REDAZIONE: FRANCESCO BEARZI, CRISTINA MATALONI, SARA DEODATI, VINCENZO LANDOLINA, ALBERTO VALLERIANI, ROCCO MARTUFI, GIULIO TIRINELLI

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venerdì 10 dicembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 10.12.10

COMUNICATO STAMPA COMUNE DI PALIANO 
SU LA SELVA - MOLA PISCOLI

Paliano 10 DICEMBRE 2010 Ufficio stampa: Tel. 0775/570837 – Fax: 0775/579961 ufficiostampa@comune.paliano.fr.it

La Selva: patrimonio naturalistico della Regione Lazio

Il 2 dicembre scorso la Regione Lazio ha disposto la pubblicazione dell’Avviso di avvio del procedimento amministrativo per l’istituzione del Monumento Naturale ‘Selva di Paliano e Mola de’ Piscoli’. Decorsi venti giorni per la presentazione di eventuali osservazioni da parte degli interessati, 450 ettari del comune di Paliano noti in tutta Italia come La Selva, insieme al perimetro di territorio dove insiste un casale fortificato con torre quadrata del XIII secolo detto Mola de’ Piscoli per la funzione di mulino esercitata dalla torre in epoca successiva, diventeranno ufficialmente area protetta della Regione Lazio.

“Dopo circa un anno di duro lavoro che mi ha visto coinvolto in prima persona, insieme al responsabile del Progetto-Selva e coordinatore della Lista Civica, Vincenzo Romagnoli, nella preparazione di questo importantissimo progetto, fondamentale al rilancio turistico/imprenditoriale della nostra città – dichiara entusiasta il sindaco Maurizio Sturvi - oggi finalmente possiamo dire che La Selva di Paliano è salva. A riprova del fatto, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, che alle chiacchiere preferiamo i fatti, possiamo rivendicare con fermezza di aver portato a termine quello che nessuno era stato in grado di fare negli ultimi 15 anni e cioè dare un futuro certo a La Selva di Paliano ed alla stessa città di Paliano. In totale sintonia con la Regione Lazio – aggiunge il primo cittadino - è stato portato a termine un percorso che ha definitivamente interrotto tutti i tentativi di speculazione che incombevano sul parco, non ultimi quelli messi in campo dalla vecchia Amministrazione di centro sinistra, guidata da Armenio Giordani, tramite la delibera di Consiglio Comunale n. 49 del 24 ottobre 2007 che prevedeva circa 440 mila metri cubi di cemento all’interno dell’area. A questi signori che oggi continuano ancora a ripetere di aver avviato loro l’iter per il riconoscimento del Monumento Naturale dico solo che dovrebbero vergognarsi”.

Dall’ufficializzazione in poi del Monumento Naturale sarà possibile iniziare a realizzare i progetti indicati nel Master Plan, già sviluppato in collaborazione con la Bic Lazio, che prevede all’interno dell’area del Monumento la realizzazione di una notevole varietà di attività “che permetteranno di creare occasioni di lavoro principalmente per i cittadini di Paliano” sottolinea il sindaco di Paliano.

“L’accordo con la Regione Lazio – conclude Sturvi - prevede una gestione condivisa con il Comune di Paliano che reciterà una parte di primo piano nella programmazione, nella gestione e nello sviluppo di tutte le attività previste. Non bisogna dimenticare che dal prossimo mese di aprile 5 milioni di visitatori l’anno arriveranno al Parco a tema di Valmontone, distante solo 1,8 Km circa in linea d’aria da La Selva di Paliano. Creando il giusto collegamento si può sfruttare questa possibilità dando magari l’opportunità di entrare gratuitamente a La Selva per chi acquista il biglietto del parco giochi. Abbiamo intenzione, inoltre, di coinvolgere il Comune di Valmontone per costruire un corridoio diretto al fine di consentire gli spostamenti dei visitatori in bici, macchine elettriche, navette ecc. senza dover transitare per la Strada Statale Casilina. Il ventaglio dell’offerta turistica aumenterebbe dando la possibilità al turista di legare l’aspetto ludico all’aspetto naturalistico considerando anche la vicinanza della Capitale a 40 minuti d’auto. Questa è una grande opportunità per la Città di Paliano, mi auguro che sappiamo sfruttarla tutti nel migliore dei modi”.

Contestualmente all’avvio del procedimento per la dichiarazione di Monumento Naturale, con la delibera di Giunta Regionale n. 564 del 4 dicembre scorso, la Regione Lazio ha autorizzato l’assessorato al Bilancio, Programmazione Economico-Finanziaria e Partecipazione “a porre in essere ogni iniziativa utile all’acquisizione al Patrimonio regionale di tutto il comprensorio denominato ‘La Selva di Paliano’. Nella delibera in questione si riporta il capitolo (S22501) di bilancio regionale sul quale avvalersi degli stanziamenti e “… ad utilizzare, ove necessario, le risorse disponibili nel bilancio 2010 già finalizzate alla realizzazione di un’area naturale protetta nel comprensorio ‘La Selva di Paliano’” 

FABIO DE ANGELIS, VICEPRESIDENTE PROVINCIA FROSINONE: NO AI RIFIUTI DALLA CAMPANIA, LA REGIONE NON PUO' DECIDERE SENZA IL NOSTRO COINVOLGIMENTO

Il Messaggero FR 10.12.10 p.43 (prima)
Sono le 16,52 quando il governatore della Campania, Stefano Caldoro dichiara ufficialmente: «È arrivata da sei Regioni - Puglia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Marche e Molise - la disponibilità ad accogliere una parte dei rifiuti provenienti dalla Campania. Qualche Regione inizierà prima a prendersi i nostri rifiuti - ha poi aggiunto Caldoro - qualche altra dopo, ma solo per motivi tecnici».
Alle 18,59 l’argomento viene ripreso dall’assessore all’Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano, che osserva: «La scelta degli impianti in cui confluiranno i rifiuti è, e resta, solo della Regione Lazio. Già dalla prossima settimana arriveranno nel Lazio i primi rifiuti di Napoli. Si tratta, per il Lazio, di 1.000 tonnellate in totale, una quantità che può essere trasportata in 4-5 giorni». Stando a Romano, questi rifiuti finiranno «presumibilmente a Malagrotta» che però, essendo quasi esaurita potrebbe non farcela ad ospitarli tutti.
E allora? Ecco quindi che torna in gioco la discarica di Roccasecca.
«Diciamo subito che dalla Regione non è giunta né a me, né al presidente Iannarilli alcuna comunicazione al riguardo - precisa, quanto mai con tono deciso, l’assessore all’Ambiente della Provincia, Fabio De Angelis - E’ fuor di dubbio che la nostra posizione è estremamente chiara: ossia di netta e decisa opposizione a tale eventualità. E in ogni modo, ripeto, la Regione non può agire d’autorità senza il nostro coinvolgimento. Ma è evidente - conclude l’assessore Fabio De Angelis - che ci opporremo con tutte le nostre forze affinchè ciò possa avvenire».
Netta opposizione anche dal consigliere regionale Anna Maria Tedeschi: «Malagrotta è vicina all’esaurimento e ad oggi ancora non è stato individuato un altro sito; per cui è in gioco anche Roccasecca che esce, tra l’altro, da un periodo di sequestro da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Ma, ad ogni modo, questo arrivo trova la mia ferma opposizione. E non solo sono pronta a fare le barricate dinanzi alla discarica di Roccasecca; stavolta farò le barricate anche in Consiglio Regionale a costo di farmi espellere dall’aula». 


COLLEFERRO, LE REAZIONI ALLA DENUNCIA SULL'INQUINAMENTO PRESENTE NELL'EDIZIONE STRAORDINARIA DI QUOTIDIANO SERA - CRONACHE CITTADINE DI IERI
Ecco la notizia quotidiana 10.12.10 - di G.C.
Un articolo che in poche ore ha fatto il giro, arrivano fino alla Provincia e alla Regione lo scorso giovedì pomeriggio.
Subito allarmati i cittadini di Colleferro e l’amministrazione con in testa il primo cittadino. In sostanza un articolo pubblicato su un organo di stampa locale riportava di alcune analisi effettuate da privati su polvere nera rinvenuta nelle scorse settimane sui davanzali e sulle macchine nelle zone adiacenti lo Scalo, Corso Garibaldi e limitrofi. Immediata la reazione da più parti e il sindaco stamattina ha convocato immediatamente i rappresentanti della Asl, Arpa, Italcementi e EP Sistemi e Mobilservice, gestori dei termovalorizzatori.
Presenti anche il consigliere d’opposizione Corrado Mattoccia e il rappresentante dell’Ugi Pierluigi Sanna.
Le aziende hanno dichiarato di essere in regola e di non avere mai superato i livelli imposti dalla normativa vigente. Tuttavia, il sindaco Cacciotti, considerando l’importanza di tutelare la salute pubblica, non si è accontentato delle rassicurazioni offerte ed ha chiesto formalmente alle aziende presenti di fargli recapitare subito tutta la documentazione relativa alle emissioni degli ultimi tre mesi, al fine di effettuare una ricognizione aggiornata del periodo intorno al quale si riferisce l’episodio e ha esternato l’intenzione di richiedere altrettanti report anche alla Secosvim, per verificare le emissioni prodotte dalla Centrale attualmente in funzione allo Scalo. Contestualmente il sindaco Cacciotti ha comunicato di avere deciso di scrivere oggi stesso all’Arpa Lazio e al Noe dei Carabinieri per chiedere, secondo le rispettive competenze, di effettuare immediatamente, già dalla prossima settimana, una verifica diretta alle industrie in questione, per controllare le emissioni e le immissioni, ovvero le ricadute sul territorio. “Ma non mi fermo alla richiesta di una verifica straordinaria – dice il sindaco in proposito -, chiederò anche di tenere sotto controllo queste aziende nel corso del tempo, per monitorare la situazione nei prossimi mesi”.
Pierluigi Sanna ha così commentato all’uscita dalla riunione. “Voglio la verità, chi apre di notte i filtri e avvelena la città?? – afferma sempre più indignato – chi dovrebbe controllare e invece dorme?? Sono anni che esprimo assieme a tanti i miei dubbi sugli inceneritori e sulle altre fonti inquinantii. Ora occorre trovare i colpevoli, gli “assassini” come qualcuno li ha chiamati, troppe volte abbiamo dichiarato colma la misura, ora siamo pronti a tutto, anche ad azioni forti e fortissime..questa è si una città industriale ma questo non significa che si può attentare continuamente alla vita troppo lunga? Il sindaco smentisca se non è vero..faccio appello alle associazioni, alle parrocchie, ai partiti onesti di tenere alta la guardia in difesa della vita della città e di chi la abita”.
Dal Grillo Parlante, arriva la notizia che in data 27 agosto 2008 la proprietaria della Società Martini Motors Srl in via Casilina km 51,00 aveva scritto all’Arpa per segnalare uno strato di cemento sulle autovetture in sosta all’esterno dell’autosalone. “Un evento che avviene spesso – si legge nella lettera suddetta – poiché durante le ore notturne tale materiale immesso nell’aria viene sistematicamente a depositarsi sulle carrozzerie delle auto con gravi disagi per la nostra attività. Nella circostanza pero’ oltre al consueto sedimento grigiastro e poroso, erano evidenti tracce di un colore scuro(marrone) di dimensioni dal microscopico variabili fino ad un massimo di ½ millimetri che si erano saldamente ancorate alle carrozzerie delle auto e che, una volta rimosse, lasciavano un alone marroncino e difficilmente asportabile se non con l’intervento di una pasta abrasiva, quindi non solubili con lavaggio”. In quell’occasione sono stati avvertiti i Carabinieri di Colleferro e la Asl che ha rimandato all’ARPA. Ma da quello che è emerso non si è andati oltre.
Ancora la città attende delle risposte sulla propria salute.


PAOLO RENZI: “NIENTE SCONTI PER NESSUNO SULLA SALUTE DEI CITTADINI DI COLLEFERRO”
Ecco la notizia quotidiana 10.12.2010
Immediata reazione del Liberal PD di Colleferro con Paolo Renzi (PD) alla notizia-shock delle emissioni tossiche rilevate nei quartieri Scalo e Piazza Mazzini. “In immediata risposta ai moltissimi concittadini che allarmati dalla notizia di un gravissimo avvelenamento dell’aria in alcune zone di Colleferro stanno sollecitando presso di noi un’azione forte a difesa della salute, abbiamo subito convocato un’ Assemblea straordinaria cui hanno partecipato non solo i nostri Associati, ma tantissimi colleferrini- afferma il Presidente del Liberal PD di Colleferro Carmen Lo Giudice [...]" 


L'EDIZIONE STRAORDINARIA DI CRONACHE CITTADINE DI IERI, ORA ANCHE IN VERSIONE SOLO TESTO

ASSASSINI! EDIZIONE STRAORDINARIA
COLLEFERRO. ANALISI CONFERMANO LA PERICOLOSITA' DI CIO' CHE RESPIRIAMO... MA CHI DOVREBBE CONTROLLARE?

Polveri nere altamente nocive cadono dall’alto delle ciminiere sulle nostre teste Ora chi di dovere dovrà appurare, in base alle sostanze rinvenute, il sito da dove provengono queste scorie velenose e prendere una urgente decisione per ogni provvedimento

Quotidiano sera 9.12.2010, pp. 1-2
di Gigi Carone

COLLEFERRO - All’alba del 18 Novembre scorso, sui davanzali dei quartieri Scalo, Colosseo e Piazza Mazzini di Colleferro, i cittadini residenti in quelle aree hanno trovato una coltre di “polvere nera” che ricopriva uniformemente i marmi chiari di finestre e balconi. «L’altra settimana era gialla…» ha affermato qualcuno… La polvere nera era diffusa in così grande quantità che non è stato difficile per noi raccoglierne quanta necessaria per poter essere consegnata ad un laboratorio specializzato nelle analisi chimiche del caso. E stiamo parlando di meno di mezzo metro quadrato di davanzale… Certamente l’improvvisa apparizione della coltre nera è empiricamente la manifestazione evidente di un evento particolare. Non costante, ma sicuramente non raro. Il che ci autorizza ad affermare che qualcosa di “insolito”, nella notte del 18 Novembre deve essere accaduto, dando per certo che gli spazzacamini non esistono quasi più, e che non sarebbero comunque in grado di creare così tanta polvere nera, in un’area così vasta, in un così breve tempo…Certo dipende da quali “camini“si prendono in considerazione…Tornando ai dati reali relativi all’analisi chimica della “coltre nera”, possiamo innanzitutto affermare che ogni chilo di quella polvere contiene 10 grammi di metalli “pesanti”. Stiamo parlando di alluminio, ferro, bario, ma anche e soprattutto di cadmio, cromo, mercurio, piombo, zinco, vanadio…Senza addentrarci troppo nei numeri (per ora), e nel tentativo di rendere le cose di cui stiamo riferendo facilmente comprensibili a tutti, procediamo con ordine. 1) Il primo elemento da tenere in considerazione è l’“eccezionalità” del fatto: cioè che quei davanzali il giorno prima lasciavano ancora intravedere il marmo. Quindi qualcuno o qualcosa, durante la notte, li ha anneriti. 2) Il secondo elemento è costituito dal fatto che dall’analisi della polvere è possibile circoscriverne (se non individuarne univocamente) la provenienza. Aggiungiamo qui due considerazioni che ci sembrano importanti: a) La polvere nera che si è depositata sui davanzali è stata evidentemente trasportata dall’aria; b) Sui davanzali tale polvere è più evidente, ma la stessa si è depositata anche sui tetti, sul terreno, sulle auto, sulla biancheria stesa, sulla strada…sugli esseri umani che nottetempo circolavano per strada…etc… In una sola notte qualcuno è riuscito ad inquinare l’aria ed il suolo con un sol colpo, e su questo non ci piove… Anche se poi,nelle prime ore della mattinata, in verità, è piovuto e, con l’acqua, la polvere nera deve essere penetrata anche nel sottosuolo... (qualcuno ha sbagliato i tempi…di occultamento delle “prove”?). Gli esperti chimici , dal
proprio canto, ci assicurano che, a giudicare dai metalli pesanti (ed altamente nocivi) presenti in quantità più che significative nel campione di polvere analizzato, tale polvere nera non può in nessun modo essere attribuita ad altre fonti, figuriamoci ai gas di scarico delle automobili… o a un jet che ha scaricato a tutta velocità dall'atmosfera delle scorie… E del resto sarebbe inverosimile pensare che quella notte vi sia stato un traffico superiore a quello che c’è ogni giorno in quella zona… Vieppiù gli “elementi” risultanti dalle analisi di laboratorio evidenziano inequivocabilmente altre provenienze! Teniamo anche conto del fatto, poi, che le centraline di rilevamento delle polveri sottili sono (opportunamente?) ubicate in tutt’altra parte della città…Ma guarda! Considerando inoltre che
il davanzale, dal quale abbiamo prelevato la polvere nera, non è un davanzale che dà sulla strada, ma in un cortile, è lecito affermare che quella polvere vi sia caduta proprio dall’alto... A questo punto abbiamo già elementi sufficienti per poter affermare che i metalli pesanti presenti in quella polvere non possono essere di provenienza diversa che da quella industriale… Camini di tipo diverso, quindi, più alti… e soprattutto molto, ma molto, più capaci. A ridosso dell’area interessata, lo si sa, vi sono solo due grandi complessi industriali muniti di camini così alti e capaci: i termovalorizzatori di Gaia e la cementeria dell’Italcementi. Ma, qualcuno potrebbe subito obiettare: “entrambi sono dotati di filtri ai camini e monitorati costantemente su internet…” (?!!?) Termovalorizzatori e cementeria, dunque. In entrambe le tipologie di impianto industriale, è chiaro, si brucia qualcosa. Ma a nessuna delle due la legge consente, in ogni caso (ed assolutamente) di espellere metalli così pesanti, nocivi e pericolosissimi dalle proprie ciminiere… I limiti delle emissioni fissate dalla legge per i termovalorizzatori, che bruciano cdr o, in mancanza, gas, sono estremamente rigorosi; per le cementerie i limiti non lo sono altrettanto anche se bruciano (o possono bruciare) carbone, petcoke (rifiuti pro dotti dalla raffinazione del petrolio), olio combustibile, gas naturale od anche rifiuti e cdr. E’ ovvio pensare, dunque, che tutto quanto fuoriesce dai camini di queste tipologie di impianti dipende dai filtri, ultimo baluardo a difesa dell’aria e della nostra salute, prima dell’immissione in atmosfera dei fumi delle combustioni. In effetti si ha tutta la sensazione che, nella famigerata notte del 18 Novembre scorso, qualcuno a quei fumi deve aver risparmiato “il passaggio” attraverso i filtri… (…con quel che costano, è possibile forse che si tenti di allungarne la vita operativa? Se così fosse, per certi “assassini” che valore avrebbe la salute dei colleferrini? In spregio a che cosa?) In tal caso sarebbe presto spiegata la presenza dei suddetti metalli pesanti nel rapporto di prova delle nostre analisi chimiche: vanadio, zinco, piombo, nichel, cromo, mercurio, alluminio, ferro… , tutte sostanze che, respirate insieme alle polveri sottili, sono estremamente dannose alla nostra salute provocan do patologie cliniche di estre ma gravità, soprattutto a bronchi e polmoni. Possiamo in questa sede considerare che ferro, cromo e alluminio sono significativamente contenuti nel clinker (che, lo ricordiamo, è la materia prima per la produzione del cemento). Questi metalli sono responsabili di gravi conseguenze per l’apparato respiratorio, ed il particolare il Cromo (nella sua versione “esavalente”) è anche fortemente cancerogeno. Il nostro compito di cronisti, per ora, si limita a portare a conoscenza della pubblica opinione i fatti lasciando agli altri ogni relativa considerazione e commento. Restano, comune, dei pesantissimi interrogativi ai quali occorrerà dare risposte immediate, chiare e precise. Ci auguriamo che quanto evidenziato desti l’attenzione di chi è stato preposto ai controlli, di chi deve sorvegliare… di chi avrebbe dovuto sorvegliare. I cittadini di Colleferro devono avere la certezza che nessuno, oltretutto, li stia beffando, li stia prendendo per i fondelli! E non ci riferiamo qui tanto alla politica, quanto, soprattutto, a quegli enti tecnici preposti ai quali è stato demandato il delicatissimo compito di sorvegliare costantemente su queste tipologie di attività industriali (leggi Arpa) tutelando sempre e comunque in primis la nostra salute!!! Anche il sindaco di Colleferro Mario Cacciotti, da noi doverosamentre informato, si sta già attivando per fare chiarezza sul gravissimo episodio peraltro già segnalato nei giorni scorsi da alcuni cittadini residenti a Colle S. Antonino. Da parte nostra, stiano pur certi lorsignori (in buona o cattiva fede), continueremo la nostra indagine approfondita in questa ed altre direzioni, intenzionati a monitorare costantemente la situazione ambientale di Colleferro e del territorio circostante, nel tentativo di evitare che… certi “fumi” percorrano così troppo impunemente, con grande arroganza e disprezzo per la vita altrui (in primis dei lavoratori stessi), strade diverse da quelle previste dalla legge... Ora chi di dovere dovrà stabilire ed appurare con estrema chiarezza chi sono stati i veri “assassini”. Si, li chiamiamo proprio così! I cittadini di Colleferro lo esigono! Fatto ciò, ci si auspica che i trasgressori della legge vengano, stavolta, severamente puniti, al di là del fatto che i singoli personaggi pizzicati con “la marmellata nelle mani” spesso riescano a farla spesso franca in virtù di una sorta di “rotazione” degli incarichi e delle responsabilità che in pratica vanifica e neutralizzano ogni effettiva perseguibililità ai fini penali e soprattutto... civili! Tutto calcolato? Stavolta crediamo proprio di no!
 

LA TRATTA DEL DISAGIO - di Claudio Fiorensoli
Le linee ferroviarie della Ciociaria tra le peggiori d'Italia.
TG3 LAZIO 8.12.10 ore 14 


PIANO SANITARIO, PROTESTA E TENSIONE ALLA ASL DI FROSINONE

Il Messaggero FR 10.12.10 p.45

Gli anziani in prima fila, con le sciarpe gialle al collo, la maglietta con su scritto “l’ospedale non si tocca” e il panino in tasca, per non restare a stomaco vuoto. Sono stati loro, ieri mattina, a movimentare la protesta contro il piano regionale di riordino sanitario nella manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil. Portando il colore, i fischietti e gli slogan. E cercando, a tutti i costi, di entrare nella palazzina della direzione generale della Asl per parlare con Carlo Mirabella. Anche scontrandosi con le forze dell’ordine, visto che la manifestazione era autorizzata solo fino al piazzale sottostante e che la palazzina D era blindata dagli agenti della Digos e dai Carabinieri. Non sono mancati i momenti di tensione ieri mattina. Alla fine però, i rappresentanti del “popolo giallo”, così come è ormai definito il comitato per la salvaguardia dell’ospedale di Pontecorvo da cinque mesi in piazza per protesta, sono riusciti, quando ormai la manifestazione dei sindacati era finita ad ottenere un colloquio con il direttore generale, utilizzando la Digos come ponte. Momenti di tensione c’erano stati già in precedenza, lungo lo svolgimento del corteo che dal cancello principale della Asl è sfilato lungo via Armando Fabi (creando non pochi disagi alla circolazione), per entrare dal nuovo accesso all’ospedale, qualche metro più avanti, e poi fermarsi, in sit in, nel piazzale. Erano centinaia ieri mattina, seicento secondo la Questura, ottocento secondo gli organizzatori, calcolando le provenienze anche dei vari autobus, da Sora ad Anagni e a Cassino. Protagonisti sempre gli arrabbiati pontecorvesi che hanno avuto a che ridire con gli esponenti politici presenti. Alla manifestazione infatti oltre che le associazioni e i comitati, hanno aderito anche la Provincia e qualche sindaco. Non c’erano però né Iannarilli né Marini, ma i loro delegati, l’assessore Paliotta e il vicesindaco Giaccari. Assenze pesanti visto che i manifestanti di Pontecorvo attendevano invece i diretti interessati. Le accuse comunque sono arrivate alla politica nel senso più ampio del termine: “Vergogna” si sentiva “siete qui solo per fare la passerella”. Poi fischi durante l’intervento dell’assessore provinciale e addirittura accuse reciproche, tra i comuni che nel piano hanno ricevuto un diverso trattamento (Pontecorvo contro Alatri, per esempio). La guerra tra i poveri e tra i campanili, mentre i sindacalisti cercavano di calmare gli animi auspicando unità di intenti, unico modo per ottenere conquiste. Il messaggio ribadito da tutti, alla fine, sul palco e sotto il palco, è stato quello già noto: no alle macroaree, no ai tagli di posti letto e no alla chiusura-riconversione di sette poli ospedalieri. Sì invece alla stabilizzazione di tutti i precari della sanità, al Dea di II livello per Frosinone e alla valorizzazione del sistema sanitario in provincia, da realizzarsi tramite il confronto con i territori. L’obiettivo deve essere “un’organizzazione sanitaria moderna, efficiente e di qualità e una gestione della Asl che ripristini legalità e diritti, trasparente e partecipata, contro gli sprechi ed i privilegi”. “Ma la direzione verso la quale stiamo andando - hanno detto i sindacati a margine - non è quella giusta: non ci servono posti letto isolati distribuiti qua e là ma un progetto serio per una sanità di qualità. I tempi si stringono ma noi non ci arrendiamo, abbiamo altre forme di protesta da poter mettere in atto: lo sciopero generale per esempio”.

COMUNICATO STAMPA 
FEDERAZIONE DELLA SINISTRA LAZIO

PRECARI SUL TETTO

Peduzzi-Nobile (FdS): “Domani sotto la Giunta ”

“Le sofferenze fisiche e le condizioni di assoluto pericolo non spengono la tenacia di questi uomini e queste donne che non abbandoneranno le impalcature fino a quando non arriverà l'ufficializzazione di un incontro con la Presidente Polverini e con la sua Giunta”. Lo dichiarano in una nota congiunta i consiglieri regionali della Federazione della Sinistra, Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, che sono saliti al tredicesimo piano delle impalcature esterne della Regione Lazio per parlare con i sette occupanti .


“Le condizioni di salute di alcuni occupanti -affermano i consiglieri- ci hanno molto preoccupato e abbiamo chiesto di far salire il prima possibile un medico. Tra l'altro, gli spalti dell'impalcatura non sono completamente chiusi e creano una situazione di grande pericolo, per cui si dorme poco e a turni”.


“Dopo quattro giorni di occupazione -proseguono- è arrivato solo un accenno generico da parte del segretario generale a voler calendarizzare un incontro con gli occupanti”.


“Queste 7 persone però -continuano- non vogliono fermarsi alle promesse che già troppe volte non sono state mantenute. Pretendono una data ufficiale per poter discutere delle loro vertenze con la Presidente Polverini e chiedono ai tanti cittadini che stanno pagando questa crisi, di rendere la manifestazione di domani più ampia e partecipata possibile”.


“Noi domani alle 16 -concludono Peduzzi e Nobile- saremo sotto la sede della Giunta per sostenere con forza le rivendicazioni dei “Movimenti Uniti contro la crisi” e per applaudire la tenacia di questi magnifici 7” .