Commentiamo le dichiarazioni del direttore della Marangoni Tyre Gerardo Magale, comparse ieri sulla stampa.
Ammiriamo la linearità dei messaggi mediatici e la sicurezza ostentata dal dirigente. Dagli automonitoraggi in continuo della Marangoni, e da quelli programmati (e dunque prevedibili) dell’Arpa, egli dice, non risulta alcuna contaminazione. Non ci sono prove che la Marangoni inquini. Dunque “la diossina rinvenuta nelle uova viene dal terreno”. Quasi un sillogismo.
Sembra però assai singolare che dai ripetuti monitoraggi finora effettuati dalle autorità in località Quattro Strade, intorno allo stabilimento in oggetto, risultino presenze di diossina o sopra la norma di legge o comunque in preoccupanti concentrazioni su numerosi campioni di uova, foraggi e latte bovino. La tesi della generazione spontanea di diossina dal terreno appare meno verosimile di quella di una contaminazione di origine industriale. E nella zona, direttore Magale, sa indicarci qualche possibile storica fonte di emissioni di questo genere?
Riguardo poi al Rapporto Merli che sempre cita, direttore Magale, lei non sa o finge di non sapere che al tempo della redazione dello stesso l’inceneritore di pneumatici della sua azienda non era ancora in funzione?
Sono domande forse retoriche; crediamo che difficilmente lei riterrà di avere qualcosa da replicare.
Anagni, 27.1.2010