DOWNLOAD IL NUOVO PIANO DEI RIFIUTI DELLA REGIONE LAZIO (da Eco della Rete)
Documenti:
Piano Rifiuti - Sezione "rifiuti speciali" (doc. word 3.9 MB)
PianoRifiuti - Sezione "rifiuti urbani" (doc. word 9.3 MB)
Presentazione Piano Rifiuti Giunta Regione Lazio (pdf 2.3 MB)
Rapporto Ambientale VAS (pdf 5.4 MB)
VAS - Sintesi Non Tecnica (doc word 1.1 MB)
COLLEFERRO. NUOVI TERRENI CONTAMINATI. I PIOPPI HANNO FALLITO. RETUVASA RICORDA IL PIANO DELL'UNIVERSITA' DELLA TUSCIA (SUL TEMA, VEDI LINK QUI A SINISTRA)
Il Messaggero cronaca METROPOLITANA 24.11.10 p.39
Altre terre contaminate sono state scoperte lo scorso settembre nella Valle del Sacco. La notizia è riportata in una ordinanza del presidente della Regione Renata Polverini, pubblicata lunedì scorso, che ha vietato l’uso del foraggio di una fattoria, nella campagna di Colleferro, dopo alcune analisi realizzate dall’Arpa. Al centro dell’attenzione è ancora il B-HCH, ovvero il lindano, la sostanza a base del Ddt, l’insetticida ormai fuorilegge prodotto per decenni nel polo chimico di Colleferro.La fattoria dove è stata scoperta la contaminazione è al di fuori dell’area di interdizione stabilita dal commissario di Governo per la bonifica dell’area. Il fiume Sacco, che scorre per decine di chilometri, attraversando buona parte della Ciociaria, è stato il veicolo per la diffusione della sostanza altamente nociva nella valle. Dal 2005 la Regione ha attivato un monitoraggio costante dei prodotti caseari del latte che arriva dagli allevamenti della zona, per verificare l’eventuale presenza del B-HCH. Ed è proprio da questi esami che è partito l’allarme su questa nuova area di contaminazione. Attraverso il tracciamento del latte è stato possibile risalire alla fattoria di provenienza, l’azienda agricola Testani, confermando poi la presenza delle sostanze pericolose nel foraggio.
Per il commissario per l’emergenza della Valle del Sacco Pierluigi Di Palma la causa potrebbe risiedere nell’erba medica utlilizzata per l’alimentazione dei bovini. «Questo tipo di pianta - ha spiegato - ha delle radici molto lunghe, che potrebbero aver raggiunto le falde contaminate». Una seconda ipotesi allo studio degli esperti indicherebbe nella terra presente nella fattoria la causa, «che potrebbe essere terra di riporto - ha proseguito Di Palma - proveniente da zone contaminate».
La preoccupazione principale è che vi possano essere ancora altre aree non conosciute contaminate dal Beta HCH. «Ritengo che sia da escludere queste ipotesi - ha commentato Di Palma - il caso di questa fattoria è episodico e in ogni caso l’origine della contaminazione è antica».
Per quanto riguarda la bonifica del sito le notizie non sono però delle migliori. Come già era stato annunciato, l’area del fiume Sacco - che comprende gli argini fino ad una distanza di cento metri dalle acque - non potrà essere bonificata. L’uso dei pioppi per l’assorbimento delle sostanze inquinanti non ha presentato i risultati voluti. «Gli arbusti verranno usati solo per impedire che il bestiamo utilizzi l’area come pascolo», ha concluso Di Palma. Poche speranze, quindi, per i tanti allevatori che tradizionalmente utilizzavano le terre adiacenti il fiume per la coltivazione dei foraggi, destinati ai bovini. Da quando è scoppiata l’emergenza - ufficialmente nel 2005, anche se il problema era noto almeno dal 1993 - sono tante le aziende agricole entrate in crisi.
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Piano Rifiuti - Sezione "rifiuti speciali" (doc. word 3.9 MB)
PianoRifiuti - Sezione "rifiuti urbani" (doc. word 9.3 MB)
Presentazione Piano Rifiuti Giunta Regione Lazio (pdf 2.3 MB)
Rapporto Ambientale VAS (pdf 5.4 MB)
VAS - Sintesi Non Tecnica (doc word 1.1 MB)
COLLEFERRO. NUOVI TERRENI CONTAMINATI. I PIOPPI HANNO FALLITO. RETUVASA RICORDA IL PIANO DELL'UNIVERSITA' DELLA TUSCIA (SUL TEMA, VEDI LINK QUI A SINISTRA)
Il Messaggero cronaca METROPOLITANA 24.11.10 p.39
Altre terre contaminate sono state scoperte lo scorso settembre nella Valle del Sacco. La notizia è riportata in una ordinanza del presidente della Regione Renata Polverini, pubblicata lunedì scorso, che ha vietato l’uso del foraggio di una fattoria, nella campagna di Colleferro, dopo alcune analisi realizzate dall’Arpa. Al centro dell’attenzione è ancora il B-HCH, ovvero il lindano, la sostanza a base del Ddt, l’insetticida ormai fuorilegge prodotto per decenni nel polo chimico di Colleferro.La fattoria dove è stata scoperta la contaminazione è al di fuori dell’area di interdizione stabilita dal commissario di Governo per la bonifica dell’area. Il fiume Sacco, che scorre per decine di chilometri, attraversando buona parte della Ciociaria, è stato il veicolo per la diffusione della sostanza altamente nociva nella valle. Dal 2005 la Regione ha attivato un monitoraggio costante dei prodotti caseari del latte che arriva dagli allevamenti della zona, per verificare l’eventuale presenza del B-HCH. Ed è proprio da questi esami che è partito l’allarme su questa nuova area di contaminazione. Attraverso il tracciamento del latte è stato possibile risalire alla fattoria di provenienza, l’azienda agricola Testani, confermando poi la presenza delle sostanze pericolose nel foraggio.
Per il commissario per l’emergenza della Valle del Sacco Pierluigi Di Palma la causa potrebbe risiedere nell’erba medica utlilizzata per l’alimentazione dei bovini. «Questo tipo di pianta - ha spiegato - ha delle radici molto lunghe, che potrebbero aver raggiunto le falde contaminate». Una seconda ipotesi allo studio degli esperti indicherebbe nella terra presente nella fattoria la causa, «che potrebbe essere terra di riporto - ha proseguito Di Palma - proveniente da zone contaminate».
La preoccupazione principale è che vi possano essere ancora altre aree non conosciute contaminate dal Beta HCH. «Ritengo che sia da escludere queste ipotesi - ha commentato Di Palma - il caso di questa fattoria è episodico e in ogni caso l’origine della contaminazione è antica».
Per quanto riguarda la bonifica del sito le notizie non sono però delle migliori. Come già era stato annunciato, l’area del fiume Sacco - che comprende gli argini fino ad una distanza di cento metri dalle acque - non potrà essere bonificata. L’uso dei pioppi per l’assorbimento delle sostanze inquinanti non ha presentato i risultati voluti. «Gli arbusti verranno usati solo per impedire che il bestiamo utilizzi l’area come pascolo», ha concluso Di Palma. Poche speranze, quindi, per i tanti allevatori che tradizionalmente utilizzavano le terre adiacenti il fiume per la coltivazione dei foraggi, destinati ai bovini. Da quando è scoppiata l’emergenza - ufficialmente nel 2005, anche se il problema era noto almeno dal 1993 - sono tante le aziende agricole entrate in crisi.
ALTRO SERVIZIO A P.39
Non perdere la speranza di salvare la zona della Valle del Sacco. Questo chiedono da tempo le associazioni dei cittadini, riunite attorno alla sigla della Retuvasa. Le proposte in campo sono tante. L’idea che circola è di trasformare gli argini del fiume in un distretto per l’energia di origine naturale. Ma la questione è il come e, soprattutto, come evitare ulteriori inquinamenti. Le associazioni poi ricordano che esiste una proposta dell’università della Tuscia: utilizzare dei batteri particolari che avrebbero la capacità di assorbire e ridurre il Beta HCH.
PROVINCIA FROSINONE. IL DIETRO FRONT DEI SINDACI SULLE TARIFFE DELL'ACQUA PUBBLICA
Il Messaggero Fr pp.37 (prima) e 41 - di Denise Compagnone
La tariffa dell’acqua? C’era una volta la nuova proposta di Antonello Iannarilli, che riproponeva la tariffa a 1.21 euro al metro cubo. Adesso non c’è più. E’ bastata una riunione “allargata” della consulta dei sindaci dell’Ato 5 a farla saltare. Lunedì i sette sindaci si sono ritrovati con Iannarilli, la Sto e i legali, a discutere di quella proposta, che poi però è stata bocciata. Quindi di nuovo si dovrebbe tornare a proporre il mantenimento della tariffa attuale, pure provvisoria, ovvero 0.94 euro al metro cubo. È l’ipotesi caldeggiata anche dal sindaco di San Giovanni Incarico Antonio Salvati: «Un ulteriore e nuovo aumento del costo dell’acqua sarebbe un gravissimo danno per le famiglie ciociare, già vessate nel passato da aumenti indiscriminati della tariffa poi rivelatisi illegittimi - ha detto -, e dai continui disservizi nella gestione della rete idrica da parte dell’Acea Ato 5».
Salvati ha annunciato che si opporrà, in ogni sede e con tutte le azioni possibili, a tali aumenti: «Chiedo a Iannarilli di non proporre all’assemblea dei sindaci l’aumento della tariffa». Proprio Salvati lunedì sera, puntando su questo, ha dato vita ad una disputa con Iannarilli, di cui tra l’altro è portavoce, davanti agli occhi allibiti dei sindaci. Lo stesso Salvati in una nota attacca anche Adriano Roma, che in base ai rumors dovrebbe essere il suo sfidante alla poltrona della segreteria provinciale: “Incomprensibili - dice - sono le posizioni favorevoli al passaggio della tariffa a 1,21 espresse da Roma, che parla solo a titolo personale, in quanto il Pdl non è stato mai riunito per decidere su tale importante argomento, né tantomeno la Provincia su impulso del Presidente Iannarilli, in quanto la decisione ultima spetta all’assemblea dei sindaci”. Ma la stessa assemblea ormai non è più convocabile entro la fine di novembre, come previsto. Se non altro perché una proposta concreta non c’è più. Il presidente della provincia si è preso qualche giorno di tempo per cercare di far luce sulla situazione e nel frattempo per scrivere per la terza volta alla Conviri, per chiedere quale siano le mosse corrette da effettuare e comunicando l’intenzione dell’Ato di mantenere la tariffa a 0.94. “Poi bisognerà rimodulare la tariffa sulla base dei mancati investimenti - così sempre Salvati -; redigere il nuovo piano d’ambito e iniziare un’apposita azione civile per il risarcimento di tutti i danni causati dall’Acea ai cittadini”. Ma i tempi sono stretti: il 2010 sta finendo e non solo ancora non è stata stabilita una tariffa definitiva per quest’anno, ma neppure sono state gettate le basi per la definizione del nuovo piano di ambito che avrebbe dovuto essere redatto entro il 31 dicembre. La morale è che più i giorni passano più l’Ato, e quindi economicamente i comuni, diventano più suscettibili di richieste di risarcimento danni da parte del gestore.
Il Messaggero Fr pp.37 (prima) e 41 - di Denise Compagnone
La tariffa dell’acqua? C’era una volta la nuova proposta di Antonello Iannarilli, che riproponeva la tariffa a 1.21 euro al metro cubo. Adesso non c’è più. E’ bastata una riunione “allargata” della consulta dei sindaci dell’Ato 5 a farla saltare. Lunedì i sette sindaci si sono ritrovati con Iannarilli, la Sto e i legali, a discutere di quella proposta, che poi però è stata bocciata. Quindi di nuovo si dovrebbe tornare a proporre il mantenimento della tariffa attuale, pure provvisoria, ovvero 0.94 euro al metro cubo. È l’ipotesi caldeggiata anche dal sindaco di San Giovanni Incarico Antonio Salvati: «Un ulteriore e nuovo aumento del costo dell’acqua sarebbe un gravissimo danno per le famiglie ciociare, già vessate nel passato da aumenti indiscriminati della tariffa poi rivelatisi illegittimi - ha detto -, e dai continui disservizi nella gestione della rete idrica da parte dell’Acea Ato 5».
Salvati ha annunciato che si opporrà, in ogni sede e con tutte le azioni possibili, a tali aumenti: «Chiedo a Iannarilli di non proporre all’assemblea dei sindaci l’aumento della tariffa». Proprio Salvati lunedì sera, puntando su questo, ha dato vita ad una disputa con Iannarilli, di cui tra l’altro è portavoce, davanti agli occhi allibiti dei sindaci. Lo stesso Salvati in una nota attacca anche Adriano Roma, che in base ai rumors dovrebbe essere il suo sfidante alla poltrona della segreteria provinciale: “Incomprensibili - dice - sono le posizioni favorevoli al passaggio della tariffa a 1,21 espresse da Roma, che parla solo a titolo personale, in quanto il Pdl non è stato mai riunito per decidere su tale importante argomento, né tantomeno la Provincia su impulso del Presidente Iannarilli, in quanto la decisione ultima spetta all’assemblea dei sindaci”. Ma la stessa assemblea ormai non è più convocabile entro la fine di novembre, come previsto. Se non altro perché una proposta concreta non c’è più. Il presidente della provincia si è preso qualche giorno di tempo per cercare di far luce sulla situazione e nel frattempo per scrivere per la terza volta alla Conviri, per chiedere quale siano le mosse corrette da effettuare e comunicando l’intenzione dell’Ato di mantenere la tariffa a 0.94. “Poi bisognerà rimodulare la tariffa sulla base dei mancati investimenti - così sempre Salvati -; redigere il nuovo piano d’ambito e iniziare un’apposita azione civile per il risarcimento di tutti i danni causati dall’Acea ai cittadini”. Ma i tempi sono stretti: il 2010 sta finendo e non solo ancora non è stata stabilita una tariffa definitiva per quest’anno, ma neppure sono state gettate le basi per la definizione del nuovo piano di ambito che avrebbe dovuto essere redatto entro il 31 dicembre. La morale è che più i giorni passano più l’Ato, e quindi economicamente i comuni, diventano più suscettibili di richieste di risarcimento danni da parte del gestore.
ANAGNI. SOSTIENI LA RACCOLTA FONDI PER LE SPESE LEGALI DEL RICORSO CAR FLUFF MARANGONI
I comitati e le Associazioni di Anagni chiedono ai cittadini di contribuire per quanto possano e ritengano opportuno al sostegno delle spese legali già sostenute dai comitati e quelle prossime alle quali sarà necessario fare fronte per le successive fasi del ricorso.
Come si ricorderà il TAR del Lazio sede di Roma, con ordinanza n.4135/2010 ha confermato la decisione presa dalla Conferenza dei Servizi, che aveva respinto la richiesta della Maind-Marangoni di Anagni di bruciare il pericoloso car-fluff nel suo inceneritore di Anagni, ed ha applicato, per la prima volta nella Valle del Sacco, il “principio di precauzione” sancito dalla Comunità Europea.
Un contributo anche piccolo per la difesa delle nuove generazioni che rischiano di essere le più colpite dalle conseguenze dell'inquinamento, è un investimento per la difesa del valore del territorio, per innalzare una barriera contro quei progetti che, da Colleferro a San Vittore hanno deciso di sacrificare agli inceneritori e alle produzioni inquinanti questa parte del territorio nazionale.
Per la raccolta di questi fondi, necessari per proseguire la battaglia contro l’inceneritore di Car fluff, è stato costituito dalle nostre associazioni un apposito comitato. A coloro che desiderano offrire il loro contributo comunichiamo i seguenti conti correnti bancari intestati a:
COMITATO PER ANAGNI E IL SUO TERRITORIO presso le banche:
Credito Cooperativo di Roma
agenzia di Anagni – Osteria della Fontana iban: IT16V0832774290000155000576
Intesa S.Paolo agenzia di Anagni iban: IT67O0306974290000000003614
Sui fondi raccolti e sul loro utilizzo i cittadini avranno la garanzia della massima trasparenza con un rendiconto attraverso i nostri siti internet e i mezzi di informazione.
Rete per la tutela della Valle del Sacco - Associazione Culturale Anagni Viva - Associazione Diritto alla Salute - Associazione La Guerra di Piero - Comitato Osteria della Fontana - Comitato Ponte del Papa - Vox Populi.
Per la raccolta di questi fondi, necessari per proseguire la battaglia contro l’inceneritore di Car fluff, è stato costituito dalle nostre associazioni un apposito comitato. A coloro che desiderano offrire il loro contributo comunichiamo i seguenti conti correnti bancari intestati a:
COMITATO PER ANAGNI E IL SUO TERRITORIO presso le banche:
Credito Cooperativo di Roma
agenzia di Anagni – Osteria della Fontana iban: IT16V0832774290000155000576
Intesa S.Paolo agenzia di Anagni iban: IT67O0306974290000000003614
Sui fondi raccolti e sul loro utilizzo i cittadini avranno la garanzia della massima trasparenza con un rendiconto attraverso i nostri siti internet e i mezzi di informazione.
Rete per la tutela della Valle del Sacco - Associazione Culturale Anagni Viva - Associazione Diritto alla Salute - Associazione La Guerra di Piero - Comitato Osteria della Fontana - Comitato Ponte del Papa - Vox Populi.
Anagni lì 24.11.2010
ANAGNI. IL CONSIGLIERE COMUNALE ROBERTO CICCONI SOLLECITA LA RIUNIONE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE, IN FORTE RITARDO, PER ESAMINARE LA QUESTIONE DELL'IMPIANTO A BIOMASSE DELLA BONOLLO ENERGIA
Ciociaria oggi 24.11.10 p.21
VALLE DEL SACCO, INIZIATIVE.
L’UNIONE GIOVANILE SCENDE DI NUOVO IN PIAZZA CONTRO L'INQUINAMENTO DI COLLEFERRO
Cinque giorni, 24.11.2010 p. 17 - di G.C.
Sono trascorsi cinque anni dalla prima manifestazione studentesca ambientalista. Ogni anno riproponiamo questo evento perchè non è cambiato ancora nulla nella nostra città - spiegano i ragazzi dell'UGI - anzi la situazione è andata via via peggiorando, sia per una criminosa gestione dei rifiuti, sia per un immobilismo politico di fronte le problematiche ambientali di questa valle. Vogliamo esprimere il nostro dissenso e la nostra lontananza nei confronti di una politica ambientale che non sia mirata alla crescita sostenibile di questo comprensorio, cosa che sarebbe invece dovuta ai cittadini di questa Valle così martoriata, invece tristemente dobbiamo assistere alla politica dell'apparenza he non ha mai dato delle risposte chiare a un problema di così primaria importanza. Siamo di nuovo in piazza a manifestare un distacco generazionale da un tipo di gestione che non tiene conto delle opinioni dei singoli cittadini e non informa, a che al contrario umilia strappando una mozione presentata in consiglio comunale alle associazioni ambientaliste ReTuVaSa e U.G.I.». L'appuntamento è per sabato 27 novembre, per l'intera giornata. Alle 9:30 c'è l'appuntamento davanti la Piscina comunale e la partenza del corteo verso Piazza Italia. All'arrivo in piazza sit in con dibattiti e attività ricreative. Per pranzo si potranno degustare prodotti biologici e nel pomeriggio esposizione delle attività ricreative svolte durante la mattinata, musica, mostre fotografiche e proiezioni video.
REGIONE IERI RIUNIONE CON CIVITA E MELILLI.
TUTTE LE PERPLESSITA' DEL GRUPPO PD SUL PIANO RIFIUTI - di Alessandra Mancini
Sembra che l’unico vero scopo sia quello di dare al sindaco Alemanno e al Comune di Roma la possibilità di scegliere la localizzazione della discarica che andrà a sostituire Malagrotta, in un ambito non più comunale o provinciale, ma addirittura regionale
Cinque giorni, 24.11.2010 p. 5 Ieri il gruppo alla RegioneLazio del Pd ha organizzato una riunione con l’assessore della provincia di Roma Michele Civita e il presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli per affrontare il tema del Piano Rifiuti. Da parte di tutti è stata espressa preoccupazione per una situazione oggettivamente difficile. Malagrotta va verso un rapido esaurimento e gli impianti di preselezione per la produzione di Cdr sono praticamente fermi. Del Piano viene data una lettura negativa per una serie di motivi. Non ci sono sostanziali novità, ma solo per evitare le sanzioni europee si fa riferimento ad un ipotetico traguardo del 65% di raccolta differenziata da raggiungere entro i prossimi anni. Francamente un traguardo non ambizioso, ma poco credibile specie se stabilito da chi criticava il piano Marrazzo giudicando irrealizzabile il risultato del 50 % di raccolta differenziata. Sembra, inoltre, che l’unico vero scopo del piano sia quello di dare al sindaco Alemanno e al Comune di Roma la possibilità di scegliere la localizzazione della discarica che andrà a sostituire Malagrotta, in un ambito non più comunale o provinciale ma addirittura regionale. Viene da pensare che la perdita dei posti letto negli ospedali della provincia venga compensata dall’arrivo dei rifiuti. Il Partito Democratico, giudica negativamente il fatto che all’interno del piano non vengano, inoltre, indicate le risorse. Sembra difficile pensare che la “differenziata” possa aumentare così velocemente senza un’adeguata copertura finanziaria e soprattutto invertendo una tendenza che vede sempre più conferimento nell’attuale Malagrotta.
COLLEFERRO. E’ IN PROGRAMMA PER SABATO 27 NOVEMBRE, ORGANIZZATA DALLE RAPPRESENTANZE GIOVANILI DEGLI STUDENTI LOCALI, UNA GRANDE MANIFESTAZIONE POPOLARE PER LA DIFESA E LA TUTELA DELL'AMBIENTE
Quotidiano sera, 23.11.2010 p. 1
COLLEFERRO - Per Sabato prossimo, 27 Novembre è in programma una grossa manifestazione popolare, a partire dalle ore 9,30 davanti al piazzale del comune organizzata dall’Ugi e da Retuvasa per la difesa e la tutela dell’ambiente a Colleferro e zona. Riceviamo e pubblichiamo, a tal rigurado un comunicato stampa a firma delle suddette rappresentanze. “Sono passati ben cinque anni dalla prima manifestazione studentesca ambientalista e, a malincuore, ci troviamo a dover riproporre questo evento, in quanto in questo lasso di tempo la situazione è andata via via peggiorando, sia per una criminosa gestione dei rifiuti, sia per un immobilismo politico di fronte le problematiche ambientali di questa valle. Lo confermano il sequestro degli inceneritori e i relativi 13 arresti, le continue fuoriuscite di percolato dalla discarica, i continui superamenti oltre i limiti di legge delle polveri sottili PM-10; uniti a scelte discutibili dell’amministrazione comunale, come la costruzione della centrale Turbogas e relative problematiche ambientali e sociali annesse. Ovviamente non scordandoci dei problemi irrisolti di questa valle come lo scandalo del beta-esaclorocicloesano (HCH) nel sangue degli abitanti al ridosso del fiume Sacco; problematiche ereditate da un’industria chimica poco controllata, che faceva del ricatto lavorativo una delle sue migliori armi. Fatti che ancora oggi sussistono e non sono di certo svaniti nel nulla, al contrario di quanto detto dal sindaco Mario Cacciotti in data 3/9/2010 a Labico, dichiarando ufficialmente terminata l’emergenza inquinamento nella Valle del Sacco, quando nella propria città si riproponeva l’ennesima contaminazione batterica nell’acquedotto. Come dire “acqua passata” per analogia, quando di passato invece c’è solo il sapone di chi questi problemi non li ha voluti affrontare , lavandosene le mani. A tal proposito vogliamo esprimere il nostro dissenso e la nostra lontananza nei confronti di una politica ambientale che non sia mirata alla crescita sostenibile di questo comprensorio, cosa che sarebbe invece dovuta ai cittadini di questa valle così martoriata, invece tristemente dobbiamo assistere alla politica del l’apparenza che non ha mai dato delle risposte chiare a un problema di così primaria importanza. Ora ssiamo di nuovo in piazza a manifestare un distacco generazionale da un tipo di gestione che non tiene conto delle opinioni dei singoli cittadini e non informa, ma che al contrario ci umilia (citando lo spregevole gesto di strappare una mozione presentata in consiglio comunale dalle associazioni ambientaliste ReTuVaSa e U.G.I.), creando ancor più palesemente un muro tra gli organi decisionali e la singola persona. In più, quest’anno, si è deciso di far durare tale evento un giorno intero, in modo da renderlo più visibile e accessibile a tutte le varie fasce di età. Al corteo seguirà un sit-in in piazza, tra dibattiti e attività ricreative, degustazione di prodotti biologici, esposizione delle attività ricreative svolte durante la mattinata, musica, mostre fotografiche e proiezioni video...".