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giovedì 23 settembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 23.9.10

Comunicato stampa Retuvasa 23.9.10: la necessità di un'arpa frosinone affidabile

                                                             

COMUNICATO STAMPA

LA NECESSITA’ DI UN’ARPA FROSINONE AFFIDABILE

La notizia dell’arresto del Direttore provinciale di Arpa Lazio, in attesa dei riscontri che si avranno o meno nel successivo iter giudiziario, getta una luce drammatica su un problema strutturale del Frusinate: la storica latitanza di enti di controllo del tutto affidabili nel monitoraggio dell’inquinamento. L’auspicio è che un fatto di cronaca come questo possa essere l’occasione per un’inversione di tendenza altrettanto storica.
Ovvero scrivere la parola fine a un’epoca in cui alcune industrie, in sfregio al rispetto della legge di molte altre, hanno potuto inquinare impunemente o quasi, confidando nella latitanza, se non addirittura nella copertura o connivenza, da parte di alcuni organi di controllo.
Nonostante altri organi svolgano appieno il loro dovere, come in questo caso.
Il processo, in corso, della ristrutturazione e del potenziamento dell’Arpa di Frosinone, deve dunque essere gestito con grande oculatezza, verificando non solo l’efficienza e la rispondenza dell’ente alle esigenze del territorio, ma anche i criteri di selezione del nuovo personale e l’eticità della dirigenza. In ciò auspichiamo che la Provincia di Frosinone, pur essendo l’Arpa di competenza regionale, possa giocare un ruolo centrale, visto che si tratta del suo territorio. Auspichiamo anche il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste del Frusinate.
Siamo fiduciosi che questo appello sarà colto appieno.

Valle del Sacco, 23.9.2010

Ufficio stampa Retuvasa

SULLA NOTIZIA DELL'ARRESTO DEL DIRETTORE PROVINCIALE ARPA LAZIO, OLTRE ALLA RS DI IERI, VEDI:

Il Messaggero FR p.31
Il Messaggero FR p.32
Sintesi dell'articolo:
Il neo dirigente provinciale, Vincenzo Addimandi è stato arrestato ieri dagli uomini della Guardia di Finanza. Era entrato in carica nelle scorse settimane: il suo predecessore, Franco Micozzi, era andato in pensione quest’estate. E’ un vero e proprio terremoto quello scatenato dall’inchiesta della Procura di Frosinone, condotta dal sostituto procuratore Adolfo Coletta e affidata alla sezione di polizia giudiziaria della Finanza oltre che dalla brigata della Finanza di Ceprano. 
La sede frusinate dell’Agenzia regionale protezione ambientale e l’ente demandato al controllo della qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo e dei rifiuti in tutta la Ciociaria. E proprio dai rifiuti è partita questa indagine. «Di fatto - spiegano gli inquirenti - è una filiazione dell’indagine sulla Saf», la Società Ambiente Frosinone che gestisce il centro di selezione dei rifiuti a Colfelice.
I finanzieri hanno eseguito ieri l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del direttore della sezione provinciale, ma Addimandi era ed è anche il responsabile del “Servizio risorse idriche e naturali - Suolo, rifiuti e bonifiche”. Ed è proprio a questo incarico che si riferiscono le accuse.
Per l’accusa Addimandi ha falsificato i risultati delle analisi su una attività ambientale. «Consentendo - spiegano gli inquirenti - alle società coinvolte di non rispondere a livello penale della violazione della normativa». 

I militari della Finanza sono riusciti a trovare riscontri documentali e testimoniali di questa accusa.
«Vi sono delle procedure ben precise che impediscono, una volta inseriti i dati nel computer, di modificare il risultato delle analisi. Noi abbiamo scoperto che il programma - spiegano gli investigatori - era stato modificato consentendo così l’alterazione dei risultati». Nella richiesta di arresto, accolta dal gip Annalisa Marzano, sono stati trovati i tabulati dei valori irregolari e quelli modificati, ma ci sono anche delle testimonianze. Ma, gli inquirenti ne sono convinti, questo è solo il primo passo di una inchiesta che potrebbe essere devastante.
Adesso infatti si sta passando al setaccio tutta l’attività sel settore fin qui guidato da Addimandi: dalle analisi sui rifiuti trasformati dalla Saf in ”combustibile da rifiuto” fino al 2008, alle analisi sulla Olivieri, l’azienda finita sotto accusa dopo il ritrovamento di fusti tossici sulle sponde del Sacco