ANCORA INCENDI NEL NORD DELLA CIOCIARIA. BRUCIANO OLTRE 50 ETTARI (vedi Il Messaggero FR p.35)
Anche ieri, complici le altissime temperature e l’umidità che hanno favorito il propagarsi delle fiamme, è stata una giornata campale per vigili del fuoco, Corpo Forestale e volontari di Protezione Civile. Ieri mattina intorno alle 10 è ripartito l’incendio in località Le Cese tra i comuni di Piglio ed Acuto dopo che mercoledì si era lavorato per oltre cinque ore per domare le fiamme. Anche ieri sono stati utilizzati i mezzi aerei e ci sono volute altre cinque ore di lavoro per lo spegnimento definitivo. Pesante il bilancio. In due giorni sono andati in fumo oltre 50 ettari tra ceduo, querce, uliveti e terreni incolti. Ma non è finita. Poco dopo è partito un incendio a Paliano più lieve che ha impegnato i forestali. Nel pomeriggio ancora super lavoro, sempre nella stessa zona, nel comune di Morolo in località Stazione a confine con Ferentino. Anche qui le fiamme si sono propagate in brevissimo tempo mandando in fumo alcuni ettari di bosco. Si è lavorato per un paio di ore. Altri piccoli roghi, soprattutto di sterpaglie, si sono registrati nei pressi di Giuliano di Roma, Frosinone e nel cassinate. Su tutti gli incendi, soprattutto quelli più grandi, è certa la natura dolosa. E la Forestale lancia l’allarme ed applica maggiori controlli contro i piromani. “E’ chiaro che c’è un disegno di qualche sciacallo che ha l’obiettivo di distruggere incendiandoli alcuni dei boschi più belli ed importanti della ciociaria, quelli attorno ai comuni di Anagni e Ferentino. Hanno iniziato l’altro giorno con Porciano ed Anagni ora hanno proseguito con Piglio, Acuto, Paliano e morolo. La mano sembra la stessa” ha tuonato l’ispettore capo della Forestale, Biagio Celani: “La natura dolosa è chiara ed anche le modalità di esecuzione sembrano le stesse. Non è facile risalire agli autori di questi folli gesti, ma stiamo raccogliendo tutti i possibili indizi ed elementi per scovare i colpevoli. Già qualche anno fa provarono a mettere in pratica il disegno distruggendo zona Cartiera a Ferentino, ora ci riprovano. Sarà tolleranza zero, i controlli saranno intensificati”.
Vedi anche La Provincia p.24
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LA MOBILITAZIONE DEI PASTORI DELLA COLDIRETTI ANCHE IN CIOCIARIA. IL PRESIDENTE PROVINCIALE GIANNI LISI: "SIAMO PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA" (vedi La Provincia p.11)
La mobilitazione dei pastori della Coldiretti si estende a tutte le regioni interessate e nei vari territori compresa la Ciociaria ed il Lazio. I numeri del settore in Italia sono considerevoli: 70mila allevamenti, 7 milioni di pecore allevate. Nel Lazio si producono 600mila quintali di latte ma il problema è riferito al prezzo destinato al produttore per ogni litro conferito, poco più di 60 centesimi. Occorre realizzare una filiera ovicaprina tutta agricola e tutta italiana per rilanciare un settore che nel Lazio ed in Ciociaria resta trainante per l'economia, per il paesaggio, il made in Lazio agroalimentare. "Con questo obiettivo siamo pronti a scendere anche in piazza se necessario - tuona il direttore provinciale della Coldiretti Gianni Lisi - dopo aver redatto una nostra piattaforma operativa. L'allevamento ovicaprino in Ciociaria - spiega ancora Lisi - rappresenta un'attività che, concentrata nelle zone svantaggiate, è ad alta intensità di manodopera. Il settore ha registrato un incremento dei costi, in particolare per il combustibile, l'elettricità e i mangimi, determinando una ulteriore pressione sul settore che già versa in una situazione critica sul piano della competitività". I ritardi e le debolezze sul piano istituzionale - denuncia con forza il presidente provinciale della Coldiretti di Frosinone, Loris Benacquista, che ha preso parte alla riunione dedicata al settore ovino, tenutasi mercoledì scorso presso la Coldiretti del Lazio - stanno lasciando spazio a comportamenti speculativi a livello industriale che mettono a rischio la stabilità sociale di interi territori". "Di contro - spiega Lisi - si riscontra, in analogia ad altre realta' agricole, a fronte di una diminuzione della aziende, un aumento del numero dei capi, da parte di entita' produttive piu' consistenti. Un risultato che, lega alle difficolta' sopra menzionate, anche la necessita' di una modernizzazione del settore. Proprio per questo Coldiretti è mobilitata ed intende far valere i diritti dei pastori. In provincia di Frosinone, come nel Lazio e in Sardegna - spiegano Benacquista e Lisi - vengono riconosciuti agli allevatori circa 60 centesimi di euro al litro ben al di sotto dei costi di produzione e su valori inferiori del 25 per cento rispetto a due anni fa, mentre la carne di agnello deve subire la concorrenza sleale delle produzioni estere che vengono spacciate come nazionali per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine a differenza di quanto avviene per la carne bovina.La quasi totalita' delle aziende ciociare conta su un numero di capi compresi tra 1 e 99, e dispone di una superficie compresa tra i 2 e i 5 ettari. Negli ultimi 2 mesi nel Lazio risultano aperte 8.782 aziende, di cui 7121 di ovini, 835 di ovini e caprini, 826 di soli caprini. Il numero di capi nella regione è pari a 760.903 totali, di cui 715.397 ovini, 45.506 caprini. Il 41 per cento dei capi si trova in provincia di Viterbo, segue Roma con il 31 per cento, Rieti con il 13, Frosinone con l'11 e Latina con il 5. I dati relativi agli ultimi 12 mesi registrano che su un totale di 8.287 allevamenti aperti, nel Lazio ne risultano chiusi 3181.A Roma, su 2308, hanno chiuso i battenti 1039. Il problema del prezzo del latte ovino che non copre neanche i costi di produzioni è la punta dell'iceberg di un profondo malessere dei pastori che Coldiretti denuncia con forza. Delle pecore della campagna ciociara e romana si sfruttano le positività legate ai richiami del territorio, la qualità delle carni e dei formaggi freschi e stagionati per poi però approvvigionarsi in maniera importante nei Paesi dell'est ed Asiatici. La riunione che si è tenuta presso Coldiretti Lazio, voluta dal direttore regionale, il frusinate Aldo Mattia, e dal presidente regionale, Massimo Gargano - è stata finalizzata a dibattere ed elaborare una bozza di piattaforma tesa a realizzare la filiera ovi-caprina tutta agricola e tutta italiana che a partire dal Pecorino Romano, da nuove relazioni industriali, da interventi creditizi e sgravi contributivi alle misure di sostegno comunitario ed altro ancora verrà presentata e discussa sia con l'assessore all'agricoltura della Regione Lazio, Angela Birindelli, alla quale è stato chiesto di istituire un tavolo di filiera, che parta proprio da questa piattaforma, sia con i nostri allevatori ormai esausti e stanchi di essere offesi nella propria dignità. La piattaforma discussa e condivisa, sarà poi all'attenzione dell'incontro convocato dal Ministro Galan il prossimo 6 settembre al quale prenderà parte anche il direttore della Coldiretti del Lazio, il frusinate Aldo Mattia.
ALATRI. IL SINDACO INTENDE CHIUDERE IL CENTRO STORICO AL TRAFFICO VEICOLARE PER RILANCIARE IL TURISMO (vedi Il Messaggero FR p.38)