Comunicato Stampa
L’Osservatorio Pm10 Retuvasa
L’Osservatorio Pm10 Retuvasa
sui superamenti della soglia di legge per le PM10 nella Valle del Sacco
A Colleferro i limiti giornalieri per la concentrazione di PM10 sono stati superati per tre volte consecutive nella prima settimana di novembre. Al 10 novembre 2010 si registrano ben 36 giorni di superamento della soglia di legge, ovvero uno oltre il limite massimo consentito.
Il massimo sforzo prodotto dall’amministrazione di Colleferro è stata la perimetrazione del centro storico, con divieto di accesso per le auto più inquinanti. Del tutto insufficiente. Le emissioni non si riducono senza politiche ambientali di ampio respiro.
Sono ben 66 i superamenti quotidiani della soglia di legge rilevati, sempre al 10 novembre, dalle centraline di monitoraggio di Frosinone (ben 5 nella prima settimana di novembre). Il capoluogo ciociaro, sempre maglia nera nella Valle, ha dunque ampiamente trasgredito anche il limite nazionale di tolleranza annuale, pari a 50 giorni di superamento (35gg. di legge + 15gg. di soglia di tolleranza).
Interessante rilevare come l’ultima media settimanale offerta da Arpa Lazio (25.10.10-31.10.10) sia, in microgrammi/metro cubo, di 47 per Frosinone Scalo, e di 28, valore significativamente più basso, per la nuova centralina di Viale Mazzini.
Ad Anagni si registrano 14 giorni di superamento del limite di legge.
La Valle del Sacco necessita di progetti strutturali e autenticamente sostenibili per la produzione di energia, la riduzione del traffico locale e l’abbattimento dei consumi energetici; di una pianificazione intelligente del territorio, che non comporti inutile consumo del suolo in termini di insediamenti edilizi e industriali e di infrastrutture, salvaguardando e promuovendo gli spazi agricoli e verdi.
Ricordiamo che le rielaborazioni grafiche e statistiche dei dati Arpa Lazio offerte dall’Osservatorio Pm10 Retuvasa, presto sulla versione aggiornata di http://retuvasa.org/,
sono sempre presenti in http://retuvasars.blogspot.com/
Valle del Sacco, 12 novembre 2010
Ufficio Stampa Retuvasa
Il nostro comunicato è già pubblicato integralmente su diversi giornali on-line, tra cui Il Giornalino del 12.11.2010, Life Magazine
COLLEFERRO - Retuvasa, la Rete per la Tutela della Valle del Sacco, lancia l'allarme sulle polveri sottili evidenziando il ripetuto superamento dei limiti di legge rilevato nei monitoraggi eseguiti nelle ultime settimane. In un comunicato i responsabili dell'associazione scrivono: «A Colleferro i limiti giornalieri per la concentrazione di PM10 sono stati superati per tre volte consecutive nella prima settimana di novembre [...].
Riceviamo e pubblichiamo dall'ufficio stampa di GIUSEPPE SARDONE, PRESIDENTE DELLA SOCIETA' DI GESTIONE DELLA VALLE DEI LATINI, LA SEGUENTE DICHIARAZIONE:
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DEL DISTRETTO AGRO-ENERGETICO VALLE DEI LATINI, GIUSEPPE SARDONE:
“Distretto agro-energetico: la società di gestione è pronta ad operare”
“E’ evidente che l’interesse manifestato dalla Fondazione Kambo, attraverso l’elaborazione di un Masterplan, volto ad indicare alcune delle strade praticabili per la riqualificazione della Valle dei Latini mi conforta - spiega Giuseppe Sardone Presidente della società di gestione Valle dei Latini.
Il fermento in tale direzione evidenzia che, una problematica così grave che ha coinvolto e coinvolge tuttora un territorio così ampio della Regione, per fortuna non è finito nel dimenticatoio.
Il Distretto agro-energetico ha evidentemente subito rallentamenti - spiega Sardone - nell’attuazione delle prime fasi di assestamento della società di gestione; prima a causa del cambio di Amministrazione e poi per l’avvicendamento degli assessori alla guida delle Politiche Agricole Regionali.
Ora finalmente – prosegue il Presidente – siamo pronti a svolgere il ruolo per cui siamo nati: coordinare e realizzare tutte le operazioni necessarie ad invertire la rotta del dissesto agro-ambientale ed a realizzare una valorizzazione strategica della Valle dei Latini volta a ridare respiro all’economia locale.
La Regione, attraverso l’A.r.s.i.a.l., ha già messo a nostra disposizione uno studio ed un piano di fattibilità realizzato dall’Enea, organico e perfettamente integrabile con il territorio. Ciò nonostante terremo sicuramente conto, non appena avremo la possibilità di conoscerla e valutarla in modo più dettagliato, della proposta elaborata dall’architetto Kipar.
Continuo ad essere convinto che solo attraverso il confronto e il coinvolgimento di tutte le realtà locali interessate dall’emergenza ambientale prima e socio-economica poi, si potranno in breve tempo realizzare i primi passi atti a risanare l’ex Valle del Sacco.
E’ necessario comunque ricordare che le valutazioni da farsi nell’attuazione di qualsiasi provvedimento devono indiscutibilmente tener conto delle ripercussioni socio-sanitarie che l’emergenza ha causato non dimenticandosi dei danni economici che gli agricoltori e gli allevatori hanno subito e dei quali, la gran parte, non è ancora stato risarcito.
Confido – conclude Sardone – nella sensibilità dell’Assessore Angela Birindelli, di tutte le istituzioni e nella determinazione degli imprenditori locali. Solo un’azione sinergica potrà velocemente portare ad una soluzione chiara e definitiva”.
Roma, 12 novembre 2010
“Distretto agro-energetico: la società di gestione è pronta ad operare”
“E’ evidente che l’interesse manifestato dalla Fondazione Kambo, attraverso l’elaborazione di un Masterplan, volto ad indicare alcune delle strade praticabili per la riqualificazione della Valle dei Latini mi conforta - spiega Giuseppe Sardone Presidente della società di gestione Valle dei Latini.
Il fermento in tale direzione evidenzia che, una problematica così grave che ha coinvolto e coinvolge tuttora un territorio così ampio della Regione, per fortuna non è finito nel dimenticatoio.
Il Distretto agro-energetico ha evidentemente subito rallentamenti - spiega Sardone - nell’attuazione delle prime fasi di assestamento della società di gestione; prima a causa del cambio di Amministrazione e poi per l’avvicendamento degli assessori alla guida delle Politiche Agricole Regionali.
Ora finalmente – prosegue il Presidente – siamo pronti a svolgere il ruolo per cui siamo nati: coordinare e realizzare tutte le operazioni necessarie ad invertire la rotta del dissesto agro-ambientale ed a realizzare una valorizzazione strategica della Valle dei Latini volta a ridare respiro all’economia locale.
La Regione, attraverso l’A.r.s.i.a.l., ha già messo a nostra disposizione uno studio ed un piano di fattibilità realizzato dall’Enea, organico e perfettamente integrabile con il territorio. Ciò nonostante terremo sicuramente conto, non appena avremo la possibilità di conoscerla e valutarla in modo più dettagliato, della proposta elaborata dall’architetto Kipar.
Continuo ad essere convinto che solo attraverso il confronto e il coinvolgimento di tutte le realtà locali interessate dall’emergenza ambientale prima e socio-economica poi, si potranno in breve tempo realizzare i primi passi atti a risanare l’ex Valle del Sacco.
E’ necessario comunque ricordare che le valutazioni da farsi nell’attuazione di qualsiasi provvedimento devono indiscutibilmente tener conto delle ripercussioni socio-sanitarie che l’emergenza ha causato non dimenticandosi dei danni economici che gli agricoltori e gli allevatori hanno subito e dei quali, la gran parte, non è ancora stato risarcito.
Confido – conclude Sardone – nella sensibilità dell’Assessore Angela Birindelli, di tutte le istituzioni e nella determinazione degli imprenditori locali. Solo un’azione sinergica potrà velocemente portare ad una soluzione chiara e definitiva”.
Roma, 12 novembre 2010
Il Messaggero Fr 12.11.10 pp.45 (prima) e 46 - di Vittorio Buongiorno
Alle porte di Frosinone, tra Bosco Faito e la cava di Ferentino, lungo via Vona (ovvero l’asse attrezzato), l’architetto Andreas Kipar ha immaginato la realizzazione della “Via dell’energia”. Lungo quei 5 km prevede il recupero della discarica di via Le Lame, il recupero della cava e il risanamento del Sacco; l’introduzione di nuove colture: produzione di biomasse, boschi depurativi, agro energie e la produzione di energia da fonti rinnovabili (coperture o tetti fotovoltaici e mini-eolico). Ma anche aree di sosta, percorso ciclopedonale, e soprattutto il restyling di via Vona. E’ un format che il progetto prevede venga ripetuto in tutte le dieci cellule in cui è suddivisa la Valle del Sacco.
Pagina 84 del master plan firmato da Andreas Kipar: il disegno individua le dieci cellule in cui è suddiviso il campo di intervento. Più che cellule sembrano altrettante vertebre di un animale preistorico, tutte insieme a formare la spina dorsale dell’intervento che punta a far rinascere la valle del Sacco dall’area ex Snia di Colleferro fino a Ceprano e alla riserva naturale del lago di Fregellae. «Un grande parco lineare», lo chiama Kipar. Cinquanta chilometri dove si dovrà da una parte tornare alla natura incontaminata, così come era prima degli insediamenti industriali. Dall’altra trasformare quelle aziende che ancora resistono ma ormai sentono il peso degli anni in esempi di ecosostenibilità.
Da questo punto di vista è emblematica la ”vertebra” centrale, quella dell’area del capoluogo. Qui, alle porte di Frosinone, da Bosco Faito, lungo via Vona (ovvero l’asse attrezzato), Kipar immagina la realizzazione della “Via dell’energia”. Nell’area industriale insistono 580 aziende lungo i 5 km dell’asse che corre accanto al Sacco. «Un territorio poroso», lo chiama l’architetto tedesco. Lì immagina quattro linee di intervento. Tra le azioni di riqualificazione c’è il recupero della discarica di via Le Lame, il recupero della cava e il risanamento del sacco; l’introduzione di nuove colture: produzione di biomasse, boschi depurativi, agro energie. La produzione di energia da fonti rinnovabili: le aziende dovranno dotarsi di coperture o di tetti fotovoltaici, ma ci sarà spazio anche per parchi fotovoltaici e impianti mini-eolici. Infine le cosiddette azioni di miglioramento di fruibilità con aree di sosta, con un percorso ciclopedonale, e soprattutto con il restyling di via Vona. Questa sarà la “via dell’energia”, dal parco scientifico all’interno di Bosco Faito, alla cava dismessa in territorio di Ferentino. «Con l’obiettivo di creare un nuovo paesaggio» portando avanti di pari passo la valorizzazione dei siti industriali e la riqualificazione delle sponde del fiume.
Quanto previsto per questa cellula, la ”C6” nel masterplan, è secondo Kipar applicabile a tutte le vertebre della spina dorsale, anche oltre Ceprano, fino al confine con la Campania e anche in aree lontane dal fiume in sette ambiti di sviluppo individuati da Kipar e dai protagonisti del tavolo convocato dalla Fondazione Kambo. Ovvero le valli di altri due fiumi, il Cosa e il Liri, le colline del Frusinate, i Monti Ernici, la Val Comino e i Monti Lepini-Ausoni.
Tornando alla spina dorsale, per Kipar questo percorso di 50 km sarà anche l’occasione per un viaggio nel nostro recente passato. Kipar lo chiama “Itinerario della Cultura industriale”, con una serie di itinerari di scoperta del passato della nostra valle. Dalle archeologie industriali di Colleferro con l’ex Snia Bdp, i depositi militari, gli edifici industriali recuperati (il Bic Lazio), il complesso industriale Italcementi; poi Anagni, con la zona industriale San Bartolomeo, lo scalo ferroviario e deposito, l’isola energetica di Anagni e le sue archeologie industriali; quindi lo scalo di Morolo, le cave di calcare, gli ambiti estrattivi; infine Frosinone, con l’isola energetica, l’area del consorzio industriale di Frosinone, poi Ceccano con gli insediamenti agricoli ecosostenibili e infine le aree panoramiche tra Ceprano e Castro dei Volsci.
A questo punto la palla passa alle istituzioni locali. Kipar dice anche cosa, dal suo punto di vista, dovrebbe accadere ora: «Le società di distretto - spiega - sono lo strumento operativo per la promozione e implementazione dei progetti». E come: «Attraverso il perseguimento di questi obiettivi: coinvolgere gli attori locali, promuovere progetti innovativi, adottare procedure concorsuali, qualificare i progetti in corso o previsti sul territorio». A questo punto non resta che cominciare a lavorare.
Nel progetto dell’architetto tedesco Andreas Kipar sono previsti otto itinerari naturalistici lungo il corso del Sacco. Il paesaggista che da 25 anni vive a Milano è partito dall’individuazione delle tre oasi di biodiversità che sono la macchia tra Anagni e Ferentino, Bosco Faito tra Frosinone e Ceccano e l’area di Fregellae. Gli itinerari sono previsti nella Selva di Paliano, i Boschi di Gavignano, le colline di Anagni, il percorso che Kipar chiama la “Sosta nella macchia”, l’oasi natura, la Selva dei Muli, Bosco Faito e infine il paesaggio agrario ciociaro. E’ un format collaudato che Kipar ha avuto modo di sperimentare e di verificare nel corso degli anni nell’area del bacino carbonifero della Ruhr in Germania lì dove, da un suo progetto della fine degli anni ottanta è nato l’Emscher Park, un gigantesco parco di archeologia industriale lungo l’omonimo fiume, una location molto simile a quella del Sacco in Ciociaria. Uno dei complessi industriali dismessi e riqualificati, la cockeria di Essen, è diventato per Unesco uno dei siti considerati patrimonio dell’Umanità. Un gigantesco parco sorto lungo le sponde del fiume che sono state risanate e valorizzate con percorsi naturalistici e con insediamenti industriali ecosostenibili. Esattamente quello che, secondo il professionista chiamato dalla Fondazione Kambo, si dovrebbe fare anche in Ciociaria.
COLLEFERRO, PAOLO RENZI: “SE SARO' SINDACO SUBITO LA CHIUSURA DI COLLE FAGIOLARA"
Pagina 84 del master plan firmato da Andreas Kipar: il disegno individua le dieci cellule in cui è suddiviso il campo di intervento. Più che cellule sembrano altrettante vertebre di un animale preistorico, tutte insieme a formare la spina dorsale dell’intervento che punta a far rinascere la valle del Sacco dall’area ex Snia di Colleferro fino a Ceprano e alla riserva naturale del lago di Fregellae. «Un grande parco lineare», lo chiama Kipar. Cinquanta chilometri dove si dovrà da una parte tornare alla natura incontaminata, così come era prima degli insediamenti industriali. Dall’altra trasformare quelle aziende che ancora resistono ma ormai sentono il peso degli anni in esempi di ecosostenibilità.
Da questo punto di vista è emblematica la ”vertebra” centrale, quella dell’area del capoluogo. Qui, alle porte di Frosinone, da Bosco Faito, lungo via Vona (ovvero l’asse attrezzato), Kipar immagina la realizzazione della “Via dell’energia”. Nell’area industriale insistono 580 aziende lungo i 5 km dell’asse che corre accanto al Sacco. «Un territorio poroso», lo chiama l’architetto tedesco. Lì immagina quattro linee di intervento. Tra le azioni di riqualificazione c’è il recupero della discarica di via Le Lame, il recupero della cava e il risanamento del sacco; l’introduzione di nuove colture: produzione di biomasse, boschi depurativi, agro energie. La produzione di energia da fonti rinnovabili: le aziende dovranno dotarsi di coperture o di tetti fotovoltaici, ma ci sarà spazio anche per parchi fotovoltaici e impianti mini-eolici. Infine le cosiddette azioni di miglioramento di fruibilità con aree di sosta, con un percorso ciclopedonale, e soprattutto con il restyling di via Vona. Questa sarà la “via dell’energia”, dal parco scientifico all’interno di Bosco Faito, alla cava dismessa in territorio di Ferentino. «Con l’obiettivo di creare un nuovo paesaggio» portando avanti di pari passo la valorizzazione dei siti industriali e la riqualificazione delle sponde del fiume.
Quanto previsto per questa cellula, la ”C6” nel masterplan, è secondo Kipar applicabile a tutte le vertebre della spina dorsale, anche oltre Ceprano, fino al confine con la Campania e anche in aree lontane dal fiume in sette ambiti di sviluppo individuati da Kipar e dai protagonisti del tavolo convocato dalla Fondazione Kambo. Ovvero le valli di altri due fiumi, il Cosa e il Liri, le colline del Frusinate, i Monti Ernici, la Val Comino e i Monti Lepini-Ausoni.
Tornando alla spina dorsale, per Kipar questo percorso di 50 km sarà anche l’occasione per un viaggio nel nostro recente passato. Kipar lo chiama “Itinerario della Cultura industriale”, con una serie di itinerari di scoperta del passato della nostra valle. Dalle archeologie industriali di Colleferro con l’ex Snia Bdp, i depositi militari, gli edifici industriali recuperati (il Bic Lazio), il complesso industriale Italcementi; poi Anagni, con la zona industriale San Bartolomeo, lo scalo ferroviario e deposito, l’isola energetica di Anagni e le sue archeologie industriali; quindi lo scalo di Morolo, le cave di calcare, gli ambiti estrattivi; infine Frosinone, con l’isola energetica, l’area del consorzio industriale di Frosinone, poi Ceccano con gli insediamenti agricoli ecosostenibili e infine le aree panoramiche tra Ceprano e Castro dei Volsci.
A questo punto la palla passa alle istituzioni locali. Kipar dice anche cosa, dal suo punto di vista, dovrebbe accadere ora: «Le società di distretto - spiega - sono lo strumento operativo per la promozione e implementazione dei progetti». E come: «Attraverso il perseguimento di questi obiettivi: coinvolgere gli attori locali, promuovere progetti innovativi, adottare procedure concorsuali, qualificare i progetti in corso o previsti sul territorio». A questo punto non resta che cominciare a lavorare.
Nel progetto dell’architetto tedesco Andreas Kipar sono previsti otto itinerari naturalistici lungo il corso del Sacco. Il paesaggista che da 25 anni vive a Milano è partito dall’individuazione delle tre oasi di biodiversità che sono la macchia tra Anagni e Ferentino, Bosco Faito tra Frosinone e Ceccano e l’area di Fregellae. Gli itinerari sono previsti nella Selva di Paliano, i Boschi di Gavignano, le colline di Anagni, il percorso che Kipar chiama la “Sosta nella macchia”, l’oasi natura, la Selva dei Muli, Bosco Faito e infine il paesaggio agrario ciociaro. E’ un format collaudato che Kipar ha avuto modo di sperimentare e di verificare nel corso degli anni nell’area del bacino carbonifero della Ruhr in Germania lì dove, da un suo progetto della fine degli anni ottanta è nato l’Emscher Park, un gigantesco parco di archeologia industriale lungo l’omonimo fiume, una location molto simile a quella del Sacco in Ciociaria. Uno dei complessi industriali dismessi e riqualificati, la cockeria di Essen, è diventato per Unesco uno dei siti considerati patrimonio dell’Umanità. Un gigantesco parco sorto lungo le sponde del fiume che sono state risanate e valorizzate con percorsi naturalistici e con insediamenti industriali ecosostenibili. Esattamente quello che, secondo il professionista chiamato dalla Fondazione Kambo, si dovrebbe fare anche in Ciociaria.
COLLEFERRO, PAOLO RENZI: “SE SARO' SINDACO SUBITO LA CHIUSURA DI COLLE FAGIOLARA"
Ecco la notizia quotidiana, 12.11.2010
Dopo la proposta alla città avanzata dalla nostra Associazione- dichiara il Presidente del Liberal PD di Colleferro Carmen Lo Giudice - sulla candidatura a Sindaco di Paolo Renzi, sempre più cittadini vanno condividendo tale progetto politico. Paolo Renzi sembra appassionare i colleferrini come non succedeva da tempo coinvolgendoli sulla costruzione di una nuova Colleferro fondata su tre pilastri: riqualificazione ambientale, rilancio industriale e inclusione sociale [...]"
Colleferro. Mentre continua a tenere banco la questione della “realizzanda” centrale turbogas,
L'AMBIENTE E IL NUOVO PIANO REGOLATORE GLI ARGOMENTI DELLA DISCUSSIONE POLITICA
Quotidiano sera, 11.11.2010, p. 1
Dopo la proposta alla città avanzata dalla nostra Associazione- dichiara il Presidente del Liberal PD di Colleferro Carmen Lo Giudice - sulla candidatura a Sindaco di Paolo Renzi, sempre più cittadini vanno condividendo tale progetto politico. Paolo Renzi sembra appassionare i colleferrini come non succedeva da tempo coinvolgendoli sulla costruzione di una nuova Colleferro fondata su tre pilastri: riqualificazione ambientale, rilancio industriale e inclusione sociale [...]"
Colleferro. Mentre continua a tenere banco la questione della “realizzanda” centrale turbogas,
L'AMBIENTE E IL NUOVO PIANO REGOLATORE GLI ARGOMENTI DELLA DISCUSSIONE POLITICA
Quotidiano sera, 11.11.2010, p. 1
COLLEFERRO - Mentre in questo periodo l’attenzione è concentrata sulle questioni ambientali e politiche relative alla centrale turbogas del IV Chilometro (della cui sospensione dei lavori si parlerà nel prossimo consiglio comunale, rinviato da oggi a martedì 16 Novembre), vanno via via intensificandosi gli incontri politici preliminari in vista delle elezioni comunali della prossima Primavera. Proprio la situazione ambientale e senz’altro anche il Piano Regolatore (Pucg) saranno gli argomenti intorno ai quali si discuterà non poco ed in alcuni casi saranno motivi che giustificheranno alleanze, litigi e… temi da campagna elettorale, strumentali e non… Dovevamo giungere alle elezioni comunali del 2011 per verificare ancora una volta che il nostro destino (ahinoi!), né più né meno come nei lontani anni ’30, dipende direttamente ed indirettamente dalla grande industria. Eppure ne è passata di acqua sotto i ponti (e nemmeno tanto pulita…). Dall’emergenza Valle del Sacco, alla discarica, ai termovalorizzatori, all’Italcementi, alla Caffaro, alla centrale turbogas, passando per Via Romana e tutto quanto vi sta intorno… sempre di grande industria si parla. Di quella grande industria che non dà più i posti di lavoro degli anni ’70 (-70%!), ma che continua ad occupare la medesima grande fetta di territorio comunale e, forte di questo (e non solo), a “dettare legge” sul resto del territorio. Questa volta avranno un bel da fare i nostri amministratori (sia quelli in carica, sia quelli che vorrebbero essere al loro posto) per spiegare alla cittadinanza il motivo per cui il Piano regolatore quasi certamente non verrà varato prima della fine della consiliatura, nonostante sia stato, a suo tempo (nella precedente campagna elettorale), annunciato il contrario. E non sarà meno difficile spiegare perché i proventi che entrano nelle casse comunali per “ristoro ambientale” non sono stati investiti per migliorare la qualità dell’ambiente stesso. Teniamo conto anche del fatto che nel Piano Regolatore, oltre alle aspettative della grande industria, sono riposte numerose “piccole” speranze di privati coinvolti loro malgrado in un disegno complessivo più grande di loro e nel quale non hanno alcuna voce in capitolo. Tornando al “chiacchiericcio” politico, al momento, come spesso accade, abbiamo quasi una decina di candidati sindaco “in pectore”, più o meno apertamente dichiarati… Sicuramente il numero scemerà via via che ci si avvicinerà alla data delle elezioni amministrative, semplicemente perché alcuni di questi verranno “inglobati” (o fagocitati?) dai candidati “più forti”, od anche, nel peggiore dei casi, perché azzittiti (accontentati?) in altro modo. Resta il fatto che la campagna elettorale per le comunali di primavera, in qualche modo già avviata, si preannuncia particolarmente combattuta; e sarà una battaglia” che verrà combattuta, oltre che tra i principali schieramenti, anche all’interno degli schieramenti stessi, senza considerare gli “outsider” che non verranno “fagocitati” nel frattempo. Vincerà chi riuscirà a convinceregli elettori di aver “alzato lo sguardO.
ANAGNI. ORARI SPORTELLO ACQUA PUBBLICA GIO 16-18, SAB 10-12.30. NUOVO INDIRIZZO, VIA DEGLI ARCI 15 (Anagni amici per Beppe Grillo)