REDAZIONE: FRANCESCO BEARZI, CRISTINA MATALONI, SARA DEODATI, VINCENZO LANDOLINA, ALBERTO VALLERIANI, ROCCO MARTUFI, GIULIO TIRINELLI

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lunedì 29 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 29.11.10 (in elaborazione)

GAIA, CORTE DEI CONTI CHIEDE OLTRE 200 MILIONI DI DANNI

Il giornalino.net 29.11.2010
ROMA - La Corte dei Conti di Roma ha chiesto un maxi-risarcimento a nove persone tra ex-amministratori, consulenti e membri del Collegio Sindacale del Consorzio Gaia. Il risarcimento, destinato ad essere ripartito tra il Consorzio stesso, all'Erario e ai Comuni consorziati, è pari a oltre 212 milioni di euro, una cifra davvero colossale. Se davvero queste somme venissero riscosse al termine del procedimento, le casse del Consorzio potrebbero rimpinguarsi al punto tale da ricondurre sotto controllo la situazione debitoria per la quale da ormai tre anni lo stesso opera in regime di amministrazione controllata.
Oltre all'ex-presidente Roberto Scaglione, le persone chiamate a rispondere del maxi-risarcimento sono Livio Fantei, Pinuccio Colleo, Loreto Ruggeri, Luigi Sposi, Domenico Frasca, Alberto Ciaschi, Maurizio De Cinti e Mattia Papaleo [...]


 
FABIO DE ANGELIS: LUNEDI' 6 DICEMBRE AL VIA LA CABINA DI REGIA PER IL MASTER PLAN KIPAR, PROMOSSO DALLA FONDAZIONE KAMBO
La prima pietra per realizzare quella via “verde” che dovrà garantire il rilancio della provincia di Frosinone, verrà posta lunedì 6 dicembre. E’ convocato per quella data, infatti, il primo tavolo di discussione per mettere in piedi quella “cabina di regia” che dovrà muovere i fili della concretizzazione del progetto per la rinascita della Valle del Sacco, auspicata da più parti e dallo stesso architetto che quella via l’ha disegnata, Andreas Kipar. Ci saranno tutte le parti chiamate in causa, coloro che hanno già partecipato alla fase della progettazione: Provincia, Fondazione Kambo, Asi, gli imprenditori, con Confindustria Lazio e Confindustria Frosinone, poi la Camera di Commercio, Coldiretti e le banche locali che hanno contribuito al progetto.
“Adesso il masterplan c’è - ha detto l’assessore all’ambiente della provincia di Frosinone Fabio De Angelis -, dobbiamo metterci dentro una serie di iniziative concrete”. Da quel tavolo si partirà, prima di tutto individuando quale sarà l’effettivo soggetto attuatore, chi dovrà in prima persona giocare la partita: se la società che esiste già, il Distretto agro-energetico Valle dei Latini o un’altra da individuare (Ciociaria Sviluppo, per esempio), oppure da creare ex novo. Le riserve sulla prima (anche dovute alle scelte da effettuare sul nome da indicare alla presidenza) dovrà scioglierle l’assessorato all’agricoltura della Regione Lazio, entro martedì. Ad ogni modo, quale che sia la società, sul tavolo del 6 dicembre si deciderà chi saranno i nuovi soci, chi prenderà le quote di capitale. La Provincia sicuramente; l’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) dovrebbe esserci ma con un ruolo molto minore; probabilmente, se vorranno, anche i comuni. Ma soprattutto dovranno essere gli imprenditori locali a dire se vorranno esserci oppure no. A dire se credono davvero che il rilancio della provincia passa attraverso la cosiddetta “green economy”. De Angelis ci crede. “Oggi esistono tre condizioni perché questa strada abbia successo: il consenso della gente; la relativa facilità di attrarre risorse, siano esse forme di agevolazione o contributi europei e soprattutto l’interesse economico. Perché quest’ultimo non potrebbe essere locale? Gli imprenditori della provincia devono fare squadra. Se c’è un settore su cui investire, è proprio l’ambiente. Lo dimostrano i numeri: in un anno ho autorizzato la produzione di 60 megawatt che significano 200 milioni di euro di investimenti sul territorio. Vuol dire che l’interesse c’è ma soprattutto c’è anche il ritorno” ha concluso.

CONTRO LA CRISI NEL COMPARTO AGROALIMENTARE, NASCE ALLEANZA AGRICOLA: CIA, CONFAGRICOLTURA, COPAGRI, FEDAGRI CONFCOOPERATIVE, AGCI E LEGACOOP

 

Paliano, nasce un gruppo di lavoro per studiare il fenomeno “Oliva rosciola”
Ecco la notizia quotidiana 29.11.10
Olio di Oliva Rosciola, una qualità di extravergine che ha bisogno di essere tutelato, ma soprattutto ha bisogno che sia fatta sinergia con i comuni vicini, per poter offrire al mercato, anche se di nicchia, una parte del prodotto. E’ questo l’impegno che ha preso il Comune di Paliano, tramite gli Assessori all’Agricoltura, Giancarlo Massimi, Simone Marucci (cultura) e Adriano Fantauzzi ( ambiente) insieme al presidente della Cooperativa Palianense che gestisce il Frantoio Le Mole, Pietro Celletti, che si è fatto promotore dell’iniziativa, insieme ad Alberto Savone della presidenza provinciale che raggruppa la ciociaria attraverso l’olio ciociaro. E’ stato proprio Savone a chiedere di storicizzare il prodotto, anche se al suo ufficio risulta che sin dal '700 l’azienda Pizzirani coltivava questo tipo di olive, che hanno olio raffinatissimo. Paliano, ha detto possiede circa 150.000 piante di olive, e l’80 percento è rosciola, adesso si deve studiare di questo 80 percento quanto necessita alla famiglia che lo produce e quanto può essere messo in vendita, anche se da parte della presidenza del Frantoio è stato annunciato che, dopo aver rinnovato il frantoio con moderne tecniche a freddo, dal prossimo hanno si farà anche l’imbottigliamento ed ai clienti sarà consegnato l’olio in bottiglia. E’ ovvio che si punta ad avere una tipicità, anche se Paliano è stato escluso dalla tipicità ciociara proprio in virtù di questo fatto, considerato che era stato iniziato un percorso per il riconoscimento. Oggi, c’è una certezza in più. Ossia il Frantoio delle male, che si farà garante e promotore di questo progetto, che ha bisogno di essere sinergico con gli altri comuni dove appunto si produce questo tipo di olivo ossia, Olevano Romano, Piglio, Serrone, Acuto. Un pò tutta la zona che fa capo alla Strada del Vino Cesanese. Mai come questo momento, si deve fare sinergia tra tutti i gruppi intanto, è nato un gruppo di Lavoro che fa capo all’Amministrazione Comunale di Paliano, per dare il via a questa iniziativa.

Riceviamo e pubblichiamo:

CONVEGNO: IL COLLE DI POFI TRA PREISTORIA, STORIA E NATURA. UNA REALTA' NELL'ECOMUSEO ARGIL - 4 dicembre 2010
COSTITUENTE ECOLOGISTA A SERRONE - 4 dicembre 2010

domenica 28 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 28.11.10

COLLEFERRO. UN MIGLIAIO DI PERSONE SCENDE IN PIAZZA CONTRO L’INQUINAMENTO
Il Messaggero Cronaca Metropolitana, 28.11.2010, p. 45 - di Mario Galati
Oltre un migliaio di persone hanno partecipato ieri a Colleferro alla manifestazione in difesa dell’ambiente organizzata dall’Ugi, l’Unione Giovani Indipendenti e dalle associazioni ambientaliste. La manifestazione si è svolta per l’intera giornata, ma la parte più significativa è stato il corteo sfilato per le vie cittadine, fino a piazza Italia. Un corteo animato dai giovani, la stragrande maggioranza dei partecipanti, che cantavano, parafrasandola, la canzone di Rino Gaetano “ma il cielo è sempre più grigio”. Nel lungo serpentone anche tanti cittadini e rappresentanti dei comuni vicini. Tra loro anche monsignor Luciano Lepore parroco della storica parrocchia colleferrina di Santa Barbara. «Per la salvaguardia dell’ambiente e della natura – spiega il parroco - tutti dobbiamo schierarci e prima di tutte la Chiesa e se c’è senso cristiano bisogna capire che l’equilibrio della natura deve preoccupare tutti». Nel mirino dei manifestanti e negli striscioni c’erano tutti i gravi problemi ambientali che affliggono Colleferro. Le polveri sottili, i termovalorizzatori con tutte le sue vicende giudiziarie, la discarica, la centrale turbogas, i veleni del fiume Sacco.

Estratto:
[...] BIOMASSE O BIOGAS? (CHI È PIÙ BIO?) Dal 2006 la valle del Sacco è nella lista dei Siti di Interesse Nazionale (SIN), ossia le aree contaminate. Il Commissario per l'Emergenza della Valle del Sacco, Pierluigi Di Palma, coordina i lavori di messa in sicurezza e bonifica: «Sono state completate le barriere idrauliche per contenere la dispersione degli inquinanti nella falda superficiale e delle tre discariche di rifiuti chimici una è stata bonifica e un'altra è in corso di bonifica», spiega. «Parallelamente stiamo realizzando un distretto agro-energetico in collaborazione con il Cnr: sulla fascia di terreni contaminati viene piantata una varietà di pioppi particolarmente efficace nell'assorbimento dei contaminanti e il legname verrà poi utilizzato come combustibile per caldaie e centrali elettriche a biomassa. In questo modo si impedisce anche che sui terreni contaminati vengano ancora coltivati foraggi e colture alimentari.»
[Ricordiamo come le ultime dichiarazioni del Commissario Di Palma sembrano mettere in discussione il vecchio  progetto, ndr]
Agli ambientalisti preoccupati dai rischi dell'incenerimento di biomasse coltivate sui terreni contaminati Di Palma assicura che dai risultati delle prove le emissioni risultano a norma. A ottobre 2010, però, l'associazione Rete per la tutela della Valle del Sacco e le associazioni degli agricoltori di Coldiretti e della Confederazione Italiana Agricoltura hanno presentato un progetto alternativo elaborato insieme al Dipartimento di Produzioni Animali della Facoltà di Agraria dell'Università della Tuscia: bonificare i terreni utilizzando particolari batteri e piante, più efficaci dei pioppi nella decomposizione del betaesaclorocicloesano, e realizzare piccoli impianti per la produzione di biogas dai liquami degli allevamenti esterni alla fascia contaminata, in modo da preservare la vocazione agro-zootecnica del territorio. Nonostante pioppi, barriere idrauliche e bonifiche, però, il Sacco resta in pessimo stato: «Il problema non è solo il polo industriale, ma anche l'insufficiente depurazione degli scarichi civili», spiega Francesco Raffa, di Legambiente Frosinone: «Noi qui siamo abituati a vedere galleggiare sul fiume metri di schiuma». Un "panorama" confermato dalle indagini per il Piano di tutela delle acque, dalle quali risulta che il 32% degli scarichi civili del bacino del Sacco non è trattato.
UNA GALLINA DALLE UOVA... ALLA DIOSSINA La contaminazione, però, non viene solo dall'acqua: nel 2009 l'Istituto Zooprofilattico ha riscontrato PCB e diossine in uova di gallina al di sopra dei limiti di legge a Quattro Strade, una frazione di Anagni. La fonte dell'inquinamento non è ancora nota, ma «Proprio al centro della zona contaminata c'è uno dei pochissimi impianti di incenerimento di pneumatici in Italia», segnala Alberto Valleriani, presidente della Rete per la tutela della Valle del Sacco: «Recentemente l'azienda aveva chiesto l'autorizzazione per incenerire anche il cosiddetto car-fluff, ossia i residui non metallici della demolizione degli autoveicoli, che sono potenzialmente più pericolosi dei pneumatici. Per fortuna l'intervento di associazioni e comitati, del Comune e della Provincia ha per adesso bloccato il progetto».

DA NON PERDERE - COLLEFERRO, PERFETTA... DA MORIRE.
LEGGI L'ARTICOLO DI TERRE DI MEZZO 18.11.10, CON INTERVISTA AD ALBERTO VALLERIANI, SU RIPULIAMO COLLEFERRO

SCATTA L'OPERAZIONE "CIOCIARIA PULITA", ATTO PRIMO: GRANDE OFFENSIVA DEI CARABINIERI CONTRO LE DISCARICHE ABUSIVE
Il Messaggero FR 28.11.10 p.41 (prima) e p.45

E’ scattata l’operazione ”Ciociaria pulita”, ma è solo il primo atto. I carabinieri hanno un obiettivo preciso: contrastare senza tregua fenomeni di inquinamento ambientale. E c’è da crederci, se la guerra alle cosiddette bombe ecologiche è stata dichiarata dal comandante provinciale dell’Arma, colonnello Antonio Menga, che per anni è stato in forza al Gruppo Tutela Ambiente della Capitale. Ora ha disposto maxi controlli con l’intento di scovare discariche abusive e altri eventuali illeciti che mettono a rischio il territorio. «E’ solo l’inizio, anche perché ne vale la salute dei cittadini. D’altronde, ci arrivano sempre più richieste d’intervento, sono in forte aumento», spiegano gli investigatori. Da qui, dunque, ha preso le mosse l’operazione effettuata nelle zone di Frosinone, Anagni e Alatri e nelle rispettive aree dell’hinterland. Territorio passato al setaccio da 70 militari e dagli uomini del Nucleo speciale della Capitale. Il bilancio è di sette denunciati e due multati. In totale, sono state scoperte 20 aree adibite a discariche abusive, 14 solo nel comprensorio della giurisdizione dei carabinieri della Compagnia di Anagni, nei centri di Anagni, Ferentino, Paliano, Morolo, Piglio, Sgurgola e Acuto. I militari del capitano Costantino Airoldi, nell’ambito dei controlli, hanno denunciato tre ferentinati, soci di una società di costruzioni, accusati di abbandono di rifiuti speciali pericolosi: un’area di 34.600 mq è stata sequestrata. A Morolo, invece, per un imprenditore edile originario di Boville è scattata la denuncia per deposito incontrollato di rifiuti su un terreno dell’azienda. Altre tre discariche a cielo aperto, due a Ceccano e una tra Torrice e Ripi, sono state delimitate dai carabinieri di Frosinone, diretti dal capitano Pietro Dimiccoli. Gli stessi militari, inoltre, hanno denunciato un 58enne di Ceccano: è stato sorpreso in campagna, sulla Morolense, a Supino, mentre scaricava scarti provenienti dalla lavorazione di materassi, composti da peltro poliuretano, stoffe e altre sostanze, e aveva già dato fuoco a materiale tossico-nocivo. Altre discariche abusive, due a Torre Cajetani e una a Trevi, zona Altipiani, sono state individuate dai carabinieri di Alatri, guidati dal capitano Massimiliano Mengasini, che hanno anche multato un 57enne di Trivigliano, per aver accantonato su un terreno calcinacci e scarti di lavori edili, e un 29enne di Filettino, per aver attivato a Trevi un’officina meccanica senza autorizzazione. Oltre ai casi di materiali di risulta, complessivamente nelle varie discariche scoperte su suolo pubblico erano stati scaricati vari rifiuti: pneumatici, ferro vecchio, vernici, televisori, frigoriferi e anche il pericoloso amianto. Ora i Comuni interessati avranno trenta giorni per bonificare le aree.


ANAGNI. CONFERENZA STAMPA DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI PER LA RACCOLTA FONDI CONTRO IL RICORSO MARANGONI 
La Provincia Fr 28.11.10 p.23

Conferenza stampa del coordinamento delle associazioni civiche ed ambientaliste ieri mattina, in Piazza S. Giuseppe, per spiegare le ragioni del fronte del "no" al termoinceneritore di car-fluff e per promuovere la raccolta fondi per le spese legali. 20mila euro, a tanto ammonterebbe la cifra necessaria per la quale le associazioni hanno attivato due conti correnti, uno presso la Banca di Credito Cooperativo di Roma, l'altro presso la filiale anagnina della Intesa-San Paolo. A partire da oggi, intanto, lungo il marciapiede di viale Regina Margherita, verranno allestiti dei banchetti per la raccolta dei fondi: "Chiediamo ai cittadini di contribuire alle spese legali per proseguire la battaglia contro l'inceneritore di car-fluff. Sui fondi raccolti e sul loro utilizzo i cittadini avranno la garanzia della massima trasparenza con un rendiconto attraverso i nostri siti internet e i mezzi di informazione", garantiscono le associazioni. Alla conferenza stampa ha preso parte anche il consigliere provinciale di minoranza avv. Mario Felli, da sempre in prima linea nella difesa e nella salvaguardia ambientale.

ANAGNI. LA BOMBA ECOLOGICA DELLA CAVA DI POZZOLANA DI CANGIANO (E DI RADICINA) E' SEMPRE LA'
La Provincia Fr 28.11.10 p.23
Rifiuti napoletani ad Anagni, ancora innescata e pronta ad esplodere la mina di Cangiano. Sul puzzolente tour dei rifiuti (il vero business sta proprio nel trasporto delle immondizie) che percorre lo Stivale, il botta e risposta tra il neo Torquemada di Rai3 ed i rappresentanti del governo, mostra cifre che, al di là delle evidenti esagerazioni, rappresentano uno spaccato inquietante. Non giova ad alcuno la discussione sulla paternità dei rifiuti, semmai occorre severità sui controlli e sull'applicazione delle norme non sempre chiarissime. Anagni conobbe un periodo buio dal 1997 al 2003, iniziato con il conferimento a Radicina degli rsu di tutta la provincia di Frosinone (sono ancora lì, e producono percolato che nessuno controlla), e culminato con la scoperta, ad opera delle Fiamme Gialle, del sito di Cangiano. La ex cava di pozzolana, esaurita e lungi dall'essere stata ripristinata, è stata utilizzata in periodo affatto chiarito, da smaltitori senza scrupoli, provenienti sicuramente dal napoletano, che vi hanno scaricato ed occultato quantità enormi di rifiuti speciali e tossici. La Guardia di Finanza ha scoperto e denunciato, verificato e sequestrato; il Comune ha effettuato la richiesta di messa in sicurezza e chiesto alla Regione i fondi per la bonifica. Da allora, non si conoscono novità di alcun genere. Non sappiamo se tra i siti da bonificare, nella classifica stilata dalla Regione, siano compresi Cangiano e Radicina; ove non fosse così, invitiamo l'assessore all'Ambiente, Guglielmo Retarvi, a farsi sentire. Il sospetto che le nebbie rischino di inghiottire l'una e l'altra vicenda, è piuttosto reale.

POLVERINI RISPONDE A CACCIOTTI SUL PIANO REGIONALE RIFIUTI
Il Messaggero FR 28.11.10 p.47 - di Annalisa Maggi

[...] «Noi, per senso di responsabilità e solidarietà – ha risposto la Polverini interpellata in merito all’ipotesi che il Lazio possa accogliere una parte dei rifiuti provenienti da Napoli - nei giorni scorsi abbiamo offerto la disponibilità ad ospitare una piccolissima parte dei rifiuti provenienti dalla Campania a patto che lo facciano tutte le Regioni». Quanto all’indisponibilità ad un’operazione di questo tipo espressa nei giorni scorsi dal sindaco di Colleferro, Mario Cicciotti, e dal presidente della Provincia di Frosinone, Antonello Iannarilli, ha replicato: «Nessuno gli ha chiesto nulla, comunque non sono loro a dover decidere» [...]

FERENTINO. FINORA UN FLOP IL BANDO PUBBLICO PER CONTRIBUTI ALLO SMALTIMENTO AMIANTO
Il Messaggero FR 28.11.10 p.45

Si è rivelato finora un flop il bando pubblico del comune di Ferentino, relativo all’assegnazione di contributi a fondo perduto, finalizzati all’incentivazione di interventi di bonifica, rimozione e smaltimento dell’amianto da manufatti, fabbricati ed edifici civili, produttivi, commerciali e terziari presenti sul territorio comunale. Ad oggi, sono meno di dieci i cittadini che si sono rivolti al Comune per usufruire dei contributi. «Finora la risposta dei cittadini è stata negativa, pochissimi hanno chiesto lumi, ma non molliamo, c’è tempo fino al 24 dicembre per chiedere i contributi. Vogliamo esaurire tutti i fondi» ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Sergio Marrocco. 

ARSENICO NELL'ACQUA PUBBLICA. PER LA UE IL LIMITE È 10 MICROGRAMMI PER LITRO. NIENTE DEROGHE PER IL LAZIO 
Il Messaggero Cronaca Metropolitana, 28.11.2010, p. 43 - di Luigi Jovino

Arsenico nell’acqua, manca ancora chiarezza. Per i comitati dell’acqua pubblica non ci sono dubbi: secondo l’Unione europea il contenuto di arsenico presente nelle acque potabili deve essere inferiore al valore di 10 microgrammi litro e non al valore 20 come intendeva la Regione Lazio. Per cui dovrebbero immediatamente rientrare nei parametri europei i comuni di Ardea, Albano, Ariccia, Bracciano, Campagnano, Castel Gandolfo, Castel Nuovo di Porto, Ciampino, Civitavecchia, Genzano, Lanuvio, Magliano Romano, Mazzano Romano, Santa Marinella, Tolfa, Trevignano e Velletri per cui era stata richiesta un’ulteriore deroga. L’equivoco hanno sostenuto i comitati dell’acqua pubblica in una conferenza stampa tenutasi ieri a Roma è stato chiarito da Karl Falkenberg, direttore generale del Dipartimento ambiente della Commissione europea che, rispondendo ad un quesito inviato dal Comitato per l’acqua pubblica di Aprilia, ha dichiarato: «La proroga entro i 20 microgrammi litri vale solo per 6 comuni della Lombardia e 2 della Toscana che ne hanno fatto richiesta. Nel Lazio, invece, devono valere i limiti previsti per legge».

Adesso per avere diritto alla proroga nei comuni in cui l’arsenico supera i 10 microgrammi litro il Governo italiano dovrebbe inviare richiesta all’Ue ed attendere risposta. Nel frattempo il flusso dell’acqua potabile dovrebbe essere interdetto all’uso umano nei comuni oltrev i 10 microgrammo/litro. Questa la richiesta avanzata dai comitati per l’Acqua pubblica ieri a Roma. Intanto il presidente della Regione, Renata Polverini, per fronteggiare questa nuova emergenza, sempre ieri, ha convocato una riunione straordinaria di giunta a Fiuggi dichiarando che «La Regione sta fronteggiando il problema dell’acqua all’arsenico che è storico nel Lazio nel migliore dei modi. Presto ci saranno nuove risposte».
RIFIUTI, LA REGIONE STANZIA ALTRI 135 MILIONI. LAVORO, CASA E RACCOLTA DIFFERENZIATA: ECCO LE PRIORITÀ DELLA FINANZIARIA 2011
Il Messaggero Cronaca Metropolitana, 28.11.2010, p. 49 di D. Des.
La Giunta Regionale lavora senza sosta alla nuova finanziaria. [...] dice Luigi Nieri, capogruppo di Sinistra e Libertà nel Consiglio Regionale ed ex assessore al Bilancio della Giunta Marrazzo [...] La presidente annuncia 135 milioni per la raccolta differenziata omettendo di dire che sono le risorse stanziate nella precedente legislatura. Piuttosto avremmo voluto sapere in che modo riuscirà a trovare gli 800 milioni di euro che mancheranno nel 2011 nel settore dei trasporti" [...]


EXTRA VALLE. CASSINO. CONVEGNO E MONITORAGGIO SULLE POLVERI ULTRASOTTILI ALLA SCUOLA MEDIA DI BIASIO

Uno studio internazionale sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica Cultura, Ambiente e Territorio dell’Università di Cassino, per monitorare l’incidenza delle polveri ultrasottili sulla salute dei ragazzi compresi fra gli otto e gli undici anni. Questo il tema della conferenza, tenuta dal prof. Giorgio Buonanno nell’Auditorium della scuola media “G. Di Biasio” dal titolo “Gli effetti delle particelle ultrasottili provenienti dalle emissioni del traffico sulla salute dei bambini”. Nella presentazione del progetto, nato in collaborazione con Università australiane ed americane, il professor Buonanno ha spiegato la differenza fra le particelle sottili, quelle riferite al PM10, con quelle ultrasottili, molto più dannose e pericolose per la salute umana e dei giovanissimi in particolare. Il progetto di monitoraggio, elaborato e proposto dal dipartimento del prof. Buonanno, interesserà tre scuole di Cassino, due del centro cittadino e una più decentrata ed in ambito rurale. Si tratterà di monitorare, nel lungo termine, gli allievi di tre classi della scuola Di Biasio e del Primo Circolo didattico, oltre ad un plesso scolastico della periferia cittadina. All’interno delle classi prescelte verranno posizionati strumenti di rilevamento della quantità ed esposizione alle polveri ultrasottili presenti durante la permanenza degli allievi nelle ore di lezione. I risultati saranno poi elaborati dal Dipartimento universitario e studiati attraverso screening medici in collaborazione con le Asl. I ragazzi saranno quindi sottoposti ad indagini spirometriche e prick test cutanei, oltre ad un questionario per le famiglie su cui indicare le abitudini e lo stile di vita dei ragazzi fuori dalla scuola. I primi risultati dovrebbero aversi nella primavera o nel mese di settembre del prossimo anno.

sabato 27 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 27.11.10

Altre importanti notizie odierne per la Valle del Sacco ciociara saranno inserite domani (ndr)

ANAGNI, DEPURATORE CONSORTILE ASI, FABIO DE ANGELIS PROMUOVE L'ACCORDO PER LA GESTIONE. PUNTO DI SVOLTA MOLTO PROBABILMENTE CRUCIALE.
Era necessaria una svolta per non perdere i finanziamenti regionali. Ma sulla gestione Asi ricordiamo le nostre perplessità espresse nella RS del 25.11.10 (ndr)

La Provincia Fr 27.11.10 p.8
Sarà il consorzio Asi di Frosinone a gestire (per ora in via provvisoria) il depuratore di Anagni. L'intesa è stata sottoscritta ieri in provincia Frosinone al termine di un apposito tavolo tecnico.
«Finalmente, dopo oltre venti anni di immobilismo, di rinvii e continui "rimpalli" di responsabilità - ha scritto in una nota al riguardo l'assessore provinciale all'Ambiente e vicepresidente della provincia Fabio De Angelis - è stata individuata la procedura che porterà in breve tempo Anagni a veder funzionare il suo depuratore». Questa mattina, come detto, negli uffici dell'Assessorato provinciale all'Ambiente grazie all'intervento del vicepresidente Fabio De Angelis, si è conclusa la "querelle" tra Acea Ato5 e Consorzio Asi di Frosinone. Il tavolo tecnico, cui hanno partecipato il Commissario governativo per l'emergenza della Valle del Sacco, il Comune di Anagni, l'Asi di Frosinone, la regione Lazio, l'Acea Ato5, la Sto dell'Aato e l'Arpa Lazio, ha deciso di affidare la gestione "provvisoria" del depuratore al consorzio Asi di Frosinone.
«Facendo leva sulla sensibilità degli interlocutori, sono riuscito a far prevalere il buon senso e l'interesse della collettività e del territorio - ha detto De Angelis -. Quindi, come già suggerito dal commissario avvocato Di Palma, sarà l'Asi il gestore del depuratore, in attesa che venga risolta definitivamente la vicenda tra Acea Ato5 spa e lo stesso consorzio Asi per la gestione dei reflui industriali nella provincia di Frosinone». Il mancato accordo avrebbe comportato la perdita del finanziamento regionale, già corrisposto, di circa 5 milioni di euro, mentre rimane a rischio il finanziamento di circa 8 milioni di euro relativo alla realizzazione del nuovo sistema fognario che farebbe confluire i reflui civili al nuovo depuratore.
L'avvio dell'impianto, dimensionato per 75.000 abitanti equivalenti, consentirà sia di depurare i reflui civili prodotti dalla città di Anagni sia di eliminare gli scarichi industriali nel fiume Sacco, convogliandoli nel collettore Asi con recapito all'impianto di depurazione.
Vedi anche Ciociaria oggi p.1 e p.23

VALLE DEL SACCO LA CAMERA DI COMMERCIO C'E'. INTERVISTA AL VICE PRESIDENTE GIANNI LISI
Il Messaggero FR pp.43 (prima) e 47 - di Vittorio Buongiorno 
«Non è vero che la Camera di Commercio non ha fatto nulla, anzi sulla Valle del Sacco è stata un’antesignana». Gianni Lisi, direttore di Coldiretti e vicepresidente della Camera di Commercio rompe il silenzio e risponde alle accuse lanciate dal presidente di Confindustria Lazio, Maurizio Stirpe che alla vigilia della presentazione del Masterplan di Andreas Kipar per il rilancio della Valle del Sacco aveva accusato l’ente di latitanza. «Ricordo che noi siamo stati i primi e gli unici - replica Lisi - ad aderire al Consorzio agroenergetico Valle dei Latini».
Brutto nome, meglio Valle del Sacco e basta, no?
«Se ne può parlare. Voglio ricordare che al fianco dell’Arsial da fine 2009 ci siamo noi, gli unici a versare 11 mila euro. Non solo la sede sociale del Consorzio è domiciliata qui, lo abbiamo preteso. Aspettiamo piuttosto quei due milioni di euro che erano stati promessi per lo start up. Quanto all’Arsial doveva nominare due persone, non lo ha mai fatto. Né ha mai risposto ai solleciti, finché il Consorzio Agroenergetico, da statuto, ha nominato due tecnici. Ci siamo riuniti tre volte, c’è un piano economico, ma l’assessore regionale all’Agricoltura non ha ancora mai risposto».
La colpa del ritardo non sarà che il presidente del Consorzio Valle dei Latini è stato nominato dalla precedente Giunta regionale e quindi si prende tempo?
«Abbiamo avuto assicurazioni che opererà al più presto».
Però al tavolo della Valle del Sacco ideato dalla Fondazione Kambo non c’eravate.
«C’è stato un problema di comunicazione. Ci saremo e dal prossimo anno verseremo il contributo che ci era stato chiesto»
Maurizio Stirpe vi accusa di immobilismo?
«Stirpe non conosceva l’antefatto, l’ente camerale ha mosso passi reali, abbiamo la coscienza a posto. Siamo pronti a collaborare».
Cosa serve per far decollare il progetto Kipar?
«E’ indispensabile che la Provincia convochi la cabina di regia e che ciascuno metta quello che ha. Cominciamo con due cellule: la zona più martoriata, per una questione morale, e Frosinone».
Sono già passate settimane e nulla si è mosso, perché?
«Me lo chiedo, credo sia colpa della burocrazia, la Provincia è assolutamente orientata a convocarla».
Come Coldiretti avrete anche il ruolo di tutelare agricoltori e allevatori per evitare che perdano anche l’ultimo bene che è rimasto loro, la terra. Cosa farete per evitare speculazioni?
«Chiediamo che si faccia prima la bonifica, poi il risarcimento, quindi il rilancio».
Il mondo agricolo è pronto alla rivoluzione dell’agricoltura no food?
«Noi non vorremmo rinunciare al cibo sano, ma se ciò dovesse accadere meglio una alternativa credibile alla desertificazione attuale. Noi di Coldiretti siamo pronti a guidare questa filiera di un nuovo tipo di agricoltura».
Timori?
«Che i privati non trovino temi attrattivi seri e rinuncino. Questo nostro perdere tempo ha già sollevato delle perplessità. E siccome soldi pubblici non ce ne sono più questa è una operazione colossale, gli investitori servono».
Però la Camera di Commercio appare un po’ appannata.
«Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, siamo su aeroporto e interporto, ora anche sulla Valle del Sacco, abbiamo anche stanziato un milione di euro sul credito. La nostra parte l’abbiamo fatta».
Sono cominciati i giochi per il rinnovo dei vertici dell’ente camerale?
«Qualcosa si sta muovendo, qualche appetito si sta scatenando. Ma ora pensiamo a lavorare, ci manca un anno».


IL DIRETTORE DELLA COLDIRETTI DI FROSINONE VUOL PASSARE AI FATTI… LISI: “MUOVERSI SUBITO PER LA VALLE DEL SACCO”
Cronache Cittadine 2.11.10, p.4
«In concomitanza con la presentazione del progetto per il rilancio della Valle del Sacco credo sia opportuno intervenire nel dibattito apertosi nel territorio già da alcuni giorni...». Così si esprime Gianni Lisi, direttore della Coldiretti di Frosinone e vicepresidente della Camera di Commercio del capoluogo. «Porto ad esempio - argomenta Lisi - l’obiettivo della Ciociaria vera e dignitosa e riprendo,seppur in parte, i concetti che, anche a nome di Cia e Confagricoltura Frosinone, mi sono permesso di portare alla ribalta e all’attenzione della numerosa e qualificata platea del convegno promosso dalla Fondazione Kambo. Orbene forse a qualcuno dei nostri rappresentati istituzionali è sfuggita l’importanza di questo progetto. Forse a più di qualcuno non fa piacere che la provincia intera si ritrovi compatta a riscoprire la propria identità territoriale. Forse a qualcuno sfugge che, finalmente, si potrebbe aprire una nuova era per la nostra provincia che, partendo dalla Valle del Sacco, dal suo rilancio, potrebbe essere anche rimodulata per altre emergenze o grandi opere che la nostra terra reclama per uno sviluppo fermo. Riaccendiamo le idee allora, vediamo davvero su quali puntare ma facciamo in fretta senza polemiche, pretesti ed invidie su primogeniture. Diamo una svolta. I dati economici nazionali, regionali e provinciali lo impongono. Il tracollo dell’industria e del territorio gridano vendetta. Non mettiamo un tappeto sulla polvere: assorbiamola. Una volta pulito, però, senza fare processi al passato, interveniamo. Risorse pronte? Possibili? Da reclamare? Non indugiamo per il rispetto delle imprese agricole che insistono nella famigerata zona rossa, per le proprie famiglie, per i soggetti contaminati dal betaesaclorocicloesano, per i cittadini- consumatori tutti e non solo della zona che ormai non è più solo quella a nord, purtroppo. Centoventitrè siti pericolosi, dicono le cronache; 123 bombe ambientali repertate e la scoperta quasi quotidiana di qualche altro piccolo sito tenuto ben nascosto da decenni. Disinneschiamoli. Creiamo un modello che valorizzi e promuova il territorio in maniera strutturata e definitiva. Come Coldiretti la nostra parte la vogliamo fare e sul serio. Il consorzio agro-energetico, denominato Valle dei Latini di cui la Camera di Commercio di Frosinone è parte integrante, avendo partecipato in maniera solitaria ma lungimirante (anticipando la Provincia e la Camera di Commercio di Roma e la Provincia di Frosinone), alla sua costituzione, è pronto per il suo naturale ruolo, coordinare e realizzare tutte le operazioni vitali per guarire il territorio e valorizzarlo. Ecco il punto è questo: se alla politica non piace o non è propriamente congeniale non si perda tempo, se necessario modifichiamo la struttura, integriamola ma rendiamolo operativo e mettiamolo al lavoro con gli amici della Fondazione di Daniela Bianchi. Ma subito. Il passato è finito, la campagna elettorale pure; è ora di fatti e non più di slogan nel rispetto di tutti e non solo degli imprenditori agricoli ».

ANAGNI, ANCORA SULLE RACCOLTA FONDI DELLE ASSOCIAZIONI CONTRO IL RICORSO MARANGONI ALLA BOCCIATURA DEL CAR FLUFF
L'APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI ALLA RACCOLTA FONDI (DAS) 
L'APPELLO DEL PRESIDENTE DEL COMITATO OSTERIA DELLA FONTANA ANGELO GALANTI (Anagni Caput Mundi)

L'articolo de Il Messaggero Fr 27.11.10 p.44 - di Paolo Carnevale

Comprendiamo la passione del giornalista Paolo Carnevale per la DAS, che peraltro condividiamo, a nostro avviso pietra miliare nella difesa della sanità anagnina. Ma continuare sistematicamente a sostenere che delle associazioni impegnate contro il car fluff in pratica ne esiste solo una, significa non svolgere fedelmente il proprio compito di cronista, ovvero informare obiettivamente su quanto accade (Francesco Bearzi)

Riparte la battaglia per il Car fluff ad Anagni. Che vede coinvolti da una parte la Marangoni Maind e dall’altra i comitati e le associazioni ambientali della città dei papi.
Ieri mattina infatti il sito della Das, l’associazione Diritto alla salute che da tempo è in prima fila nella battaglia contro il progetto del Car fluff, ha reso noto che «la Marangoni ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tribunale amministrativo del Lazio di non autorizzare l’incenerimento del Car fluff presso lo stabilimento di Anagni».
La vicenda, per chi vive nella zona, è ormai di vecchia data. Per diversi anni infatti la ditta anagnina ha sperimentato il progetto Car fluff su nullaosta del Ministero dell’Ambiente. Il progetto consiste essenzialmente nello smaltimento attraverso la combustione in un termoinceneritore delle parti non metalliche delle auto per ottenere energia.
Una tecnica controversa. Dalla Marangoni viene considerata senza rischi per l’ambiente. Mentre viene invece aspramente contestata dalle associazioni locali che hanno sempre messo in rapporto, più o meno esplicitamente, progetti come quello del Car fluff con il disastroso stato ambientale della zona. Collegando anzi i fumi emessi dall’impianto con la polvere che ha inquinato l’area di Osteria della Fontana.
La Conferenza dei servizi di Frosinone nella scorsa primavera aveva poi bocciato tale progetto. La Marangoni aveva fatto ricorso nel merito al Tar, chiedendo anche la sospensiva. Che non era stata concessa.
Ora, nell’attesa che arrivi anche il giudizio del Tar nel merito, la ditta ha annunciato come si diceva il proprio ricorso contro la bocciatura della richiesta di sospensiva.
Di tutto questo si parlerà stamattina alle 11 presso la parrocchia di san Giuseppe di Osteria della Fontana, uno dei quartieri più in prima linea nella lotta per la difesa del’ambiente.
L’incontro servirà essenzialmente a cittadini impegnati nella vicenda per fare il punto sulla situazione. Ed anche per raccogliere fondi da parte delle associazioni ambientaliste. Fondi che serviranno per proseguire nella lotta legale contro il progetto del Car fuff.
«Continuiamo ad andare avanti con costanza ed impegno - ha commentato al riguardo il presidente dell’associazione Diritto alla salute Alessandro Compagno - contro una ditta la Marangoni appunto, che con pervicacia ignora le problematiche connesse alla difesa dell’ambiente della nostra zona».

COLLEFERRO. INTERVISTA AL SINDACO CACCIOTTI SULLE INIZIATIVE DELL'AMMINISTRAZIONE CONTRO L’INQUINAMENTO
Cronache Cittadine 26.11.10, p.3 - di E.C.
 
L’annoso e preoccupante problema “ambiente ed inquinamento” continua a tenere banco nel contesto delle tematiche locali legate alla salute e alla vivibilità del territorio. Sabato prossimo ci sarà una manifestazione pubblica indetta da Ugl e Retuvasa. A tal riguardo abbiamo rivolto al sindaco Mario Cacciotti alcune domande in proposito. - Sindaco Cacciotti, come lei sa, a Colleferro Sabato prossimo si terrà una manifestazione ambientalista organizzata dall’Ugi e da Retuvasa. Cosa ne pensa? «Innanzitutto credo che sia sempre un fattore positivo quando i giovani si impegnano per organizzare manifestazioni su temi importanti che riguardano la loro città. E’ il segno che sono animati da un interesse vero per il luogo in cui vivono, che hanno a cuore il loro territorio. L’unico rischio, che mi auguro non avvenga, è che questo sincero interesse possa essere strumentalizzato per fini che non sono invece così nobili ed è solo contro questa possibilità che vorrei metterli in guardia». - Questi ragazzi chiedono tutele per l’ambiente in cui vivono? «...Ed è quello che stiamo facendo. Il nostro territorio è stato purtroppo oggetto in passato di un inquinamento che non possiamo disconoscere ma di cui non siamo certo i responsabili, che non abbiamo creato noi, ma che risale a decine di anni fa.. Tuttavia, riconoscendo la necessità di dare soluzione al danno che è stato fatto al nostro territorio, abbiamo affrontato il problema nella sua complessità e dato avvio al processo di risanamento, che è naturalmente lungo e laborioso, ma è iniziato e va Avanti con speditezza. Dopo avere individuate con certezza le cause dell’inquinamento della Valle del Sacco, siamo intervenuti con i necessari provvedimenti, abbiamo messo in sicurezza il fosso Cupo e avviato la bonifica dei siti Arpa1 e Arpa2 che sta procedendo speditamente ed oggi è a buon punto. ...E a tal proposito vorrei ricordare che al più presto spediremo un cd rom a tutte le famiglie per informarle dettagliatamente di quello che si è fatto e che si sta facendo. Come Comune stiamo infatti seguendo tutti i lavori in corso con grande attenzione. Abbiamo fatto tesoro di quanto avvenuto in passato e vigiliamo con estremo scrupolo. Anche per quanto riguarda la problematica legata al termovalorizzatore, per esempio, ci siamo attivati per rendere certo il controllo e, per questo, con l’Arpa abbiamo fatto mettere delle prescrizioni talmente restrittive, per dare ai cittadini e a noi stessi la certezza di poter stare tranquilli. Anche per quanto riguarda la questione della Centrale cogenerativa chiedono maggiori informazioni. Infatti nei prossimi giorni darò tutti i dettagli anche di questa tematica che sta a cuore ai cittadini. E’ necessario dare loro la giusta informazione su una questione che, a mio avviso, è stata purtroppo strumentalizzata per fini che non hanno niente a che vedere con la salute pubblica. Aspetto che a me invece sta veramente a cuore. Attendo solo di concludere alcune riunioni con la Regione e la Provincia e dopo ci saranno ulteriori chiarimenti per i cittadini tutti. La nostra città, come tante altre città moderne, deve convivere con le problematiche legate alla modernità, ma proprio per questo lavoriamo per  cercare soluzioni che non penalizzino il vivere di tutti i giorni. C’è il problema dei Pm10 nell’aria ma non possiamo fare a meno delle auto. Possiamo chiedere ai cittadini di lasciare per sempre le loro automobili in garage e andare a piedi? Allora mettiamo in campo ogni soluzione possibile per migliorare la qualità dell’aria. Ricordo che abbiamo previsto agevolazioni per chi modifica la propria vettura, con un impianto a gas o metano, e per chi acquista un’auto ibrida (le cosiddette ecologiche), e chi ha fatto domanda sta già ricevendo il contributo previsto di 300 euro». - Ci sono altre iniziative per migliorare l’ambiente cittadino? Abbiamo attuato la limitazione al centro alle auto più inquinanti, come ci imponeva una norma regionale, interdetto ai camion il passaggio nel centro urbano per tre giorni a settimana, ma abbiamo anche avviato una attenta programmazione della viabilità urbana. In questa ottica rientra la realizzazione della Circonvallazione tra la via Carpinetana Nord e via Fontana dell’Oste, per la quale abbiamo un finanziamento di 3 milioni di euro che sono riuscito a farci concedere dalla Provincia di Roma. E’ un intervento importantissimo perché migliorerà il traffico cittadino, alleggerendo di molto la concentrazione delle auto nel centro urbano, con conseguente riduzione dei famigerati pm 10. Abbiamo offerto abbonamenti gratuiti alla circolare per i pendolari e dai 60 iniziali siamo arrivati a quasi 400. Stiamo varando, proprio in questi giorni, le agevolazioni economiche per bonificare gli edifici in cui c’è l’amianto. Insomma, tante cose che prese da sole possono sembrare poca cosa ma nell’insieme costituiscono un programma rilevante che va nella direzione di migliorare il nostro ambiente e dare ai cittadini una vita qualitativamente migliore anno dopo anno...»

COLLEFERRO, CACCIOTTI: “NO AI RIFIUTI DI NAPOLI, SIAMO GIA' AL LIMITE”
 
“Non siamo disponibili ad accettare nemmeno un chilo dell’immondizia di Napoli. Con tutta la buona volontà, non c’è davvero spazio nella discarica di Colleferro per i rifiuti provenienti da altri Comuni”. A parlare è il Sindaco Mario Cacciotti all’indomani delle dichiarazioni del Presidente della Regione Lazio Renata Polverini che ha dato la sua disponibilità ad accogliere i rifiuti della Campania [...]
 
POLVERINI: I RIFIUTI DI ROMA RIMARRANNO SUL TERRITORIO DEL COMUNE... FORSE
La città metropolitana, 26 novembre 2010, p. 3
 
I rifiuti urbani di Roma rimarranno sul territorio della capitale e della sua provincia. La promessa arriva dall’assessore regionale ai Rifiuti Pietro Di Paolo, nel giorno in cui insieme alla governatrice Piano regionale. I rifiuti di Malagrotta, una volta esaurita la discarica, quindi non dovrebbero essere sversati nelle altre Province. “Il Comune – ha spiegato Polverini - da oggi deve individuare un'area nel suo territorio. Ma, nel momento in cui ci dicesse che non ha uno spazio la palla passerà a noi e dovremo decidere”. Ma cosa prevede il nuovo Piano regionale che permetterà alla Regione di evitare una sanzione milionaria da parte della giustizia europea per infrazione della normativa comunitaria? Il testo è strutturato in due sezioni: rifiuti urbani e rifiuti speciali a partire dal 2011 e fino al 2017. Due gli obiettivi fissati dal piano: la chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso l’autosufficienza e l’emancipazione dal sistema delle discariche. Il Piano individua un solo Ambito territoriale ottimale (Ato) per la gestione dei rifiuti urbani, coincidente con l’intero territorio regionale. Secondo il Piano, nelle discariche dovranno confluire solo i rifiuti trattati, come impone la direttiva europea. Questa scelta, lascia nelle mani della Regione la gestione degli impianti di trattamento dei rifiuti. Il piano individua anche 5 sub-Aambiti territoriali che corrispondono, a grandi linee ai territori delle province. Questi sub-ambiti saranno deputati ad organizzare i servizi di raccolta dei rifiuti urbani e assimilati e garantire l'autosufficienza degli impianti di selezione Tmb (trattamento meccanicobiologico). Con questo meccanismo quindi saranno i sub-ambitia gestire il conferimento dei rifiuti in discarica. Inoltre il Piano mira, oltre all'incremento quantitativo, anche all'aumento qualitativo della raccolta differenziata. Su una produzione attuale di circa 3 milioni e 500 mila tonnellate di rifiuti l'anno, 2,7 milioni di tonnellate finiscono in discarica, quasi l'80 per cento. Con il nuovo piano la Regione punta a portare in discarica solo un milione di tonnellate, circa un terzo di quanto avviene adesso. “Dopo appena sei mesi di governo siamo riusciti ad elaborare e dare il primo via libera al Piano rifiuti – ha ricordato Polverini -. Lo avevamo annunciato e abbiamo mantenuto la promessa. Vogliamo riconquistare il terreno perduto negli anni passati e affrontare la materia con grande senso di responsabilità. Noi – ha aggiunto la governatrice - non vogliamo assolutamente pensare che il Lazio possa trovarsi nella stessa situazione di difficoltà in cui si trova oggi il presidente Caldoro (Campania) a causa della precedente giunta regionale. Quindi noi poniamo le basi perché questo nel Lazio non succeda. Ora la priorità è quella di presentarci a Bruxelles, il primo passo per evitare la sanzione prevista nella procedura d'infrazione già notificata. Non intendo destinare centinaia di milioni di euro per una sanzione che potrebbe aggirarsi su grandi cifre, che non possiamo permetterci”. Polverini ha poi spiegato che quella dell’Ato regionale è una “scelta politica”. “Abbiamo voluto farlo – ha detto - sia per comportarci in tutti i territori in modo uguale, sia per essere autosufficienti qualora ci fossero delle emergenze”. Per quanto riguarda la differenziata, invece, il Piano si pone l’obiettivo del 60 per cento. “L'asticella del 65 per cento della raccolta differenziata dei rifiuti prevista dalla legge nazionale è una sfida – ha detto Di Paolo -. La quota del 60 per cento inserita nel piano è una sfida decisamente impegnativa considerando che nel 2008 eravamo al 15 per cento e oggi nel 2010 siamo al 21”. E se da una parte l’assessore assicura che i rifiuti romani “non viaggeranno per la regione” perché la nuova discarica sorgerà sul territorio romano, dall’altro conferma gli impianti di smaltimento previsti nel precedente testo varato dalla giunta Marrazzo. Ma nel caso in cui la differenziata non dovesse dare i risultati sperati non si escluderebbe “un nuovo impianto di termovalorizzazione di media grandezza o due piccoli”. Di primaria importanza anche il capitolo sulla legalità. “Lavoreremo ad una white-list per le imprese che lavorano nel ciclo dei rifiuti – ha detto Di Paolo -. È fondamentale che la Regione non perda di vista i piccoli Comuni, che sono i più soggetti al rischio di infiltrazioni di aziende poco affidabili nel ciclo di smaltimento dei rifiuti”. Presentato il Piano, il passo successivo, ha annunciato Polverini, ora “sarà la concertazione con le parti sociali e le associazioni di categoria, ma anche con le opposizioni che vogliamo coinvolgere nonostante in cinque anni non abbiano risolto i problemi sebbene con lo strumento del commissariamento”. Detto questo la governatrice ha lanciato un appello all’opposizione: “Guardando la Campania mi aspetto un senso di responsabilità diverso da quello che abbiamo visto nel caso del piano sanitario - ha sottolineato -. La politica deve essere seria, dare risposte, deve scegliere. Mi auguro anzi dall'opposizione dei miglioramenti propositivi”. Ma il centrosinistra non ha mancato di esprimere le sue perplessità. “Il Piano Polverini è vuoto, generico, pieno di promesse. Per come è costruito, è un modellino senza concretezza territoriale. Nessuna soluzione per Malagrotta, nessuna cifra sugli stanziamenti per realizzare impianti di riciclaggio”, ha commentato il senatore dell’Idv, Stefano Pedica, che insieme al capogruppo dei Verdi alla Pisana, Angelo Bonelli, ha protestato davanti ai cancelli della Regione, facendo vedere una foto con il limone deforme di Terzigno. Anche per il capogruppo del Pd Esterino Montino il “Piano è solo di belle speranze”. Da segnalare, infine, l’iniziativa del Presidente della giunta provinciale di Roma, Nicola Zingaretti che ha annunciato un proprio piano dei Rifiuti. Forse non ha fatto in tempo a presentarlo a Marrazzo, (che aveva grosso modo lo stesso piano) o a Montino e ci prova ora. 
 
POLVERINI: “DAREMO UNA MANO A SMALTIRE I RIFIUTI DI NAPOLI”
La città metropolitana, 26 novembre 2010, p. 3
 
“Siamo disposti a prenderci i rifiuti di Napoli”. Lo ha detto la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, al termine dell’incontro tra le Regioni e il ministro Raffaele Fitto sull’emergenza dei rifiuti in Campania. “Se tutte le Regioni sono disposte, anche il Lazio, con le sue criticità, farà la sua parte dopo approfondimenti tecnici relativi alla qualità e alla quantità dei rifiuti che ciascuna regione può assorbire”. A chi le chiedeva se la Regione Lazio è pronta a fare la sua parte la governatrice ha risposto: “Lo ribadisco se dobbiamo rispondere con senso di responsabilità, come ci è stato chiesto dal governo, tutte le regioni devono dare la loro disponibilità. Oggi tutti abbiamo dato la disponibilità a rispondere in termini positivi al senso di responsabilità che il Governo ci ha chiesto. Alcune regioni hanno invece negato in questo momento la loro disponibilità: il Veneto ed il Piemonte”. E sul no del Veneto e del Piemonte la governatrice ha poi commentato: “Non posso pensare che di fronte a un governo che chiede disponibilità e di cui fa parte anche la Lega, questa possa essere una posizione politica. Sicuramente - ha aggiunto - ci sarà qualche difficoltà tecnica ma in una fase come questa se tutti vogliamo dare il senso dello Stato bisogna che tutti partecipino”. Polverini ha quindi sottolineato di aver chiesto a Fitto non solo di verificare le condizioni poste dalle Regioni ma anche di “sensibilizzare le Regioni che hanno dimostrato la loro indisponibilità a partecipare coralmente”.

IL SEGRETARIO NAZIONALE CODICI CONTRO MATTEI «ANNI DI INERZIE PAGATE COI SOLDI PUBBLICI»
Cinque giorni 27.11.10, p.15 
 
Acqua non potabile, depuratori non funzionanti, deroghe chieste, piano di protezione civile attivato, monitoraggi partiti. Il Lazio corre ai ripari, dopo anni ed anni di inerzie ed inadempienze: salvaguardare la salute dei cittadini è ovviamente prioritario, ma Codici si chiede: «Se non fosse scoppiato il casus dopo il no alle deroghe della Ue, le istituzioni si sarebbero allertate alla stessa maniera e con la stessa prontezza? Visti i precedenti, qualche lecito dubbio sorge. I depuratori sono da anni insufficienti a coprire le esigenze dell’utenza, così come non è raro trovare paesi costretti ciclicamente ad interrompere o limitare l’utilizzo dell’acqua perché presenti sostanze evidentemente nocive per la salute. Il caso eclatante, nella provincia di Roma, è quello di Velletri. L’acqua non è utilizzabile neanche per cucinare – sottolinea Codici - ed il suo consumo è sconsigliato ai ragazzi al di sotto dei 14 anni. Arsenico, trialometani ed altre sostanze nocive sono presenti in quantità tali da non consentire ai cittadini un utilizzo del servizio idrico al 100%». «In questa situazione estremamente critica per tutto il Lazio, la Regione come ha deciso di intervenire? – si domanda Ivano Giacomelli, segretario nazionale del Codici –: stanziando 8 milioni di euro. Ossia i cittadini stanno pagando di tasca propria ben 8 milioni di euro per risolvere anni ed anni di inerzie, di criticità non adeguatamente affrontate da chi di dovere». «Intervengano immediatamente i gestori, come avrebbero dovuto fare già da tempo – prosegue Valentina Coppola, segretario provinciale Codici Roma - il nostro auspicio era che, con il no alle deroghe, si sarebbero messi finalmente in moto attivando adeguati piani strutturali. I soldi stanziati dalla Regione, in realtà, sarebbero dovuti essere spesi proprio da loro. Le inadempienze non possono e non devono essere pagate dai cittadini». Il Codici ha inviato un esposto alla Corte dei Conti. «Mattei iniziasse a rendere immediatamente pubblici i piani di rientro che Acea ha preparato per la nuova richiesta di deroga - aggiungono dal comitato Acqua Pubblica di Velletri -. Ricordiamo poi che fino a nuovi pronunciamenti della Commissione Europea il limite per l'arsenico nelle acque del Lazio è di 10 microgrammi e non 20 come qualcuno cerca di far intendere in queste ore».

EXTRA VALLE. VELLETRI E ACQUA ALL’ARSENICO, IL SINDACO CHIUDE I RUBINETTI MENTRE A CIAMPINO L’AMMINISTRAZIONE CHIARISCE CHE NON E’ POTABILE
 
È il primo ad attuare il divieto di erogazione dell’acqua. Il Comune di Velletri, chiude i rubinetti per fronteggiare il caso dell’arsenico nelle acque potabili. Intanto il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, mobilita la protezione civile e ha dichiarato al governo lo stato d’emergenza…

venerdì 26 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 26.11.10

IL COMUNE DI ANAGNI PERFEZIONA L'ACQUISTO DELL'EX DEPOSITO MILITARE. LE ANTICIPAZIONI SUI PROGETTI
Il Messaggero FR 26.11.10 p.45 - di Paolo Carnevale

Una parte verrà destinata ad ospitare la sede del futuro ospedale cittadino. Un’altra invece, verrà destinata ad attività volte ad incrementare l’economia cittadina, prevalentemente nel settore dei servizi. I tempi li deciderà il consiglio comunale quando dovrà stabilire la destinazione d’uso.
Si parla della zona dell’ex deposito militare di Anagni, situata nei pressi della stazione ferroviaria cittadina. Che da ieri è ufficialmente proprietà del comune di Anagni. Ieri mattina alle 11 infatti, all’interno del salone di rappresentanza del comune anagnino, si è tenuta la cerimonia della firma del rogito notarile che, ufficialmente, segna il passaggio di proprietà della zona in questione (circa 187 ettari per 48.000 metri cubi di costruzioni) dal Demanio al comune di Anagni. Per il Demanio erano presenti il Direttore Generale dell’Agenzia, Ing. Renzo Pini, assieme all’avvocato Elena Nostro. Per il comune di Anagni, oltre al sindaco Carlo Noto, c’erano il consigliere comunale con Delega al Demanio Paolo Frattale, il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Ing. Stefani, ed il segretario comunale. Un investimento, per la città dei papi, di circa 6 milioni di euro. 2 e mezzo dei quali sono stati già versati al Demanio; i restanti 3 milioni e mezzo verranno invece dati dal comune al Demanio entro il mese di gennaio del 2011.
Ancora decidere, come detto, il problema della destinazione d’uso, per la quale sicuramente bisognerà aspettare qualche mese. La zona risulta già compresa nel piano regolatore cittadino, e questo semplifica di molto i termini della questione. Bisognerà però decidere nel dettaglio quali operazioni fare e come utilizzare l’imponente complesso rimasto inutilizzato per diversi anni. La prima soluzione, del resto già annunciata dal sindaco in consiglio comunale ed in varie occasioni pubbliche, è quella di utilizzare una parte della struttura come zona per la realizzazione del nuovo ospedale cittadino, prevista nei pressi del casello autostradale cittadino. Per il resto, si pensa di realizzare un incubatore multifunzione che possa funzionare come macrostruttura in grado di ospitare le realtà economiche della zona. Artigianato, commerci e servizi saranno le realtà favorite dal complesso. Un modo per rispondere alla crisi economica che da tempo purtroppo attanaglia la nostra zona.
“Sicuramente con l’acquisto di questa proprietà – hanno infatti spiegato il Sindaco Carlo Noto ed il Consigliere comunale con delega al demanio Paolo Frattale - in accordo con l’intera amministrazione, si inizierà a programmare il giusto utilizzo per poter dare al nostro territorio uno nuovo sviluppo. Queste le basi per lavorare su una sicura alternativa alla crisi economica e industriale che oggi colpisce il nostro territorio”.
Alla valorizzazione della struttura parteciperanno, a partire dai prossimi giorni, anche le opposizioni di centro sinistra, che in una prima istanza si erano opposte al progetto. Gli uomini dell’opposizione in effetti non avevano rifiutato l’idea in sé, quanto il fatto che il terreno fosse stato acquistato a suo tempo senza ancora avere un’idea precisa di cosa se ne dovesse fare. Critiche erano state volte anche alla decisione di accendere un mutuo particolarmente oneroso. «E’ stato acquistato uno spazio che potrà essere prezioso per il comune. Controlleremo affinché sia in effetti destinato a cose importanti come l’ospedale, e non ci siano speculazioni di sorta», ha detto in conclusione il consigliere comunale anagnino di Sinistra Ecologia e Libertà Roberto Cicconi. 


ANCORA SUL TAVOLO TECNICO SUL DEPURATORE CONSORTILE DI ANAGNI
Il Messaggero FR 26.11.10 p.45

L’assessore provinciale all’Ambiente Fabio De Angelis ha annunciato che il depuratore di Anagni finalmente entrerà in funzione. Stamattina, dalle 11, nel palazzo della Provincia, si terrà infatti un tavolo tecnico alla presenza di Acea ed Asi, in cui verranno decise le prime mosse per coordinarne l’effettivo funzionamento.
«In una prima fase - ha spiegato ieri De Angelis -, la gestione verrà affidata all’Asi e poi successivamente si vedrà il da farsi». Una storia travagliata quella del depuratore, che si trascina ormai da anni. L’impianto, sulla cui realizzazione e ammodernamento, sono stati spesi milioni e milioni, almeno dal 2005 aspetta di entrare in attività.
Era una delle tante assurdità della Valle del Sacco dove per anni le aziende serie sono state costrette a trattare i reflui industriali in propri minidepuratori (con costi considerevoli) e dove quelle senza scrupoli hanno sversato direttamente nel fiume come nel caso delle mucche avvelnate per aver bevuto acqua al cianuro. Nel 2005 Legambiente censì 88 scarichi industriali che finivano nel fiume e denunciò che 4 Comuni vi scaricavano direttamente i liquami delle fogne. Oggi finalmente arriva il depuratore di Anagni. E’ un primo segnale di inversione di tendenza.


CEPRANO. ANCORA SCAVI DELLA FINANZA E NUOVI VELENI INTORNO AL SITO ORMAI CELEBRE EX OLIVIERI

Il Tempo Fr 25.11.10

Un'altra area adiacente allo stabilimento è sotto il mirino delle Fiamme Gialle che ritengono possa contenere rifiuti della lavorazione quando si fabbricavano marmitte per auto e poi camini e stufe per il riscaldamento. L'area presa in considerazione è vicina alle due già sondate in altri interventi che si sono protratti dall'estate scorsa fino a pochi giorni fa. Nelle due aree davanti e nel retro della fabbrica sono stati rinvenuti, oltre agli scarichi per la lavorazione delle produzioni dello stabilimento, anche medicinali che, ovviamente, non sono stati prodotti nell'ex Olivieri. Insomma, gli uomini della Guardia di Finanza, dell'Arpa e della Protezione civile, che hanno effettuato i sopralluoghi e i sondaggi riportando alla luce centinaia di fusti interrati sotto una piattaforma in cemento mimetizzata sotto una strato di terra, sia nella parte anteriore che in quella posteriore dello stabilimento, ritengono che anche in altre parti del terreno adiacente possano esserci altri rifiuti tossici e nocivi. Pertanto è stata effettuata un'opera di bonifica di sterpaglie ed erbacce della nuova area presa in considerazione per effettuare nei prossimi giorni altri sondaggi al fine di cercare di riportare alla luce eventuali altri rifiuti interrati. In città si è diffusa da tempo la paura per queste vere e proprie bombe ecologiche che stanno venendo fuori nelle aree di alcuni stabilimenti sia della zona industriale e sia in altre zone del territorio comunale, a cui si aggiungono i diversi grandi capannoni industriali sparsi un po' dovunque, come quelli dell' area boschiva di Selvapiana, dell'ex Ramazzotti ove si allevavano maiali e se ne lavoravano le carni o, come quella dell'ex cartiera Vita Mayer, in pieno centro storico al di sotto della passeggiata di via Riviera Liri. 

ANCORA SUL CONVEGNO SUL QUINTO RAPPORTO DI CONFINDUSTRIA SU AMBIENTE E SICUREZZA 
Il Tempo FR 26.11.10 - di Luca Sergio


FROSINONE «Sono convinta che la formazione delle nuove generazioni sia il presupposto indispensabile per l'affermazione di una nuova coscienza ambientale. Solo in questo modo la eco sostenibilità potrà diventare un valore diffuso e condiviso tra quanti vivranno un futuro che la mia generazione e quella precedente hanno preparato lasciando una eredità pesante, figlia della scarsa sensibilità verso i temi del rispetto dell'ambiente». Giudizi crudi ma veritieri questi della ministra dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che, impossibilitata ad intervenire per improvvisi impegni istituzionali alla riuscita presentazione ieri pomeriggio nella sala convegni della Cciaa del 5° Rapporto Ambiente e Sicurezza 2009 elaborato dall'omonima commissione di Confindustria Frosinone, ha inviato all'affollata assemblea un significativo messaggio di sprone a continuare sulla strada intrapresa rilevando: «La relazione tra ambiente e sicurezza sul lavoro esprime la cifra costitutiva del concetto di sviluppo sostenibile che il Governo ha sposato fin dal suo insediamento: l'ambiente può diventare fattore di crescita a condizione che vi sia una adesione strategica ai dettami della green economy». Sull'inscindibile importanza del binomio industria-scuola ai fini della diffusione di una maggiore cultura ambientale hanno insistito tutti gli intervenuti: dal presidente della commissione Industria del Senato Cesare Cursi alla componente dell'omonimo organismo di Montecitorio Anna Teresa Formisano, al presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci, alla vice presidente nazionale di Confindustria Cristiana Coppola, al vice presidente della Provincia Fabio De Angelis, al presidente di Confindustria Frosinone Marcello Pigliacelli, al vice presidente di quest'ultima delegato agli specifici problemi Marco Micheli, al vice presidente della Camera di commercio Gianni Lisi, al relatore del rapporto Paolo C. Vignoni di Gaia Ambiente, alla prof.ssa Patrizia Campagna per l'ex Provveditorato. Alla quinta edizione del rapporto hanno preso parte 302 aziende e 75 istituti scolastici, pari al 64% delle scuole del territorio e l'85% secondari di 2° grado, in aumento rispetto al 55% del 2008. Il numero degli studenti coinvolti è pari al 54% in confronto al 52% precedente. Le scuole partecipanti rappresentano il 75% del totale in ben 17 comuni su 24, tra cui il capoluogo e Cassino. Ebbene, è risultato che il 79% degli istituti assegna parte delle proprie risorse all'ambiente e alla sicurezza. Di essi il 4% ha effettuato investimenti nell'installazione di pannelli fotovoltaici e l'11% per l'adozione di sistemi di rilevazione incendi. Infine, il 56% ha promosso corsi di formazione per i dipendenti.

COLLEFERRO. AMBIENTE, VALLE DEL SACCO. CARELLA: «NO AI RIFIUTI DI NAPOLI NELLA DISCARICA DI COLLE FAGIOLARA»
Il deputato del Pd di Colleferro si dice contrario a un’azione di solidarietà della Regione Lazio
Cinque giorni, 26.11.2010, p. 24

Non ci sono solo i rifiuti romani a minacciare il territorio della provincia. Le recenti dichiarazioni della presidente della Regione Renata Polverini in merito alla situazione di crisi campana lasciano intendere un’azione di “solidarietà” anche da parte dei comuni laziali. Un’ipotesi rifiutata dal deputato e capogruppo del Pd in Consiglio comunale Renzo Carella che difende il territorio di Colleferro da possibili attacchi di tipo politico. «Credo che la solidarietà delle regioni italiane, a parte quelle leghiste, sia un atto importante nella cooperazione istituzionale - spiega Carella - Condivido la disponibilità data dalla presidente della Regione Lazio Polverini ma credo che questo possa essere solo un attestato di tipo politico perché la situazione rifiuti nel Lazio viaggia sull’orlo della paralisi e dell’emergenza. La discarica di Malagrotta è in esaurimento, le scelte impiantistiche sono dure a venire e non si agisce come necessario sulla dismissione della quantità dei rifiuti prodotti, sulla raccolta differenziata, sulla gestione dell’umido. Lodevole l’iniziativa del Presidente della Provincia di Roma Zingaretti che va in questa direzione. Non vorrei – continua Carella – che la Polverini si sia impegnata per portare i rifiuti della Campania nella discarica di Colleferro perché questo significherebbe trasferire i problemi di Napoli a Colleferro la cui situazione ambientale è stranota. Noi non siamo nella condizione di poter soccorrere qualcuno, ma di essere soccorsi con iniziative importanti che vadano nella direzione del risanamento ambientale e della dismissione della discarica di Colle Fagiolara, soprattutto con l’impegno politico e per questo lo chiedo alla Polverini, è necessario convocare un tavolo urgente insieme al Comune di Colleferro, di Roma e la Provincia per affrontare la vicenda Gaia, i suoi impianti, la sua discarica e i suoi servizi in 21 comuni».

giovedì 25 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 25.11.10

ANCORA SULLA NUOVA CONTAMINAZIONE A COLLEFERRO
VALLE DEL SACCO, VALORI FUORI NORMA IN UN CAMPIONE DI LATTE PROVENIENTE DA UN'AZIENDA LOCALE

L’ufficio commissariale ha provveduto a perimetrare l’area e avviare analisi di laboratorio per accertare quanto avvenuto. Esclusa per il momento l’estensione dell’inquinamento
Cinque giorni 25.11.2010, p. 19 - di Carmine Seta
Il lindano è tornato e ha fatto a sorpresa la sua comparsa in uno dei terreni esclusi dalla perimetrazione del piano regionale. E' quanto si apprende dall'ordinanza a firma della presidente Renata Polverini pubblicata qualche giorno fa sulla Gazzetta Ufficiale. Un fulmine a ciel sereno per la città di Colleferro a pochi mesi dalla conclusione del piano di bonifica dell'Arpa 1. La sostanza a base del Ddt, l’insetticida ormai fuorilegge prodotto per decenni nel polo chimico locale, sarebbe comparsa in un campione di latte proveniente da una fattoria posta al di fuori dell'area interdetta. «La scoperta è frutto del sistema di controlli attivato dall'extrapiano regionale per la bonifica della Valle del Sacco - spiega il commissario per l'emergenza Pierluigi Di Palma- Abbiamo riscontrato in un campione di prodotto valori fuori limite e pertanto abbiamo perimetrato l'area e avviato i necessari controlli per capire l'esatta origine della contaminazione. Abbiamo sottoposto ad analisi i laboratorio sia il terreno che il foraggio utilizzato. Dai primi riscontri dei tecnici incaricati - continua Di Palma - possiamo escludere un'ulteriore estensione dell'area inquinata. Non sarà necessario abbattere il bestiame. Vogliamo capire cosa veramente sia successo». Domande ancora in attesa di una risposta che allargano per il momento l'orizzonte dell'allerta ambientale. Sul caso è intervenuta anche la Rete per la tutela della Valle del Sacco che si domanda «se sia opportuno avviare un'analisi a più ampio raggio anche al di fuori delle aree ripariali del fiume Sacco». Una misura chiesta più volte nel corso degli anni dal deputato del Pd Renzo Carella che auspica che venga fatta una rapida chiarezza su quanto avvenuto. «E' una notizia che ci allarma su cui è necessario avviare analisi più approfondite anche al di fuori delle aree ripariali contenute nei 100 metri- spiega il deputato del Pd - Si tratta di un limite fittizio che oltretutto non tutela le altre aree da nuove contaminazioni. A distanza dicinque anni non c'è alcun cartello o recinzione che vieti in queste zone i pascoli o altre attività zootecniche. Credo - aggiunge Carella - che alla luce anche di questi fatti debba essere rivisto un sistema di monitoraggioche ha mostrato, pur nelle sue lodevoli iniziative, delle gravi inadempienze".

Vedi anche COLLEFERRO, TORNA L'INCUBO INQUINAMENTO DA LINDANO
Ecco la notizia quotidiana 25.11.2010

ANAGNI. ACQUISITA DAL DEMANIO AREA DI 187 ETTARI (L'ARTICOLO NON LO SPECIFICA, MA SI TRATTA DELL'EX DEPOSITO MILITARE)
La Provincia Fr 25.11.10 p.25

Con lungimiranza il sindaco e l'amministrazione hanno ben programmato un nuovo futuro per il territorio anagnino, ritenendo vantaggioso e importante acquisire dal Demanio la grossa superficie di 187 ettari e 48.000 metri cubi di costruzioni (unico appezzamento così vasto del centro Italia), insistente nel territorio anagnino, al costo di solo 6 milioni di euro.
«Sicuramente con l'acquisto di questa proprietà - hanno spiegato il sindaco Carlo Noto ed il consigliere comunale con delega al Demanio Paolo Frattale - in accordo con l'intera amministrazione, si inizierà a programmare il giusto utilizzo per poter dare al nostro territorio uno nuovo sviluppo. Queste le basi per lavorare su una sicura alternativa alla crisi economica e industriale che oggi colpisce il nostro territorio».
E oggi nelle sale di rappresentanza del Palazzo Comunale alle ore 11 si terrà una apposita conferenza stampa alla presenza del Sindaco Carlo Noto, del consigliere comunale con delega al Demanio Paolo Frattale, degli amministratori, dei dirigenti dell'Agenzia del Demanio e dell'ufficio legale, appunto per stilare il rogito per l'acquisto dell'area.
L'acquisto, già annunciato in passato, è stato dunque perfezionato.
Non sappiamo ancora in cosa consista il "nuovo sviluppo" che ha in mente l'amministrazione. Sappiamo invece quali erano i progetti del PTPG della Giunta Scalia: logistica. Ricordiamo che l'area svolge una importante funzione ambientale, e che la facoltà di agraria dell'università della Tuscia aveva espresso in passato interessamento per finalità di ricerca pienamente sostenibili (ndr). 


FROSINONE. V RAPPORTO AMBIENTE E SICUREZZA, PRESENTATO AL CONVEGNO DI CONFINDUSTRIA
ESCLUSIVO - L'ASSESSORE PROVINCIALE ALL'AMBIENTE FABIO DE ANGELIS: DOMANI TAVOLO TECNICO SUL DEPURATORE CONSORTILE DI ANAGNI, CHE DOVREBBE PASSARE ALLA GESTIONE ASI.
Torneremo sul Convegno, evento cui abbiamo assistito con interesse che testimonia l'attenzione di Confindustria sui temi di Ambiente e Sicurezza, giunto ormai alla quinta edizione, grazie in primo luogo all'impegno del delegato dell'associazione, Marco Micheli.
Per il momento la notizia emersa, quasi incidentalmente, nel corso dell'intervento dell'assessore all'Ambiente Fabio De Angelis, è che nel corso della conferenza dei servizi di domani molto probabilmente si porrà termine all'incertezza della gestione tra Acea Ato 5 e ASI. La dovrebbe spuntare quest'ultimo.
Osserviamo che in tal caso è da augurarsi che la gestione ASI sia più efficiente di quella delle strade consortili, che come è noto ad Anagni sono un colabrodo.

mercoledì 24 novembre 2010

Rassegna stampa Retuvasa 24.11.10

DOWNLOAD IL NUOVO PIANO DEI RIFIUTI DELLA REGIONE LAZIO (da Eco della Rete)
Documenti:
Piano Rifiuti - Sezione "rifiuti speciali" (doc. word 3.9 MB)
PianoRifiuti - Sezione "rifiuti urbani" (doc. word 9.3 MB)
Presentazione Piano Rifiuti Giunta Regione Lazio (pdf 2.3 MB)
Rapporto Ambientale VAS (pdf 5.4 MB)
VAS - Sintesi Non Tecnica (doc word 1.1 MB)
 

COLLEFERRO. NUOVI TERRENI CONTAMINATI. I PIOPPI HANNO FALLITO. RETUVASA RICORDA IL PIANO DELL'UNIVERSITA' DELLA TUSCIA (SUL TEMA, VEDI LINK QUI A SINISTRA)

Il Messaggero cronaca METROPOLITANA 24.11.10 p.39 

Altre terre contaminate sono state scoperte lo scorso settembre nella Valle del Sacco. La notizia è riportata in una ordinanza del presidente della Regione Renata Polverini, pubblicata lunedì scorso, che ha vietato l’uso del foraggio di una fattoria, nella campagna di Colleferro, dopo alcune analisi realizzate dall’Arpa. Al centro dell’attenzione è ancora il B-HCH, ovvero il lindano, la sostanza a base del Ddt, l’insetticida ormai fuorilegge prodotto per decenni nel polo chimico di Colleferro.La fattoria dove è stata scoperta la contaminazione è al di fuori dell’area di interdizione stabilita dal commissario di Governo per la bonifica dell’area. Il fiume Sacco, che scorre per decine di chilometri, attraversando buona parte della Ciociaria, è stato il veicolo per la diffusione della sostanza altamente nociva nella valle. Dal 2005 la Regione ha attivato un monitoraggio costante dei prodotti caseari del latte che arriva dagli allevamenti della zona, per verificare l’eventuale presenza del B-HCH. Ed è proprio da questi esami che è partito l’allarme su questa nuova area di contaminazione. Attraverso il tracciamento del latte è stato possibile risalire alla fattoria di provenienza, l’azienda agricola Testani, confermando poi la presenza delle sostanze pericolose nel foraggio.
Per il commissario per l’emergenza della Valle del Sacco Pierluigi Di Palma la causa potrebbe risiedere nell’erba medica utlilizzata per l’alimentazione dei bovini. «Questo tipo di pianta - ha spiegato - ha delle radici molto lunghe, che potrebbero aver raggiunto le falde contaminate». Una seconda ipotesi allo studio degli esperti indicherebbe nella terra presente nella fattoria la causa, «che potrebbe essere terra di riporto - ha proseguito Di Palma - proveniente da zone contaminate».
La preoccupazione principale è che vi possano essere ancora altre aree non conosciute contaminate dal Beta HCH. «Ritengo che sia da escludere queste ipotesi - ha commentato Di Palma - il caso di questa fattoria è episodico e in ogni caso l’origine della contaminazione è antica».
Per quanto riguarda la bonifica del sito le notizie non sono però delle migliori. Come già era stato annunciato, l’area del fiume Sacco - che comprende gli argini fino ad una distanza di cento metri dalle acque - non potrà essere bonificata. L’uso dei pioppi per l’assorbimento delle sostanze inquinanti non ha presentato i risultati voluti. «Gli arbusti verranno usati solo per impedire che il bestiamo utilizzi l’area come pascolo», ha concluso Di Palma. Poche speranze, quindi, per i tanti allevatori che tradizionalmente utilizzavano le terre adiacenti il fiume per la coltivazione dei foraggi, destinati ai bovini. Da quando è scoppiata l’emergenza - ufficialmente nel 2005, anche se il problema era noto almeno dal 1993 - sono tante le aziende agricole entrate in crisi.
ALTRO SERVIZIO A P.39
Non perdere la speranza di salvare la zona della Valle del Sacco. Questo chiedono da tempo le associazioni dei cittadini, riunite attorno alla sigla della Retuvasa. Le proposte in campo sono tante. L’idea che circola è di trasformare gli argini del fiume in un distretto per l’energia di origine naturale. Ma la questione è il come e, soprattutto, come evitare ulteriori inquinamenti. Le associazioni poi ricordano che esiste una proposta dell’università della Tuscia: utilizzare dei batteri particolari che avrebbero la capacità di assorbire e ridurre il Beta HCH.

PROVINCIA FROSINONE. IL DIETRO FRONT DEI SINDACI SULLE TARIFFE DELL'ACQUA PUBBLICA

Il Messaggero Fr pp.37 (prima) e 41 - di Denise Compagnone
La tariffa dell’acqua? C’era una volta la nuova proposta di Antonello Iannarilli, che riproponeva la tariffa a 1.21 euro al metro cubo. Adesso non c’è più. E’ bastata una riunione “allargata” della consulta dei sindaci dell’Ato 5 a farla saltare. Lunedì i sette sindaci si sono ritrovati con Iannarilli, la Sto e i legali, a discutere di quella proposta, che poi però è stata bocciata. Quindi di nuovo si dovrebbe tornare a proporre il mantenimento della tariffa attuale, pure provvisoria, ovvero 0.94 euro al metro cubo. È l’ipotesi caldeggiata anche dal sindaco di San Giovanni Incarico Antonio Salvati: «Un ulteriore e nuovo aumento del costo dell’acqua sarebbe un gravissimo danno per le famiglie ciociare, già vessate nel passato da aumenti indiscriminati della tariffa poi rivelatisi illegittimi - ha detto -, e dai continui disservizi nella gestione della rete idrica da parte dell’Acea Ato 5».
Salvati ha annunciato che si opporrà, in ogni sede e con tutte le azioni possibili, a tali aumenti: «Chiedo a Iannarilli di non proporre all’assemblea dei sindaci l’aumento della tariffa». Proprio Salvati lunedì sera, puntando su questo, ha dato vita ad una disputa con Iannarilli, di cui tra l’altro è portavoce, davanti agli occhi allibiti dei sindaci. Lo stesso Salvati in una nota attacca anche Adriano Roma, che in base ai rumors dovrebbe essere il suo sfidante alla poltrona della segreteria provinciale: “Incomprensibili - dice - sono le posizioni favorevoli al passaggio della tariffa a 1,21 espresse da Roma, che parla solo a titolo personale, in quanto il Pdl non è stato mai riunito per decidere su tale importante argomento, né tantomeno la Provincia su impulso del Presidente Iannarilli, in quanto la decisione ultima spetta all’assemblea dei sindaci”. Ma la stessa assemblea ormai non è più convocabile entro la fine di novembre, come previsto. Se non altro perché una proposta concreta non c’è più. Il presidente della provincia si è preso qualche giorno di tempo per cercare di far luce sulla situazione e nel frattempo per scrivere per la terza volta alla Conviri, per chiedere quale siano le mosse corrette da effettuare e comunicando l’intenzione dell’Ato di mantenere la tariffa a 0.94. “Poi bisognerà rimodulare la tariffa sulla base dei mancati investimenti - così sempre Salvati -; redigere il nuovo piano d’ambito e iniziare un’apposita azione civile per il risarcimento di tutti i danni causati dall’Acea ai cittadini”. Ma i tempi sono stretti: il 2010 sta finendo e non solo ancora non è stata stabilita una tariffa definitiva per quest’anno, ma neppure sono state gettate le basi per la definizione del nuovo piano di ambito che avrebbe dovuto essere redatto entro il 31 dicembre. La morale è che più i giorni passano più l’Ato, e quindi economicamente i comuni, diventano più suscettibili di richieste di risarcimento danni da parte del gestore.


ANAGNI. SOSTIENI LA RACCOLTA FONDI PER LE SPESE LEGALI DEL RICORSO CAR FLUFF MARANGONI
I comitati e le Associazioni di Anagni chiedono ai cittadini di contribuire per quanto possano e ritengano opportuno al sostegno delle spese legali già sostenute dai comitati e quelle prossime alle quali sarà necessario fare fronte per le successive fasi del ricorso.

Come si ricorderà il TAR del Lazio sede di Roma, con ordinanza n.4135/2010 ha confermato la decisione presa dalla Conferenza dei Servizi, che aveva respinto la richiesta della Maind-Marangoni di Anagni di bruciare il pericoloso car-fluff nel suo inceneritore di Anagni, ed ha applicato, per la prima volta nella Valle del Sacco, il “principio di precauzione” sancito dalla Comunità Europea.
Un contributo anche piccolo per la difesa delle nuove generazioni che rischiano di essere le più colpite dalle conseguenze dell'inquinamento, è un investimento per la difesa del valore del territorio, per innalzare una barriera contro quei progetti che, da Colleferro a San Vittore hanno deciso di sacrificare agli inceneritori e alle produzioni inquinanti questa parte del territorio nazionale.

Per la raccolta di questi fondi, necessari per proseguire la battaglia contro l’inceneritore di Car fluff, è stato costituito dalle nostre associazioni un apposito comitato. A coloro che desiderano offrire il loro contributo comunichiamo i seguenti conti correnti bancari intestati a:

COMITATO PER ANAGNI E IL SUO TERRITORIO presso le banche:

Credito Cooperativo di Roma

agenzia di Anagni – Osteria della Fontana iban: IT16V0832774290000155000576

Intesa S.Paolo agenzia di Anagni iban: IT67O0306974290000000003614

Sui fondi raccolti e sul loro utilizzo i cittadini avranno la garanzia della massima trasparenza con un rendiconto attraverso i nostri siti internet e i mezzi di informazione.


Rete per la tutela della Valle del Sacco - Associazione Culturale Anagni Viva - Associazione Diritto alla Salute - Associazione La Guerra di Piero - Comitato Osteria della Fontana - Comitato Ponte del Papa - Vox Populi. 
Anagni lì 24.11.2010

ANAGNI. IL CONSIGLIERE COMUNALE ROBERTO CICCONI SOLLECITA LA RIUNIONE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE, IN FORTE RITARDO, PER ESAMINARE LA QUESTIONE DELL'IMPIANTO A BIOMASSE DELLA BONOLLO ENERGIA
Ciociaria oggi 24.11.10 p.21

VALLE DEL SACCO, INIZIATIVE.
L’UNIONE GIOVANILE SCENDE DI NUOVO IN PIAZZA CONTRO L'INQUINAMENTO DI COLLEFERRO 
LA MANIFESTAZIONE DEL 27 NOVEMBRE

Cinque giorni, 24.11.2010 p. 17 - di G.C.

Sono trascorsi cinque anni dalla prima manifestazione studentesca ambientalista. Ogni anno riproponiamo questo evento perchè non è cambiato ancora nulla nella nostra città - spiegano i ragazzi dell'UGI - anzi la situazione è andata via via peggiorando, sia per una criminosa gestione dei rifiuti, sia per un immobilismo politico di fronte le problematiche ambientali di questa valle. Vogliamo esprimere il nostro dissenso e la nostra lontananza nei confronti di una politica ambientale che non sia mirata alla crescita sostenibile di questo comprensorio, cosa che sarebbe invece dovuta ai cittadini di questa Valle così martoriata, invece tristemente dobbiamo assistere alla politica dell'apparenza he non ha mai dato delle risposte chiare a un problema di così primaria importanza. Siamo di nuovo in piazza a manifestare un distacco generazionale da un tipo di gestione che non tiene conto delle opinioni dei singoli cittadini e non informa, a che al contrario umilia strappando una mozione presentata in consiglio comunale alle associazioni ambientaliste ReTuVaSa e U.G.I.». L'appuntamento è per sabato 27 novembre, per l'intera giornata. Alle 9:30 c'è l'appuntamento davanti la Piscina comunale e la partenza del corteo verso Piazza Italia. All'arrivo in piazza sit in con dibattiti e attività ricreative. Per pranzo si potranno degustare prodotti biologici e nel pomeriggio esposizione delle attività ricreative svolte durante la mattinata, musica, mostre fotografiche e proiezioni video. 


REGIONE IERI RIUNIONE CON CIVITA E MELILLI.

TUTTE LE PERPLESSITA' DEL GRUPPO PD SUL PIANO RIFIUTI - di Alessandra Mancini

Sembra che l’unico vero scopo sia quello di dare al sindaco Alemanno e al Comune di Roma la possibilità di scegliere la localizzazione della discarica che andrà a sostituire Malagrotta, in un ambito non più comunale o provinciale, ma addirittura regionale
Cinque giorni, 24.11.2010 p. 5
Ieri il gruppo alla RegioneLazio del Pd ha organizzato una riunione con l’assessore della provincia di Roma Michele Civita e il presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli per affrontare il tema del Piano Rifiuti. Da parte di tutti è stata espressa preoccupazione per una situazione oggettivamente difficile. Malagrotta va verso un rapido esaurimento e gli impianti di preselezione per la produzione di Cdr sono praticamente fermi. Del Piano viene data una lettura negativa per una serie di motivi. Non ci sono sostanziali novità, ma solo per evitare le sanzioni europee si fa riferimento ad un ipotetico traguardo del 65% di raccolta differenziata da raggiungere entro i prossimi anni. Francamente un traguardo non ambizioso, ma poco credibile specie se stabilito da chi criticava il piano Marrazzo giudicando irrealizzabile il risultato del 50 % di raccolta differenziata. Sembra, inoltre, che l’unico vero scopo del piano sia quello di dare al sindaco Alemanno e al Comune di Roma la possibilità di scegliere la localizzazione della discarica che andrà a sostituire Malagrotta, in un ambito non più comunale o provinciale ma addirittura regionale. Viene da pensare che la perdita dei posti letto negli ospedali della provincia venga compensata dall’arrivo dei rifiuti. Il Partito Democratico, giudica negativamente il fatto che all’interno del piano non vengano, inoltre, indicate le risorse. Sembra difficile pensare che la “differenziata” possa aumentare così velocemente senza un’adeguata copertura finanziaria e soprattutto invertendo una tendenza che vede sempre più conferimento nell’attuale Malagrotta.

COLLEFERRO. E’ IN PROGRAMMA PER SABATO 27 NOVEMBRE, ORGANIZZATA DALLE RAPPRESENTANZE GIOVANILI DEGLI STUDENTI LOCALI, UNA GRANDE MANIFESTAZIONE POPOLARE PER LA DIFESA E LA TUTELA DELL'AMBIENTE

Quotidiano sera, 23.11.2010 p. 1

COLLEFERRO - Per Sabato prossimo, 27 Novembre è in programma una grossa manifestazione popolare, a partire dalle ore 9,30 davanti al piazzale del comune organizzata dall’Ugi e da Retuvasa per la difesa e la tutela dell’ambiente a Colleferro e zona. Riceviamo e pubblichiamo, a tal rigurado un comunicato stampa a firma delle suddette rappresentanze. “Sono passati ben cinque anni dalla prima manifestazione studentesca ambientalista e, a malincuore, ci troviamo a dover riproporre questo evento, in quanto in questo lasso di tempo la situazione è andata via via peggiorando, sia per una criminosa gestione dei rifiuti, sia per un immobilismo politico di fronte le problematiche ambientali di questa valle. Lo confermano il sequestro degli inceneritori e i relativi 13 arresti, le continue fuoriuscite di percolato dalla discarica, i continui superamenti oltre i limiti di legge delle polveri sottili PM-10; uniti a scelte discutibili dell’amministrazione comunale, come la costruzione della centrale Turbogas e relative problematiche ambientali e sociali annesse. Ovviamente non scordandoci dei problemi irrisolti di questa valle come lo scandalo del beta-esaclorocicloesano (HCH) nel sangue degli abitanti al ridosso del fiume Sacco; problematiche ereditate da un’industria chimica poco controllata, che faceva del ricatto lavorativo una delle sue migliori armi. Fatti che ancora oggi sussistono e non sono di certo svaniti nel nulla, al contrario di quanto detto dal sindaco Mario Cacciotti in data 3/9/2010 a Labico, dichiarando ufficialmente terminata l’emergenza inquinamento nella Valle del Sacco, quando nella propria città si riproponeva l’ennesima contaminazione batterica nell’acquedotto. Come dire “acqua passata” per analogia, quando di passato invece c’è solo il sapone di chi questi problemi non li ha voluti affrontare , lavandosene le mani. A tal proposito vogliamo esprimere il nostro dissenso e la nostra lontananza nei confronti di una politica ambientale che non sia mirata alla crescita sostenibile di questo comprensorio, cosa che sarebbe invece dovuta ai cittadini di questa valle così martoriata, invece tristemente dobbiamo assistere alla politica del l’apparenza che non ha mai dato delle risposte chiare a un problema di così primaria importanza. Ora ssiamo di nuovo in piazza a manifestare un distacco generazionale da un tipo di gestione che non tiene conto delle opinioni dei singoli cittadini e non informa, ma che al contrario ci umilia (citando lo spregevole gesto di strappare una mozione presentata in consiglio comunale dalle associazioni ambientaliste ReTuVaSa e U.G.I.), creando ancor più palesemente un muro tra gli organi decisionali e la singola persona. In più, quest’anno, si è deciso di far durare tale evento un giorno intero, in modo da renderlo più visibile e accessibile a tutte le varie fasce di età. Al corteo seguirà un sit-in in piazza, tra dibattiti e attività ricreative, degustazione di prodotti biologici, esposizione delle attività ricreative svolte durante la mattinata, musica, mostre fotografiche e proiezioni video...".