REDAZIONE: FRANCESCO BEARZI, CRISTINA MATALONI, SARA DEODATI, VINCENZO LANDOLINA, ALBERTO VALLERIANI, ROCCO MARTUFI, GIULIO TIRINELLI

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mercoledì 9 marzo 2011

Rassegna stampa 09.03.11

COMUNICATO STAMPA COMUNE DI ANAGNI.
CONVEGNO MONITORAGGIO DELL'INQUINAMENTO PER IL RECUPERO AMBIENTALE DELLA VALLE DEL FIUME SACCO

Giovedì 10 marzo – ore 17;00 – Palazzo Comunale di Anagni – Sala della Ragione
Importante appuntamento nell’ambito delle Politiche Ambientali. Giovedì 10 marzo alle ore 17.00 presso la Sala della Ragione del Palazzo Comunale, si terrà un interessante convegno intitolato “Monitoraggio dell’inquinamento per il recupero ambientale della Valle del Fiume Sacco”: si tratta di un incontro per riflettere insieme sul progetto di indagine e monitoraggio del fiume Sacco, nel corso del quale si relazionerà sullo studio condotto nei mesi scorsi.

Il programma dei lavori prevede il saluto del Sindaco dottor Carlo Noto; introduzione dell’Assessore all’Ambiente Guglielmo Retarvi; interverranno: Assessore all’Ambiente Fabio De Angelis; Responsabile Ufficio Ambiente-Sacco Dott. Emanuele Calcagni; Progettista, Ing. Sandro Nardelli; Coordinatore del progetto Igeam Dott. Francesco Gaudioso.
I relatori argomenteranno: “Il Sito d’interesse Nazionale Valle del fiume Sacco”, Dott. Salvatore Spina – Ufficio Commissariale per la Valle del fiume Sacco; ISPRA; “Monitoraggio qualitativo delle acque e dei sedimenti del fiume Sacco”, Geol. Fabrizio Gismondi – Ufficio Commissariale per la Valle del fiume Sacco; Arpa Lazio; “La caratterizzazione ambientale della Valle del Sacco – stato qualitativo dei terreni superficiali nel territorio anagnino”, Ing. Daniele La Marra – Ufficio Commissariale per la Valle del fiume Sacco; Arpa Lazio; “Metodo per la determinazione dei valori di fondo naturale per alcuni metalli-metalloidi nei terreni del sito di interesse Nazionale della Valle del Sacco”, Dott.ssa Antonella Vecchi – ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; le Conclusioni spetteranno all’Onorevole Franco Fiorito – Capogruppo Regione Lazio.
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Uno studio teso a valutare lo stato di salute del fiume Sacco ed in generale delle aree limitrofe, compreso l’approfondimento sui corpi idrici che si immettono nel fiume, nella consapevolezza che lo stato conoscitivo del territorio risulta importante, sia quale strumento di indagine e di controllo dell’ambiente, e sia per verificare l’idoneità dei siti o l’eventuale pericolosità degli stessi, nonché la loro compatibilità alla realizzazione di opere di valorizzazione ambientale
09.03.11

COLLEFERRO, INQUINAMENTO. L’UGI CONTRO IL COMUNE
COMUNICATO STAMPA UGI
In merito alle ultime dichiarazioni del sindaco e relativi volantini: 08-03-2011 Troviamo estremamente vergognoso che l'attuale amministrazione di Colleferro continui a sperperare denaro pubblico: dopo il rifacimento delle due piazze cittadine ancora in ottimo stato, la Casa Comunale decide di accedere al fondo di riserva per prelevare circa DIECIMILA DEI NOSTRI EURO (Delibera n.67 del 15/02/2011) assoldando una società esperta in campo di comunicazioni per convincerci ad abbandonare il luogo comune che Colleferro è inquinata. Una quantità industriale di volantini dagli sgargianti colori (ricordiamo quanto la carta colorata è difficilmente riciclabile) è apparsa sul parabrezza delle nostre macchine, nonostante la stessa ordinanza comunale lo vieti (ordinanza n°250 del 2008). E' vergognoso come qui, invece di dire com'è veramente la situazione ambientale di Colleferro, si mistifichi un servizio del Tg che non cita nemmeno minimamente i problemi ben più gravi della nostra città. Allora forse è bene ricordare che il problema ambientale di questa città non si limita solo allo storico caso dell'inquinamento chimico di terra e acqua entro un km dal fiume Sacco, ma anche della presenza dello stesso inquinante nel sangue di cittadini. Il problema ambientale di questa città è la presenza di due inceneritori (entrati anche nel ciclone di un processo appena iniziato), di una discarica difronte a una scuola e accanto a un parco naturale, di una turbgas in costruzione. Così ribadiamo quanto sia vergognoso che quest'amministrazione usi i nostri soldi per farsi campagna elettorale, vantandosi di lavorare . Sottolineamo che le attività di bonifica sono ad opera dell'Ufficio Commissariale, non del Comune, e i lavori, se vogliamo essere onesti, vanno a rilento; le polveri sottili superano ogni anno i limiti di legge quasi del doppio, e questa amministrazione oltre ad applicare per legge le direttive regionali, non ha fatto nulla per ridurre il traffico veicolare. Negli ultimi anni si è cementificato senza alcun criterio dal punto di vista della bioedilizia dando permessi a chiunque, senza tener conto degli spazi verdi e delle esigenze dei cittadini; questa amministrazione si ostina a voler chiudere il ciclo dei rifiuti nella maniera meno salubrepossibile a danno di noi cittadini e dell'ambiente in cui viviamo, pretendendo di costruire un impianto di cdr che darà da mangiare agli inceneritori e manterrà in vita la discarica per altri trent'anni. E ricordiamo che abbiamo un grave problema a livello di acquedotto comunale e di aumenti di patologie tumorali, malattie respiratorie e cardiovascolari ripetto alla media italiana e regionale. Così vedendo questi volantini noi ci chiediamo: dov'era la prontezza del sindaco quando un nuovo carico di cdr non conforme arrivò l'estate scorsa alle porte dei nostri inceneritori? Dov'era questa capillare e celere informazione quando per l'ennesima volta l'ASL pose il divieto per uso umano dell'acqua di rete? Dov'erano queste migliaia di volantini quando la giunta firmò tacitamente l'autorizzazione a procedere per la Turbogas al IV km? Dove sono le opinioni in merito all'ormai tradizionale sforamento di PM10 a soli tre mesi dall'inizio dell'anno? Il sindaco in questi volantini e manifesti tiene a sottolineare il suo : forse per la poltrona, ma per i suoi cittadini???
UNIONE GIOVANI INDIPENDENTI.

AMBIENTE, COLLEFERRO. LA RETUVASA LANCIA L'ALLARME; LE TARIFFE DELL'ACQUA SONO ILLEGITTIME (Ecco la notizia quotidiana 09.03.11)

PROVINCIA FROSINONE. L'INCHIESTA SU ACEA ATO 5, TARIFFE RETROATTIVE
La Provincia Fr 09.03.11 p.3, di Cesidio Vano
di Cesidio Vano
Documenti sottratti e sostituiti in alcuni uffici comunali e pratiche completamente sostituite e ricostruite negli uffici di Acea Ato 5 Spa. E' quanto emerge dai documenti dell'inchiesta della procura della repubblica di Frosinone sugli aumenti delle tariffe idriche votati dall'assemblea dei sindaci nel 2007 a valere retroattivamente sui consumi 2006. Le indagini, come noto, sono state concluse da tempo e le carte rese pubbliche con la richiesta di giudizio. Ai magistrati spetterà stabilire se ci sono o meno responsabilità penali.
Le carte dell'inchiesta, ad ogni modo, mettono in luce invece aspetti della vicenda finora non conosciuti.
I maggiori costi
L'inchiesta, ad esempio, ha puntato, tra l'altro, a chiarire un elemento decisivo per stabilire se la rivisitazione tariffaria accordata al gestore con la transazione firmata 4 anni fa si sia basata effettivamente su maggiori e reali costi di gestione o questi siano stati solo il risultato di operazioni contabili dichiarate da Acea Ato5.
La tariffa idrica, infatti, è data dal rapporto tra i costi sostenuti, gli investimenti effettuati e la remunerazione del capitale (obbligatoria per legge) ed i metri cubi di acqua erogata. All'aumentare dei costi e delle spese quindi necessariamente deve aumentare la tariffa idrica.
L'indagine
Negli atti del procedimento si evince l'attenzione su questo aspetto in molti verbali di interrogatori tenuti dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Frosinone che, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Tonino Di Bona, ha svolto l'inchiesta.
Le fiamme gialle hanno sentito diversi responsabili dell'azienda, dipendenti ed operatori per capire le procedure con cui la società ha autorizzato, registrato e contabilizzato spese ed investimenti.
Gli investigatori delle fiamme gialle hanno acquisito anche diversi documenti sia presso gli uffici del gestore idrico che presso quelli della segreteria tecnico operativa dell'Ato.
I dubbi degli investigatori
Dopo aver studiato le carte e sentito vari testimoni in un'informativa inviata la magistrato ed ora versata nel fascicolo processuale i finanzieri riferiscono che a loro parere i maggiori costi lamentati dall'azienda e giustificativi della revisione tariffaria deriverebbero dall'iscrizione tra i costi operativi di quelli che sarebbero invece degli investimenti. Almeno questa è la tesi della Gdf che ovviamente la società contesta e rigetta in toto.
L'inchiesta, ad ogni modo, è andata avanti focalizzandosi sulla ricostruzione delle modalità con cui venivano contabilizzati costi ed investimenti.
Il testimone
I finanzieri hanno ascoltato i responsabili del settore e si sono imbattuti nelle dichiarazioni di un ex incaricato dell'area investimenti che - rivelano i verbali di interrogatorio - riferisce come la documentazioni sugli investimenti (le opere) effettuate negli anni precedenti al 2009 sia stata concentrata nella sede di Frosinone e che la stessa era oggetto - a quanto a lui risultava - di «un'attività di risistemazione della documentazione tecnica relativa ad alcuni appalti (...) per essere regolarizzati dal punto di vista contabile» e riferisce ai finanziari che tale attività di sistemazione delle carte sarebbe in atto anche presso alcuni uffici comunali, citando nello specifico il caso di un centro della provincia in cui alcuni documenti sarebbero stati sottratti e sostituiti con altri grazie alla disponibilità di amministratori locali. L'ex funzionario responsabile degli investimenti viene sentito diverse volte a verbale ed aggiunge precisazioni, nuovi elementi e fornisce documenti sia sui lavori e le opere, sia sulle assunzioni fatte da Acea Ato 5.
Fatture bruciate
Interrogando altri dipendenti della società, le fiamme gialle continuano ad acquisire elementi sulle fatturazioni e sulle procedure contabili. Il 17 aprile del 2009 sentono un impiegato dell'Acea Ato 5, un profilo marginale e non amministrativo che però rivela ai finanziari qualcosa di importate. Il dipendente, infatti, conferma che presso gli uffici di Frosinone era in atto un'attività di distruzione di numerose fatture di consumi idrici emesse dal 2004 in poi e mai recapitate agli utenti. L'uomo riferisce di essere stato egli stessi incaricato di tale operazione e fa anche i nomi dei colleghi che lo aiutavano in tale compito che lui - riferisce nei verbali della Gdf - ha sempre ritenuto una normale prassi per lo smaltimento di quella documentazione e dei responsabili che avevano disposto tale lavoro.
Il testimone fa anche di più: accompagna i finanziari presso gli uffici dove si svolgeva tale attività e gli agenti della guardia di finanza rinvengono e sequestrano numerosi scatoloni di fatture e bollette mai recapitate e in parte anche bruciate.

ANAGNI. SCHIUMA BIANCA DAL DEPURATORE DI PROPRIETA' MARANGONI E MIASMI IN LOCALITA' QUATTROSTRADE
Ciociaria oggi 08.03.11 (sintesi)
I cittadini membri dell'associazione Codici effettuano prelievi delle acque e fotografano la situazione. Sopralluogo per il primo caso della Guardia di Finanza e per il secondo della Forestale.

ANTONIO SALVATI, SINDACO DI SAN GIOVANNI INCARICO: CHIEDO CHIUSURA DELLA DISCARICA DI CERRETO, HO DATO MANDATO DI PRESENTARE RICORSO AL TAR CONTRO IL SUO AMPLIAMENTO
Ciociaria oggi 06.03.11 (sintesi)
Ampliamento di 60.000 metri cubi autorizzato dalla Regione. Il sindaco si attiva inoltre per avviare uno studio epidemiologico che metta in luce l'impatto sulla popolazione dell'impianto di riciclaggio di Colfelice e della discarica di Cerreto. 
EXTRA VALLE. GUIDONIA,  INVIOLATA. VIA LIBERA AL SESTO INVASO. 
La Regione ha autorizzato l’ampliamento della discarica: spazio ad altri 380mila metri cubi di rifiuti.
Proteste dal comitato di risanamento ambientale che chiede l’annullamento del provvedimento
«L’ampliamento insiste su un’area archeologica in cui sono state rinvenute decine di tombe di età romana»


Cinque giorni 09.03.2011, p. 25
Via libera al sesto invaso alla discarica della Inviolata a Guidonia, «che invece di chiudere si ingrandisce», denunciano dal Comitato di risanamento ambientale. Inascoltate secondo l’associazione, le proteste dei cittadini. «Ignorate come se non fossero mai avvenute – dicono - come se non ci fosse un Parco regionale archeologico naturale da tutelare, come se non ci fossero puntuali beni archeologici da valorizzare, come se non ci fossero leggi nazionali e direttive europee contrarie a localizzazioni di discariche in siti di valore paesaggistico, storico e ambientale». Il sì alla messa in esercizio di un nuovo lotto di discarica nel cuore del Parco dell’Inviolata è arrivato nei giorni scorsi dalla Regione Lazio. «Con Determina del 30 dicembre 2010 – spiegano dal Cra - il direttore del dipartimento programmazione economica e sociale dell’Ente ha concesso alla Eco Italia 87 (leggi “cricca Cerroni”) di realizzare un nuovo grande invaso per 380mila metri cubi di rifiuti indifferenziati. La decisione era già stata presa ad inizio 2009 – precisano dal Cra - dalla Giunta Marrazzo». La motivazione? «Scongiurare situazioni emergenziali nel conferimento dei rifiuti urbani nel comprensorio di riferimento». Due i problemi sollevati dal comitato: la differenziata che nel Lazio ancora non decolla e il fatto che l'invaso autorizzato contorna un sito archeologico in cui sono state rinvenute decine di tombe di età romana. «Appare scandalosa quindi la determina autorizzativa regionale, che pone ancora una volta i rifiuti come bene prioritario da tutelare rispetto ai beni storici e paesaggistici»