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lunedì 12 aprile 2010

Comunicato Stampa Retuvasa 12.4.10 - Il caso Emergency


(i corsivi e i neretti sono della redazione) 

LA NOTIZIA (Reuters 18.37)

 
Peace Reporter, "braccio" informativo di Emergency, pubblica una lettera del generale Fabio Mini, ex comandante della missione di peacekeeping della Nato in Kosovo, che difende l'impegno dell'associazione umanitaria in Afghanistan.
"Piaccia o non piaccia, Emergency ha fatto un eccellente lavoro in Afghanistan. La sua storia parla a suo favore in termini umanitari ma anche di indipendenza ed equidistanza dalle parti in conflitto", scrive il generale, oggi in pensione.

Nella lettera, Mini ipotizza anche che il ritrovamento delle armi nell'ospedale sia "un semplice coup di teatro" per minare la credibilità di Emergency, che assiste "chiunque abbia bisogno e quindi anche...i cosiddetti talebani" e che ha "denunciato le nefandezze" compiute in alcune circostanze dalle forze internazionali e dai governanti locali.

Mentre in queste ultime ore il Ministro Frattini pare rendersi contro del grave errore commesso, non possiamo non esprimere quanto segue

  



IL COMUNICATO DI RETUVASA

Politicanti "della libertà e della vita" che diffamano Emergency 


Vogliamo esprimere il nostro dolore nell’apprendere che in questo fine settimana si è lanciata una sorta di attacco totale al diritto alla vita. Questo significa colpire Emergency. Emergency, l’unico punto di riferimento sanitario neutrale e indipendente nei territori della guerra afgana, l’unico riferimento informativo di quanto accade di sporco, l’unica struttura che resiste da dieci anni in un paese martoriato da un conflitto senza fine. Quando si tratta di invadere, si va in Afganistan. L’Italia, presente a rimorchio anche li con mezzi e uomini, a fare cosa non si sa. La missione italiana in Afganistan costa circa 300 milioni di Euro l’anno. Con questi soldi si potrebbero impiegare circa 100.000 nuovi addetti in scuola e sanità, fulcro di ogni società civile. E lo Stato invece cosa fa? Invia militari ovunque gli venga richiesto, convincendo l’opinione pubblica che si tratta di “missioni di pace”, e contemporaneamente effettua tagli alla spesa sociale. Inoltre si impegna a livello internazionale per l’acquisto di aerei militari come gli F35 per importi da capogiro, che si aggirano sui 15 miliardi di Euro. C’è qualcosa che non quadra. Vogliamo segnalare che l’ospedale di Laskar Gah, nella provincia di Helmand, dall’inizio delle sue attività a dicembre 2009 ha effettuato 56.900 ricoveri, con circa 11.000 interventi chirurgici e che nell’ultimo anno il 41% dei ricoveri ha riguardato bambini e il 9% donne. Vi sembra talebano un ospedale in cui la metà dei ricoverati non imbraccia un fucile? Oppure il diritto alla cura deve essere discriminante? Afgani si, talebani no. Italiani si, immigrati no. Il nostro governo sempre pronto nella comunicazione ad effetto, prende le distanze da Emergency invece di tutelare i suoi concittadini all’estero, soprattutto in un caso come questo, in cui è chiara ed evidente la trappola. Ben congegnata e di notevole livello mediatico. Le immagini della perquisizione nell’ospedale di Emergency sono giunte ai media internazionali il giorno stesso; l’errore nell’uccisione del reporter in Iraq e di una decina di civili da parte dei militari americani è giunto dopo 2 anni; oppure vogliamo parlare di Falluja e di ciò che il fosforo bianco provocò? O ancora dell’errore nell’uccisione di un bambino di 13 anni in bicicletta da parte di forze Nato? Oppure dei raid americani nei villaggi con l’uccisione di 8 ragazzini additati come “membri di una cellula terroristica”. Anche qui qualcosa non quadra. Ci ricordiamo di un certo Fabrizio Quattrocchi, mercenario in Iraq, considerato quasi un eroe da ampi settori della pubblica opinione, non da noi. Ci sono alcuni paesi che hanno addirittura dedicato una strada a questo personaggio. Sono molte le cose che non quadrano. Fin qui la nostra posizione è stata piuttosto morbida. Ma non si possono certo tollerare le dichiarazioni di un parlamentare di rilievo come Maurizio Gasparri, che assume una posizione nettamente diffamatoria nei confronti di Emergency, mettendola alla gogna. In ciò pare palesarsi la vera natura politica di tali personaggi, appartenenti a una classe politica che si proclama portavoce di valori autentici ma è invece priva di una vera identità, di umanità, di intelligenza, di senso delle istituzioni, capace solo di gettare fango su chi sacrifica la propria vita a favore del prossimo. Una classe politica spesso trasversalmente fautrice della cultura delle armi. E’ ora di tirare su la testa; tutti dovrebbero, nella forma che gli compete, dimostrare a questi politicanti che il diritto alla vita è di tutti e che la parola libertà, quella vera e non declamata, non è di loro competenza.

Firma l’appello “io sto con Emergency” 
e partecipa alla manifestazione di Sabato 17 Aprile, ore 14,30, Piazza Navona – Roma

Valle del Sacco, 12 Aprile