COME VOLEVASI DIMOSTRARE
La chiusura delle indagini sullo scandalo delle risorse idriche in provincia di Frosinone ha dato un esito scontato. Quello che tutti gli addetti ai lavori immaginavano. Cinque persone indagate tra cui spicca quello del neoeletto consigliere regionale avv. Francesco Scalia nonché ex presidente della provincia di Frosinone e quindi dell’ATO5.
Insieme a lui gli ex dirigenti dell’ACEA ATO5 S.p.A. e i responsabili della S.T.O. Non siamo interessati alle vicende penali di nessuno, ma se la vicenda non ci sconvolge, ci obbliga però ad alcune riflessioni.
Ovviamente sarà la magistratura a stabilire se i comportamenti degli indagati hanno avuto anche effettivamente una rilevanza penale, ma quel che comunque esce chiaro e incontrovertibile è la conferma puntuale di quanto da anni denuncia il Coordinamento per l’Acqua Pubblica, in ordine alla malagestione del Servizio Idrico. Il fatto che finalmente la procura diffonda i nominativi degli indagati e divulghi l’impianto accusatorio con ipotesi di reato gravissime, infatti, rafforza l’autorevolezza della lotta intelligente e avveduta portata avanti dai movimenti dell’acqua in provincia di Frosinone che fanno capo al Coordinamento Provinciale Acqua Pubblica. Migliaia sono stati i reclami presentanti e nello specifico soprattutto un formidabile esposto querela alla magistratura con dati inappuntabili formalizzato dagli amici del CO.CI.D.A. Abbiamo dovuto lottare contro tutto e tutti, contro un intero apparato costruito ad arte dall’intreccio perverso tra gli affari e la politica. Abbiamo dovuto sperimentare sulla nostra pelle l’utilizzo strumentale delle nostre istanze da parte di politici, sindacati e amministratori che per logiche diverse da quelle del loro mandato tutto hanno fatto meno che difendere gli interessi dei cittadini.
Una cosa è certa avevamo e abbiamo ragione. La conclusione dell’indagine, nei modi in cui si è palesata. suona anche come monito ai Sindaci dell’ATO5 che da questo momento, prima di avventurarsi verso ipotesi di voto nell’Assemblea dovrebbero informarsi per tempo e comprendere pienamente cosa stanno avallando, piuttosto che pronunciarsi per puro spirito di scuderia.
Il monito è esteso anche al presidente Iannarilli che non può e non deve indulgere in trattative o approcci ormai inutili con un simile gestore espropriando dalle decisioni concrete l’organo sovrano, ovvero l’Assemblea, in seno alla quale, peraltro, non ha neanche diritto di voto.
Ancora una volta siamo pronti al confronto, ma vista l’incontestabile competenza dimostrata questa volta oltre al confronto rivendichiamo un ruolo adeguato nelle prossime fondamentali decisioni sul futuro della gestione dei S.I.I.
Mercoledi 7 Aprile 2010
Coordinamento Provinciale Acqua Pubblica