SEQUESTRATO IL DEPURATORE DELL'AZIENDA VINICOLA DI COSIMO AD ANAGNI NELL'AMBITO DELL'INCHIESTA DELLA PROCURA
Il Messaggero FR 29.12.10 p.37 - di Paolo Carnevale
I carabinieri di Anagni, comandati dal capitano Airoldi, assieme al personale dell’Arpa hanno effettuato ieri mattina, con una operazione iniziata poco prima delle 13 e terminata nel pomeriggio inoltrato, il sequestro dell’impianto di depurazione della ditta vinicola Di Cosimo di Anagni, eseguendo il decreto relativo firmato dal dottor Francesco Mancini. Decreto giunto a sua volta a conclusione di un’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Adolfo Coletta.
Nell’ordinanza di sequestro è stata ipotizzata la violazione dell’art 137 comma 9 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Decreto che pone le basi, a livello regionale, in materia di inquinamento ambientale. L’articolo 137 nello specifico punisce “chiunque apra o comunque effettui nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione, oppure continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo che l’autorizzazione sia stata sospesa o revocata”.
Il sequestro effettuato ieri rappresenta l’ultima fase di una inchiesta iniziata lo scorso ottobre. In quella data infatti, lo stabilimento, molto noto nella città dei papi, era stato colpito dal sequestro di due pozzetti, che non sarebbero stati a norma, per lo smaltimento della acque meteoriche. L’inchiesta era partita da una serie di segnalazioni giunte dalla popolazione del posto, che aveva lamentato nella contrada l’esistenza di miasmi e cattivi odori.
Le ispezioni avevano portato poi al sequestro dei due pozzetti. E ieri è arrivato il sequestro dell’intero impianto di depurazione. A quanto pare, i risultati delle analisi effettuate avrebbero portato al riscontro di sostanze particolarmente nocive come soda e acido solforico. Veemente la reazione del dottor Antonio Di Cosimo, dirigente dell’azienda e figlio del fondatore.
«Il dottor Mancini ha detto chiaro e tondo che si tratta di una ipotesi di reato. Dunque non hanno nemmeno la certezza che queste violazioni siano state effettuate. In ogni caso - ha concluso Di Cosimo - questo è quanto la procura ha deciso, e ne prendiamo atto. Da domani con i nostri avvocati cercheremo di dimostrare la nostra assoluta innocenza nel merito della questione».
L’inchiesta si inserisce nel quadro di una intensa attività di tutela ambientale lungo tutta la Valle del Sacco portata avanti dalla Procura di Frosinone.
La Provincia FR 29.12.10 p.27
Ancora problemi per una delle più importanti aziende vinicole del territorio, divenuta oggetto ieri di nuovi controlli da parte degli uomini agli ordini del capitano Costantino Airoldi i quali hanno provveduto al sequestro - per violazione dell'art. 137 comma 9 del decreto legislativo n. 152 del 2006 - dell'impianto di depurazione.
L'ordinanza, firmata dal dott. Francesco Mancini, fa seguito al decreto di ispezione redatto dal Procuratore della Repubblica di Frosinone dott. Adolfo Coletta. Meno di un mese fa, gli stessi uomini dell'Arma coadiuvati, per l'occasione, dai colleghi del Noe e dai responsabili dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente, avevano proceduto - nella stessa azienda - al sequestro di due pozzetti per lo smaltimento di acque piovane in quanto ritenuti non a norma.
Dai risultati delle analisi che sono seguite è emersa la presenza, negli stessi pozzetti, di sostanze nocive come soda ed acido solforico. Le rigidissime norme in materia, prevedono l'attuazione di severi provvedimenti, per accertare il rispetto delle procedure.
Ciociaria oggi 29.12.10 p.29, di Monica Cesaritti - dal Comitato di quartiere Osteria della Fontana
Nell’ordinanza di sequestro è stata ipotizzata la violazione dell’art 137 comma 9 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Decreto che pone le basi, a livello regionale, in materia di inquinamento ambientale. L’articolo 137 nello specifico punisce “chiunque apra o comunque effettui nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione, oppure continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo che l’autorizzazione sia stata sospesa o revocata”.
Il sequestro effettuato ieri rappresenta l’ultima fase di una inchiesta iniziata lo scorso ottobre. In quella data infatti, lo stabilimento, molto noto nella città dei papi, era stato colpito dal sequestro di due pozzetti, che non sarebbero stati a norma, per lo smaltimento della acque meteoriche. L’inchiesta era partita da una serie di segnalazioni giunte dalla popolazione del posto, che aveva lamentato nella contrada l’esistenza di miasmi e cattivi odori.
Le ispezioni avevano portato poi al sequestro dei due pozzetti. E ieri è arrivato il sequestro dell’intero impianto di depurazione. A quanto pare, i risultati delle analisi effettuate avrebbero portato al riscontro di sostanze particolarmente nocive come soda e acido solforico. Veemente la reazione del dottor Antonio Di Cosimo, dirigente dell’azienda e figlio del fondatore.
«Il dottor Mancini ha detto chiaro e tondo che si tratta di una ipotesi di reato. Dunque non hanno nemmeno la certezza che queste violazioni siano state effettuate. In ogni caso - ha concluso Di Cosimo - questo è quanto la procura ha deciso, e ne prendiamo atto. Da domani con i nostri avvocati cercheremo di dimostrare la nostra assoluta innocenza nel merito della questione».
L’inchiesta si inserisce nel quadro di una intensa attività di tutela ambientale lungo tutta la Valle del Sacco portata avanti dalla Procura di Frosinone.
La Provincia FR 29.12.10 p.27
Ancora problemi per una delle più importanti aziende vinicole del territorio, divenuta oggetto ieri di nuovi controlli da parte degli uomini agli ordini del capitano Costantino Airoldi i quali hanno provveduto al sequestro - per violazione dell'art. 137 comma 9 del decreto legislativo n. 152 del 2006 - dell'impianto di depurazione.
L'ordinanza, firmata dal dott. Francesco Mancini, fa seguito al decreto di ispezione redatto dal Procuratore della Repubblica di Frosinone dott. Adolfo Coletta. Meno di un mese fa, gli stessi uomini dell'Arma coadiuvati, per l'occasione, dai colleghi del Noe e dai responsabili dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente, avevano proceduto - nella stessa azienda - al sequestro di due pozzetti per lo smaltimento di acque piovane in quanto ritenuti non a norma.
Dai risultati delle analisi che sono seguite è emersa la presenza, negli stessi pozzetti, di sostanze nocive come soda ed acido solforico. Le rigidissime norme in materia, prevedono l'attuazione di severi provvedimenti, per accertare il rispetto delle procedure.