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martedì 25 gennaio 2011

Rassegna stampa Retuvasa 25.01.11

IL GRANDE PROGETTO PER DISTRUGGERE LA VALLE DEL SACCO? PARE DIFFICILE CONCEPIRE QUALCOSA DI PIU' INSENSATO PER L'AGROZOOTECNIA E L'AMBIENTE. LE APERTURE ALLA GREEN ECONOMY DI MAURIZIO STIRPE SEMBRANO VANIFICATE DA MARCELLO PIGLIACELLI. E CON L'AVALLO DI COLDIRETTI? (titolo nostro)
Il Messaggero Fr 25.01.11 p.30 - di Vittorio Buongiorno
«Noi siamo pronti». Il presidente di Confindustria Frosinone, Marcello Pigliacelli, e l’amministratore delegato della Beg di Guarcino, Massimo Giorgilli, escono allo scoperto. L’azienda che gestisce il termovalorizzatore alimentato a olio di palma si candida ufficialmente a utilizzare come materia prima le produzioni agricole no-food della Valle del Sacco. «E’ un progetto a cui stiamo lavorando da tempo - racconta Marcello Pigliacelli - il primo protocollo che è stato firmato anche dalla Coldiretti è di un anno fa».
«Il nostro impianto può funzionare con qualsiasi olio di tipo vegetale - spiega Giorgilli - ovvio che valutiamo con attenzione l’ipotesi di una filiera corta». Attualmente infatti la materia prima, l’olio di palma, arriva dalla Thailandia. «Sfruttando un prodotto coltivato in zona, oltre a favorire il recupero della Valle del Sacco l’azienda potrà controbattere l’innalzamento dei costi delle materie prime sul mercato mondiale».
L’ipotesi iniziale per le coltivazioni no-food - ovvero quelle non destinate all’alimentazione sui terreni contaminati dal beta hch lungo il corso del Sacco - riguardava girasoli e pioppi. «Noi puntiamo su un’altra coltura e stiamo lavorando con una Università del Montenegro ad un progetto per la coltivazione di una varietà di tabacco che garantisce la produzione di un olio con una buona resa energetica».
Ma la Beg sarà solamente l’utilizzatore finale della materia prima: brucerà l’olio per produrre energia, così come fa già oggi. La novità riguarderà gli agricoltori ciociari fino ad oggi freddi sulle prospettive no-food. «Stiamo lavorando con le associazione agricole - spiega Pigliacelli - e con le istituzioni alla creazione di una pubblic company che avrà il compito di creare la filiera». Ovvero raccogliere il prodotto, stoccarlo, lavorarlo per trasformarlo in olio vegetale. «Utilizzando i tanti frantoi presenti sul territorio - spiega Pigliacelli - nei periodi in cui non lavorano le olive, basterà attrezzarli con le macine adatte». E il tutto sotto la supervisione del Consorzio agroenergetico Valle dei Latini, l’ente regionale che - ormai sembra certo - coordinerà l’intero progetto di riqualificazione della Valle del Sacco.
«Siamo pronti a pagare il giusto prezzo per l’olio vegetale prodotto nella Valle - continua Giorgilli - remunerativo per noi e conveniente per le aziende agricole. Vogliamo metterci in rete con il territorio, vogliamo fare sinergia». Fare business insomma, ma con un occhio al recupero e al rilancio di questa terra.

ATO 5, ASSEMBLEA DEI SINDACI. SOLUZIONE DI COMPROMESSO, POCA CHIAREZZA, SI PRENDE TEMPO
Il Messaggero FR 25.01.11 p.30 - di Denise Compagnone
Cinquantuno sindaci dell’Ato 5 su 86, ieri pomeriggio, dopo esattamente quattro ore e mezza di discussione, hanno votato all’unanimità un documento condiviso da centrodestra e centrosinistra. Le obiezioni del Pd erano quelle di non avere pareri tecnici che suffragassero la proposta di Iannarilli? La soluzione è stata trovata inserendo per ognuno, o quasi, dei punti della vecchia proposta del presidente dell’Ato, la premessa di “acquisire pareri tecnici di professionisti”, e che a compiere ogni azione sia il presidente coadiuvato dalla Consulta d’ambito e dalla Sto. Discorso che vale, quindi, nell’ordine per: determinare la tariffa per il 2011 (la tariffa definitiva per il 2010 è invece scomparsa dal deliberato, un lapsus?) e di procedere alla revisione del piano d’ambito (incarico già affidato nel 2009). Inoltre con il deliberato di ieri, si rinnova il mandato al presidente e alla consulta di acquisire parere tecnico-legale in ordine: all’escussione del deposito cauzionale a fronte del mancato pagamento da parte del gestore degli oneri concessori; all’esperimento delle azioni giudiziarie volte al recupero delle somme non coperte dalla polizza fideiussoria, nonché alla tutela di tutti i diritti, azioni e ragioni spettanti all’Aato nei confronti del gestore, anche in relazione ai danni subiti e subendi; all’esperimento dell’azione giudiziale per l’annullamento dell’atto transattivo del 2007 e infine all’avvio del procedimento volto alla risoluzione della Convenzione (così come già il 21 dicembre 2009 e come in più occasioni nel corso del 2010). In altre parole, insomma, prendere ulteriormente tempo. Secondo Iannarilli non servirà troppo considerando che molti pareri, legali e tecnici, sono già firmati e basterà riportarli all’attenzione della Consulta (anche se la stessa si è già espressa approvando la relazione di Iannarilli). Secondo Cinelli, sindaco di Monte San Giovanni Campano (Pd) si tratta di un accordo che accontenta le due parti trovando una sintesi tra gli obiettivi di Iannarilli e la soluzione alle obiezioni mosse dal Pd. Rimane il fatto che passeranno ancora giorni e giorni prima che l’assemblea torni a riunirsi per decidere il da farsi in base ai pareri che forniranno i legali. Nel frattempo, però, è da immaginarsi, la società, a maggior ragione con la scadenza della diffida ad adempiere inviata, non resterà a guardare. Ieri pomeriggio, al di là di tante parole, spesso spese solo per esercizio di stile o in qualche caso per spianarsi la strada in vista della prossima campagna elettorale, c’è stata la riproposizione delle prese di posizione già annunciate nei giorni scorsi. Arrivate anche altre proposte: quella del sindaco di Ceccano Antonio Ciotoli, per esempio, prevedeva gli stessi punti dell’attuale deliberato, non chiedendo però pareri legali né parlando della transazione del 2007. Quella del sindaco di Rocca d’Arce, Rocco Pantanella, prevedeva invece un rinvio in modo da tornare in assemblea ognuno con le proprie posizioni ratificate da deliberati di ogni consiglio comunale. È passata infine la linea congiunta, con la clausola, almeno questo, di utilizzare i tecnici e legali che hanno già lavorato sulla cosa, senza spendere altri soldi per ulteriori consulenze. 
La Provincia Fr 25.01.11 p.2 sul tema
di Cesidio Vano
Non si è deciso di avviare la risoluzione del contratto con Acea Ato5; non si è deciso di contestare le inadempienze al gestore e non si è decisa la tariffa idrica da applicare. Sostanzialmente è stato un rinvio ad una prossima riunione dopo che il presidente dell'Ato 5, Antonello Iannarilli, avrà fornito ulteriori pareri tecnico-legali sulle iniziative da intraprendere. Sostanzialmente è passata la linea dettata dal Pd e ben illustrata dai sindaci di Sora, Cesidio Casinelli, e di Monte S. Giovanni Campano, Antonio Cinelli.
Ieri pomeriggio, si è tenuta preso la sede dell'amministrazione provinciale l'Assemblea dei Sindaci dell'Ato5 convocata per decidere in merito ai rapporti con il gestore del servizio idrico, l'Acea Ato5 Spa. All'ordine del giorno, la proposta del presidente Iannarilli di avviare la risoluzione del contratto di gestione per inadempienza da parte di Acea. Inadempienza che Iannarilli ha argomentato con la lunga, dettagliata e discussa relazione già illustrata ai sindaci lo scorso 10 gennaio. Relazione che però non ha convinto, nonostante il rinvio di una quindicina di giorni, i sindaci del Pd che al presidente avevano chiesto e ieri hanno nuovamente richiesto, pareri tecnici e legali sul suo documento che ne certificassero le cifre, la correttezza e la convenienza delle azioni indicate da intraprendere (risoluzione contrattuale, escussione delle garanzie, annullamento della transazione del 2007 e nuovo piano d'ambito). Sul punto sono stati categorici i sindaci Cinelli e Casinelli che hanno fatto capire, anche convincentemente, che senza quei pareri e senza quelle pezze d'appoggio che un domani potessero attenuare le responsabilità dei primi cittadini davanti ad azioni di rivalsa del gestore, loro (i sindaci del Pd) quella delibera non l'avrebbero votata. Una posizione netta ma anche decisiva, visto che il numero legale dell'Assemblea era dato solo dalla presenza dei rappresentanti Pd. O si scendeva ad intese con il centrosinistra o non si sarebbe votato alcun atto. Iannarilli ha trattato. Del resto, discutere la proposta del Pd, era anche l'occasione per il presidente di svincolarsi dalla posizione in cui si è trovato dopo che il suo stesso partito, il Pdl, ha preso posizione contro l'apertura di un contenzioso con Acea Ato5 che potrebbe alla fine rivelarsi - temono i vertici del centrodestra - più dannoso per i cittadini che non trovare una mediazione con il gestore. Dunque, al voto è arrivata la proposta che i sindaci del Pd e Iannarilli hanno concordato nelle segrete stanze, mentre in sala andava avanti il confronto, a volte anche duro, tra sindaci pro e sindaci contro la risoluzione contrattuale. Alla fine, la delibera, messa ai voti e passata con l'unanimità dei presenti (59 sindaci rappresentanti il 70% della popolazione servita), prevede quello che il Pd sta chiedendo a Iannarilli da settimane: suffragare le proprie proposte di deliberazione con pareri di tecnici e di avvocati che spieghino, argomentino e valutino vantaggi e conseguenze delle azioni che si vogliono mettere in atto contro il gestore.
In particolare, la delibera approvata dà mandato al presidente di acquisire: pareri tecnici da professionisti al fine di stabilire la tariffa reale media per l'anno 2011 (quello in corso, quindi non si decide nulla per il 2010 per cui c'è una tariffa provvisoria contestata da Acea e sconsigliata dalla Conviri); dà mandato per incaricare professionisti che provvedano alla revisione del piano d'ambito. Dà, ancora, mandato al presidente di acquisire pareri tecnico-legali: sulla possibilità di escutere le garanzie fornite da Acea a fronte dei mancati pagamenti di questa per i canoni concessori dovuti ai comuni; sulla possibilità di intraprendere azioni giudiziarie volte al recupero delle somme non coperte dalle fideiussioni di Acea ma presuntivamente dovute per i danni da questa subiti o subendi; sulla possibilità di avviare il procedimento per la risoluzione della convenzione con Acea e sulla possibilità di avviare azioni giudiziali finalizzate all'annullamento dell'atto transattivo del 2007. Ad ogni modo, tutti questi pareri debbono essere riportati alla Consulta dei sindaci che poi deciderà sul da farsi.



Colleferro. Dall’incontro di ieri al Comune è emersa la volontà di definire in tempi brevi l’annosa ed stagnante questione
CHIESTO UN TAVOLO DI LAVORO REGIONE-COMUNE PER TROVARE UN DEFINITIVO ACQUIRENTE DEL GAIA

Quotidiano sera 25.01.11, p. 1

COLLEFERRO - «Chiederò subito l’apertura di un tavolo al quale siedano la Regione Lazio, il Comune di Roma e la Provincia di Roma, per definire una volta per tutte la questione della cessione di Gaia ed evitare che si possa verificare lo spacchettamento delle società dei tre asset, con il conseguente rischio per il posto di lavoro di molti dipendenti». A parlare è il sindaco di Colleferro Mario Cacciotti, tirando le fila dell’incontro tenutosi ieri mattina in sala consiliare per discutere del futuro della società di raccolta e smaltimento rifiuti, il Gaia, che da tre anni è sotto la gestione commissariale. Sia il sindaco che i due deputati di collegio, Silvano Moffa e Renzo Carella, ma anche i sindacalisti intervenuti e i sindaci presenti hanno ritenuto, infatti, indispensabile avviare un confronto chiaro, a livello istituzionale, per verificare se i due maggiori enti laziali che hanno interesse alla problematica dei rifiuti, Regione e Comune di Roma, possano realmente acquisire il Gaia come avevano in precedenza dimostrato di voler fare. Facendo il punto dell’attuale situazione, attraverso il quadro composto dal rappresentante del Gaia, il direttore generale Franco Perasso, che ha ripercorso i tre anni della amministrazione Lolli, è emerso infatti che l’azienda rischia seriamente di arrivare al capolinea in tempi brevissimi se non ci saranno interventi risolutori da parte di enti pubblici interessati direttamente alla questione. Messa da parte la possibilità di un assuntore, infatti, i due bandi per trovare degli acquirenti sono andati deserti e un nuovo bando, a detta degli intervenuti, non sarebbe risolutore. Critici sulla gestione del Commissario Lolli sono stati i due deputati e mentre Carella metteva in guardia dal fatto che “...non dobbiamo perdere la vocazione industriale di Gaia” e che “l’Acea già due anni fa voleva intervenire ma non si volle fare l’accordo”, Moffa ha parlato di “gestione fallimentare, perché la strada intrapresa tre anni fa era sbagliata” e si è mostrato perplesso sul mantenimento delle attività dei termovalorizzatori al di sotto delle loro possibilità con conseguente perdita di redditività. Totale disponibilità è stata data dal delegato della Provincia di Roma, intervenuto in nome dell’Ass. Civita, che ha ricordato gli impegni dell’ente per quanto di propria competenza, soprattutto in merito alla raccolta differenziata. Tutti hanno poi considerato ingiusto far pesare ai comuni che pagano regolarmente le mancanze di quelli debitori, soprattutto nel momento in cui uno dei due sindacalisti presenti, Calvano della Cgil (l’altro era il SIA Confsal), ha annunciato che avevano proclamato lo stato di agitazione del personale, in vista del rischio di non vedere percepito lo stipendio di Febbraio e che si sarebbe potuti arrivare fino alla sospensione del servizio. Come già in una precedente riunione i sindaci presenti (in questo caso c’erano i rappresentanti di Colleferro, Carpineto, Valmontone, Gorga, Montelanico, Colonna, Artena e Segni) hanno chiesto di non penalizzare tutti indistintamente e, quindi, di interrompere il servizio esclusivamente a quei comuni che non pagano, lasciando scaricare in discarica solo i comuni adempienti. Una sollecitazione che il deputato Moffa ha rivolto in primis al commissario del Gaia. Il vice sindaco di Colleferro Giorgio Salvitti ha aggiornato la riunione ricordando che verrà sollecitata l’indizione del tavolo di lavoro già per la prossima settimana...».

PIANO RIFIUTI. Il CASO
Olevano Romano si oppone al nuovo impianto di compostaggio
Sul tema vedi la homepage del sito Retuvasa (ndr)
Cinque giorni 25.01.11, p. 22
L'ipotesi era già stata paventata due anni fa ma già una volta il Consiglio comunale si espresse contro. Ora sembra che la giunta Polverini voglia veramente fare sul serio sull'ipotesi di costruzione di un nuovo impianto di compostaggio a Olevano Romano. Si tratta di uno stabilimento da 60mila tonnellate in grado di trasformare la frazione umida dei rifiuti solidi urbani e gli scarti di produzione agricola e industriale biodegradabili in terriccio (o compost) e concime per il commercio, in grandi volumi. Un mega impianto, tra i più grandi della Regione, che già spaventa gli abitanti del Comune. Il fatto è stato affrontato anche dalla giunta comunale che in un documento ha precisato la propria contrarietà a detto impianto. «Rilevato che nello stesso allegato del piano è riportata la previsione della realizzazione di un impianto di compostaggio in Olevano Romano, per complessive 60.000 tonn/annue, con entrata in funzione prevista 2014; e considerate le forti preoccupazioni sorte nella Comunità di Olevano Romano relativamente alla DGR stessa, intende manifestare ed articolare a questa Amministrazione regionale la propria estraneità all’iter autorizzatorio indicato nella Deliberazione di Giunta Regionale citata e la conseguente indisponibilità del territorio e della Comunità alla realizzazione delle specifiche previsioni del Piano Regionale stesso, sia per motivi di carattere generale che per la comune volontà della Comunità espressa nell’annullamento di procedimenti amministrativi preesistenti tramite la Deliberazione del Consiglio Comunale n°15 del12/02/2010, come meglio argomentato nelle ragioni che seguono; 1. Contrario alle direttive europee e convenzioni internazionali 2. Contrario alle direttive nazionali e regionali 3. Contrario alle direttive e alle deliberazioni Comunali 4. Contrario all’opinione prevalente della Comunità locale di Olevano Romano 5. Inadeguatezza delle infrastrutture di trasporto 6. Inadeguatezza delle Stime Tecniche 7. Effetti negativi sulle risorse ambientali ed antropiche 8. Effetti negativi sul Paesaggio e sui Beni Culturali 9. Effetti negativi sull’economia locale, turismo ed enogastronomia 10. Effetti negativi su area vasta 11. Effetti Cumulativi». Il documento votato dal Consiglio comunale è stato inviato anche agli organi regionali dai quali si attende una risposta definitiva.

GAIA, PROSEGUONO GLI INCONTRI PER IL FUTURO DELL'AZIENDA

Ecco la notizia quotidiana 25.01.11
Un nuovo incontro nei giorni scorsi presso il comune di Colleferro per la questione Gaia. Dopo l’ncontro andato deserto la scorsa settimana il sindaco di Colleferro Mario Cacciotti insiste. Si sono presentati questa volta gli onorevoli Moffa e Carella, il direttore generale di Gaia, dott. Perasso, a fare le veci del commissario Lolli, i sindaci di Gorga, Segni, Carpineto, Montelanico, Valmontone, Artena e i rappresentanti sindacali di CGIL e del sindacato autonomo CONFSAL. Il dott. Perasso ha tracciato un excursus degli anni di commissariamento che tutti condividono siano arrivati al termine. E’ in preparazione il terzo bando in seguito alle manifestazioni di interesse che sono pervenute dal comune di Roma e dalla Regione Lazio [...]

LE RICHIESTE DEL SINDACO DI ANAGNI PER IL NOSOCOMIO CITTADINO - IL CONVEGNO SUGLI EFFETTI DEGLI INCENERITORI AD ANAGNI
Il Messaggero Fr 25.01.11 p.40 - di Paolo Carnevale
Far rimanere nell’ospedale di Anagni un servizio di “pronto soccorso”, e non solo di primo intervento. E salvare anche eccellenze come Utic ed Urologia.
Questa l’intenzione del Sindaco della città dei papi Carlo Noto nella settimana in cui, a quanto pare, sembra sia finalmente in arrivo la relazione tecnica che dovrebbe decidere della sorte del nosocomio anagnino.
Il Piano sanitario regionale ha stabilito la chiusura del nosocomio a partire dal prossimo primo ottobre. Come è noto, dopo la diffusione della prima bozza del Piano (che in Ciociaria prevedeva la chiusura o la riconversione di 7 presidi), in città era approdata la commissione tecnica chiamata a valutare in modo analitico la situazione reale dell’ospedale cittadino.
Il sindaco nei giorni scorsi ha ribadito di essere in contatto con il direttore generale dell’Asl Carlo Mirabella, ed ha ricordato i suoi obiettivi primari. “Far sì che Anagni abbia un ospedale di tipo C, con un pronto soccorso ed non solo, come era stato previsto, un primo intervento”.
In più, far sì che alcuni reparti, come “Utic ed Urologia” non vengano soppressi. Soprattutto perché al momento rappresentano punti di eccellenza assoluta a livello provinciale e regionale.
Inceneritori e salute, venerdì il convegno

“Inceneritori e conseguenti danni sulla salute e sull’ambiente”, è il titolo del convegno che si terrà venerdì ad Anagni (ore 17.30, auditorium comunale, corso Vittorio Emanuele) organizzato dal Coordinamento delle associazioni di difesa del territorio. Interverranno Giovanni Ghirga, medico ed esperto di inceneritori, di “Medici per l’ambiente”; Anna Fava, della Società di Studi Politici di Napoli, esperta nella gestione del ciclo dei rifiuti; Lorenzo Parlati e Vanessa Ranieri, rispettivamente presidente di Legambiente Lazio e Wwf Lazio.


ANAGNI. RIFIUTI SPECIALI ABBANDONATI, INTERVENGONO LE AUTORITA'
La Provincia Fr 25.01.11 p.25
Ieri sera in Anagni, i Carabinieri della locale Stazione comandata dal maresciallo Ugo Verrillo, nell'ambito di un predisposto servizio per il controllo del territorio, rinvenivano in Via Villa Magna, nei pressi del ponte che collega Via Stazione con il territorio di Sgurgola e Gavignano, un cumulo di rifiuti speciali, abbandonati sull'area pubblica. Il sito veniva opportunamente delimitato, con il successivo interessamento dell'Autorità Comunale per la prevista bonifica. Il luogo, più volte interessato da incontri organizzati da associazioni ambientaliste, viene periodicamente ripulito.

PIGLIO - ALTIPIANI DI ARCINAZZO. ANCORA SU OPERAZIONE "BOAT  MOUNTAIN"
Il Messaggero FR 25.01.11 p.32
Una discarica di resti di barche a quasi mille metri di altitudine. A scoprirla sono stati i finanzieri di Frosinone al comando del colonnello Giancostabile Salato. Le fiamme gialle hanno sequestrato un’area di circa 7.000 metri quadrati in località Altipiani di Arcinazzo, nel Comune di Piglio, adibita a discarica abusiva. Un’operazione a tutela dell’ambiente denominata “boat mountain” eseguita dai militari della Compagnia di Frosinone e della Brigata di Anagni, con il coordinamento del Comando Provinciale. Secondo la ricostruzione dei finanzieri, tra i bellissimi boschi, in una zona montana di grande pregio paesaggistico, sono stati rinvenuti resti di stampi per la costruzione di imbarcazioni, di gusci in vetroresina di barche in grave stato di deterioramento e di elettrodomestici fuori uso. Il tutto, ricostruiscono le fiamme gialle, sparso alla rinfusa sul terreno. Immediatamente è scattata la denuncia penale nei confronti del proprietario dell’area nonché il sequestro della discarica abusiva, con l’obbligo per il responsabile di ripristinare lo stato originario dei luoghi. Grande è stata la sorpresa, così come lo stupore, dei finanzieri quando, dopo aver individuato l’area, si sono portati all’interno della zona verde che insiste in Ciociaria. D’altronde, sono già diverse le operazioni effettuate dalla Finanza in Ciociaria tese a salvaguardare e preservare il patrimonio naturalistico e in più in generale l’ambiente.

IL CODICI: RIPARTA LA STAGIONE DEL DIALOGO

L'ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI INTERVIENE IN VISTA DELLA RIUNIONE DI OGGI

La Provincia FR 24.01.11 p.7


«Il Codici, in qualità di associazione nazionale consumatori, portatrice di interesse collettivo e con il fine di garantire la concreta tutela degli utenti e di indirizzare la politica locale a trovare il giusto punto di mediazione tra le parti in gioco - si legge in una nota -, si appella al presidente dell'Ato 5 Antonello Iannarilli, ma soprattutto ai sindaci, rappresentanti delle comunità locali membri della conferenza dell'Ato5, che nella giornata di oggi si apprestano a fare delle scelte obbligate in merito alla gestione del servizio idrico. In un momento così delicato, si chiede a tutti senso di responsabilità e di valutare attentamente le questioni in gioco, ecco perché facciamo appello alla riflessione ed alla responsabilità, affinché si dia spazio agli elementi di mediazione che sono emersi in questi giorni». Il segretario provinciale Luigi Gabriele spiega: «Chiediamo di evitare di farsi coinvolgere da estremismi isterici senza futuro e porre sul tavolo l'arte della mediazione, della logica e della soluzione più opportuna, che garantisca presto la qualità di reti e servizio e la possibilità di approvvigionamento a basso costo per le generazioni attuali e future, nel rispetto della legalità, dei ruoli e nella consapevolezza che il bene idrico nasce e rimane universale, ma arriva nelle abitazioni con i necessari elementi, che ne comportano un costo non sempre collettivamente ripartito (a causa di comportamenti diseducativi e illegittimi a cui troppo spesso abbiamo assistito in provincia di Frosinone).
Per tali motivi auspichiamo che da oggi si apra la stagione del dialogo, della programmazione e soprattutto della tutela degli interessi degli utenti consumatori, annunciando che: qualora toni e dialogo non dovessero andare in questa direzione, siamo già pronti ad utilizzare tutti gli strumenti che le norme di legge e il codice del consumo ci mettono a disposizione contro ogni attore, che risulti essere soggetto responsabile e interessato a qualsiasi titolo nelle vicende».

OGGI ASSEMBLEA DELL’ATA5 PER DECIDERE DEI RAPPORTI CON IL GESTORE IDRICO

ACQUA: IANNARILLI NON FA RETROMARCIA

La Provincia Fr 24.01.11 – di Cesidio Vano
«Sono intenzionato a perseguire gli obiettivi prefissati, sempre più convinto che, a tutela degli interessi della mia gente e per non finire io stesso sotto processo, l'unica strada percorribile sia l'annullamento della transazione milionaria a favore dell'Acea e la risoluzione del relativo contratto di appalto». Così Antonello Iannarilli, presidente della provincia di Frosinone e dell'Ato5, che ieri è tornato sulla vicenda della gestione idrica, per precisare la sua posizione dopo le dichiarazioni del mondo politico a riguardo. Iannarilli, che ai sindaci dell'ambito territoriale ha chiesto di avviare la procedura di risoluzione del contratto di gestione con Acea per ripetute inadempienze, ha sostanzialmente ribadito la sua posizione nonostante il suo stesso partito, il Pdl, sia del parere che avviare un contenzioso con il gestore vorrebbe dire solo causare ulteriori disservizi e danni ai cittadini ed ai comuni. Per Iannarilli, invece, la tutela degli interessi dei cittadini non può venire da altra strada che da un'azione di rivalsa nei confronti di Acea Ato5 per i danni e le inadempienze che, a suo dire, starebbe causando a comuni ed utenti.
L'Assemblea dei sindaci si riunirà questo pomeriggio alle 16, ma è difficile che decida qualcosa. Anzi è probabile che la riunione salti per mancanza del numero legale.
Iannarilli continua, però, a spiegare: «A dispetto di quanti intenderebbero regalare al gestore del servizio idrico ben 692 milioni di euro - ha ribadito il presidente -, e considerato sopra ogni cosa l' impegno assunto nel mio programma elettorale, continuerò a difendere con estrema serenità e con tutte le mie forze i diritti dei cittadini di questa provincia in attesa della decisione che spetterà ai Sindaci. Questa è la differenza tra la mia verità e quella altrui, che come in ogni cosa sarà il tempo a dimostrare».
Così il presidente spiega, ancora una volta, le ragioni della sua scelta: «Finora nessuno ha smentito la mia tesi: nel febbraio 2007 - riassume -, con una semplice transazione non adeguatamente illustrata ai Sindaci, l'amministrazione in carica attribuiva ad Acea 692 milioni di euro in più rispetto all'importo di aggiudicazione della gara d' appalto: quasi il doppio. Per quanto mi riguarda, in qualità di presidente dell'Ato, appresi i fatti, li ho doverosamente portati a conoscenza dell'Assemblea e delle autorità competenti, nonché della Procura della Repubblica, la quale sta già approfondendo gli aspetti da me evidenziati della delibera di transazione del 2007. La sostanza delle cose - dice Iannarilli - non si riduce quindi a un problema politico, e dal canto loro, gli stessi Sindaci non possono continuare a far finta di niente o a tergiversare sostenendo la necessità di giungere in qualche modo ad un accordo. Non approvare la risoluzione del contratto con Acea, significherebbe sostenere la politica del gestore del servizio idrico - argomenta il presidente -; ribadisco pertanto che se orientati a favore dell'Acea, i Sindaci dovranno proporre lunedì, in occasione dell'Assemblea, l' approvazione della tariffa di transazione dell'1,42 per l'anno 2011, e quindi, di fatto, l'aumento della tariffa dell'acqua del 50%, che dovranno poi spiegare, motivandola, ai propri concittadini».

«UNICA VIA: RISOLVERE IL CONTRATTO»

LA POSIZIONE DEL CIRCOLO PRC “SPARTACUS” SULLA VICENDA ACEA

La Provincia Fr 24.01.11

«La battaglia per la gestione dell'acqua sta mettendo clamorosamente alla luce l'inadeguatezza della politica che origina dal finto e forzato bipolarismo italiano nell'amministrare i beni comuni e difendere gli interessi dei cittadini». Lo sostiene Andrea Cristofaro, segretario del circolo "Spartacus" del Partito della Rifondazione Comunista di Frosinone. «Da una parte - continua - ci sono i cittadini, i movimenti per la difesa dei beni comuni, i lavoratori vittime del precariato, dall'altra due poli politici, il centrodestra ed il centrosinistra, che gestiscono la cosa pubblica non in base a quelli che devono essere gli interessi della collettività, ma unicamente obbedendo a lobby. Gli attacchi alternati contro Acea ora dell'uno ora dell'altro schieramento trovano sempre la controparte a difesa di quest'ultima, ed è evidente che l'intento è quello di non alterare gli equilibri e lasciare tutto come è. Rifondazione Comunista - si legge in una nota - da sempre è schierata con il movimento per l'acqua pubblica, vuole la rescissione del contratto con Acea ed auspica che alla prossima assemblea il sindaco Marini e anche tutti gli altri sindaci della consulta deliberino per la risoluzione del contratto». Dal Prc fanno riferiemnto anche ai mancati investimenti ed alle numerose segnalazioni da parte di cittadini ed amministrazioni locali di scarsa qualità del servizio erogato «non capiamo allora - aggiungono - il motivo per cui i sindaci debbano ancora insistere nel lasciare le cose come stanno. La risoluzione del contratto con Acea deve essere il primo passo verso l'unica cosa giusta che le amministrazioni possono fare a proposito della gestione dell'acqua: il suo ritorno sotto controllo pubblico».


ANCORA PORCHERIE SUL SACCO

La Provincia Fr 24.01.11
Ancora schiuma trasportata dal fiume Sacco e naturalmente (ma ne hanno tutte le ragioni) tornano a tuonare gli ambientalisti. Secondo quanto riferiscono le associazioni cittadine e alcuni residenti della zona a ridosso del famigerato fiume, nei giorni scorse una densa coltre di schiuma ricopriva le acque del fiume Sacco ai piedi della cascata tra Anagni e Sgurgola. Alcuni giovani ambientalisti hanno cercato di risalire alle cause per cercare di identificare i colpevoli.

"Il colore scuro della sostanza oleosa ed il pestilenziale odore di ammoniaca ci ha indotti a pensare che si trattava di reflui forse provenienti da allevamenti di bestiame", ha affermato un ambientalista. Il Sacco oggi è un fiume estremamente inquinato a causa dei rifiuti chimici industriali che hanno portato la valle del Sacco oltre ogni limite di tolleranza. L'allevamento e le colture alimentari nei campi limitrofi sono state vietate e in parte riconvertite in colture agroenergetiche per la produzione di cippato da pioppo short rotation.