedale locale: «Il sindaco agisca seguendo un principio di precauzione, e cerchi di evitare la chiusura del vecchio ospedale prima della creazione del nuovo». Ancora più duro il centro sinistra locale. Egidio Proietti, capogruppo consiliare del Pd anagnino, ha detto: «Ecco i risultati delle sinergie del centro destra». Un risultato che secondo Proietti, dovrebbe avere una conseguenza immediata: «Noto ed i suoi dovrebbero rassegnare le proprie dimissioni. Ma è molto difficile che accada».
LE CRITICHE DEL PDL DI ISOLA LIRI
Il Messaggero Fr 12.1.11 p. 30
«Italia Nostra si ricorda l’ultimo giorno utile a presentare le osservazioni alla variante urbanistica di denunciare alla opinione pubblica la realizzazione di un altro eco-mostro. Ma chi vogliono prendere in giro?». L’accusa al vetriolo arriva il responsabile del Popolo della Libertà di Isola del Liri, Domenico Vitale all’indomani delle osservazioni inoltrare al Comune di Isola alla variante urbanistica che consentirà a un privato di costruire nella zona di Tavernanuova (Isola Liri superiore) 72 appartamenti e 10mila metri quadrati ad uso commerciale.
«Dopo anni e anni di assoluto ed assordante silenzio - scrive Vitale - sui fatti urbanistici di Isola Liri, la benemerita associazione ambientalista lancia il suo grido d’allarme su un nuovo eco-mostro che dovrebbe deturpare la nostra Città realizzato alle spalle di un distributore di benzina e a pochi metri dal Fiume Liri. Abbiamo esultato perché finalmente a Isola qualche associazione ambientalista si preoccupa dell’ambiente e spara a zero contro la realizzazione di 33.000 metri cubi di cemento armato in una delle zone più incontaminate della nostra Città. Eppure in questi anni abbiamo tentato invano di far intervenire Italia Nostra sugli altri scempi che stanno devastando il tessuto urbanistico di Isola del Liri: la realizzazione, quasi del tutto avviata o in fase di avvio, di altre migliaia e migliaia di metri cubi di cemento in altre parti della Città il più delle volte consentito da permessi a costruire rilasciati dal Comune in maniera illegale ed illegittima a palazzinari e speculatori senza scrupoli. Anche sulla vendita di Piazza Trito ad un privato con la costruzione di un altro eco mostro in pieno centro storico - siamo rimasti soli a combattere». Il Pdl questa mattina presenterà una propria osservazione sul progetto che dovrà sorgere alle spalle della Cascata Grande del Liri.
attraverso la militarizzazione dei siti. - afferma il Presidente nazionale e Capogruppo del Lazio dei Verdi, Angelo Bonelli - "Si crede -afferma il capo gruppo- di poter risolvere il problema, che ormai sta diventando drammaticamente evidente anche a Roma, non consentendo ai cittadini di avvicinarsi ai siti, o nascondendo tutto in un buco, commettendo di fatto lo stesso errore commesso in Campania e cosa ancor più grave spacciando l’identificazione della discarica, o la creazione di inceneritori, come la soluzione definitiva del problema rifiuti. In questo scenario infatti, si continua a parlare di incenerimento e discariche, mentre sembra del tutto scomparsa la parola differenziata." Bonelli chiede dunque ad Alemanno di smentire le voci secondo le quali avrebbe trattato, direttamente col ministro La Russa, l’accordo per portare i rifiuti al Centro Tecnico Logistico Interforze di Civitavecchia. "Se queste notizie dovessero essere confermate - aggiunge- si tratterebbe di fatti di una gravità inaudita, che danno il senso di come i governi di centrodestra che guidano la Regione e il Comune abbiano ormai del tutto perso il timone e non ascoltino i territori come succede al Sindaco di Allumiere, Augusto Battilocchio che nonostante abbia chiesto più volte un incontro alla Polverini, sulla questione discariche, non ha ricevuto alcuna risposta”.Il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio accusa invece Renata Polverini di 'approssimazione' nel condurre la vicenda dei rifiuti. "All’incompetenza in materia ormai sotto agli occhi di tutti, infatti, si aggiunge anche la sciatteria istituzionale condita dalla solita politica degli annunci ormai logora." Bonessio fa poi sapere di aver appreso per vie traverse di una "fantomatica riunione per consultare tutte le forze politiche che siedono in consiglio circa la vicenda rifiuti, ma al gruppo dei Verdi non è giunta alcuna comunicazione." Probabilmente, prosegue, si tratta della riunione annunciata ormai più di due settimane fa, alla quale è seguito "un periodo di silenzio tombale." A questo punto il presidente dei Verdi del Lazio vorrebbe sapere a che punto è la consultazione delle forze politiche sui rifiuti e se Renata Polverini consideri i Verdi "come una parte del Consiglio regionale. Non si può, infatti, accusare le forze d’opposizione di poca costruttività e poi non convocarle per ascoltarne le proposte”.
Il servizio del TGR Lazio 12.1.11 e il simpatico commento di Eco della Rete
«Dopo anni e anni di assoluto ed assordante silenzio - scrive Vitale - sui fatti urbanistici di Isola Liri, la benemerita associazione ambientalista lancia il suo grido d’allarme su un nuovo eco-mostro che dovrebbe deturpare la nostra Città realizzato alle spalle di un distributore di benzina e a pochi metri dal Fiume Liri. Abbiamo esultato perché finalmente a Isola qualche associazione ambientalista si preoccupa dell’ambiente e spara a zero contro la realizzazione di 33.000 metri cubi di cemento armato in una delle zone più incontaminate della nostra Città. Eppure in questi anni abbiamo tentato invano di far intervenire Italia Nostra sugli altri scempi che stanno devastando il tessuto urbanistico di Isola del Liri: la realizzazione, quasi del tutto avviata o in fase di avvio, di altre migliaia e migliaia di metri cubi di cemento in altre parti della Città il più delle volte consentito da permessi a costruire rilasciati dal Comune in maniera illegale ed illegittima a palazzinari e speculatori senza scrupoli. Anche sulla vendita di Piazza Trito ad un privato con la costruzione di un altro eco mostro in pieno centro storico - siamo rimasti soli a combattere». Il Pdl questa mattina presenterà una propria osservazione sul progetto che dovrà sorgere alle spalle della Cascata Grande del Liri.
PROVINCIA DI FROSINONE. SODDISFAZIONE DELL'ASSESSORE MELONE PER LA PROROGA REGIONALE DELLA CACCIA AD ALCUNE SPECIE DI UCCELLI
L'Assessore all'Agricoltura, Caccia e Pesca della Provincia di Frosinone, Giovanni Melone, esprime soddisfazione per il provvedimento firmato dalla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini e dall'Assessore Angela Birindelli che consente la proroga per la caccia ad alcune specie di uccelli. "A seguito dei numerosi confronti con l'assessore regionale - afferma Melone - è stata trovata una forma corretta per andare incontro alle esigenze e alle richieste dei cacciatori nel pieno rispetto dell'ecosistema". L'attività venatoria sarà prorogata esclusivamente per le specie "colombaccio", "cornacchia grigia", "gazza" e "ghiandaia". Il limite giornaliero di caccia di questi uccelli non potrà comunque superare i 5 capi per ciascuna specie.
LAZIO. LA DENUNCIA. I Verdi attaccano l’ipotesi di un sito discarica in zona militare ad Allumiere
CAOS RIFIUTI, NUOVE SOLUZIONI STILE CAMPANIA
Cinque giorni 12.1.10, p. 3
Sulla questione dei rifiuti nella nostra regione i Verdi sono all'offensiva e temono che il Lazio si prepari a divenire la nuova Campania per quanto riguarda il disastro della gestione rifiuti. Fra gli indizi di tale prospettiva indicati da Angelo Bonelli l’ultimo sarebbe rappresentato dal tentativo che sta emergendo di voler utilizzare un’area militare per il conferimento dei rifiuti, nella zona di Allumiere. Un fatto questo, che qualora confermato, proverebbe la volontà di sottrarre la gestione del ciclo dei rifiuti da una gestione virtuosa,CAOS RIFIUTI, NUOVE SOLUZIONI STILE CAMPANIA
Cinque giorni 12.1.10, p. 3
attraverso la militarizzazione dei siti. - afferma il Presidente nazionale e Capogruppo del Lazio dei Verdi, Angelo Bonelli - "Si crede -afferma il capo gruppo- di poter risolvere il problema, che ormai sta diventando drammaticamente evidente anche a Roma, non consentendo ai cittadini di avvicinarsi ai siti, o nascondendo tutto in un buco, commettendo di fatto lo stesso errore commesso in Campania e cosa ancor più grave spacciando l’identificazione della discarica, o la creazione di inceneritori, come la soluzione definitiva del problema rifiuti. In questo scenario infatti, si continua a parlare di incenerimento e discariche, mentre sembra del tutto scomparsa la parola differenziata." Bonelli chiede dunque ad Alemanno di smentire le voci secondo le quali avrebbe trattato, direttamente col ministro La Russa, l’accordo per portare i rifiuti al Centro Tecnico Logistico Interforze di Civitavecchia. "Se queste notizie dovessero essere confermate - aggiunge- si tratterebbe di fatti di una gravità inaudita, che danno il senso di come i governi di centrodestra che guidano la Regione e il Comune abbiano ormai del tutto perso il timone e non ascoltino i territori come succede al Sindaco di Allumiere, Augusto Battilocchio che nonostante abbia chiesto più volte un incontro alla Polverini, sulla questione discariche, non ha ricevuto alcuna risposta”.Il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio accusa invece Renata Polverini di 'approssimazione' nel condurre la vicenda dei rifiuti. "All’incompetenza in materia ormai sotto agli occhi di tutti, infatti, si aggiunge anche la sciatteria istituzionale condita dalla solita politica degli annunci ormai logora." Bonessio fa poi sapere di aver appreso per vie traverse di una "fantomatica riunione per consultare tutte le forze politiche che siedono in consiglio circa la vicenda rifiuti, ma al gruppo dei Verdi non è giunta alcuna comunicazione." Probabilmente, prosegue, si tratta della riunione annunciata ormai più di due settimane fa, alla quale è seguito "un periodo di silenzio tombale." A questo punto il presidente dei Verdi del Lazio vorrebbe sapere a che punto è la consultazione delle forze politiche sui rifiuti e se Renata Polverini consideri i Verdi "come una parte del Consiglio regionale. Non si può, infatti, accusare le forze d’opposizione di poca costruttività e poi non convocarle per ascoltarne le proposte”.
Il servizio del TGR Lazio 12.1.11 e il simpatico commento di Eco della Rete
IL CONSIGLIERE REGIONALE ANNA MARIA TEDESCHI: SUI RIFIUTI RISPETTARE IL PRINCIPIO DI PROSSIMITA'
Ultimissime 12.1.10
"Sono d'accordo con il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, sulla necessità di far funzionare gli impianti per il trattamento dei rifiuti, al fine di limitare il più possibile il conferimento di rifiuti nelle discariche. Oltretutto stiamo parlando di un sistema ampiamente adottato da quasi tutti i paesi europei, che hanno trasformato i rifiuti da problema in risorsa." Lo dichiara in una nota il consigliere regionale dell'Italia dei Valori, Anna Maria Tedeschi. "L'eventualità che comunque va assolutamente scongiurata, nonostante il piano dei rifiuti della Regione in qualche modo lo permetta, è il trasporto dei rifiuti prodotti da Roma nelle discariche della provincia di Roma o addirittura delle altre province. Oltre ad una questione legata ad un fattore romanocentrico che la Giunta Polverini sta portando avanti con l'accentramento dei servizi su Roma (la chiusura di strutture come gli ospedali nelle province lo dimostra ampiamente), non si possono accettare che siano invece le province del Lazio ad accogliere l'immondizia prodotta dalla capitale. Il "principio di prossimità" non è solo una fredda dicitura, ma presuppone un guadagno economico e ambientale sostanziale. Quanto costano in più migliaia e migliaia di camion che fanno 80/100 km al giorno per scaricare immondizia fuori da Roma? Veramente vogliamo sommare - conclude Tedeschi - il danno (economico ed ambientale) alla beffa di vedere le provincie solo delle discariche al servizio della capitale?"